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Autore: Mimi18    12/06/2010    8 recensioni
Cinque flash!fic, cinque pairing con Kotone di HeartGold/SoulSilver.
1. Autunno, Matsuba/Kotone one-side: (...)ricordava un paio di occhi nocciola intrisi di fiamme di determinazione(...)
2. Inverno, Red/Kotone: A Red l’inverno non era mai piaciuto.
3. Primavera, SilverKotoneGold: Un sorriso così pieno di tutto che a volte Silver si sentiva persino di troppo.
4. Estate, Green/Kotone: «Venire al mare è stata una delle mie idee migliori»
5. Nessuna stagione, Lance/Kotone: Con loro le stagioni non avevano alcuna importanza.
Enjoy it! ;)
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Green, Lance, Lyra / Kotone, Red, Silver
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Ho notato che ci sono davvero pochissime FF su Sasuke Uchiha e Ino Yamanaka

Girasoli ~


The One Hundred Prompt Project

[Dedicata a Hilly,

perché è la mia fissazione! XD]

 

 

Autunno

L’autunno era colorato ed era una delle stagioni che Matsuba preferiva. Molti pensavano che l’inverno si addicesse maggiormente ad un tipo come lui, cupo e scostante per natura. Invece, tra lo stupore generale, gli piaceva recarsi nel giardino ai piedi della Torre Bruciata ed osservare la caduta dalle foglie dagli alberi, che in un fluttuare lento andavano a posarsi sul terriccio brullo e scuro.

Quando osservava i colori dell’autunno, ricordava un paio di occhi nocciola intrisi di fiamme di determinazione, così accesi e vivi che erano rimasti stampati nel suo cuore, anche a distanza di ben due anni da quando ne aveva incontrato la proprietaria.

Kotone da Borgofoglianova, una cittadina sperduta nel sud della Regione di Johto, a cavallo con quella di Kanto. Da quelle parti ci era stato solo poche volte, una delle quali per incontrare il prof. Elm, e per saperne di più sui suoi amati pokémon spettro.

Quella ragazzina dagli assurdi codini si era presentata di fronte a lui dopo aver scavalcato con estrema facilità ogni allenatore della sua palestra, nonostante il genere spettro fosse, solitamente, uno dei più difficili da affrontare. Eppure, l’aveva sconfitto con il sorriso sulle labbra, senza mai perdere la calma o il sangue freddo, rimanendo concentrata per tutto l’incontro; cosa che parecchie ragazzine prima di lei non avevano fatto, a causa forse del suo aspetto piacente, o per quel suo fare che metteva sempre in soggezione chiunque.

Kotone aveva avuto quegli occhi del colore dell’autunno, accesi di un rosso che ricordava tanto le foglie che spesso Matsuba si fermava ad osservare anche per ore. Pensava spesso a lei in quei momenti, chiedendosi dove fosse e se avesse tentato a raggiungere il ruolo di campionessa anche a Hoenn o Sinnoh, lontane da Kanto – e da lui stesso.

Qualche volta gli sarebbe piaciuto chiamarla, chiederle come stava e se, magari, le sarebbe piaciuto passare a trovarlo. Però Matsuba, in fondo, era proprio come la gente pensava: chiuso e scostante, preferiva solamente ricordare gli occhi di Kotone, pensando che forse, tutta quella determinazione non si adattasse al suo essere, ma fosse destinata ad altri.

Allora Matsuba rimaneva fermo ad osservare le foglie cadere, e l’autunno passava senza che Kotone tornasse.

 

 

Inverno

A Red l’inverno non era mai piaciuto. Faceva freddo, e a Biancavilla la neve cadeva fitta per tutti i mesi di quella stagione, ricoprendo il suolo di un bianco che gli dava alla testa, facendo scattare in lui la voglia di scendere in strada e calpestare quella distesa perfetta; rovinarla e cercare sotto di essa gli strati di erba in cui solitamente si nascondevano i pokémon.

Negli ultimi tempi, però, aveva iniziato per lo meno ad apprezzare l’inverno. O almeno, apprezzava ciò che derivava dal freddo invernale, seppur non apprezzasse l’intorpidimento dei muscoli e le dita delle mani gelate, che non riuscivano più ad accarezzare il manto giallo di pikachu.

Da quando Kotone si stringeva a lui, un mero tentativo di scaldarsi, l’inverno era diventato passabile. Ora, al posto del freddo polare, sentiva un tiepido calore lungo tutto il corpo, che riusciva persino a scaldargli i sensi e far dimenticare la neve che cadeva al di là del vetro dei vari pokémon center in cui si fermavano per non dormire fuori la notte.

In quei momenti, quando il corpo di Kotone era totalmente premuto contro il suo, Red l’abbracciava. Non era mai stato particolarmente sentimentale né empatico, ma quando la ragazza apriva il suo viso in un sorriso luminoso si sentiva scaldare maggiormente, ed allora l’inverno diventava solamente un’altra stagione, non più la peggiore o la più temuta.

Riusciva persino a dormire sonni tranquilli quando Kotone si coricava al suo fianco, cullandosi del fiato caldo dell’allenatrice e stringendosi a lei.

 

 

Primavera

Da quando quell’assurda guerra tra loro era finita, Gold, Silver e Kotone dormivano spesso sotto l’ombra di un ciliegio appena fiorito. Ne apprezzavano il profumo dolce che intorpidiva i loro sensi e li cullava dolcemente, mentre Gold si muoveva andando a volte a colpire la faccia di Silver con un piede o lo stomaco di Kotone con un pugno.

A volte, invece, rimanevano svegli a chiacchierare tra loro; o meglio, Gold e Kotone parlavano per ore su questo e quello, mentre Silver si limitava a stare silenzioso ed a braccia incrociate, apprezzando nella sua mente la risata squillante di Kotone e il frenetico gesticolare di Gold.

«L’ho battuto con facilità!» diceva sempre il moro del gruppo, vantandosi dei suoi ultimi successi in campo di lotte tra pokémon, facendo sorridere intenerita Kotone; un sorriso così pieno di tutto che a volte Silver si sentiva persino di troppo.

Però poi, la ragazza stringeva le mani ad entrambi e dichiarava quanto fosse felice di trovarsi lì, insieme a loro. Sorrideva solare e sincera, così innocentemente che Silver non sapeva mai se il batticuore fosse dovuto a lei oppure a Gold.

Kotone era l’unica in grado di fare arrossire Gold; lo coglieva sempre di sorpresa con quegli slanci d’affetto, così da lei che non avrebbe mai dovuto stupirsene. Eppure, l’allenatrice era una continua scoperta, così come lo stesso Silver, che ormai non si ribellava più agli abbracci a sorpresa, o ai baci umidi sulle guance, o al suo chiacchiericcio continuo.

Riuscivano sempre ad apprezzare qualcosa di nuovo nell’altro, ed ognuno di loro era sicuro che non fosse per via dell’aria primaverile, ma solo perché erano fatti per stare insieme. In un modo o nell’altro.

 

 

Estate

Green si stiracchiò rumorosamente, aprendo un occhio e guardando Kotone distesa al suo fianco, la pelle leggermente abbronzata esposta ai raggi solari cosparsa da goccioline di sudore, probabilmente dovuto al caldo torrido. Corse con gli occhi verdi lungo la linea sinuosa delle gambe lasciate nude dai calzoncini, fino ad arrivare alla schiena leggermente piegata, mangiando ogni centimetro di quel corpo che gli faceva capire quanto amasse l’estate.

«Venire al mare è stata una delle mie idee migliori,» si complimentò con se stesso, attirando così l’attenzione della ragazza su di sé, che mangiucchiò indecisa il cornetto che lui le aveva comprato cinque minuti prima, da un ragazzo che urlava a squarciagola da quando erano arrivati.

La vide sorridere di gratitudine, prima che si alzasse ed inginocchiasse sulla salvietta, su cui granelli di sabbia erano finiti dispettosi.

«Mh, te lo concedo; stare a casa sarebbe stato un suicidio,» approvò parandosi gli occhi dal sole con la mano, socchiudendoli leggermente per meglio osservare il profilo di Green.

Un sopracciglio si arcuò mentre un ghigno malizioso si faceva largo sul volto avvenente del giovane, ora più vicino a lei che mai. Kotone deglutì rumorosamente, il batticuore che aumentava di secondo in secondo.

«Senza contare che stando in casa da soli avrei voluto fare altro,» le schiacciò l’occhiolino malizioso, facendola arrossire, «e quello sì che ci avrebbe fatti morire di caldo.»

Green osservò la bocca di Kotone aprirsi e richiudersi un paio di volte prima di baciarla, soffocando ogni mugugno di protesta emesso dalla ragazza, le cui mani tentavano invano di spingerlo lontano da sé. Piegò le labbra in un sorriso quando la sentì arrendersi ed assecondare i movimenti della sua bocca, accarezzandole i capelli occasionalmente legati in una coda alta.

Quando si staccarono, Kotone era così rossa che sembrava si fosse scottata al sole. Green ridacchiò divertito, accarezzandole un fianco magro: «Il mio bacio ha alzato la temperatura, vero?»

Il tono impudente che Green utilizzò le fece arricciare le labbra in segno di stizza; arrotolò il “Pokémon Magazine” della settimana, dandolo poi in testa al ragazzo, che rise più forte e l’afferrò per i fianchi, portandola con forza sulla propria salvietta.

Quando Kotone si trovò a cavalcioni su di lui, sbuffò: «In estate i tuoi bollenti spiriti e la tua stupidità aumentano a vista d’occhio,» rimbrottò acida, lasciando che le mani del ragazzo accarezzassero le sue cosce nude.

Si morse le labbra a disagio nel momento in cui Green si portò seduto, tenendola saldamente ancorata a sé.

«Colpa dei tuoi vestitini succinti. So che li metti solo per provocarmi, tesoro»

La vide gonfiarsi di rabbia e si preparò a prendere un pugno sulla mascella, insieme alle sue urla isteriche che tanto gli piacevano. Di certo, quando l’aveva conosciuta non aveva pensato che Kotone potesse nascondere un lato così divertente.

«Non dare la colpa a me, sei tu ad essere un vecchio pervertito!»

 

 

Nessuna stagione

Kotone per amare Lance non aveva bisogno della primavera, con il sentimento nell’aria. Le bastava stare al suo fianco, magari semplicemente combattere con lui o poterlo osservare durante gli allentamenti per sentire quel famigliare senso di calore che le invadeva il corpo.

Quando Lance desiderava abbracciarla non aspettava che arrivasse l’inverno, semplicemente stringeva il corpo di Kotone al suo, accarezzandole il capo con una dolcezza che con nessuno aveva mai usato prima, se non con i suoi fidati pokémon.

L’autunno lo passavano a camminare mano nella mano nei parchi, con Kotone che poi correva come una bambina per schiacciare le foglie secche a terra sotto lo sguardo rassegnato ma sereno di Lance, che in fondo apprezzava anche quel suo lato così innocente ed infantile di lei, proprio perché riusciva sempre ad essere se stessa, senza nascondersi dietro a maschere inutili.

Lance non aspettava l’estate per mostrarle quanto davvero apprezzasse il suo corpo, ogni singola notte ne baciava il più nascosto strato di pelle, godendosi i sospiri di statico piacere e amore che Kotone lasciava scappare dalle sue labbra sottili.

Con loro le stagioni non avevano alcuna importanza; era un po’ come se il tempo non scorresse mai, ma in realtà passasse troppo velocemente. Kotone sarebbe potuta stare accanto a Lance in eterno, senza mai stancarsi.

 

 

 

 

N/a

A dire il vero non so cosa dire. Visto che anche Hilly ha scritto un’altra fic (tutta miaH! *_*) sui pokémon e sul mio OTP della sezione, non potevo non scrivere qualcosa in cambio – e approfittare degli adorabili prompt del 100 prompt project di BlackIceCrystal.

Essenzialmente, non ho molto da dire. Come al solito mi baso sui personaggi dei videogiochi, quindi il carattere di Kotone è praticamente inventato. Però devo dire che ce la vedo sia timida che spigliata, un po’ contraddittorio, ma un sacco di gente lo è.

Di queste cinque flash l’unica che riesce veramente a piacermi è la Green/Kotone, e solamente perché lui è un grandissimo idiota che amo follemente, ed immaginarmelo in costume fa venire caldo! XD

La terza ha un punto che non è chiaro nemmeno a te, quindi se nemmeno voi non la capite non vi spaventate. Il punto in questione è il chi ama chi. Io penso che tutti lì amino tutti, chi più chi meno – Kotone ama più Gold, che ama Silver, che ama Kotone (sì, Silver per me ama Kotone! XD). Sic, le threesome sono delle brutte bestie!

Il titolo, Girasoli, è inteso nel senso che Kotone è il sole, e i ragazzi i girasoli che lo guardano sempre. *_* Romantico, vero? Beh, ricordate però che ogni flash! è scollegata dall’altra; al massimo, potete collegare quella di Matsuba a quella di Green. Ma proprio alla larga, eh!

In ogni caso, spero vi sia piaciuta. Grazie alle sette persone che hanno recensito la mia scorsa fanfic, spero possiate apprezzare anche quest’altra.

Mì.

 

   
 
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