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Autore: Mala Mela    21/06/2010    10 recensioni
“Tsunade-hime, ne è proprio sicura?” domandò Kushina per l’ennesima volta, mordendosi il labbro inferiore con impazienza. “Magari… non so, potrebbe trattarsi di un errore”.
La donna roteò gli occhi esasperata.
Quella Uzumaki la mandava fuori di testa come ben poche altre persone riuscivano a fare, escluso forse Jiraya.
Beh, lui era un argomento a parte.
“Non sono una novellina” sibilò, vagamente irritata.
“C’è una prima volta per tutti” pronunciò la ragazza, con voce flebile, portandosi una ciocca di capelli vermigli dietro l’orecchio. “Se solo potesse riguardare gli esami… insomma, sono cose che capitano”.
“Non a me” tagliò corto Tsunade, riponendo i documenti in un cassetto. “Non c’è altro da dire…”.
“Oh, no, non lo dica” la supplico Kushina, unendo entrambe le mani in un gesto di preghiera.
“Sì, invece. Devi accettare la realtà!” esclamò la donna. “Kushina Uzumaki, congratulazioni. Tu aspetti un bambino!”.
[MinaKushi]
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Tsunade, Yondaime
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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~Now or never again

 

 

 

 

 

“No, no e assolutamente no” continuava a ripetere Kushina da almeno trenta minuti, quasi fosse un disco rotto. “Non è possibile, capisce, vero? Siamo stati attenti, siamo sempre stati attenti”.

“Va bene, ma ora datti una calmata, ragazzina”.

“Come faccio a calmarmi? Non posso, non riuscirei a tranquillizzarmi nemmeno se ricevessi una bastonata in testa!”.

“Una cosa è certa: se continui ad urlare in questo modo, te la darò io una bastonata in testa, chiaro?” scandì perentoriamente la donna che le stava dinnanzi, poi sfogliò per l’ennesima volta il fascicolo che teneva tra le mani. “Sì, non ci sono dubbi” concluse.

Tsunade-hime, ne è proprio sicura?” domandò Kushina per l’ennesima volta, mordendosi il labbro inferiore con impazienza. “Magari… non so, potrebbe trattarsi di un errore”.

La donna roteò gli occhi esasperata. Quella Uzumaki la mandava fuori di testa come ben poche altre persone riuscivano a fare, escluso forse Jiraya. Beh, lui era un argomento a parte.

“Non sono una novellina” sibilò, vagamente irritata.

“C’è una prima volta per tutti” pronunciò la ragazza, con voce flebile, portandosi una ciocca di capelli vermigli dietro l’orecchio. “Se solo potesse riguardare gli esami… insomma, sono cose che capitano”.

“Non a me” tagliò corto Tsunade, riponendo i documenti in un cassetto. “Non c’è altro da dire…”.

“Oh, no, non lo dica” la supplico Kushina, unendo entrambe le mani in un gesto di preghiera.

“Sì, invece. Devi accettare la realtà!” esclamò la donna. “Kushina Uzumaki, congratulazioni. Tu aspetti un bambino!”.

Senza dire una parola, la giovane Kunoichi si lasciò andare a peso morto sul lettino che si trovava dietro di lei.

“Per il grande demone celeste…” mormorò a fior di labbra, senza che Tsunade la potesse sentire.

“Beh, sei ancora qui?” berciò la donna, cercando di mantenere il proprio tono burbero.

Kushina la guardò, spalancando i grandi occhi azzurri.

“Non posso” sussurrò, palesemente sconvolta.

Tsunade le riservò una smorfia di disappunto, ma le si avvicinò comunque, come per infonderle coraggio.

“Non puoi cosa, esattamente?” le chiese. “Tornare a casa? Posso chiamare uno degli infermieri, ti riporterà nel tuo appartamento in un attimo”.

La ragazza scosse il capo.

“Non posso tornare a casa” ripeté. “Non è possibile. Non…”.

La donna accanto a lei alzò entrambe le sopracciglia, sinceramente perplessa.

“E tu saresti colei che chiamano Bloody Red Habanero?” domandò scettica, cercando di indurre una qualche reazione nella giovane. Kushina annuì debolmente, più pallida di quanto fosse mai stata in vita sua.

“Allora alzati immediatamente da lì e smettila di comportarti come una mocciosetta di fronte al suo primo combattimento!” esclamò Tsunade, facendo tremare perfino i muri della stanza.

“Non sto piagnucolando” si difese Kushina, tirando su col naso. “Sono solo un po’ sconvolta, tutto qui”.

Tsunade cambiò improvvisamente espressione, scoppiando in una fragorosa risata.

“Mi stupirebbe il contrario, ragazzina!” disse, tornando seria. “Dopo tutto sia tu che Minato siete così giovani…”.

“Oh, Dei…” sospirò la rossa. “Devo dirlo a Minato! Ma come?”.

“Magari parlandogli” suggerì Tsunade, cercando di assumere un tono materno. “Sono certa che capirà”.

I-io proprio n-non… c-cioè… mi sente?” balbetto la più giovane. “Non riesco a formulare una frase di senso compiuto”.

“E dire che solitamente parli anche troppo!”.

“Appunto!” esclamò Kushina, coprendosi il volto con entrambe le mani. “Non è che potrebbe farlo lei per me?”.

La donna spalancò gli occhi, sconvolta.

“Io dovrei fare cosa?” scandì, leggermente innervosita. “Kushina Uzumaki, spero vivamente che tu stia scherzando!”.

“La prego, Tsunade-hime, lo faccia per me” la supplicò.

“Non ci penso nemmeno, stupida mocciosa. Ora ascoltami bene: ti ho vista affrontare e mettere al tappeto avversari quattro volte più grandi e potenti di te, il tutto senza scorgere un bagliore di paura o esitazione nei tuoi occhi. Adesso vorresti farmi credere di non avere il fegato per confessare a Namikaze che sei incinta? Non ci crederei nemmeno se la terra cominciasse a girare al contrario!” affermò. “Kushina, ce la puoi fare”.

“Lei è senza cuore” borbottò la ragazza, alzandosi dal lettino e rassettandosi i vestiti.

“Lo faccio per il tuo bene” le ricordò Tsunade, incrociando le braccia. “Non permetterò che ti trasformi in una mocciosetta piagnucolona”.

Kushina increspò le labbra nel tipico broncio Uzumaki, per poi lasciare il piccolo ambulatorio mentre la medic-nin le osservava i capelli ondeggiare lungo le spalle.

“Non c’è di che” mormorò la donna, una volta che la giovane kunoichi si fu allontanata. “…e buona fortuna”.

 

 

Ehm… ciao” lo salutò Kushina, non appena sentì sbattere la porta dell’ingresso.

Minato la chiuse lentamente, mettendo all’erta ogni senso. Udito, gusto, olfatto, tatto, perfino il gusto. Stava accadendo qualcosa di strano e un ninja abile come lui avrebbe dovuto rendersene conto; purtroppo non era così.

Si concentrò ulteriormente.

La giovane kunoichi ostentava una calma serafica, seduta al tavolo della cucina mentre si gustava una ciotola di ramen fumante. Erano le quattro del pomeriggio.

“Sempre affamata, eh?” scherzò lui, vedendola divorare famelica tutti i noodles.

La ragazza alzò gli occhi, osservandolo con attenzione; un giovane Minato Namikaze la esaminava, in piedi, appoggiato allo stipite della cucina. Gli occhi percorrevano l’intera figura, dal semplice grembiule nero, alla maglia bianca, fino ai lunghi capelli rossi. Ogni cosa sembrava normale.

“Devi dirmi qualcosa?” domandò impacciato.

Kushina strinse le spalle.

 

 

…forse è meglio che prima tu ti sieda”.

 

 

<3

 

 

Il resto è storia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

________________________

L’erba grama non muore mai, io nemmeno J Eh, cosa potevo fare dopo l’ultimo capitolo che Kishi ci ha regalato? Appena mi hanno detto che c’era Kushina mi sono precipitata a leggere, solo per vedere se la mia versione si era avvicinata almeno un po’ all’originale… cioè, fin ora il malvagio autore non mi aveva dato alcun dato su cui basarmi, se non “Naruto, it’s a beautiful name!” (cosa da cui dissento), quindi sono almeno un po’ giustificata.

In ogni caso questa breve fan fiction è dedicata a Michela, giusto per riportarla sulla retta via del MinaKushi <3

 

 

 

LoveLove

Clà

 

 

 

   
 
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