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Autore: sheswanderlust    17/06/2010    10 recensioni
Eravamo bellissimi. Giovani, spensierati, con un'enorme voglia di spaccare tutto, di farci strada nel mondo suonando. Ce l'abbiamo fatta, ma proprio all'apice abbiamo cominciato a cedere... e siamo caduti a terra da un'altezza così grande che le nostre ossa non si ripareranno mai del tutto.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Crucify the Dead Ho scritto questa fanfiction dopo aver letto la traduzione del testo di Crucify the Dead, la canzone cantata da Ozzy Osbourne che c'è nell'albun di Slash.
Ciò che ho scritto non è da prendere come verità assoluta, non voglio dire che Axl è una merda e che la colpa dello "scioglimento" dei Guns è stata tutta sua... ho semplicemente usato la fantasia partendo dalle cose che so; purtroppo non posso sapere la verità su quello che è successo, così come non potete voi.
Detto questo, buona lettura e fatemi sapere che ne pensate!








CRUCIFY THE DEAD


Non so perchè lo sto facendo. Non so perchè sono fermo da dieci minuti davanti allo stereo con fra le mani questo cd. Non so perchè questa mattina, di punto in bianco, sono uscito di casa senza nemmeno guardarmi allo specchio e mi sono diretto al negozio di musica più vicino. Non so perchè ho afferrato quest'album, ho pagato e sono tornato a rifugiarmi nel mio appartamento lussuoso con un dolore sordo dalle parti del cuore. Non capisco.

Per l'ennesima volta scorro con gli occhi la tracklist sul retro. So che c'è qualcosa per me. In uno di quei pezzi c'è un messaggio che mi hai dedicato. Non so come faccio a dirlo, so solo che è così.

E ho paura. Una fottuta paura. Proprio quel sentimento che da anni ormai mi sforzo di non provare. Quel sentimento che soffoco nel lusso, nella falsa spavalderia, nel narcisismo, nell'egocentrismo di cui tante volte mi avete rimproverato.

Apro la custodia, prendo tra le mani il disco liscio e sottile come la lama di un coltello e lo infilo nello stereo. Ci vogliono alcuni secondi prima che le note di Ghost invadano l'attico buio nonostante l'ora.

Adesso non posso fare altro che aspettare.

Mi siedo sul divano di pelle nera, fissando lo sguardo vacuo fuori dall'ampia finestra davanti a me. Piove dalle nuvole plumbee ed oscure e mentre il mio cuore sembra distruggersi lentamente mi accorgo che dentro di me piove da tanto, tanto tempo. E' sempre stata una delle mie manie, quella di nascondere il dolore dietro ad una patina d'oro, sperando di rendere brillante ed attraente anche ogni mia patetica sconfitta.

Peccato che l'oro non guarisce le ferite e prima o poi si è sempre costretti a fare i conti con i propri fantasmi.

Non puoi fuggire dal futuro, non puoi cambiare il passato, non così velocemente”

Questa breve frase mi colpisce. L'hai scritta tu, vero? Diretto e conciso come sempre, amico mio. Ho tentato di cancellare ciò che è stato; forse per un po' ci sono riuscito, ma ora tutto mi sta crollando addosso. Ho tentato di fuggire dal futuro, fingendo che non avremmo più avuto occasione di ripensare al passato, ma non è così. Alla fine tutto ritorna indietro. Alla fine si è sempre, costantemente, irrimediabilmente in trappola.

Kill the ghost yhat hides in your soul”

Dovrei ucciderti? Sei tu il mio fantasma.

Non riuscirei mai a farlo, ho già ucciso i tuoi sogni... e questo in un certo senso è stato come uccidere te, vero?

Non è stata solo colpa mia, oh no. Purtroppo però a me spetta la fetta più grande di questa torta troppo amara.

La prima traccia finisce e quasi immediatamente la seconda incomincia.

Crucify the dead.

Chitarra iniziale che trascina verso la voce di Ozzy.

Ed ora, ora sto male sul serio.

Il fuoco è iniziato tempo fa, le fiamme hanno bruciato, i tizzoni sono ardenti, carbonizzati e neri, non c'è più niente da bruciare, da bruciare”

Non c'è più niente? E' tutto finito? E' questo che pensi davvero, Slasher? Forse lo pensi perchè sono stato io a fartelo credere... forse perchè anche io ho voluto crederlo per tutto questo tempo.

Avevamo lo stesso sogno, vivere la vita all'estremo, un fucile carico assieme ad una rosa”

Mi scappa una risata disperata. Un fucile carico assieme ad una rosa. Non potevi essere più chiaro. Ho rovinato tutto, è questo che vuoi dire vero? Ho ucciso il nostro sogno, dissetandomi del suo sangue per continuare a vivere, lasciando morire tutti voi altri.

Le spine non sono attorno alla tua testa, il tuo ego ti ha maledetto fino a farti sanguinare. Non puoi crocifiggere il morto... per me tu sei morto.”

Le mie risa si trasformano in un pianto isterico mentre mi lascio cadere sdraiato sul divano. Per te sono morto? Forse lo sono. I singhiozzi mi pervadono il petto, mi passo una mano fra i capelli biondi, cosparsi d'oro come tutto ciò che sono diventato. Non tento nemmeno di calmarmi, so di non meritarlo. Questo è il confronto con la morte, il confronto che ho aspettato per anni e a cui sapevo di dover andare incontro prima o poi.

Ma vecchie decisioni ti relegano alla solitudine, tu hai tradito tutti noi con la tua avidità, la tua avidità”

E' come un doloroso flashback. I vostri volti mi piombano addosso, tanto che mi rannicchio in posizione fetale come se foste davvero tutti qui ad attaccarmi.

Probabilmente in questo momento sembro patetico. Appena formulo questo pensiero mi faccio ancora più schifo. Anche ora, anche mentre mi stai accoltellando riesco a pensare all'apparenza. Cosa sono diventato?

Eravamo come fratelli con il mondo nelle nostre mani. Tu hai sempre troppe cose da dire. Un giorno guarderai indietro e ti chiederai perchè hai lasciato che tutto sfuggisse via”

Lo sto facendo proprio ora, sei contento? Mi hai sbattuto in faccia tutto quello che pensi, tutto quello che ti sei tenuto dentro in questi anni, nonostante le mie provocazioni lanciate attraverso la stampa. Mi hai scorticato l'anima con il puro intento di farmi male. Ma come posso biasimarti?

In un impeto di rabbia mi alzo e scaravento a terra il tavolino di cristallo. L'urto crea un fracasso enorme, le schegge di vetro non mi feriscono per puro miracolo. Il calice di vino rosso che vi era appoggiato finisce a terra e si rovescia sulla moquette chiara. La mia furia si abbatte sulla lampada della scrivania, sulle tende di seta che strappo e pesto, sulla televisione al plasma comprata ieri. Con una manata scaravento a terra le copie omaggio di Chinese Democracy e tutti i premi che custodisco gelosamente. Non valgono un cazzo. Tutto questo non vale un cazzo. E' solo finzione.

Le foto appoggiate sulla credenza finiscono a terra in un turbinio di vetri rotti che questa volta mi colpiscono, facendomi un taglio superficiale sulla gamba. Non mi basta. Sono pieno di un'energia furiosa, sono arrabbiato, sono tremendamente disperato ed arrabbiato.

Apro i cassetti e rovescio il loro contenuto a terra; spartiti, oggetti, caricabatterie, penne, quaderni, gioielli, candele, qualunque cosa.

Apro l'ultimo cassetto e butto fuori tutto ciò che contiene.

Sto per richiuderlo quando vedo che qualcosa è rimasto attaccato al fondo.

E' una foto.

Con mano tremante la afferro.

Ironia della sorte. Siamo noi.

E' una foto in bianco e nero, ingiallita, vecchia di vent'anni e più. Non ricordavo nemmeno di averla. E' rimasta in quel cassetto per tutto questo tempo?

Tu sei al centro, la solita cascata di riccioli sul volto, con la testa appoggiata ad un Duff sorridente. Steven è appoggiato a te, ride anche lui. Izzy è sdraiato a terra tra le sue gambe, una sigaretta in mano come sempre. Io sono vicino a Duff, guardo da un'altra parte, distante ma allo stesso tempo parte integrante di quella foto.

Eravamo bellissimi. Giovani, spensierati, con un'enorme voglia di spaccare tutto, di farci strada nel mondo suonando. Ce l'abbiamo fatta, ma proprio all'apice abbiamo cominciato a cedere... e siamo caduti a terra da un'altezza così grande che le nostre ossa non si ripareranno mai del tutto.

Quei momenti non ritorneranno mai indietro. Non passeremo più notti insonni nel tourbus a fumare e sparare cazzate. Non mi struscerò più contro di te durante i concerti. Non troveremo più Steven mezzo collassato dopo una delle sue serate alcool + eroina. Non ascolteremo più i deliri insensati di un Izzy ubriaco e fin troppo allegro. Non ti accarezzerò più i capelli mentre vomiti dopo l'ennesima sbronza o mentre tenti di dormire almeno un'ora prima del concerto... giusto per reggerti in piedi. Addio alle liti, agli insulti, alle risse. Addio alle risate, ai momenti duri, alle vittorie ed ai successi. Addio alla nostra corsa folle incontro alla vita, addio alle nostre avventure.

Solo ora mi rendo conto di quanto tutto questo mi manchi. E come dicono tutti, si capisce cosa si è perso solo quando è troppo tardi.

I miei occhi non riescono a staccarsi dalle nostre figure, mentre la musica non riesce a coprire del tutto i pugni dei due bodyguard che bussano alla porta, richiamati dal fracasso. Mi guardo attorno. La stanza è completamente sfasciata, la moquette è coperta di frammenti di vetro e oggetti rotti di qualunque tipo. Devo aver fatto danni pari a centinaia di migliaia di dollari. Le lacrime ancora mi bagnano il volto, ma rido. Ecco cosa sono diventato. Uno stupido uomo che si circonda di lusso e futilità, che antepone se stesso e i suoi bisogni malati a tutto il resto; un uomo che ha distrutto la propria vita e quella dei suoi migliori amici. Proprio il tipo di persona che avremmo odiato.

Non posso che farmi schifo.

<< Mr. Rose? Mr. Rose, è tutto apposto? >> la voce timorosa di una guardia del corpo mi raggiunge, soffocata dalla musica e dalla porta.

Non rispondo.

Cammino lentamente verso il divano, stringendo al petto la foto, incurante dei detriti che pesto. Mi ci lascio cadere a peso morto, rimanendo a fissare il vuoto.

<< Mr. Rose? >> mi chiama di nuovo la guardia.

<< Sì... >> sento la mia voce rispondere.

<< Sta bene, Mr. Rose? >>

Cosa devo rispondere?

Chi deve rispondere? L'Axl Rose che urla come un forsennato sul palco, si ubriaca con gli amici e vive in un garage? O l'Axl Rose ricco, calcolatore e fottutamente solo?

<< Certo che sto bene, idiota. Che vuoi? >> Stronzo, ricco, calcolatore e solo. Ciò che sono diventato.

<< Oh.. beh... niente, volevo solo ricordarle che tra due ore avrà l'intervista per il Rolling Stone. Mi scusi per il disturbo. >> mormora in un sussurro appena udibile.

<< Lo so. >> ringhio a denti stretti in risposta, stupendomi di come la mia voce possa mascherare ciò che provo dentro.

<< Cazzo me ne fotte dell'intervista.. >> sussurro, portando di nuovo lo sguardo sulla fotografia.

E piango. Non posso fare altro che piangere.

Perchè mi mancate cazzo. Mi mancate fottutamente, mi mancate da far male.

E' il vecchio Axl Rose che parla qui. Peccato che quell'Axl Rose sia ormai solo un vegetale che dorme dentro di me e si risveglia in momenti come questi.

Fanculo Slasher, mi hai fregato un'altra volta.

Sei riuscito ad uccidermi. Probabilmente saresti felice nel vedermi agonizzante sul mio divano di pelle, circondato dai cocci di tutta la vita falsa che mi sono costruito.

Ti odio. Ti odio con tutto me stesso.

Eppure non posso fare che ringraziarti.

La foto descritta è questa:

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