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Autore: Neko no Yume    16/06/2010    1 recensioni
In un mondo deserto, spazzato dall'afa, una ragazzina rappresenta l'unica argentea speranza.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La bambina strascicava furiosa i piedi sulla steppa, sollevando a ogni passo una sottile nube di polvere.
-Bonito, come diamine ci siamo cacciati in questa situazione?-, chiese stizzita allo scoiattolo che le stava aggrappato alla mantella ecru.
Dal roditore provennero solo squittii di rimprovero.
-Forse hai ragione, è colpa mia e della mia boccaccia…-, ammise lei –Ma quel tipo mi sta innervosendo con le sue manie iperattive!-.
Il tipo in questione era un uomo piuttosto giovane, con un paio di enormi occhiali da vista di vetro spesso che gesticolava eccitato ripetendo “Quando arriviamo?”.
Niamh sbuffò rassegnata, ma il torrente di parole dell’ uomo non si arrestava.
-Ancora non riesco a crederci! Una vera foresta! Quando al mercato ti ho sentito parlare col tuo lemming…-.
-E’ uno scoiattolo!-, puntualizzò lei.
-Quello che è-, riprese lui –Quando ti ho sentito non riuscivo a credere alle mie orecchie! Quando arriviamo?-.
La bambina provò l’improvviso desiderio di sbattere la testa contro qualcosa e quel qualcosa sarebbe stato lo sventurato compagno di viaggio se Bonito non avesse catturato la loro attenzione con un acuto squittio.
-Arrivati-, sorrise Niamh.
Davanti ai tre si stagliava maestosa e splendente una foresta fatta interamente d’argento. I riflessi metallici accecarono per un istante Sebastian, che si pulì gli occhiali col bavero della giacca, incredulo.
Poi si accorse che la bambina e lo scoiattolo si erano già inoltrati nel bosco e si affrettò a seguirli. A ogni passo sentiva la foresta prendere vita attorno a lui: l’erba scricchiolare sotto le sue scarpe, i rami tendersi e cozzare tra loro al tocco del vento, le radici affondare nel terreno, le foglie frusciare lievi…
Notò che la bambina si era tolta il cappuccio della mantella, liberando una massa di lucenti capelli corvini che rimbalzavano sulle sue spalle a ogni passo.
-Come mai hai tolto il cappuccio? Rischi di prendere un’ insolazione-.
Lei lo guardò scettica.
-Non ti sei accorto del cambiamento?-, gli chiese.
Solo allora Sebastian si rese conto che le fronde degli alberi argentati trattenevano la luce e che solo pochi raggi fuggiaschi creavano pozze chiare per terra.
-Wow…-, mormorò: per uno come lui, abituato al sole cocente e impietoso, stare all’ombra era un’ esperienza del tutto nuova e sorprendente.
Niamh si girò inchiodandolo coi suoi occhi nocciola.
-Ti piace?-, chiese a bruciapelo.
-Oh sì… Ma come l’hai trovata?-.
-Tutto questo è opera di mio padre. Un giorno ha seppellito un pezzetto d’argento qui e durante la notte è cresciuto un albero-.
-Incredibile! E dov’è tuo padre?-.
-E’ morto-, sentenziò lei lapidaria.
Dalle labbra di Sebastian sfuggì un sommesso “Oh…” ma la bambina gli sorrise rassicurante e lo condusse in una piccola radura.
Al centro si ergeva un enorme e maestoso abete punteggiato di licheni, attorno al quale erano cresciuti delicati ciclamini e cespugli di spumeggianti viburni. L’uomo dischiuse le labbra folgorato da quella vista.
-Qui è dove mio padre ha sotterrato l’argento, il cuore della foresta…-, spiegò Niamh orgogliosa.
-Incredibile, sui libri di storia non ho mai letto di nulla del genere!-.
Lesi scoppiò a ridere.
-Davvero credi a quello che sta scritto sui libri?-.
-Certo!-, ribatté lui offeso –Per tua informazione, io sono uno studioso e ho una certa cultura-.
-Questa poi! E dimmi, perché oggi la Terra è ridotta a una steppa sconfinata?-, chiese la bimba in tono di sfida.
-Perché c’ è stato uno sconvolgimento climatico dovuto a un meteorite, nel 2093-.
-Sbagliato-.
-Eh?! E tu che ne sai?-, protestò Sebastian indignato.
-Mio padre mi ha spiegato che è stata la tecnologia a distruggere il pianeta, succhiandogli la linfa vitale. Per questo l’ uomo l’ha ripudiata e ha inventato la scusa del meteorite-, spiegò lei con aria saccente.
L’ altro impallidì: la tecnologia era un tabù inviolabile sulla Terra e tutto ciò che era in qualche modo legato a lei era stato distrutto. Oltretutto, un astronomo qualche anno prima aveva fatto delle ricerche sul meteorite caduto nel 2093, ma era scomparso misteriosamente nel nulla…
Lo sguardo della bambina si addolcì vedendo l’uomo così in difficoltà.
-Sai, io credo che questa-, e allargò le braccia ad abbracciare la foresta –Sia un’altra possibilità che il pianeta vuole darci-.
Poi sfiorò delicatamente una foglia argentata e chiamò Bonito con un fischio.
-Io voglio sfruttarla, vieni con me?-, e sorrise a Sebastian, tendendogli la manina.
Lui la guardò stordito per un attimo, poi passò lo sguardo sull’abete che rappresentava il cuore della foresta pulsante di nuova vita e prese la mano della bambina, incamminandosi con lei tra gli alberi.
  
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