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Autore: Isyde    13/06/2010    1 recensioni
e Dean cominciò a temere che l'uomo cominciasse una lunga chiaccherata sull'importanza di avere un vero lavoro." Altra storia su Dean e Eva della raccolta "Lontani da ogni ricordo." Pezzo dedicato ad Ancella79.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Lontani da ogni ricordo.'
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Lontani da ogni ricordo.

 

 

 

 

 

 

Timore.

 

Si asciugò le mani sudate sui jeans scuri ed rallentò la sua spedita camminata. Per lui era la prima volta in cui si spingeva così in là. Mai, aveva dovuto incontrare qualche parente adulto per uscire con una ragazza. Nemmeno durante gli anni del liceo. Gli era parso di capire che nelle Hawaii gli usi e i costumi contrastavano rispetto ai codici di comportamento nel continente. Sorrise e notò come il suo cuore batteva in modo violento contro la cassa toracica.

Lo doveva fare per lei.

Suonò il campanello ed attesa. Ad aprirgli fu il suo angelo, che avvampò e lo strinse in un abbraccio confortevole. Dean assaporò quelle labbra morbide e la ammirò. Stava particolarmente bene con quell'abito nero e i capelli ondulati.

-Come mai tanta eleganza?- le chiese sorridendo.

Lei ridacchiò sistemando la cravatta del ragazzo. -E tu? Pensavo che nemmeno al tuo matrimonio ti saresti vestito in modo così formale.- ironizzò lei lisciando la giacca scura.

-Al nostro matrimonio ci saranno solo gli amici, la spiaggia e il sole.-

-Al nostro?- si guardarono intensamente, entrambi seri e attenti ad ogni minimo particolare del volto dell'altro. Un colpo di tosse li divise e un signore dai capelli grigi e con un portamento regale. Il nervosismo bloccò ogni azione di Dean e lo fece camminare fino al soggiorno come una macchina senza volontà. Si concentrò sul quadro appeso poco sopra la testa di quello che, in un certo modo, sperava e temeva, diventasse suo suocero. L'uomo lo squadrò da capo a piedi.

-Signor Branson, so che non è originario della California, si trova a suo agio qui?-

Il ragazzo deglutì e sentì la stretta incoraggiante di Eva che li osservava curiosamente divertita, seduta accanto a lui.

-Io...mi trovo bene qui. Non è male.-

Il signor Cannier sorseggiò il suo bicchiere di vino rosso e fece una strana smorfia.

Dean notò come il padre assomigliasse alla figlia. Occhi scuri, capelli castani, pelle chiara. Si domandò che fine avesse fatto la madre di Eva. Lei si chiudeva in un insormontabile mutismo.

-Che lavoro fa? Eva non mi ha detto molto di lei.- domandò il signor Cannier con il suo forte accento francese.

-Il...cantante. Ho studiato musica.-

La risposta del signor Cannier non si fece attendere, strabuzzò gli occhi e Dean cominciò a temere che l'uomo cominciasse una lunga chiaccherata sull'importanza di avere un vero lavoro.

 

 

 

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Un pezzo più allegro, dopo tanta sofferenza.

Spero vi sia piaciuto, commentate!^_^

 

Recensioni Ridere:

Ancella79: Eccomi cara! Spero ti abbia fatta sorridere, il povere Dean dal suocero francese. Grazie, grazie, grazie per le belle parole, che mi danno tanta fiducia e voglia di continuare a scrivere. Una voglia indiscrivibile. Per questo ti ho dedicato questo capitolo, per il tuo entusiasmo e per riuscire, sempre, a cogliere ciò che voglio trasmettere. Grazieeee ^_^. Il suggerimento di un amico mi ha portato ad aprire un blog personale, dove metterò qualche notizia e storia in più su Eva, Paul, Dean e Sam. Il link si trova nella mia pagina.Spero che anche questo ti possa piacere.

Un bacione, Iside.

   
 
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