DISCLAIMER: True Blood e i suoi personaggi non mi appartengono, sono proprietà della HBO, Charlaine Harris e tutti gli aventi diritto. Con questo scritto non ricavo nulla.

SPOILER 3X01

NOTE.

E' una flashfic da 500 parole esatte ed è il mio primo approccio con il fandom di True Blood, anche se in realtà ho una sottospecie di longfic in ballo da mesi ma è… non lo so, delicata suppongo ù_ù Non so se vedrà mai la luce.

In ogni caso, questo è un missing moment introspettivo della 3x01.

Buona lettura ^_^

I commenti sono sempre più che ben accetti x)

(Scritta per la challenge di Five Fandom.)

Gone.

[Missing Moment 3x01]

Eric aveva i nervi a fior di pelle, nonostante apparentemente fosse completamente calmo.

Quello era uno di quei momenti in cui si rammaricava di non aver seguito l’esempio del suo creatore più da vicino.

Godric non si sarebbe mai cacciato in un guaio come quello.

A Godric la situazione non sarebbe mai sfuggita di mano fino a quel punto.

Godric non si sarebbe nemmeno abbassato a provare così tanta rabbia e frustrazione nei confronti di così tante persone.

Bill Compton, tanto per incominciare.

Aveva ciò a cui lui ambiva, ovvero Sookie.

Sapeva che era stato lui a mettere in giro tutto quel V, il che poteva essere una gran seccatura.

E per finire, Bill era tendenzialmente ciò che poteva definirsi una grandissima rottura di palle, un vampiro con una morale e un senso della giustizia tutto suo che non amava particolarmente sottostare alle disposizioni del suo sceriffo che, nella fattispecie, era lui.

Poi c’era Sookie Stackhouse.

Irrimediabilmente persa per Bill e solo lei sapeva come fosse possibile.

Ok, aveva bevuto il sangue di Bill e Bill il suo, questo li rendeva connessi in qualche maniera, ma aveva bevuto anche il sangue di Eric e questo non sembrava averli connessi in nessun modo. Era frustrante.

E comunque, al di la dei legami nati dal sangue, quale persona sana di mente avrebbe potuto preferire un vampiro solitario e piagnucolone come Bill allo sceriffo della città?

Sookie, ecco chi.

E c’era anche la Regina.

Un’altra bella gatta da pelare, visto che lo costringeva a mettere in giro il V per potersi pagare chissà che debiti.

Una vampira con dei debiti, sembrava quasi surreale.

Insomma, loro erano vampiri, potevano avere tutto ciò che desideravano e nessun umano si sarebbe potuto intromettere nelle loro faccende rendendole... burocratiche.

O almeno, così era prima che decidessero di uscire allo scoperto e mischiarsi a loro, vivere secondo le loro regole.

Era... assurdo.

Si lasciò cadere a peso morto sulla sedia, nel proprio ufficio, Godric non sarebbe stato per nulla contento di quei pensieri.

Ma lui non era Godric e, in ogni caso, Godric era morto.

Morto dopo aver lottato per la pace fra umani e vampiri, morto incapace di sopportare oltre un’esistenza come la loro.

Sospirò, avrebbe dovuto convivere con quella realtà per il resto della sua esistenza.

Il che, tecnicamente, significava per l’eternità.

Ed ora eccolo lì, con un vampiro disperso – Bill – che conosceva il suo traffico illegale di V, una ragazza – Sookie – fuori controllo perché il suo tanto amato fidanzato era scomparso e una Regina molto, molto arrabbiata. E certo, quasi dimenticava, il Magister che stava con il fiato sul collo proprio a lui.

No, Godric non si sarebbe mai cacciato in un casino simile.

E anche se fosse stato, avrebbe saputo tirarsene fuori magistralmente.

E avrebbe saputo consigliarlo su come tirarsene fuori.

Avrebbe potuto fare tante cose, Godric.

Ma Godric non c’era più e avrebbe dovuto imparare a conviverci, invece di continuare a sperare che lui corresse in suo aiuto.

Perché non l’avrebbe più fatto.