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Autore: BenHuznestova    15/06/2010    6 recensioni
"Cerise, ma Cerise.. elle était belle, ma Cerise. Elle était.." Fanfic qualificatasi prima per il premio della critica del Picta!Comics2010.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Boris, Yuri
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ok, non saltatemi addosso. Non serve che mi ricordiate quanto lavoro arretrato ho, quanti capitoli ho da aggiornare, eccetera.
Take it easy. Tranquilli. Perchè quest'estate avrò un sacco di tempo libero.
Ringraziate la Mary-Star e le sue ingegnosissime riforme, ringraziate una tizia che ha cercato di farmi fuori per cinque anni e c'è riuscita al quinto, mischiando legalità, illegalità e un'apatia generale. Non sto a specificare.
Fatto sta, signori, che gli esami saltano e con loro tutti gli impegni derivanti.. dunque, come disse il buon Parini a Jacopo ".. se non puoi spegnere quel tuo ardore fatale ché non lo volgi ad altre passioni?" incanalerò questo "spirto guerrier ch'entro mi rugge", questa inc*zzatura di proporzioni colossali nell'aggiornare, modificare, rivedere e postare fino a che non mi accascerò esanime sulla tastiera.
Impegni scolastici a data da destinarsi, ecco Cerise.
E' venuta così, serviva a dare una svolta e la fatica ( assurda, considerata la one-shot ) nello scriverla mi ha fatto comprendere quanto fossi arrugginita.
Fatemi sapere cosa ne pensate, se ne avete voglia.
Orsù, orsù, il Coniglio è tornato.
Wow.

Questa storia si è classificata prima al premio della critica del Picta!Comics 2010.
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Ancora grazie.

*traduzioni alla fine.





cherry


Cerise, ma Cerise...


Elle était belle, ma Cerise.
Elle était...
... Vanité.


Cerise, dolce Cerise...
Piccola e vanitosa ninfa.
La spiava di nascosto dietro la porta del camerino, la osservava estirparsi una ad una le belle sopracciglia carminie prima di ogni spettacolo, una cura crudele e minuziosa in quei gesti rapidi e decisi.
Era Vanità, prima di tutto.
Sorrideva, Cerise... sorrideva nel piccolo e tondo specchio che nulla di quelle deliziose labbra scarlatte poteva mostrare se non il vezzoso e indecente riflesso di un solitario, gelido zaffiro.
Una leggiadra piroetta sui suoi tacchi a spillo, un ultimo ritocco al reggiseno imbottito.
Oh, carezzava pensosa quel seno fittizio, proiettando sul muro scrostato l'ombra di un tocco malinconico e languido... a cosa pensavi, graziosa bugiarda?
Spesso andava a chiamarla.
Le tendeva una mano dalla soglia, invitandola con grazia ad uscire dalla penombra.
Esitante, ella l'afferrava ogni volta, indagando con sguardo assorto il limpido abisso smeraldino degli occhi dell'altro.
Sorrideva ancora ( dannata! ) lasciandosi trascinare e i suoi canini brillavano infami sul rossetto, lame sguainate pronte per l'ennesimo inganno.


Cerise, ma Cerise...

Elle était jolie, ma Cerise.
Elle était...
... Vie.


Sembrava così indomabile e irraggiungibile, Cerise... guardarla muoversi provocantemente sulla clientela bramosa ed eccitata era una visione al contempo inebriante e dolorosa.
Ballava, quel piccolo demone... ed i suoi occhi sembravano come immersi nel nulla, nient'altro che splendidi ed opachi vetri, vecchie, nostalgiche biglie azzurrine.
Eppure, tra un ordine e l'altro, tra un cocktail da preparare e un calice da riempire, Boris si ritrovava ad ammirare di sottecchi la sua delicata figura, nascondendo il suo sguardo dietro il cristallo di un bicchiere... ma ella lo scorgeva sempre e i suoi occhi si riaccendevano per un misero istante, le sue braccia si tendevano ancora una volta verso i riflettori, pallide ali di una pazza, innamorata falena.
Riviveva, Cerise. E con lei quella massa di esseri patetici che si accalcavano attorno alle sue gambe, osannandola.
Luce, fiamma di vita.
Troia, regina di vermi.
Boris riabbassava lo sguardo, tornando a pulire i suoi bicchieri.
Un sorriso amaro a commentare quella triste contraddizione.


Cerise, ma Cerise...

Elle était cruelle, ma Cerise.
Elle était...
... Mort.


Bianco.
Il candore della sua pelle.
Il colore del suo male
Da chi avesse ricevuto una così terribile eredità, ella stessa non sapeva dirlo con certezza.
Forse in quello stesso, squallido locale... forse tanti anni prima, una vita fa, quando ancora non aveva mai indossato una fredda minigonna di pelle nera ed i suoi occhi brillavano puri, lontani dall'adulante luce dei riflettori.
Boris sapeva che Cerise non era sempre stata tale.
Sapeva di un ragazzetto dai capelli rossi, un giovane d'acume dalla bellezza smisurata.
Bellezza...
Era forse stata quella stessa, assurda bellezza a dannarla?
Chissà... o forse, più semplicemente, era stato uno dei tanti balordi che la rapivano dopo ogni spettacolo, null'altro che maiali erroneamente avvezzi alle più squisite prelibatezze.
Fatto sta che ella, silenziosamente, si lasciava stuprare. E, sempre silenziosamente, donava un pò della sua maledizione a quegli insulsi esseri.
Quel luogo, quell'aria... erano ebbri dei morti di Cerise.
Ricordava come ogni volta avesse sceso le scale poco prima della chiusura, come la sua pallida figura avanzasse al pari di un fantasma tra la luce fioca dei faretti.
Non c'era nessuno a quell'ora, come al solito... solo loro due ed il proprietario del locale in una stanzetta di sopra, ancora estasiato dall'ennesima performance privata della sua cagnetta preferita.
Come sempre, si sedeva al bancone ordinando il solito e con occhi magnetici osservava i movimenti fluidi e sicuri del giovane barman nel preparare quanto richiesto.
Sorrideva, quando quest'ultimo le poneva dinnanzi il suo Bloody Mary senza decorazioni, come piaceva a lei.
E Boris avrebbe voluto possederla lì su quel bancone, con lo sperma del suo capo ancora tra le gambe e l'odore aspro di altri uomini sul viso... glielo ripeteva spesso e lei, ogni singola volta, prorompeva in una risata cristallina.
- Silence, mon amour, silence! - diceva strizzandogli un occhio e portandosi l'indice alle labbra.
Boris sapeva. Ma lasciava che continuasse a uccidere, che continuasse a morire.
Che continuasse a vivere. A suo modo.
Rumori vicino alle scale, segno che era finalmente ora di chiudere.
Alzava il calice sanguigno, ammiccando al suo indirizzo.
-Bon, à votre santé.-

... à la tienne, Cerise.


Cerise, ma Cerise...

Elle était triste, ma Cerise.
Elle était...

... elle était l'Enfer.


- LURIDA TROIA! -
Il padrone l'aveva agguantata per un braccio e strattonata via dal bancone: aveva mosso qualche passo incerto una volta libera da quella presa, ma egli l'aveva spinta con malagrazia verso le scale.
Boris fissava severo la scena, senza dire una parola.
- Tu! Finisci di mettere a posto la sala, bada che non è successo niente! - gli aveva gridato contro il suo capo prima di spronarla a salire i gradini con l'ennesima spinta.
Il ragazzo non aveva smesso di fissare il suo viso pallido prima che questo sparisse inghiottito nella tromba delle scale.
Sorrideva, Cerise.
Ma era un sorriso nuovo, quello.
Erano stati vuoti i suoi sorrisi fino ad allora.. maliziosi, crudeli, benevoli, pietosi..
Ma mai erano stati tristi.
- Je t'attende - aveva sussurrato, sperando che ella potesse scorgere il movimento delle sue labbra - je t'attende, je remains ici. -
Lei non aveva risposto. L'aveva guardato un'ultima volta, sempre con quella strana espressione.

Je suis resté seul, ma petite, je suis resté seul avec ton verre...
Tu retournera à le boire?
- Silence, mon amour, silence... -

Il capo ridiscese dopo circa un'ora, viso stravolto, mani che si torcevano spasmodicamente l'una con l'altra.
- Va a casa. - aveva sussurrato.
- Non posso -aveva ribattuto fermamente il giovane - deve ancora bere il suo cocktail. -
L'uomo aveva scoccato una rapida occhiata al bicchiere scarlatto ancora sul bancone. Scarlatto come i capelli di Cerise.
Aveva deglutito, dandogli le spalle.
- Va a casa. Non lo berrà, stasera .-
Boris aveva annuito, gelido. Poi aveva versato il nettare rosso nel lavello e se ne era andato.

Era lontano almeno due isolati quando udì l'esplosione.


Cerise, ma Cerise...

... où tu est finie?
- Silence, silence, je t'en prie... -

... elle était...


Solo circa un mese dopo l'area fu resa nuovamente accessibile.
Di quello scellerato locale, dei suoi mefistofelici inganni, non erano rimaste che macerie annerite.
Lui tornava là ogni notte, andava a trovarla con un tumbler scarlatto in mano.
Cosa c'era di male nel brindare al chiaro di luna?
- Non sei tornata, piccola mia - sussurrava - non sei tornata, ma io ti aspetto, rimango qui... -
Nel buio, chi avrebbe mai potuto scorgere quel fluido rosso versato a battezzare null'altro che grigia cenere?
Eppure, mentre la terra accettava tacitamente quel desolato brindisi, lo si poteva sentire nell'aria.
Un odore di sperma, alcool e fuoco.
E al chiaro di luna, sembrava quasi di poterla scorgere ballare e chiamare tra la polvere delle macerie.

Cerise, ma Cerise...

- Baise-moi. -
- Qu'est-ce que tu dis? Tu veux baiser la Mort? -
- Je veux baiser ma Vie. -
- Donc, ta Vie n'est que la Mort pour toi? -

" Continua a uccidere, continua a morire.
Continua a vivere. "

Elle était belle, ma Cerise.

- Tu m'aime? -
- Silence, mon amour, silence... -
- Je t'aime, oui, je t'aime... -
- Silence, je t'en prie... -

- Alla tua salute, sanguinaria ninfa. -

Elle était...

- ... à la tienne, mon silencieux amour. -


... Fin.



*******************************
Francese ovunque, già.
Uso spropositato del femminile, si.
Il "male" che ho citato e associato al colore bianco non è che l'AIDS, poiché il virus HIV infetta di preferenza i linfociti T helper, ovvero delle cellule che attivano tutti gli altri linfociti ( da qui il colore bianco ).
Metto le traduzioni, nel caso servissero.. anche se è un francese molto scolastico -w-''!
P.s. Cerise non viene tradotto. Per chi non lo sapesse, significa "ciliegia"... un piccolo tributo al caro Cherry e a questo frutto che sempre mi accompagna ^w^!

Cerise, ma Cerise... Cerise, mia Cerise...
Elle était belle/jolie/cruelle/triste, ma Cerise. Era bella/graziosa/crudele/triste, la mia Cerise.
Elle était... Lei era...
... Vanité/Vie/Mort/l'Enfer/Fin. ... Vanità/Vita/Morte/l'Inferno/Fine.
... à la tienne, Cerise. ... alla tua, Cerise.
Je suis resté seul, ma petite, je suis resté seul avec ton verre... Sono rimasto solo, piccola mia, sono rimasto solo col tuo bicchiere...
Tu retournera à le boire? Ritornerai a berlo?
- Silence, mon amour, silence... - - Silenzio, amore mio, silenzio... -
... où tu est finie? ... dove sei finita?
- Silence, silence, je t'en prie... - - Silenzio, silenzio, te ne prego... -
- Baise-moi. - - Baciami. -
- Qu'est-ce que tu dis? Tu veux baiser la Mort? - - Cosa dici? Vuoi baciare la Morte?-
- Je veux baiser ma Vie. - - Voglio baciare la mia Vita. -
- Donc, ta Vie n'est que la Mort pour toi? - - Dunque, la tua Vita non è che la Morte per te? -
- Tu m'aime? - - Mi ami? -
- Je t'aime, oui, je t'aime... - - Ti amo, si, ti amo...-
- ... à la tienne, mon silencieux amour. - - ... alla tua, mio silenzioso amore. -

C'è tutto mi pare. Bon, alla prossima, dunque. Buona estate a tutti voi, un augurio affettuoso!

Ben








   
 
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