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Autore: Sabettha    12/06/2010    2 recensioni
Un ragazzo riesce ad esaudire il desiderio sbagliato...
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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+Luna+

Quella notte arrivai al mio monolocale di periferia barcollando,completamente ubriaco e strafatto,come ormai mi succedeva spesso da quando,sei mesi prima avevo abbandonato il liceo per andare a lavorare in fabbrica.
Era l'unica cosa che mi permettesse di annebbiare la coscienza e farmi dimenticare per qualche ora di essere sulla buona strada per diventare esattamente com'era mio padre prima che avesse la bella idea di addormentarsi sulle rotaie della ferrovia e morire dissanguato,dopo che il treno gli aveva segato via le gambe:un fallito disoccupato (dopo che per l'ennesima volta non era riuscito a trattenersi e aveva portato il suo vizietto sul posto di lavoro,il capo gli aveva dato un ultimo avvertimento) ubriacone,troppo pigro persino per alzare il culo dal divano del soggiorno e gli occhi dalla TV per completare il clichè e picchiare moglie e figli selvaggiamente.
La moglie mio padre non so se l'abbia picchiata o no,dato che aveva fatto armi e bagagli ed era sparita prima che fossi abbastanza grande da aver detto il primo ''mamma'',ma in ogni caso era irrilevante.
L'avevo vista, nell'unica foto che il mio vecchio teneva in salotto.
Troppo bella e giovane,per voler rimanere con il marito ubriacono,botte o no, a badare ad un lattante lagnoso,una creaturina rossa a grassoccia capace solo di dormire,piangere e cagare.Al suo posto lo avrei fatto pure io,probabilmente.
Quello che mi chiedevo,era perchè lo avesse sposato.
Perchè aveva fatto me, se non voleva.E, poco ma sicuro,non poteva volermi...
Oh cristo,mi era venuta la sbronza triste...come sempre,verso la fine della stessa...o meglio,prima di crollare esausto sul materasso che mi faceva da letto per trascorrere le successive sei ore della mia vita in stato comatoso,in attesa di essere svegliato dal rumore infernale di quell'oggetto metallico comunemente chiamato ''sveglia''.
Già,il mio adorato materasso.
Se avevo intenzione di buttarmici sopra,dovevo rivedere un attimo le mie priorità quella notte.
Che non erano mettersi a frignare come una ragazzina appena mollata dal fidanzatino ripensando nostalgicamente al mio passato incambiabile, ma trovare quelle cazzo di chiavi che mi avrebbero permesso di salvaguardare quel poco di dignità che mi rimaneva e non passare la notte addormentato sulla porta di casa mia,magari con le chiavi a due centimetri di distanza dal naso,sul freddo e duro pavimento....
Esattamente dove, alla fine,dopo essermi fatto un umiliante passeggiatina a quattro zampe li davanti,le trovai.
Maledetto l'idiota che non aveva proveduto ad un sistema d'illuminazione notturno.
Se ci fosse stato,forse non avrei avuto bisogno di fare trenta,forse quaranta tentativi prima di trovare il buco della serratura ed entrare nel in quella che ora era casa mia.
Anche se ubriaco,fui colpito immediatamente dall'odore che c'era in quella stanza. Un'odore di pulito.Di fresco.
Come se qualcuno si fosse preso il disturbo di aprire l'unica finestra che c'era in quella stanza e cambiare aria,disturbo che,troppo assonnato di mattina e al mio ritorno,completamente assente durante il giorno, non mi ero preso una sola negli ultimi sei mesi.
Ed infatti,li c'era qualcuno.
O meglio,il termine esatto era qualcosa ,perchè dai,non poteva essere vero.
Doveva essere una delle mie allucinazioni,e non mi stupii più di tanto.
Già,allucinazioni.
Oppure Schizofrenia,il termine tecnico che aveva usato lo psichiatra prima di prescrivermi delle medicine,che non avevo mai toccato per anni.
Pillolette colorate di rosso,sembravano caramelle,ma mi avevano trasformato in una specie d'automa senza emozioni o volontà. Avevo resistito una settimana,prima di buttarle al cesso.
Un altro simapatico regalino che il vecchio era stato così gentile da passarmi per via genetica...

+ + +

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1 Dollaro e la tua anima per la ragazza perfetta!
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-Amico,non credi che valga la pena tentare?Sai com'è,dato che sono mesi che da lontano non vedi nemmeno una ragazza normale...
Disse Chad,suscitando le risate degli altri due idioti che giravano con noi ed una mia gomitata.
Oh,già.Che simpaticone,Chad,come sei divertente...
-Se volessi farmi rubare i soldi,mi basterebbe prestarteli.Andiamo a cercare il tipo che vende i pop-corn,mi è venuta fame... Eravamo al Luna-Park io,mio cugino Chad,il classico fighetto che tanto fa sbavare le ragazzine idiote,Trevor e Lou,due gorilla che condividevano,oltre alla stessa madre lo stesso neurone solitario e leccaculo.
Se Chad diceva qualcosa,loro erano d'accordo.
Se Chad faceva qualcosa,loro la facevano.
Così quando mio cugino decise che la mia idea non era così male,lo seguirono,allontanandosi,seguiti da me,sempre di più da quella sorta di mini-tendone da circo,dove erano appesi altri annunci bizarri: previsioni del futuro a due dollari,malefici,pozioni dell'amore...e quella che per prima aveva attirato la nostra attenzione,forse grazie alle eleganti lettere dorate su sfondo nero...

1 dollaro e la tua anima per la ragazza perfetta!
1 dollaro e la tua anima per la ragazza perfetta!
1 dollaro e la tua anima per la ragazza perfetta!

Per quanto tentassi,in ogni modo di distrarmi e divertirmi,quello strano annucio mi rimase in mente per tutto il resto della serata...

1 dollaro e la tua anima per la ragazza perfetta...

+ + +

La finestra era spalancata,e,sul davanzale,una ragazza vestita da zingara,con una lunga gonna nera ed una camicia a fiori dondolava i piedini nudi avanti ed indietro.
Non riuscivo a vederle il volto,perchè era voltata verso la luna piena,i lunghi capelli neri e la bandana rossa che le facevano da tenda,nascondedendole il profilo.
Sembrava assorta in chissà quali pensieri.
A volte il dondolare dei suoi piedi diminuiva,a volte,invece,accelerava.
Ad un tratto s'interruppe e rimase completamente immobile,come una statua.
E girò lentamente il suo volto verso di me...

+ + +

Che coglione che ero.
O che razza di disperato,erano punti di vista,entrambi validi.
Ero tornato al Luna-Park,solo,con un dollaro in tasca...
Bussai alla porta del baraccone con quei cartelli dalle scritte esoteriche che mi aveva attirato il giorno prima. Tanto valeva,visto che ero li,farla fino in fondo la cazzata.
Una voce femminile roca mi invitò ad entrare....

+ + +

Il suo viso era dolce,e i suoi lineamenti proporzionati.
Il naso era piccolo e dritto,la fronte alta e pallida,rispetto al resto del corpo.
Gli occhi erano castani,grandi e liquidi,incorniciati da lunga ciglia nere.
E le labbra,rosse e lucide,mi sorridevano,provocanti.
-Tutta qui come accoglienza?Dopo tutto,mi hai chiesto,ed io sono qui!
Esclamò,saltando giù dal davanzale.
Cadendo,non fece alcun rumore.
7div -Io sono Luna...e tu,tu sei Francis,vero...Franciiis...
Fa tanto caldo,Franciiis...-Miagolò,come una gatta,la voce un lungo e languido gemito acuto,mentre le sue manine sottili correvano a sfilarsi la camicia,e poi a disfare il nodo che teneva ferma la gonna sulle sue anche...
Gettò i suoi vestiti a terra,in mezzo al caos confuso d'indumenti,polvere e robaccia che ingombrava il pavimento di casa mia.
Rimasi ad osservarla,immobile ed instabile,appoggiato alla porta dietro di me.
Erano mesi che non vedevo una donna,e mai ne avevo vista una così bella in vita mia.
Gli sarei saltato addosso immediatamente,ma avevo la mente annebbiata dall'alcohl ed i miei gesti erano lenti e goffi,i riflessi lenti,ed avevo paura...
Paura che al mio tocco,Lei svanisse.
E che fosse un'allucinazione o no,io non volevo che se ne andasse.
Volevo che rimanesse ancora un pò.
Ancora un pò,alleviando di poco la solitudine.
Alleviando il desiderio.
Così rimasi dov'ero,a guardarla...
Danzava,danzava per me,il corpo nudo e bruno,forte che riluceva alla luce della luna che portava il suo nome.
Ma più che una danza,sembrava un rito tribale,selvaggio e brutale.
Si agitava con un energia quasi soprannaturale,una forza primitiva,primoridiale.
Ogni sua mossa sembrava fatta per farmi eccitare.
E via via che la danza procedeva,si faceva più lenta,sensuale,punteggiata dai suoi gemiti acuti..
Non resistetti e allungai una mano,timoroso,verso di Lei.
Una lampo di luce si accese nei suoi occhi.
Mi spinse a terra e mi strappò i vestiti,la camicia grigia ed i jeans da operaio,e cominciò a baciarmi,baci sempre più profondi e violenti,che divennero morsi,mentre io la penetravo,mentre entravo dentro di lei con altrettanta violenza,sentendomi improvvisamente pieno di adrenalina,la testa sgombra e lucida.
Su quel pavimento squallido,in quel appartamento squallido,in quel quartiere squallido di una città squallida,io feci l'amore con una Dea. E,mentre mi mordeva,all'improvviso mi ritrovai nel buio,trascinato da una corrente fredda,gelida,ma non spiacevole...

+ + +

L'interno della baracca era molto scenico,non c'era che dire.
Semi-illuminato,pieno di tendaggi di un rosso cupo,l'unico mobile era un tavolinetto con sopra pochi oggetti: una sfera,delle carte e delle candele nere le cui fiamme tremolanti erano l'unica fonte di illuminazione.
Seduta sulle ginocchia,a terra,c'era una vecchia zingara.
Il viso,col naso prominente e le labbra piccole e sottili,era un vero e proprio reticolato di rughe,così profonde da sembrare tagli,tagli senza sangue.
Anche gli occhi erano piccoli,piccoli e neri,ma rilucevano di una strana luce che io attribui alle fiamme delle candele.
Erano occhi davvero impressionanti,infossati profondamente sotto le sopraciglia,venati di rosso.
Decisamente,la nonna sapeva che genere di look avrebbe fatto comodo con i clienti.
-Il giovane non è del tutto convinto che Baba possa dargli ciò che cerca,vero?-Gracchiò la vecchia.-Ma Baba gli dimostrerà che sbaglia;Baba sa che il giovane vuole una donna..

+ + +

Cambiai,a poco a poco,cambiai.
All'inizio,cose da poco.
Durante la giornata mi sentivo debole,avevo dei giramenti di testa alternati a botte pazzesche di energia.
Smisi di bere e di drogarmi,smisi persino di fumare,cosa per cui tutti,inizialmente,mi fecero i complimenti.
I complimenti si tramutarono presto in domande preoccupate e consigli ansiosi.
Avrei dovuto mangiare di più,andare da un medico,magari;ero così magro e pallido,mi si vedevano le ossa,ed ero così apatico... Ma le preoccupazioni altrui mi scivolavano addosso come mi erano scivolati addosso i complimenti.
Che mi importava,di essere troppo magro,di essere un uomo malato,se ogni notte potevo rifugiarmi fra le sue braccia,divorargli le labbra,diventare una cosa sola con lei,fondendo il mio corpo al suo?
Lei era la mia Dea notturna,la mia Luna,ed accanto a lei,ero re.
Pensavo solo a lei,vivevo per lei,per quegli istanti di puro paradiso,e per la placida quiete che veniva dopo,quando mi sentivo cullare e portare via da una corrente fredda...
Presto,le persone cominciarono ad evitarmi,a guardarmi con disgusto e compassione.
Non era difficile capire perchè.
Avevo braccia,gambe,ma soprattutto il collo e le spalle,piene di tagli e morsi,di lividi.
Ogni giorno ce n'erano di nuovi e diversi,ed ogni notte il sesso si faceva più spinto,più brutale e selvaggio...
Dovevano pensare che fossi impazzito.
Che fossi diventato autolesionista,o anche peggio.
Un tempo mi avrebbe ferito,ormai non più.
Ero al di sopra tutto.
Smisi di uscire.
Di mangiare.
Di bere.
E Lei venne,un'ultima volta,prima che...

+ + +

La creatura dondolava le lunghe gambe nel vuoto al ritmo della brezza notturna.

Aspettava il suo compagno da ore,ormai,ma non aveva fretta.
Lo spettacolo che la natura le offriva era meraviglioso.
Avrebbe potuto osservare la Luna piena sospesa nel cielo,e le stelle,e le foreste sconfinate,i campi costruiti ordinati,opera degli uomini,e i bagliori lontani della città senza stancarsi mai,per l'eternità.
Ed in effetti,l'avrebbe fatto.
Lei avrebbe visto lo stesso cielo tutte le notti,per sempre.
Un sorriso le increspò le labbra quando le sue narici furono stuzzicate dal delizioso profumo di sangue umano.
Il suo compagnò doveva essere di ritorno dalla caccia.
Ed infatti,pochi istanti dopo,era accanto a lei,sullo stessso ramo contorto.
Fra le braccia reggeva un ragazzino che non doveva avere più di dodici anni,incosciente.
Che dolce!Si era ricordato del suo debole per i bambini maschi....
Fin dal primo istante in cui lo aveva visto,aveva capito che sarebbe stato un buon compagno con cui dividere l'immortalità.
Lui la baciò teneramente le labbra,prima di offrirgli il collo della vittima indifesa.
-Buon duecentoduesimo compleanno,amore!
  
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