Girasoli ~
[Dedicata
a Hilly,
perché è
la mia fissazione! XD]
Autunno
L’autunno era colorato ed era una delle stagioni
che Matsuba preferiva. Molti pensavano che l’inverno si addicesse maggiormente
ad un tipo come lui, cupo e scostante per natura. Invece, tra lo stupore
generale, gli piaceva recarsi nel giardino ai piedi della Torre Bruciata ed
osservare la caduta dalle foglie dagli alberi, che in un fluttuare lento andavano
a posarsi sul terriccio brullo e scuro.
Quando osservava i colori dell’autunno, ricordava
un paio di occhi nocciola intrisi di fiamme di determinazione, così accesi e
vivi che erano rimasti stampati nel suo cuore, anche a distanza di ben due anni
da quando ne aveva incontrato la proprietaria.
Kotone da Borgofoglianova, una cittadina sperduta
nel sud della Regione di Johto, a cavallo con quella di Kanto. Da quelle parti
ci era stato solo poche volte, una delle quali per incontrare il prof. Elm, e
per saperne di più sui suoi amati pokémon spettro.
Quella ragazzina dagli assurdi codini si era
presentata di fronte a lui dopo aver scavalcato con estrema facilità ogni
allenatore della sua palestra, nonostante il genere spettro fosse, solitamente,
uno dei più difficili da affrontare. Eppure, l’aveva sconfitto con il sorriso
sulle labbra, senza mai perdere la calma o il sangue freddo, rimanendo
concentrata per tutto l’incontro; cosa che parecchie ragazzine prima di lei non
avevano fatto, a causa forse del suo aspetto piacente, o per quel suo fare che
metteva sempre in soggezione chiunque.
Kotone aveva avuto quegli occhi del colore
dell’autunno, accesi di un rosso che ricordava tanto le foglie che spesso
Matsuba si fermava ad osservare anche per ore. Pensava spesso a lei in quei
momenti, chiedendosi dove fosse e se avesse tentato a raggiungere il ruolo di
campionessa anche a Hoenn o Sinnoh, lontane da Kanto – e da lui stesso.
Qualche volta gli sarebbe piaciuto chiamarla,
chiederle come stava e se, magari, le sarebbe piaciuto passare a trovarlo. Però
Matsuba, in fondo, era proprio come la gente pensava: chiuso e scostante,
preferiva solamente ricordare gli occhi di Kotone, pensando che forse, tutta
quella determinazione non si adattasse al suo essere, ma fosse destinata ad
altri.
Allora Matsuba rimaneva fermo ad osservare le
foglie cadere, e l’autunno passava senza che Kotone tornasse.
Inverno
A Red l’inverno non era mai piaciuto. Faceva
freddo, e a Biancavilla la neve cadeva fitta per tutti i mesi di quella
stagione, ricoprendo il suolo di un bianco che gli dava alla testa, facendo
scattare in lui la voglia di scendere in strada e calpestare quella distesa
perfetta; rovinarla e cercare sotto di essa gli strati di erba in cui
solitamente si nascondevano i pokémon.
Negli ultimi tempi, però, aveva iniziato per lo
meno ad apprezzare l’inverno. O almeno, apprezzava ciò che derivava dal freddo
invernale, seppur non apprezzasse l’intorpidimento dei muscoli e le dita delle
mani gelate, che non riuscivano più ad accarezzare il manto giallo di pikachu.
Da quando Kotone si stringeva a lui, un mero
tentativo di scaldarsi, l’inverno era diventato passabile. Ora, al posto del
freddo polare, sentiva un tiepido calore lungo tutto il corpo, che riusciva
persino a scaldargli i sensi e far dimenticare la neve che cadeva al di là del
vetro dei vari pokémon center in cui si fermavano per non dormire fuori la
notte.
In quei momenti, quando il corpo di Kotone era
totalmente premuto contro il suo, Red l’abbracciava. Non era mai stato
particolarmente sentimentale né empatico, ma quando la ragazza apriva il suo
viso in un sorriso luminoso si sentiva scaldare maggiormente, ed allora
l’inverno diventava solamente un’altra stagione, non più la peggiore o la più
temuta.
Riusciva persino a dormire sonni tranquilli quando
Kotone si coricava al suo fianco, cullandosi del fiato caldo dell’allenatrice e
stringendosi a lei.
Primavera
Da quando quell’assurda guerra tra loro era finita,
Gold, Silver e Kotone dormivano spesso sotto l’ombra di un ciliegio appena
fiorito. Ne apprezzavano il profumo dolce che intorpidiva i loro sensi e li
cullava dolcemente, mentre Gold si muoveva andando a volte a colpire la faccia
di Silver con un piede o lo stomaco di Kotone con un pugno.
A volte, invece, rimanevano svegli a chiacchierare
tra loro; o meglio, Gold e Kotone parlavano per ore su questo e quello, mentre
Silver si limitava a stare silenzioso ed a braccia incrociate, apprezzando
nella sua mente la risata squillante di Kotone e il frenetico gesticolare di
Gold.
«L’ho battuto con facilità!» diceva sempre il moro
del gruppo, vantandosi dei suoi ultimi successi in campo di lotte tra pokémon,
facendo sorridere intenerita Kotone; un sorriso così pieno di tutto che a volte Silver si sentiva persino di troppo.
Però poi, la ragazza stringeva le mani ad entrambi
e dichiarava quanto fosse felice di trovarsi lì, insieme a loro. Sorrideva
solare e sincera, così innocentemente che Silver non sapeva mai se il
batticuore fosse dovuto a lei oppure a Gold.
Kotone era l’unica in grado di fare arrossire Gold;
lo coglieva sempre di sorpresa con quegli slanci d’affetto, così da lei che non
avrebbe mai dovuto stupirsene. Eppure, l’allenatrice era una continua scoperta,
così come lo stesso Silver, che ormai non si ribellava più agli abbracci a
sorpresa, o ai baci umidi sulle guance, o al suo chiacchiericcio continuo.
Riuscivano sempre ad apprezzare qualcosa di nuovo
nell’altro, ed ognuno di loro era sicuro che non fosse per via dell’aria
primaverile, ma solo perché erano fatti per stare insieme. In un modo o
nell’altro.
Estate
Green si stiracchiò rumorosamente, aprendo un
occhio e guardando Kotone distesa al suo fianco, la pelle leggermente abbronzata
esposta ai raggi solari cosparsa da goccioline di sudore, probabilmente dovuto
al caldo torrido. Corse con gli occhi verdi lungo la linea sinuosa delle gambe
lasciate nude dai calzoncini, fino ad arrivare alla schiena leggermente
piegata, mangiando ogni centimetro di quel corpo che gli faceva capire quanto amasse l’estate.
«Venire al mare è stata una delle mie idee
migliori,» si complimentò con se stesso, attirando così l’attenzione della
ragazza su di sé, che mangiucchiò indecisa il cornetto che lui le aveva
comprato cinque minuti prima, da un ragazzo che urlava a squarciagola da quando
erano arrivati.
La vide sorridere di gratitudine, prima che si
alzasse ed inginocchiasse sulla salvietta, su cui granelli di sabbia erano
finiti dispettosi.
«Mh, te lo concedo; stare a casa sarebbe stato un
suicidio,» approvò parandosi gli occhi dal sole con la mano, socchiudendoli
leggermente per meglio osservare il profilo di Green.
Un sopracciglio si arcuò mentre un ghigno malizioso
si faceva largo sul volto avvenente del giovane, ora più vicino a lei che mai.
Kotone deglutì rumorosamente, il batticuore che aumentava di secondo in
secondo.
«Senza contare che stando in casa da soli avrei
voluto fare altro,» le schiacciò
l’occhiolino malizioso, facendola arrossire, «e quello sì che ci avrebbe fatti
morire di caldo.»
Green osservò la bocca di Kotone aprirsi e
richiudersi un paio di volte prima di baciarla, soffocando ogni mugugno di
protesta emesso dalla ragazza, le cui mani tentavano invano di spingerlo
lontano da sé. Piegò le labbra in un sorriso quando la sentì arrendersi ed
assecondare i movimenti della sua bocca, accarezzandole i capelli
occasionalmente legati in una coda alta.
Quando si staccarono, Kotone era così rossa che
sembrava si fosse scottata al sole. Green ridacchiò divertito, accarezzandole
un fianco magro: «Il mio bacio ha alzato la temperatura, vero?»
Il tono impudente che Green utilizzò le fece
arricciare le labbra in segno di stizza; arrotolò il “Pokémon Magazine” della
settimana, dandolo poi in testa al ragazzo, che rise più forte e l’afferrò per
i fianchi, portandola con forza sulla propria salvietta.
Quando Kotone si trovò a cavalcioni su di lui,
sbuffò: «In estate i tuoi bollenti spiriti e la tua stupidità aumentano a vista
d’occhio,» rimbrottò acida, lasciando che le mani del ragazzo accarezzassero le
sue cosce nude.
Si morse le labbra a disagio nel momento in cui
Green si portò seduto, tenendola saldamente ancorata a sé.
«Colpa dei tuoi vestitini succinti. So che li metti
solo per provocarmi, tesoro»
La vide gonfiarsi di rabbia e si preparò a prendere
un pugno sulla mascella, insieme alle sue urla isteriche che tanto gli
piacevano. Di certo, quando l’aveva conosciuta non aveva pensato che Kotone
potesse nascondere un lato così divertente.
«Non dare la colpa a me, sei tu ad essere un vecchio pervertito!»
Nessuna stagione
Kotone per amare Lance non aveva bisogno della
primavera, con il sentimento nell’aria. Le bastava stare al suo fianco, magari
semplicemente combattere con lui o poterlo osservare durante gli allentamenti
per sentire quel famigliare senso di calore che le invadeva il corpo.
Quando Lance desiderava abbracciarla non aspettava
che arrivasse l’inverno, semplicemente stringeva il corpo di Kotone al suo,
accarezzandole il capo con una dolcezza che con nessuno aveva mai usato prima,
se non con i suoi fidati pokémon.
L’autunno lo passavano a camminare mano nella mano
nei parchi, con Kotone che poi correva come una bambina per schiacciare le
foglie secche a terra sotto lo sguardo rassegnato ma sereno di Lance, che in
fondo apprezzava anche quel suo lato così innocente ed infantile di lei,
proprio perché riusciva sempre ad essere se stessa, senza nascondersi dietro a
maschere inutili.
Lance non aspettava l’estate per mostrarle quanto
davvero apprezzasse il suo corpo, ogni singola notte ne baciava il più nascosto
strato di pelle, godendosi i sospiri di statico piacere e amore che Kotone
lasciava scappare dalle sue labbra sottili.
Con loro le stagioni non avevano alcuna importanza;
era un po’ come se il tempo non scorresse mai, ma in realtà passasse troppo
velocemente. Kotone sarebbe potuta stare accanto a Lance in eterno, senza mai
stancarsi.
N/a
A dire il vero non so cosa dire. Visto che anche
Hilly ha scritto un’altra fic (tutta miaH! *_*) sui
pokémon e sul mio OTP della sezione, non potevo non scrivere qualcosa in cambio
– e approfittare degli adorabili prompt del 100 prompt project di BlackIceCrystal.
Essenzialmente, non ho molto da dire. Come al
solito mi baso sui personaggi dei videogiochi, quindi il carattere di Kotone è
praticamente inventato. Però devo dire che ce la vedo sia timida che spigliata,
un po’ contraddittorio, ma un sacco di gente lo è.
Di queste cinque flash l’unica che riesce veramente
a piacermi è la Green/Kotone, e solamente perché lui è un grandissimo idiota
che amo follemente, ed immaginarmelo in costume fa venire caldo! XD
La terza ha un punto che non è chiaro nemmeno a te,
quindi se nemmeno voi non la capite non vi spaventate. Il punto in questione è
il chi ama chi. Io penso che tutti lì amino tutti, chi più chi meno – Kotone
ama più Gold, che ama Silver, che ama Kotone (sì, Silver per me ama Kotone!
XD). Sic, le threesome sono delle brutte bestie!
Il titolo, Girasoli, è inteso nel senso che Kotone
è il sole, e i ragazzi i girasoli che lo guardano sempre. *_* Romantico, vero?
Beh, ricordate però che ogni flash! è scollegata dall’altra; al massimo, potete
collegare quella di Matsuba a quella di Green. Ma proprio alla larga, eh!
In ogni caso, spero vi sia piaciuta. Grazie alle
sette persone che hanno recensito la mia scorsa fanfic,
spero possiate apprezzare anche quest’altra.
Mì.