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Autore: Shinta    22/11/2003    5 recensioni
Le speranza di Conan di tornare Shinichi, i sentimenti di Ran, una strana uccisione, scienziati e sette sataniche... amore e mistero; tutto questo in questa fic.
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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11 - Eleven Days - capitolo finale

Vorrei donarti la Luna, Ran
ma forse non basterebbe per farmi perdonare,
per farti dimenticare che ancora una volta ti ho fatto una promessa
che poi invece non potrò mantenere.

Ti avevo chiesto di fidarti di me, mentre invece sono ancora qui a chiederti scusa,
costretto a dirti tramite un pezzo di carta, senza poterti guardare in quei tuo occhi dolci e grandi,
che non ci potremmo incontrare presto come ti avevo promesso.
Forse in questo monento mi starai odiando con tutta te stessa,
forse starai piangendo lacrime di tristezza, o di rabbia,
starai magari maledicendo il mio nome...
Ne avresti tutte le ragioni Ran,
mi sento così in colpa con te...
Forse non riusciari a capirlo, ma se ancora una volta siamo costretti a separarci,
non lo faccio perchè non ti considero una persona importante per me,
o perchè ti metto in secondo piano rispetto ad altre cose...tutt'altro.

Ran, tu per me sei la cosa più importante del mondo,
sei il primo battito del mio cuore, l'angelo che mi è stato vicino per così tanto tempo
e del quale mi sono innamorato, talmente tanto che farei qualunque cosa per proteggerti,
anche andare contro la mia stessa felicità.

Vorrei donarti la Luna,
perché tu non possa né voglia mai dimenticarmi,
perché tu sappia che prima o poi un giorno tornerò da te,
e allora niente potrà separarci, nessuna cosa.
Vorrei sognare le nostre giornate in riva al mare,
sentire i tuoi lunghi capelli mossi dalla brezza spandere il loro delicato profumo,
vedere le onde riflettersi lucenti nei tuoi splendidi occhi, invidiando il sole che coi suoi raggi ti carezza la pelle...
Sedermi accanto a te sulla sabbia a fissarti ore e ore, perdermi nel tuo sorriso,
sfiorare le tue labbra morbide con le mie, mentre il grande astro va a perdersi tra i flutti in lontananza,
conferendo al cielo mille tonalità fantastiche.
Vorrei prenderti per le mani, guardati in viso, e senza paura,
senza timore di essere poi smentito, giurarti che non scomparirò più.

Vorrei donarti la Luna,
perchè credo che un giorno tutto questo sarà possibile, se tu ancora mi vorrai,
se dopo le lunghe e faticose giornate a Tokyo avrai tempo per affacciarti alla finestra della tua stanza
e vedendo la Luna avrai una lacrima per me, che sei la stella più luminosa del mio cielo ;
il mio cielo così ancora troppo scuro che non voglio ti avvolga affievolendo il tuo splendore.

Vorrei donarti la Luna,
ma forse sarebbe inutile e non te ne faresti niente.
La tua stanza è troppo piccola per contenerla, mentre il tuo cuore è così grande che finirebbe col perdervisi.
Il tuo cuore è davvero grande piccola Ran, e a volte mi sento stupido perchè ho il sogno di poterlo avere tutto per me,
ma finchè conserverò nel mio le tue parole di quella giornata a Roma (e credimi lo farò per sempre), combatterò con tutte le mie forze
affinchè la Luna che volevo donarti, trovi la sua parte mancante.

Solo, aspettami ancora, ti prego,
aspettami amore mio.

Shinichi

Aveva riletto quella lettera per la centesima volta, e sulle labbra sentiva ancora vivo il sapore del sale.
Lo avrebbe aspettato ancora, l'avrebbe fatto perchè lo amava, e perchè questi giorni in Europa gli avevano fatto capire che per lei non c'era nessun altro.
Il segnale di "allacciate le cinture" si spense, oramai erano arrivati.
Fuori dal finestrino le mille luci e le insegne della città che non dorme mai brillavano nell'oscurità, ben presto tutti sarebbero tornati alle loro vite di sempre.
Oramai stavano per atterrare, e Ran ripose i fazzoletti e il burro di cacao nel marsupio, dal quale spuntava fuori la busta della lettera di Shinichi.
Per tutto il tempo non aveva riposto il foglio sul quale il giovane detective aveva scritto quelle parole dolci e amare, ma l'aveva tenuta stretta al petto, o ben salda tra le dita, avendo forse paura che anche quella, tutto d'un tratto, potesse sparire.
Estrasse la busta per infilarci finalmente la lettera di Shinichi, quando si accorse che conteneva qualcosa, tenuto attaccato all'interno della busta con del nastro adesivo.
Fissò l'oggetto per un poco, poi raccolse col dito la sua ultima lacrima, che bagnò quelle labbra increspate in un dolce sorriso, e ripensò alle ultime righe scritte dal ragazzo.

Ad aspettarli c'erano i piccoli Jenta, Mitsuiko e Ayumi, e Sonoko, la migliore amica di Ran, che la aspettava a braccia aperte.
Lei le corse incontro felice, mentre sul petto saltava brillando una catenina che aveva comprato pochi giorni prima, dalla quale pendeva un bellissimo ciondolo.
Era una mezza Luna d'oro, di quelle che si vendono a coppia agli innamorati, che devono possederne una metà ciascuno affinchè possano riunirsi il più presto possibile.
Era la Luna, che Shinichi le voleva donare.

11 - ELEVEN DAYS - FINE

Postfazione.
Cavoli... non ci credo... è finita! ç___ç Sono commosso, davvero... un pò mi spiace.
Scrivere questa storia mi è piaciuto tantissimo, e mi ha fatto apprezzare sempre maggiormente una serie che già amavo.
Inoltre mi ha fatto imparare tante cose, per esempio ho visto che il capitolo che è stato più letto e apprezzato è stato quello dove Ran e Shi si incontrano e vanno nella stanza d'albergo, e che invece quelli meno letti sono stati quelli riguardanti prevalentemente o unicamente il giallo.
Vorrei concludere ringraziando uno per uno tutti quelli che si sono fatti sentire con me al riguardo di questa mia storia, la più lunga che ho mai scritto, inviandomi i loro commenti e i loro pareri. Grazie con tutto il cuore a Estel, Chronos, -lixi-, Wilwarind, Hermychan, Ottavia, Naco-chan, Moki-chan, Giucchan, Sweetchiara, Akemichan, : (si è firmato/a con due puntini...^^'), Jeji-chan, Hoshii, Ran84, Aenea, Saya, Pan_z e Saki, tutti in ordine sparso!
Ah, non devo dimenticarmi di dirvi da chi ho preso spunto per il giallo!
Il giallo sul quale mi sono basato si intitola "La strana droga del Dottor Caber", di un certo Lord Dunsany, miniracconto di 4 pagine che ho letto in una raccolta intitolata "Codice n. 2" di Alfred Hitchcock, edito per la collana "Giallo Junior" della Mondadori.
La storia partiva dal domanda che si pongono alcuni amici che discutono, sul fatto se sia possibile compiere il delitto perfetto, che non lasci nessuna traccia; così uno di questi racconta la storia di questo dottore, che utilizza il metodo del farmaco per far cambiare l'odore (con tanto di puntura di ago durante una rissa) su di una spia della CIA (o del KGB, non mi ricordo^^;), tutto qui.
Con questo direi che è proprio tutto tutto, spero che quest'ultimo capitolo non vi abbia deluso, e vi ringrazio ancora tantissimo (verrei a ringraziarvi tutti di persona!) di aver seguito le vicende di Conan, Ran, Kogoro e Agasa sino a qui.
Grazie a tutti!

Shinta

  
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