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Autore: SummerRestlessness    21/06/2010    7 recensioni
Fanfiction prima classificata al concorso "Spicchi di sole - Concorso per racconti brevi (Jacob/Bella)" indetto da Kukiness e Saorio
Edward è tornato dopo aver saputo che Bella si è buttata dal famoso scoglio... Cosa vorrà? Bella sarà in grado di dargli quello che lui le chiederà? E Jacob, starà solo a guardare?
Tre canzoni, tre stati d'animo, tre punti di vista... un solo finale.
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen | Coppie: Bella/Jacob
Note: OOC, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Frantumi'
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Questa storia si è classificata al PRIMO POSTO nel contest "Spicchi di sole - Concorso per racconti brevi (Jacob Bella)" indetto da Kukiness e Saorio sul forum di EFP.





Titolo della raccolta: Frantumi
Titoli delle Shots: Goodbye, Eyes, Bars
Raiting: Verde
Genere: Romantico
Personaggi: Bella, Jacob, Edward
Avvertimenti: What if?, Raccolta di OneShots, OOC
Sentimento e canzone scelti:
    1. Goodbye
James Blunt, Goodbye My Lover
Malinconia e rimpianto
    2. Eyes
Keane, Your Eyes Open
Egoismo
    3. Bars
Dire Straits, Romeo & Juliet
Gelosia




1.    GOODBYE

(James Blunt, Goodbye My Lover)
Did I disappoint you or let you down?
Should I be feeling guilty or let the judges frown?
[…]
Yes I saw you were blinded and I knew I had won
So I took what's mine by eternal right
Took your soul out into the night
[…]
I've kissed your lips and held your hand
Shared your dreams and shared your bed
I know you well, I know your smell

So che forse questo non è il modo migliore per farlo.
Presentarmi dal nulla davanti a casa sua dopo mesi che non ci vedevamo, dopo che l’ho lasciata per proteggerla da qualcosa che è più grande anche di me, dopo che le ho mentito unicamente pensando di fare il suo bene. Sono davanti alla porta di casa di Bella e aspetto che lei esca da un momento all’altro, perché l’ho sentita trafficare dietro la porta ed ho riconosciuto ogni suo piccolo rumore: i passi leggeri giù per le scale, lo strofinio sulla sua pelle della felpa che sta mettendo per ripararsi da uno dei freschi pomeriggi di Forks, lei che cerca le chiavi nella borsa e ci mette un po’ troppo a trovarle, sbuffando.
È sempre lei, Bella. La mia Bella. Bella che ancora non lo sa, ma tra poco sarò di nuovo suo. Non appena aprirà questa porta.
Sospiro piano, per non farmi sentire da lei ed è proprio allora che lo percepisco: un odore caldo e pungente che mi penetra nelle narici e mi costringe a fare una smorfia di disgusto, quasi a digrignare i denti di riflesso.
Puzza di cane.

Non ho bisogno di voltarmi per sapere che si tratta di Jacob, l’amico lupo della mia Bella.
Non voglio voltarmi e dargli così la soddisfazione di pensare che mi interessi qualcosa di lui. Non ho intenzione di parlargli o di permettergli di rovinare questo momento.
Un giorno, se mai dovesse passarmi un po’ questa voglia che ho sempre di ucciderlo, potrei addirittura ringraziarlo per quello che ha fatto per Bella. Perché, in effetti, l’ha salvata… e non parlo solo di questa volta, né solo di scogli e mari in burrasca.
Il solo pensiero mi fa digrignare ancora di più i denti, tanto che non so più se riuscirò a trattenermi.
Maledetto licantropo.
Deve esserla venuta a prendere; in parte nascosti dal suo odore fastidioso, sento anche quelli meno irritanti di benzina, pelle, gomma calda e metallo. Deve essere venuto con quel patetico rottame che si è costruito da solo. Già, conosco anche questo simpatico dettaglio; d’altra parte ho dovuto sorvegliare Bella almeno un po’ attraverso Alice, quando ero via.

Quasi mi fa pena, il lupo.
Sa che lei è mia e che lo sarà sempre, eppure le è stato vicino in tutto questo tempo, sperando che lei potesse mai ritenerlo qualcosa di più di un amico.
Comportandosi non solo da amico, ma da vero e proprio… cane. Poverino.
Io ho le mie colpe, è vero, ma lei mi perdonerà. Perché è così che deve essere. Giusto?

Improvvisamente, anche se questa non è proprio la parola giusta da usare, visto che grazie ai miei sensi di vampiro i secondi mi sembrano secoli, la porta si apre e lei compare davanti a me.
È bella, anche se è persino più pallida del solito, anche se sembra più stanca e stropicciata del solito. Resisto alla fortissima tentazione di passare delicatamente un dito su quegli aloni scuri sotto i suoi occhi, per cercare di mandarli via; mi concentro invece su quello che dovrò dire tra poco.
Lei mi guarda, attonita ma composta ed io sono quasi più stupito di lei nel constatare il suo autocontrollo. Mi aspettavo che urlasse, che piangesse forse, magari che inciampasse per la sorpresa nei suoi stessi piedi, che cercasse di picchiarmi, che mi abbracciasse…
Mi aspettavo di vederla cadere in frantumi tra le mie braccia.
Invece, niente di tutto ciò. La guardo ed il mio cervello si svuota, come non mi era mai successo. Lei, in un modo o nell’altro, è l’unico essere umano e non, vivente e non, che sappia sorprendermi, sempre.
Non appena però il mio cervello smette di contemplarla, i pensieri si fanno spazio nella mia testa vuota come un fiume in piena ed allora so che devo farli in qualche modo uscire, finalmente, per non essere sommerso.
- Ciao, Bella. Sono tornato.
Faccio una breve pausa, durante la quale lei lancia un’occhiata alle mie spalle, forse preoccupata.
Inspiro inutilmente e continuo:
- Ti capisco, non te l’aspettavi e non sai cosa dire. Ma lascia che ti spieghi. Tutto quello che è successo, il fatto che me ne sia andato, dicendo di non amarti più… l’ho fatto solo per il tuo bene. Per proteggerti da me, dalla mia natura, da quello che sono e dal male che potrei farti. Mi dispiace che tu ci sia stata male, non sai quanto… Ma, credimi, sono stato malissimo anch’io. La verità è che non ho mai smesso di amarti, ti ho mentito solo per far sì che riuscissi ad allontanarti da me e a dimenticarti di me. Poi però Alice mi ha detto che ti eri buttata da uno scoglio e nonostante avesse aspettato di avere la certezza che stavi bene prima di dirmelo, mi sono sentito morire, un’altra volta.
Se ora sono qui è perché mi sono reso conto che non posso vivere senza di te. Non posso farlo e non voglio farlo. Non posso nemmeno sopportare il pensiero che tu non faccia più parte del mio mondo. Se sarai disposta a perdonarmi, voglio stare con te per il resto… per tutto il tempo che vorrai. Non ti lascerò più, Bella. Mai più. Io… ti amo.
Mentre le rovescio addosso la verità, fisso il terreno sotto i miei piedi, vorrei sparire, vorrei non essere lì fisicamente davanti a lei; vorrei essere vento, per sussurrarle queste parole di scuse infinite all’orecchio. Vorrei chiederle perdono come si conviene per il male che le ho causato. Vorrei quasi mettermi in ginocchio, se solo riuscissi a muovermi. In ogni caso, so di non essere ancora degno di guardarla. Non mi ha ancora perdonato e non so ancora se lo farà.
Ma so anche che lei è mia e che è così che deve andare, è giusto così.
Siamo legati per l’eternità e questo anche lei deve pur saperlo. O, almeno, sentirlo.


It may be over but it won't stop there,
I am here for you if you'd only care.
[…]
And as you move on, remember me,
Remember us and all we used to be
I've seen you cry, I've seen you smile
I've watched you sleeping for a while
[…]
And I love you, I swear that's true
I cannot live without you.

Eppure, quando rialzo gli occhi sui suoi, nel suo sguardo si accende una luce.
Quasi indietreggio, per la sorpresa, come colpito da un pugno.
Non l’ho mai vista così e questo mi fa paura. Non ho mai visto i suoi occhi così limpidi e solo ora mi rendo conto che sono diversi perché non sono più pieni di luce.
Ora SONO luce; emanano luce.
Mi dicono che lei forse mi ha già perdonato, ma che non è più questa la cosa importante. Non c’è rabbia, nel suo sguardo e non c’è più nemmeno dolore. Mi aspettavo di trovarla a pezzi e di dover raccogliere i suoi ulteriori minuscoli frammenti da terra dopo che mi avesse rivisto. Invece, non solo mentre parlavo non ha detto una parola; non solo è stata dritta in piedi davanti a me per tutto il tempo, come per affrontarmi. Adesso, le sue labbra si stanno schiudendo in un sorriso strano, che mi spiazza e mi confonde ancora di più.
Profondamente stranito, come non sono abituato ad essere da secoli, faccio una breve pausa e riprendo il fiato di cui non ho bisogno. Poi, dico a voce bassa, incerto:
- Bella. Ti sto offrendo tutto il mio cuore, stavolta.
Bella mi guarda con quel suo sorriso nuovo che mi spaventa tanto. Poi, dice solo:
- Scusami, ma non ho più bisogno di un cuore intero.
Apro la bocca per chiederle cosa sta dicendo, cosa significa quella frase, se vuol dire che non mi vuole più, se non mi ama più, se non mi vuole, se è una ripicca, se mi ha perdonato, se lo farà mai, se sa che il nostro è un legame eterno, se si rende conto di quello che è successo e… perché.
Cerco di capire se mi stia lasciando e sto ancora cercando di capacitarmi di come questo possa essere vero, quando lei si muove.
Senza dire altro, mi supera, sfiorando la mia spalla senza toccarla e va veloce verso quel cancello che quando me ne sono andato mesi fa non c’era ancora, il cancello che ora circonda casa sua e che adesso sento chiudersi alle mie spalle. Ancora immobile, non riesco ad impedire ai miei sensi sovrasviluppati di sentire la portiera della macchina del cane aprirsi e poi sbattere poco dopo, quando si richiude alle spalle di lei.
Non l’ho guardata andare via da me, ma l’ho sentita: tutto quello che mi ha lasciato è la scia del suo profumo, che sta già velocemente svanendo.
E, mentre la sento scivolare via dalle mie dita per la seconda volta in pochi giorni, sapendo però che stavolta è per davvero, affonda in me la convinzione eterna e lancinante che lei sia l’unica per me.

Goodbye my lover,
You have been the one for me.
 




   
 
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