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Autore: Lawliet    11/06/2010    4 recensioni
[ KyuMin ]
Sung Min è triste, come si è notato anche in un recente live.
Troppo triste perfino per parlarne con Kyu Hyun.
Ma a che cosa serve un amore, altrimenti?
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dry your tears with love.
[Tears - X Japan]





Cho Kyu Hyun sentì dei suoni soffocati provenienti dalla sala. Si strofinò il dorso della mano sulla fronte, cercando di capire che diavolo di ora fosse.
Poi realizzò che Sung Min non era nel letto accanto a lui.

“Hyung”, pensò, spalancando gli occhi nel buio.
Fu un momento. Associò ‘Sung Min hyung non è qui vicino a me’ con ‘Qualcuno si è alzato nel bel mezzo della notte’ e si lanciò fuori dal letto.
Soffocò un imprecazione di dolore quando calpestò il trofeo che avevano vinto a Music Bank, che una persona a caso aveva lasciato sul pavimento. Eun Hyuk si sarebbe beccato un’altra secchiata d’acqua per questo.
Diamine, quant’era appuntito quel coso.
Saltellò su un piede solo fino alla porta, sfregandosi la pianta del piede, e tese l’orecchio per ascoltare meglio quel rumore. Solo, in piedi nel buio, Kyu Hyun aggrottò la fronte come faceva quando cercava di riconoscere una melodia.

Sung Min stava piangendo.

Kyu Hyun dimenticò immediatamente il dolore al piede e corse alla cieca verso la sala. Meno male che conosceva bene il loro dormitorio, ormai.
E poi lo vide. La fioca luce lunare illuminava il divano più vicino alla finestra, dov’era rannicchiato Sung Min. Abbracciava un cuscino, soffocandovi i singhiozzi per essere il più silenzioso possibile e non svegliare i compagni. Gli tremavano le spalle e di tanto in tanto tirava su con il naso. Non aveva nemmeno un fazzoletto per asciugarsi il viso, così le guance erano inondate di lacrime, come del resto doveva essere il cuscino che stringeva.

Il battito di Kyu Hyun accelerò a causa di quella visione. Per lui, non poteva essercene una peggiore.

Quando Sung Min singhiozzò di nuovo, e il suo volto si deformò in un’espressione quasi di dolore fisico, il maknae non resse più e corse verso il suo hyung senza pensarci due volte.
Sentendo dei passi, Sung Min trasalì e cercò di asciugarsi le lacrime come meglio poteva.

-Chi c’è?- La sua voce tremò un poco. Voleva suonare indifferente o calmo, forse, ma non ci riuscì affatto.
-Sono io, hyung, sono io.- sussurrò Kyu Hyun.
-Kyu Hyun ah?
-Sì.- Fece una pausa, e il silenzio fu terribile. -Non piangere.
Sung Min sbottò in una risatina nervosa. -Di cosa stai parlando? Sto bene. Vai a dormire, Kyu Hyun ah.
Kyu Hyun non si mosse. -Non mi chiami mai ‘Kyu Hyun ah’, quando siamo soli. Mi chiami sempre ‘Kyu’.
-E’ così importante?- La voce di Sung Min sembrava stanca.
-No, effettivamente no.- disse lentamente Kyu Hyun. -Posso sedermi? Non riesco a dormire.
Questa volta, Sung Min alzò lo sguardo verso di lui aggrottando leggermente la fronte. -Bugiardo.
-Già.- concesse Kyu Hyun. E si sedette vicino al suo hyung.

Sung Min lo guardò con un’espressione triste. Per via di tutte quelle lacrime che ancora tratteneva e che premevano per scorrere, i suoi occhi sembravano due volte più grandi e più luminosi.
Si conteneva bene, Sung Min, quando voleva, e la bocca serrata in quel momento cercava di ribadirlo, ma a Kyu Hyun in ogni caso parve chiara una cosa: il Lee Sung Min davanti a lui, che stringeva un cuscino fradicio di lacrime, non aveva difese, a dispetto della linea dura che faceva prendere alle sue labbra.
Non aveva niente. Solo lo sguardo di chi ormai è esasperato e non vuole più lottare, anche solo temporaneamente. Chiedeva una tregua, voleva pace, voleva la luna di quella notte e basta.
Era difficile da descrivere, come pensò Kyu Hyun osservandolo per qualche secondo immobile. Sembrava soltanto stanco, stanco da morire e impotente davanti ai suoi problemi, quali che fossero.

-Non ho nessuna voglia di parlare con te, Kyu Hyun ah.- sospirò Sung Min ad occhi chiusi.
-Perché?
-Semplicemente perché non puoi aiutarmi in nessun modo,- Si morse il labbro inferiore. -Non puoi cambiare il corso degli eventi. Non puoi darmi nessun aiuto concreto, non puoi risolvere niente.

Il maknae era sconvolto, anche se non lo diede a vedere. Sung Min aveva attraversato dei momenti difficili, come tutti, ma si ricordava bene di averlo ammirato per la sua forza di volontà e per aver affrontato i problemi a testa alta. Nelle arti marziali come nella vita, no?
Non gli aveva mai parlato così, né aveva mai mostrato un simile pessimismo. Che gli era successo?

Il volto di Kyu Hyun era una maschera impassibile quando replicò: -Se ne parlassi, magari, ti sfogheresti e qualcosa potrebbe cambiare.

Sung Min rimase in silenzio.

-Hyung,- Kyu Hyun gli posò la mano su un ginocchio e cercò il suo sguardo. -Posso essere la soluzione a molte cose, ma non a tutto, in effetti. Hai ragione.- Al suo sorrisetto abbozzato, Sung Min rispose con occhi lucidi e attenti. -Capisco anche che tu non ne voglia parlare,- continuò, annuendo. E poi, quando ebbe tutta l’attenzione di Sung Min, fece una pausa. -Ma allora a cosa serve un amore?

Sung Min parve riflettere seriamente su quanto aveva appena udito.
A cosa serve un amore?

-Ci protegge,- disse a bassissima voce, come se stesse parlando a se stesso. Aveva uno sguardo vacuo. -Ci rende felici.

Alcune volte ti chiedi come faresti a vivere senza di lui. Altre, invece, ti sorprendi a realizzare quanto sia stupido. Ma ti rende sempre felice, qualunque cosa faccia, e per questo lo adori in entrambi i casi.
Lo conosci per caso - un nome in più da memorizzare - e ben presto sai tutto di lui. Così tanto da essere preso in giro dagli altri. Che poi, che diavolo ci trovi in lui è la domanda che ti fanno in continuazione.
Perché proprio lui? Che cos’ha di speciale? Ed è quando ti ritrovi a pensare che un motivo razionale non c’è, che lo puoi chiamare amore. Vuol dire che accetti anche i suoi difetti, così indiscriminatamente da fonderli con i suoi pregi. Lo ami davvero.
Lo vuoi sempre al tuo fianco, anche addormentato, anche silenzioso. E’ la sua sola presenza che ti basta, il fatto che lui c’è e ci sarà sempre.

A cosa serve un amore?

E’ il tuo rifugio contro la tristezza, il tempio della felicità. E’ il sorriso che ti scioglie, è la voce che ti esalta.

-Kyu.- Gli si spezzò il respiro, le lacrime ricominciarono a scendere senza freno. Si portò una mano alla bocca, l’altra che stringeva convulsamente il cuscino.

Kyu Hyun lo avvolse in un abbraccio mentre Sung Min non smetteva di essere scosso dal pianto. Gli sembrava così piccolo, il suo hyung, a dispetto delle sue spalle.
Avvertiva come un imperativo far felice Sung Min, assicurarsi che sorridesse e sentisse di poter contare sempre su di lui. E il senso di fallimento che lo invadeva ritmicamente con i singhiozzi di Sung Min sulla sua spalla lo straziava.
Era voltato verso la finestra, il maknae, e guardava la luna con quel suo viso impassibile e gli occhi lucidi.
Basta. Smettila. Non piangere più, non piangere.
Kyu Hyun si lasciò sfuggire un sospiro tremante di pianto trattenuto.

A cosa serve un amore?

Talvolta ti fa piangere. Lo ami così tanto che quasi senti il suo dolore persino più di lui stesso. Ma continui ad amarlo. Perché, poi? Forse nella speranza di provare una gioia immensa quando tornerà a sorridere. Succede. Amore vero, intendo. Alcune volte succede: quando lo vedi triste, quelli sono i momenti in cui ti rendi conto di amarlo di più.

Erano le quattro del mattino, un’ora più tardi, quando il corpo di Sung Min smise di essere scosso dai singhiozzi. Si trovava sempre tra le braccia di Kyu Hyun, che ormai dovevano essersi informicolite, ma nessuno dei due ci faceva caso.

-Kyu,- disse piano, con voce nasale. -Non avrei dovuto farti stare sveglio fino a quest’ora.- Tirò su con il naso e cercò di allontanarsi da lui, ma il maknae lo strinse ancora di più.
-Non scusarti, hyung,- mormorò. -E’ a questo che servo.

Sarebbe stato sveglio tutte le sante notti, per Sung Min, se solo il suo hyung avesse voluto. Non gli avrebbe fatto domande né gli avrebbe dato consigli inutili che tanto non avrebbe seguito, ma l’avrebbe abbracciato e gli avrebbe fatto sentire che c’era. Ci sarebbe sempre stato.


































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... Va bene. VA BENE. Ma la prossima che faccio è DAVVERO una KyuWook, accidenti a te, Giulia Margherita é__é;;
E non è venuta neanche angst, bah. Che li do a fare, 'sti avvisi pre-fanfiction, se dopo non li seguo nemmeno io?

Vaaaaabbe'. Mistero misterioso sul motivo della tragedia greca di Minnie nella fanfic come nella realtà. Speriamo si sia un po' rimesso, durante il live di oggi mi sembrava di umore decente j___j

Enjoy, uh, and don't mind eventual OOC :°DDD
  
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