Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: _Breath    16/06/2010    9 recensioni
[...]Lo sguardo di Draco di perse e si mischiò con quello di Hermione che, dorato ed emozionato, sembrava più limpido e puro delle altre volte. In quello sguardo, Draco, riuscii solamente a caderne vittima rivivendo di quei momenti chiave che non aveva mai saputo godersi da bambino. L’odio del padre, l’assidua e anche fastidiosa presenza della madre ed infine la sua condanna a servire un uomo che non stimava. Negli occhi di Hermione lesse il suo passato e vide anche uno spicchio di futuro: del futuro che avrebbe potuto avere solo lottando. Lui Non Era Diverso[...]
Draco ed Hermione si sono sempre odiati e derisi per le loro divergenze. Loro due semplicemente sono opposti, si odiano appunto. In un incontro sulla torre di Astronomia metteranno a nudo i loro veri aspetti cambiando e conoscendosi- per la prima volta- veramente .
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
'Sulla torre di Astronomia ...'
A Valaus; il tuo agognato bacio è arrivato!
Aveva sempre amato la torre di Astronomia, Hermione Granger,in quanto era un rifugio per lei.
Essendo una grandissima ed altissima torre era un luogo perfetto nel quale andare a studiare quando la biblioteca era occupata o anche solamente per piangere.
Piangere.
Quante volte Hermione si era chiusa a riccio, con le gambe al petto, a versare tutte le sue lacrime salate?
Quante volte aveva sofferto per gli insulti che le venivano rivolti o anche solamente per il dolore sovraccaricato sulle spalle dei suoi amici?
Aveva varie volte consolato Harry soffocando le sue grida e i suoi pianti disperati per la mancanza assidua dei suoi genitori e altrettante varie volte aveva sopportato i deliri isterici di Ron sul fatto che i suoi fratelli lo prendessero sempre in giro.
In un certo senso la torre di Astronomia era la sua casa.
Sorrise, Hermione, con la testa poggiata sulle ginocchia come un cuscino al pensiero che la vera dimora –il suo vero posto in quel castello- era quella torre.
Ora era la notte del 31 Ottobre del suo sesto anno ad Hogwarts e, a differenza degli altri studenti, si era rifiutata di andare al party organizzato da Silente per festeggiare quell’occasione.
In un certo senso si chiedeva come anche Harry, il suo amico, riuscisse a festeggiare quella giornata senza rancore e tristezza in quanto sedici anni prima, in quella stessa serata, aveva perso  madre e padre.
Forse si considerava anche troppo emotiva ma lei al suo posto si sarebbe chiusa in camera a piangere quel maledetto 31 Ottobre 1981.
Non che fosse una ragazza tremendamente sensibile ma il dolore di non avere un  genitore con se era lacerante a suo parere anche se riusciva a conservare l’orgoglio e il coraggio della degna Grifondoro che era.
All’improvviso Hermione sentii dei rumori di passi e alzò la testa di scatto dalla comoda posizione delle sue ginocchia convinta che fosse proprio Harry - O magari Ron - venuti a chiamarla per risolvere uno dei loro numerosi problemi o anche solamente per divertirsi con lei.
Rimase piacevolmente sorpresa quando vide un ciuffo di capelli biondi  fare capolino dall’ultimo gradino della scala a chiocciola e rimase ancora più sorpresa nel riconoscere l’individuo che era salito a farle compagnia.
“Malfoy?” la sua voce suonò sbigottita anche alle sue orecchie e, senza sapere il perché, Hermione scattò all’ in piedi come una molla estraendo anche la bacchetta dalla gonna.
Meglio armarsi, no si sa mai pensò con la voce contratta in una smorfia di concentrazione.
“Mezzosangue? Che ci fai qui? Devi inquinarmi anche questo posto?” Draco Malfoy in  tutta la sua bellezza di nobile purosangue era avvolto in un costoso mantello di marca nero e lucido mentre i suoi crini dorati venivano mossi dalla fresca brezza di quella serata.
“Si dia il caso brutto furetto da strapazzo” ribatté lei pungente “   che sei tu  venuto a importunarmi”
Il ghigno dipinto sul viso di Malfoy fece capire che si stava divertendo e infatti, sedendosi a debita distanza da lei ma pur sempre nel suo raggio visivo, fece pulsare pericolosamente una vena sul collo di lei “Non mi pare che questa torre sia tua, Granger”
Gli occhi ambrati di Hermione si ridussero a due fessure così strette che fece fatica anche a vedere Draco prendersi una sigaretta dalla tasca dei costosi( anche essi) pantaloni scuri per poi poggiarsela alle labbra.
“Ehy,tu stai fumando!” esclamò quando si accorse del movimento lento e ripetitivo del Purosangue che si portava ritmicamente il fulcro della sigaretta alle sottili labbra rosate.
“Ma brava Granger” ribatté lui sarcastico ma ancora più velenoso” vedo che non hai bisogno di un paio di occhiali; allora anche i Mezzosangue sanno vedere!”
“Ti ricordo,Malfoy, che io sono una prefetto e quindi ti posso anche punire per questa tua azione irresponsabile”
“Oh, fallo pure! Sai cosa mi importa delle tue punizioni e delle tue urlate isteriche per intimarmi di smetterla” Draco fece cadere un po’ di cenere giù dall’alta torre “non sei mica mia madre.”
“Non lo vorrei essere nemmeno per tutto l’oro del mondo” ribatté lei scorbutica facendo scattare lo sguardo del suo interlocutore su di lei.
“Non sei all’altezza di essere imparentata con me,SangueSporco, e non hai nemmeno il diritto di parlarmi”
“Sei tu che sei venuto ad importunarmi su questa torre, Furetto, se non ti conviene vattene e lasciami sola.”
Draco aspirò un'altra boccata di fumo formando una nuvolina grigia nell’aria “sei nata sola e morirai sola, Granger” disse con un sorriso “ nessuno ti vuole con se. Sei la vergogna del nostro mondo”
Quella frase, anche se era solita sentirsela rivolta specialmente da lui, la fece barcollare per un attimo annebbiandole la vista e facendole perdere anche il suo coraggio “smettila Malfoy” sibilò con sguardo vitreo ma lui non la udii o fece finta di non sentirla.
“ Solo Purosangue come San Potter e Lenticchia possono esserti amica” fece uscire altro fumo da quella bocca inviolabile e velenosa.
Perdendo la ragione Hermione scattò avanti di qualche passo puntando la sua bacchetta alla gola di Malfoy che, con un abile gesto della mano, fece cadere la sigaretta giù dalla torre per prendere la sua bacchetta di riflesso.
I capelli crespi e ricci di lei coprivano il viso di Hermione ma dai suoi singhiozzi Draco capii che stava piangendo e il suo viso cambiò radicalmente espressione.
“Mi hai stufato, Malfoy” parlò lei cercando, invano, di nascondere il suo fremito nella voce “ mi hai stancato tu e la tua voce. Tu e il tuo atteggiamento e la tua ridicola vesta da primadonna. Non sei nessuno, Malfoy, e mai lo sarai se continui così. La vera vergogna del nostro mondo sono i maghi come te e non quelli che, al mio stesso modo, portano il cognome di una Padre Babbanno!”
La bacchetta di lei  tremava leggermente davanti al viso di lui che, con gli occhi grigi spalancati per quella cruda quanto però vera verità soffriva in silenzio per lo stesso pensiero che anche lui condivideva.
Perché anche Draco era convinto che i Purosangue sarebbero stati sovrastati, solamente si ritrovava a subire e a sottomettersi alle idee di suo padre.
Un singhiozzo più forte sfuggii dalle labbra di Hermione che dopo pochi secondi lasciò cadere la sua bacchetta a terra in un tonfo sordo e spettrale.
Poco dopo, anche il suo corpo fece la fine della bacchetta accasciandosi sul pavimento della torre e iniziando a piangere furiosamente.
Pianse; pianse di quella guerra che vedeva ingiusta e pianse della paura per i suoi genitori Babbani.
Pianse  perché ardeva dal desiderio di far tacere quelle inutile razzie verso i Maghi e i non Maghi.
Pianse solo per sfogarsi sotto lo sguardo attento, schifato e forse anche stupito del bel Malfoy.
Mentre calde lacrime scendevano dalle sue guancie, Hermione, rise anche per la vergogna di star piangendo proprio davanti a lui; non davanti a Harry, non davanti a Ron ma a LUI!
Draco Lucius Malfoy.
Cosa che non si aspettava fu che Draco si sedé al suo fianco accendendosi una nuova sigaretta e passandosi una mano tra i capelli biondi: non la derise e  non la offese solamente le lasciò i suoi spazi e quello- per un tipo come lui- era come una parola di conforto.
“Allora,Granger, come mai non sei alla festa?”chiese dopo vari minuti lui aspirando il fumo di quell’ennesima sigaretta.
Hermione - che aveva da tempo smesso di piangere- alzò lo sguardo arrossato dalle ginocchia cercando di darsi un contegno “trovo stupido festeggiare i maghi e le streghe oggi.”
“Oh, ho capito! Non ti piacciono le feste?”
“No, mi piacciono!”scattò lei con enfasi “ è solo che Halloween non è la mia festa preferita ecco.”
Draco sorrise “ sai? Nemmeno io amo questa festa. La trovo insensata e banale. Molto meglio il Natale, non trovi Granger?”
Hermione sussultò per la sorpresa: non solo stava facendo una conversazione civile con lei ma l’aveva chiamata anche per la seconda volta con il suo cognome e non con un dispregiativo.
Sorrise e inclinò la testa di lato cercando di cacciare nuovamente il suo carattere Grifondoro “ non pensavo che un Purosangue come te potesse amare il Natale”
“Ora sei tu che stai calcando sul mio essere Purosangue e il tuo non esserlo” rispose lui aspirando la sigaretta e spargendo una nuvola di fumo sul viso di lei che tossii violentemente.
“Pensavo che ti piaceva insultarmi.” Sputò lei “ prima mi offendi e poi cerchi di fare il bravo amico, Furetto? Con me non attacca! Cosa ti serve? Qualche compito? Ti devo presentare qualche Grifondoro? Avanti dimmelo”
“Granger, cosa stai blaterando?” sorrise di sbieco, Draco, mentre osservava come lei si innervosisse per tutto.
“ IO NON BLATERO! IO DICO SOLO LA VERITA’!”
“Non capisco”
“Ah, non capisci? Dimmi perché mai staresti facendo il gentile con me se non per ottenere qualcosa?”
Draco si alzò  ed Hermione si spaventò anche credendo, forse, che lui la volesse sfidare a duello ma si sorprese quando lui si accostò a lei abbracciandola nel suo mantello.
“Ma che fai?” la voce di lei era rotta, imbarazzata e confusa.
“Fa freddo! Ti copro con il mio mantello.”
“Ma perché?”
“Perché sennò ti ammali”
“E che ti importa a te? Hai la coda di paglia Malfoy?”
“Cosa dovrei avere io? La coda di.. di che cosa?” la sua faccia era sbigottita, quasi stranita da quell’affermazione che non aveva capito.
“ Lascia stare non potresti capire” si imbronciò lei accasciandosi contro il muro e sbuffando a disagio.
Sentire la presenza di Malfoy così vicino a lei le metteva soggezione e ancora di più saperlo così dolce nei suoi confronti.
Senza farsi vedere, con la coda dell’occhio, lo vide fumare ancora e non si riuscii a fermare: “ Ma tu fumi sempre?”
“Prego?”
“E’ la sesta sigaretta che ti fumi” disse come se fosse la cosa più facile di questo mondo.
“E allora?”
“Non lo sai che ti fanno male?”
“Preoccupata per me, Granger?”
“No” si affrettò a dire arrossendo suo malgrado “ è solo che è mio diritto dirti che …” a fermarla giunse lui stesso che, sbuffando, iniziò a cantinellare giustamente quello che lei avrebbe detto.
“Granger, la vuoi smettere di ripetere sempre questa tua cantilena dell’essere prefetto? Sai, mi hai stancato.”
“ E’ il mio dovere e anche tu dovresti rispettare i tuoi. E poi che io ti ho stufato non è una novità: noi due non ci sopportiamo quindi che ti ho stancato è implicito”
Hermione disse il tutto con naturalezza e semplicità cosa che però non lesse negli occhi grigi e dannati di lui “ mi odi?” la voce di Draco era flebile quasi veramente interessata.
“Scusa?”
“Ho chiesto se mi odi?”freddo, tagliente e gelido come la divisa che portava dettava.
“Tu sei il mio rivale” iniziò lei “ sei Serpeverde e sei un Malfoy …”iniziò titubante con la voce incornata e gli occhi persi a cercare di capire l‘immune e immenso oceano di lui.
“Mi odi, Granger?”
Il cuore di Hermione perse un battito quando vide le sue iridi bagnarsi di un sentimento diverso dall’indifferenza.
Draco non stava piangendo, non lo avrebbe mai fatto, ma nel suo viso era ben sottile nato l’evidente curiosità e anche la sua umanità.
“No, non ti odio Draco” ammise infine lei senza abbassare lo sguardo e continuando a bearsi di quello sguardo incantatore fin quando lui, ghignando di suo solito, non tornò a diventare il Serpeverde di sempre.
“Mi hai chiamato per nome Mezzosangue?” chiese.
Hermione arrossii violentemente ma cercò di nascondere quel suo imporporamento con i capelli ricci e lunghi calandoseli sul viso “ problemi Furetto?”voleva sembrare forte quasi decisa ma la sua voce tentennava e lui se ne accorse infatti, sorridendo, inclinò la testa di lato.
“No, fai pure” rispose sorprendendo la giovane Grifondoro  che queta volta non riuscii a trattenere alle sue guancie di colorarsi di rosso.
Restarono per breve in silenzio con Draco che sorrideva al buio con quel suo sadico sorriso ed Hermione che lo guardava di sottecchi.
Non riusciva a credere che il Principe delle Serpi si stava comportando in maniera tanto dolce e solidale offrendole il mantello in quella notte tanto fredda e che, ancora più strano, non la stesse deridendo per il fatto che si fosse lasciata andare alle lacrime.
Con la coda dell’occhio lo vide iniziare a giocare con la bacchetta come se quello fosse un tic nervoso e apprezzò molto il fatto che non iniziò a fumare di nuovo.
Non seppe mai quanto tempo trascorsero in quella posizione ma ad un certo punto iniziò a piovere sempre in modo più fitto ed  Hermione si strinse di riflesso al mantello facendo anche scontrare le loro braccia.
Draco, sorridendo o meglio ghignando, smise di giocare con la bacchetta girandosi dalla sua parte “ hai paura dei tuoni Granger?” infierii con sarcasmo.
“No”
“E allora perché appena hai sentito un tuono ti sei stretta a me? Lo so che sono bello ma la tua reazione è esagerata”
Sfidata nel profondo Hermione ridusse nuovamente gli occhi a due fessure alzandosi di scatto e liberandosi dal suo abbraccio per allontanarsi rapida “vai al diavolo”
Stringendosi convulsamente le braccia conserte come per farsi calore, Hermione,  iniziò a battere i denti sia per la paura che per il freddo distogliendo lo sguardo dal Serpeverde per dedicarlo alla pioggia che cadeva.
Lenta, la pioggia, sembravano delle lacrime di un bambino disperato.
La pioggia scorreva lenta, fitta e tagliente e nel lamento della notte i tuoi facevano da gemiti per quel dolore di cielo.
“Vieni qui” la voce raffinata di Draco la fece sussultare dai suoi pensieri.
“Come?”
“Se ti do fastidio ignorami ma non stare sotto la pioggia che poi ti ammali”
“E da quando tu ti importi di me, Malfoy? Se mi ammalo e muoio non dovrebbe essere un giorno felice per te: un mezzosangue di meno, no?”
Draco la guardò offeso per poi ringhiare e a denti stretti lasciarsi andare ad un fremito “ no, Granger, non voglio togliere quel onore al grande Mago Oscuro. LUI e solo LUI può decidere quando e come farti tacere al mondo”
“Ha proprio ragione Harry” sbuffò lei guardandolo con disprezzo “ sei solo un lurido Mangiamorte come tuo padre!”
Quella frase fece scattare un impeto di ira nel Serpeverde che, scattando all’inpiedi e facendo cadere il mantello a terra, si munii di bacchetta per puntarla alla prefetto.
Era in una condizione avvantaggiata, lui, in quanto Hermione era priva di bacchetta e quindi sarebbe stato facile schiantarla o anche ucciderla con la maledizione senza perdono ma Draco si trattenne.
Era rosso di rabbia ma abbastanza lucido per ragionare sulle sue parole << sei un lurido Mangiamorte come tuo padre >>
Anche se non lo avrebbe mai ammesso, Draco, si vergognava del cognome che portava e ancora di più del destino che gli era stato prescritto: avrebbe dovuto servire il Mago Oscuro e lottare per lui; morire se necessario per la sua salvezza e vivere solo per lodarlo.
La sua vita era quella di uno schiavo, di un condannato ad una vita estranea.
Draco avrebbe preferito essere Potter, a volte, il Salvatore tanto rispettato e sempre perfettamente pulito da ogni peccato. Ma purtroppo  lui era Malfoy, il furetto Mangiamorte che aveva rispetto solo dai suoi simili.
Con occhi sempre più ardenti ma non per l’offesa di Hermione lasciò cadere la bacchetta sul pavimento facendola gemere in un forte boato.
Hermione, d’altro canto, stava appoggiata al muro della torre con il respiro mozzo.
Aveva visto un lampo di pazzia negli occhi di Draco subito sostituito, però, dalla malinconia che aveva sempre celato in se stesso.
Non avrebbe mai pensato di assistere a tale spettacolo ma a gattoni e tremante raggiunse Draco che, seduto a terra, in una pozza di sola pioggia, gemeva di lacrime troppo a lungo trattenute.
“Malfoy “ disse cautamente poggiando una mano tremante sulla sua schiena “Malfoy stai piangendo?”
“Uno come me non può piangere, Granger? Mi volete togliere anche questo diritto?”
Era la prima volta in undici anni che Draco si lasciava alle sue emozioni, da quando aveva cinque anni non aveva più versato una sola lacrima e ora, per la prima volta, Draco Lucius Malfoy, stava piangendo.
Davanti a lei, alla Mezzosangue per eccellenza!
Improvvisamente si sentii ridicolo come se stesse infangando il suo cognome con solo quelle lacrime ma non se ne curò quando sentii un mantello- il suo- posarsi nuovamente sulle sue spalle.
“ Ma che fai?” chiese con ancora gli occhi gonfi di pianto rivolto ad Hermione che, come una madre, lo guardava sorridendo.
Lei, sorridendo e sistemandogli il mantello sulle spalle, si sedette al suo fianco accendendo con la bacchetta un fuoco vicino a loro “ niente, mi sto solo prendendo cura di te” rispose dolce.
“Prendendo cura? Di me? Granger, mi sa che alla fine ti sei ammalata davvero!”
Hermione sorrise avvicinando le mani al fuoco in un modo che Draco reputò abbastanza sensuale per una Grifondoro “ sai, Draco” lo sorprese  chiamandolo per nome “ potrai anche essere un Purosangue ricco e nobile ma io, da SangueSporco che sono, so leggere dentro le persone. Ho capito che tu  soffri per un infanzia che ti è stata negata.  Sinceramente non invidio il tuo essere potente ma preferisco la mia vita povera, misera e non magica.” Sorrise, Hermione, guardando il fuoco splendere malinconico
“ E tu, Granger, vorresti darmi indietro la  mia vita solo riscaldandomi con il mio mantello?”
Lo sguardo di Draco di perse e si mischiò con quello di Hermione che, dorato ed emozionato, sembrava più limpido e puro delle altre volte.
In quello sguardo, Draco, riuscii solamente a caderne vittima rivivendo di quei momenti chiave che non aveva mai saputo godersi da bambino.
L’odio del padre, l’assidua e anche fastidiosa presenza della madre ed infine la sua condanna a servire un uomo che non stimava.
Negli occhi di Hermione lesse il suo passato e vide anche uno spicchio di futuro: del futuro che avrebbe potuto avere solo lottando.
Lui Non Era Diverso.
Improvvisamente si perse a guardare più attentamente la ragazza che gli stava davanti nei suoi capelli ricci e sempre spettinati, nella sua divisa rossa e così diversa dalla sua e nel suo sguardo fiero e potente.
La guardò nella su semplice bellezza di una ragazza che sapeva di essere normale- normale come lui -.
Senza sapere come sentii la bocca secca mentre negli occhi di lei continuava a vivere una vita diversa, nuova, che mai aveva immaginato di avere.
Non se ne rese conto ma ad un certo punto sentii solo un grande bruciore sulle vene quando si accorse di star baciando lei, la sua peggior nemica che sempre aveva criticato e disprezzato.Si sorprese a stare bene con lei al fianco e si sentii anche stupidamente infantile per averla sempre offesa per il suo sangue.. Il fatto che sotto di loro, in una stanza del castello, i loro compagni stessero festeggiando la festa di tutti loro passò in secondo piano. Non si curò nemmeno di quello che avrebbero pensato di lui. Solamente si lasciò andare ad un pensiero fugace e anche tremendamente inadatto a lui.
Stava baciando la Mezzosangue,  l’unica però che lo aveva fatto sentire uomo solo guardandolo.
 Dietro di lui, dietro di lei, la pioggia cadeva sempre più fitta ma finalmente la luna tornò a splendere nel fitto cielo di Ottobre.
Il fuoco ardeva sereno innanzi al grande Principe che finalmente, consapevole delle sue scelte, solamente grazie agli occhi di una ragazza, aveva deciso a diventare Re.
  


Terza Dramione che scrivo.
Lo so, lo so : è orribile troppo- forse- simile alle altre.
Ho cercato di renderla più vivace e meno drastica delle altre in quanto volevo inserire, per il volere di Valaus e di molte altre il tanto voluto bacio tra Hermione e Draco.
Spero di non essere caduta nel banale in caso contrario la cancellerò.
Inizialmente questa shot era nata con l'intento di una Long ma non ci sono riuscita: per quanto questi due mi piacciano non riesco a creare una Long con loro come protagonisti e tando sempre a metterci del drammatico nelle loro vicende.
Per quanto riguarda la scena dello sguardo tra Hermione e Draco, so che l'ho inserita anche nell'altra storia ma a mio parere non potevo farli baciare senza spiegare la loro azione in quanto due minuti prima si odiavano e due dopo si paciavano con passione?
Ho preferito, pertanto, far scorgere ad Hermione -negli occhi di Draco- la sua vera essenza perchè sono fermamente convinta che lui, in realtà, cela la sua vera indole nelle iridi color dell'argento.
Spero che capiate le mie intenzioni =)
Ringrazio le persone che hanno recensito : Guardami e Tra Cuore e Ragione.
Mi scuso per non poter comentare le vostre splendide recensioni ma ci tengo a dire un caloroso GRAZIE a tutte voi.
A tutte voi che avete letto le mie scorse shot e a che leggerà questa; siete degli angeli.
Ogni volta che leggevo le vostre parole avevo gli occhi a cuoricino e per davvero, per ogni sillaba, urlavo disperata per la casa in quanto mi facevate commuovere: GRAZIe per avermi fatto emozionare.
Spero che questa shot vi faccia piacere, con immenso amore, un bacio, Manu!

I personaggi citati nella storia non sono frutto della mia fantasia ma appartengono a "J.K.ROWLING" e non sono stati usati - da me- con scopi di lucro.span>
  
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: _Breath