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Autore: baby80    21/06/2010    22 recensioni
L'inaspettato porta alla verità? Può un errore volgere a qualcosa che non si pensava possibile? Uno sbaglio può mutare in qualcosa di bello? Cosa sarebbe successo se, nella puntata dello strappo della camicia, (che qui non c'è) André non si fosse fermato, ed Oscar avesse ascoltato le nuove sensazioni del suo corpo di donna? (sono di nuovo qui, in piena incontinenza creativa... e in assoluta confusione, credo che questa storia avrà al massimo 3 capitoli... come sempre si accettano consigli)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mi chiedi d'amarti, ed io t'amo.
Amarti è ciò che faccio da tutta una vita.
Ti ho amato con gli occhi, fin quasi a farmi male per il troppo fissarti, per imprimere, nel verde delle mie iridi, anche il più piccolo particolare di te.
I tuoi occhi, custodi di innumerevoli mondi, di centinaia di espressioni.
Un mare d'azzurro, calmo e rassicurante, alle volte, un oscuro mare che preannuncia la tempesta, altre.
Ti ho amato con il silenzio.
Quel silenzio che ti ha cullato e rassicurato, posandosi sulla tua pelle, come un velo di tessuto.
Ti ho amato e ti amo, col cuore.
Ti sto amando, in questo istante, come ho potuta fare solamente nei miei più inconfessabili sogni.
T'amo con questo mio corpo carico di vigore, come forse non lo è mai stato.
“Amami”
Risuona come un tormento, e un dono, al tempo stesso.
“Amami”
Ed io rapisco le tue labbra, con le mie.
Nascondo il tuo bellissimo corpo, coprendolo col mio.
Il mio bacio diviene più intenso, la mia passione muta in forma, posando, la mia lingua, alle porte della tua bocca.
La tua passione, muta in forma, Oscar, attraverso il tocco deciso delle tue mani.
Le sento, le tue piccole dita, comprimere i muscoli delle mie spalle, e scivolare, poi, lungo la schiena, e ancora, oltre l'orlo della camicia.
Percepisco il tremore delle sue dita mentre tentano di farsi strada al di sotto del cereo tessuto.
Oh Signore, perché mi fai questo? Perché? Vuoi mettermi alla prova?
Ebbene, sono un debole!
Debole dinnanzi a queste sue mani che non smettono di elargire innumerevoli carezze, lungo la mia schiena.
Pelle contro pelle.
Il calore dei tuoi palmi a vincere il mio desiderio, ad accendere la mia follia.
Debole, folle, pazzo!
Pazzo di te, alimento l'antica impazienza che mi è covata dentro, da che ne ho memoria.
Nutro l'errore di questa sera consumando le tue labbra, dissetandomi del sapore della tua bocca.
Non vi è più modo di tornare indietro... dovrei ma non voglio.
Mi baci, Oscar, e mi illudo che sia io la causa di questa tua inaspettata passione.
Abbandono le sue labbra per deliziarmi dei muscoli, tesi, del suo lunghissimo collo.
La sua pelle è così dolce da ubriacarmi.
Cosa fai Oscar? Perché volgi il viso su di un lato? Perché sussulti ad ogni colpo della mia lingua?
È piacere quello che odo lambirti le labbra?
Perdo la ragione e le mie dita catturano il tessuto della sua camicia, penetrando tra gli intrecci di stoffa che custodiscono ciò che fa di lei una donna.
Un respiro, uno sguardo ai tuoi occhi chiusi e mi avvento sui lacci dell'indumento.
Slego il primo.
Slaccio il secondo, ed il tuo petto si alza, e s'abbassa, freneticamente.
Slego il terzo e mi compaiono, dinnanzi, le prime curve di quella che, con certezza, sarà un'immagine paradisiaca.
Sei un fuoco, ogni lembo di pelle scoperto brucia al di sotto dei miei baci, ad ogni tocco delle mie carezze.
Fuoco contro fuoco, io stesso ardo di un desiderio che potrebbe uccidere entrambi.
Voglio morire, se la morte è il prezzo che debbo pagare per sentirti mia un solo istante, che così sia! Che giunga la fine con la sua falce assassina.
Che Dio mi punisca per il mio peccato.
L'amo!
Mio Dio, Oscar, anche se ti dicessi mille volte “ti amo” non renderebbe la grandezza di questo amore.
Nulla potrebbe.
Forse dovrei amarti senza sosta, amarti di notte e di giorno, con tutta la mia anima e il mio corpo.
No, neppure in questo modo capiresti l'immensità del mio sentimento.
Ma credimi quando lo sussurro al tuo orecchio, perché ti amo, anche in questo istante, anche ora che sto commettendo il più orribile degli sbagli.
Non posso! Devo smettere!
Al diavolo il mio cuore!
Tu non vuoi me, Oscar.
Tu non desideri me.
Vuoi Lui. È lui che pensi di punire concedendoti a me? O forse vuoi semplicemente punire te stessa?
Oscar, credi davvero di poter dimenticare Fersen, tra le mie braccia?
No! Non ti permetterò di farti questo!
Non permetterò a me stesso d'essere complice della tua distruzione.
Poso le mie mani attorno al tuo viso, le tue labbra sfiorano le mie con tocco leggero, ed io esito, per un secondo che pare interminabile, esito.
Ti guardo, Oscar, dischiudere gli occhi e regalarmi l'azzurro delle tue iridi, un azzurro così limpido che non posso che paragonare alla purezza più estrema.
Esito.
Dio, Oscar, solo un pazzo ti lascerebbe, solo un pazzo!
Eppure debbo farlo.
Pazzo.
Stringo il suo viso tra le mani, carezzandolo con lo sguardo, vorrei sorriderle ma il dolore del cuore me lo impedisce.

“Ora basta Oscar, è uno sbaglio.”
Trovo il coraggio di arrestare la follia.
Innalzo il mio corpo, che pare moribondo, e sono finalmente seduto, disgiunto da lei, pronto a lasciare questo letto, ormai sporcato dal peccato.
Non posso guardarti.
Non ti guarderò questa volta.
Sigillerò le mie orecchie, soffocherò il mio cuore, ma tu non parlare, tu non dir nulla, Oscar.
Nessun suono, nessun rumore.
Dio ti ringrazio.
Un brivido m'attraversa il braccio e giunge poi, come uno scoppio, al centro del cuore.
Leggera come una brezza hai posato le tue dita sulla mia mano, che giaceva, come morta, sul materasso.
L'istinto mi induce a voltarmi nella tua direzione, ed io vengo meno alla mia promessa.
Ti guardo.
Ti vedo seduta.
Il viso macchiato da stupide lacrime e la bocca, piena e rossa, ancora umida di me, di noi.
Mi scruti con questi occhioni azzurri, che hai certamente rubato ad una Oscar bambina.
Sei così innocente e pura in questo istante da provare dolore all'anima.
Mi guardi, e prima ch'io abbia il tempo di pronunziare la mia supplica, colpisci la mia persona, nuovamente, con l'inaspettato.
Serra gli occhi André!
Fuggi!
Troppo tardi.
Oscar è dinnanzi a me, seduta sul letto, i suoi bellissimi riccioli biondi le ricadono sulle spalle disordinatamente, e lei mi osserva, rapendo ogni mio senso.
Sollevi le braccia al di sopra della testa, lo fai con una lentezza, ed una sensualità tali da bloccarmi il respiro.
Mi guardi, Oscar, con le braccia sollevate, ed una muta richiesta, sulle labbra lucide.
Una stilettata al ventre, il dolore si scioglie in piacere.
Il vuoto nella mia mente.
Amore e desiderio in tutto il resto del mio essere.
Sollevo le mie braccia e poso i palmi delle miei mani, sui tuoi, in un singolare bacio.
Solletico le tue dita, scivolando su di esse, catturo i tuoi piccoli polsi ancora arrossati dalla passata violenza, ruotandovi attorno.
Si può morire per un semplice tocco?
Se questa è la morte voglio possederla ancora, e ancora, e ancora.
Slaccio, con lentezza, i legacci che serrano le maniche.
Percorro le sue braccia, carezzando lembi di pelle e di tessuto.
Oh signore, perdonami.
Incontro i tuoi occhi, lungo il cammino, e mi meraviglio nel trovarli aperti, fissi, su di me.
Le sue braccia ancora alzate sopra la testa, e le mie mani ai lati del suo corpo.
Disegno con le dita i contorni della sua figura e, oltre l'incavo delle braccia, il cuore perde un battito, nel percepire le chiare rotondità del suo essere donna.
Giungo, con indolenza, alla fine del mio viaggio, stringo tra le dita l'orlo della camicia e...
...faccio in modo che l'indumento scorra sul tuo corpo lasciando la tua pelle nuda, al suo passaggio.
Il mio sguardo, dritto, di fronte ai tuoi occhi.
L'azzurro come paesaggio.
L'azzurro, il solo piacere delle mie iridi.
La bianca camicia carezza le tue braccia, così come le mie dita, di tanto in tanto, in questo viaggio a ritroso, verso i palmi delle tue mani.
L'indumento pare ora senza forma, privato del tuo magnifico corpo, quel corpo che ancora non oso guardare, guardo invece i tuoi capelli poggiarsi lungo la tua schiena.
Dio, ti prego, uccidimi ora, in questo istante.
Impediscimi di sporcare questa innocente creatura.
Uccidimi! Toglimi la vita, perché null'altro potrà impedirmi d'amarla.

“Oscar...”
è tutto ciò che ottengo dalla mia bocca, privata del respiro.
È tutto ciò che sono in grado di dire,  poco prima di stringerti tra le braccia.
Ti abbraccio con una tale forza che, io stesso, provo un lieve dolore.
L'abbraccio con prepotenza, come se da un momento all'altro lei potesse sfuggirmi.
Voglio amarti ma non posso perderti.
Non voglio perderti Oscar!
Vorrei amarti, vorrei perdermi in te, amore mio.
Vorrei ma non posso!
Non posso amarti Oscar, perché t'amo.
Rido, con l'amaro in bocca, di questa folle contraddizione.
Dio perché mi hai donato questo tormento?
Dio, come potrei vivere senza questo dolore?
Non potrei, semplicemente.

“André...”
La tua voce venata, di nuovo, da malvagie lacrime.
Il tuo abbraccio, così simile al mio.
Sento il suo respiro bollente accanto al mio orecchio, sento le sue labbra solleticarmi con parole sussurrate.
Ascolto, come un devoto ascolterebbe la voce di Dio.

“André io... io non... io...”
La confusione ti attanaglia i pensieri, così come il pianto devasta il tuo respiro.
Carezzo la tua schiena, nuda, cercando di ignorare la lussuria che spinge al di sotto del mio ventre.
Le carezzo la pelle incoraggiando le sue parole.
Percepisco il suo lungo respiro, lo sento, contro il mio petto.

“André io... io non ho paura... non ho paura di questo, davvero.”
Hai idea di quanto io ti ami in questo istante?
Eccola la mia Oscar! Sei di nuovo qui, come quando eravamo bambini.
Eccola qui, la donna che eri, che sei, che sei sempre stata, senza che tu te ne rendessi conto.
Vorrei domandarti, vorrei baciarti, vorrei amarti, ma il tuo alito caldo accanto al mio orecchio mi annuncia il giungere di altre parole.

“Io... io ho paura di... di perderti! Credo che morirei sapendoti lontano da me. Dio, André, perché sento questo? Cosa mi sta accadendo? Neppure quando lui è partito ho provato questo... questo... dolore! Cosa mi succede? Rispondimi!”
Cosa dovrei risponderti Oscar?
Che spero, con tutto me stesso, che sia reale desiderio nei miei riguardi, quello che ho sentito in te questa sera?
Che supplico un qualsiasi Dio che stia nascendo, in te, l'amore?
Che tu ti stia innamorando di me, o che forse tu lo sia sempre stata?
Follia!
Non posso rispondere alle tue domande, non posso esserti d'aiuto questa volta, forse per la prima volta in tutta la mia vita.
Non mi capacito di questo tuo improvviso cambiamento, e non oso illudermi con pensieri con i quali potrei ferirmi, mortalmente, io stesso.

“Non lo so Oscar, non lo so...”
Le sussurro col viso poggiato al suo collo.
La sento gemere e tremare, nel medesimo modo in cui ci si contrae quando un alito di freddo fa nascere, nel corpo, un brivido.
Le mie labbra.
La mia bocca, involontariamente, le ha sfiorato la pelle.
Cosa ti accade Oscar? Un mio semplice tocco ha il potere di...

“Non farlo più, ti prego! Se non mi vuoi, André, non toccarmi, perché se tu mi sfiori io... io sento... io non... Oh signore, cosa sta succedendo?”
Piange, Oscar, abbandonando il mio abbraccio e cingendo, con le mani, il mio volto.
Dio Oscar, non guardarmi, non mostrarti ai miei occhi immorali!
Occhi no! Non posatevi sul suo bellissimo corpo, non scivolate su queste meravigliose sinuosità di donna, non desiderate, non peccate!
No!
Perduto, nuovamente.
Sei nella mia bocca, ed io sono nella tua, fusi in un bacio che somiglia ad un amplesso che ha il sapore di ricordi lontani, per me, e di qualcosa di sconosciuto, per te.
Non immagino cosa succederà da questo istante in poi e, ad essere sincero, non m'importa.
Non mi importa perché ora comprendo.
Comprendo il tuo turbamento, quel sentimento che è sbocciato tra la violenza del mio vigore d'uomo innamorato.
Sei sbocciata Oscar, forse per merito mio, come mai avrei sperato.
Ora tu stessa senti, in te, l'essenza dell'essere donna, percepisci, nel corpo, la passione, il desiderio, la lussuria.
Percepisci, in ogni fibra, il significato della parola Donna.
Non so cosa succederà da qui in poi.
Non so cosa accadrà dopo questo ma...
Non desidero null'altro Oscar, non bramo d'avere più di quel che mi stai donando.
Potrei perpetuare questo bacio all'infinito senza mai stancarmene.
Potrei morire sulle tue labbra e ringrazia Dio per questo.
Oh signore, in ginocchio dinnanzi a te urlo il mio peccato!
Amo questa donna!
Amo il suo bellissimo corpo!
E si, la desidero con tutto me stesso, con tutta la passione di cui è capace il mio essere!
Puniscimi, Dio, perché ho peccato, ed intendo peccare ancora, e ancora, e ancora!
Puniscimi, Dio, ed accetterò ogni tortura col riso sulle labbra!
Gioisco del mio errore perché lei è Mia, anche solo questa notte.
Allontano la mia bocca dalla tua ed odo un lamento scivolare oltre le tue labbra.
Uno dinnanzi all'altra ci guardiamo, fissiamo i nostri sguardi e ci nutriamo dei nostri respiri, caldi.
Le nostre labbra così vicine, le nostre mani a carezzare i nostri capelli, le nostre mani a marcare questo folle possesso.
Io sono tuo. Tu sei mia.
Dov'è la verità?
Cosa sta accadendo?
Non ha importanza.
Che parlino i nostri corpi, che siano i nostri cuori a raccontare.
Che così sia.
Sussurriamo, come fossero baci, alle nostre labbra umide di piacere.

“Ti amo Oscar...”
“Non posso vivere senza di te, André...”
E non vi è bisogno d'altro.
Ed è tutto ciò che conta in questa folle notte.


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Ed eccomi giunta ad una nuova fine.
La fine di una delle mie “creature”, a cui ho voluto molto bene e che mi ha fatto faticare meno rispetto alle altre ehehe.
Questa storia è nata, almeno il primo capitolo, molto velocemente, le parole sono arrivate come un fiume in piena, dalla mia testa alle mie dita... in un attimo.
Questa storia mi ha regalato sorrisi, qualche sapore amaro sulla lingua e tanta, tanta, tanta passione!
Ho cercato di immaginare e di descrivere il desiderio di André e di Oscar, pensando ai personaggi dell'anime, ma ho sentito io stessa, sulla pelle, quelle sensazioni... ho attinto, per questo scritto, come per i precedenti, alle mie esperienze.
Ho cercato di ricordare cosa si prova quando si hanno dei sentimenti contrastanti per una persona, quando si è consapevoli, razionalmente, che determinate cose non di dovrebbero fare, perché è sbagliato, perché si causerebbe dolore, perché ne abbiamo già sofferto, ma irrazionalmente si pecca!
Si sbaglia e si ha piacere nell'errare.
Ho voluto raccontare di quanto può essere forte il corpo, sulla mente, quanto anche l'attrazione fisica abbia potere su di noi.
E poi, insomma, diciamocelo che tutte noi avremmo voluto un epilogo differente per la puntata della camicia strappata!
Tutte noi almeno una volta abbiamo pensato, o detto, o addirittura urlato, durante la visione di quella puntata “Ah se ci fossi io al posto di Oscar, col cavolo che mi sarei messa a piangere...” con conseguenti commenti di genere hot! Eheheheh
Ringrazio tutte per i commenti, siete sempre così carine e gentili, ringrazio sopratutto per le annotazioni, i suggerimenti, che qualvolta mi aveva lasciato, non mi sono mai e dico MAI offesa, anzi, mi sono serviti! E vi invito a continuare a farlo!
Un ringraziamento speciale, e doveroso, ad Arte, grazie per le tue parole e il tuo sostegno.
Ringrazio anche Audreyny, grazie per i suggerimenti.
Un doveroso inchino, come sempre, a tutte voi.
  
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