Era lì, sotto quell’albero tanto comodo, in una situazione di totale pace interiore. Hermione Granger, ultimo anno di Hogwarts, primo di una vita scolastica normale. Tornare dopo la guerra e pensare solo a dover finire gli studi era un traguardo per lei e per i suoi amici…e se lo stavano godendo appieno.

E se per i ragazzi godere della rinnovata condizione di tranquillità significava passare la quasi totalità del tempo inseguendo quel miscuglio di palle e pallette a bordo della scopa, per lei godersi il tempo significava stendersi lì, sotto quell’albero frondoso di fronte al Lago Nero, ad ascoltare la musica ad occhi chiusi.

Per quell’ultimo anno aveva deciso di ridurre al minimo gli sforzi scolastici: l’esperienza sul campo dei mesi appena passati valeva certo di più di qualche migliaio di pagine da studiare sui libri, perciò, fissa in compagnia del suo iPod babbano, si godeva i pomeriggi in libertà. Ogni tanto qualche amico, in particolare Ginny, veniva a trovarla, sapendo di poterla trovare pronta a condividere con lei quel momento di semplice serenità, e dopo qualche chiacchiera andava via, lasciandola in quella solitudine dei beati, di chi non ha frustrazioni, ma vuole solo sorridere al mondo.

E ora era lì, sola per l’appunto, con i ricci sparsi sull’erba, un braccio sopra la testa e le dita dell’altra mano a picchiettare sulla pancia a ritmo di musica. Gli occhi chiusi e le labbra che smozzicavano qualche parola di quella canzone tanto allegra:

As far as I can see
it's too much
Freedom for me
That's the way you like it

Non era abbastanza la libertà, non era abbastanza la felicita, e si ritrovò a sorridere da sola dei suoi pensieri, che seguivano la scia della musica.

If she's so happy to be
It's never enough for me
And that's the way I like it

La pressione di un animale che si era accoccolato dolcemente sul suo braccio le fece aprire gli occhi e sorridere: Grattastinchi, la presenza più confortevole di questo mondo.

E nel sorridere al suo gatto, scorse un paio di scarpe maschili non lontano da lì: sollevò lo sguardo, ripercorrendo la figura slanciata che le stava davanti, fino ad arrivare al viso serio e pallido di Draco Malfoy. Lo sguardo, puntato su di lei, sembrava volerle dire tante cose, forse troppe perché potesse comprenderle, presa com’era da tentare di capire il solo perché di quella visita. Chiunque, meno che lui, si aspettava di trovarsi davanti…

You taste humility
without a referee
That's the way they like it

Con la Grande Guerra e tutto quello che era successo alla sua famiglia, aveva dovuto imparare in fretta ad abbassare la testa. Il giovane Malfoy, costretto all’umiltà – che diventava sottomissione e avvilimento – piaceva a tutti. Hermione sentiva le parole cattive della gente sul suo conto, di quanto in basso fosse caduto Lucius nel pregare in ginocchio il Wizengamot perché avesse l’assoluzione, e tuttavia non era bastato: solo la moglie e il figlio si erano salvati, nientemeno ché grazie alle parole di Harry Potter.

No commodities
not even a cup of tea
That's the way they like it

Lei le ascoltava senza prendere le difese di nessuno, ma senza neanche rincarare la dose, perché, in fondo, il viso pallido di Malfoy che la guardava terrorizzato e impotente mentre la cruciavano nel salone di casa sua, gli aveva ridato molta più dignità di quella che aveva perso ogni volta che l’aveva chiamata Mezzosangue.

E adesso era lì, che la guardava, fermo immobile, le braccia lungo i fianchi, la mascella più rigida di quanto avrebbe voluto. La guardava con la testa sgombra di qualsiasi pensiero, e al tempo stesso affollatissima di intenzioni. Lei rispondeva al suo sguardo, con un’aria un poco interrogativa sul viso, indecisa se attendere o se fare il primo passo verso di lui, che già tanto sembrava in difficoltà. Era curiosa, Hermione, e un po’ psicanalista. Non avrebbe rifiutato un dialogo con Malfoy solo perché era Malfoy, non ora che la Guerra era finita.

E nel momento in cui si stava sollevando sulle braccia per andargli incontro, lui gli diede le spalle e se ne andò rapidamente.

Keep on feeling better
love be pleased and stay

Stupendo se stessa, si preoccupò per lui. Sarebbe stato meglio di come stava ora? Non era rimasto lì con lei, non aveva parlato… Doveva seguirlo?

Really doesn't matter
wake me up today

All’improvviso, un moto di egoismo la invase. Lei, sempre così altruista, si ritrovò a pensare che non le importava. Forse domani – un qualsiasi domani – sarebbe andata a cercarlo, si sarebbe preoccupata ulteriormente, ma oggi non voleva essere svegliata da quel suo momento di pace, tanto agognato, tanto meritato, per mettersi alla ricerca di problemi da risolvere. Si era occupata per sei anni per quelli di Harry, e di riflesso di quelli di tutto il mondo magico!

Così, con uno sbuffo, si stese nuovamente sull’erba, e tornò a picchiettare con le dita sulla pancia il ritmo di quella canzone tanto allegra:

The particles I breathe
The remedy I never need
That's the way you like it

The scent of modesty
The judge that
walks in peace
That's the way
they like it

Keep on feeling better
love be pleased and stay

really doesn't metter
wake me up today

Not even when
I run on pride
I'll change
and rearrange
my kind

Not even when
I run on pride
I'll change
and rearrange
my kind

* * * * * * * * *

emh...iniziamo col dire: buonasera! è parecchio che non mi cimento nella scrittura e ancor di più che non pubblico qualcosa, quindi sono un pò in imbarazzo!!! ^^" Inoltre è la prima volta in assoluto che tento una song-fic, e spero che il risultato sia perlomeno passabile...sarete voi a dirmelo! :)

Io sono un'accanitissima fan della coppia Draco-Hermione, anche se preferisco non cimentarmi in storie d'amore propriamente dette, almeno non ancora!

Concludo con i disclaimer: nè i personaggi nè il testo della canzone sono ovviamente miei, ma rispettivamente di J.K. Rowling e di Malika Ayane.

A presto!! :)

ValeVale!!