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Autore: Shona    22/06/2010    17 recensioni
VI° classificata e partecipante al concorso "Colonne sonore dei film d'animazione Disney" indetto da Harriet sul forum di EFP.
Quando l'amore ti volta le spalle... è il momento di prenderlo a calci nel culo!
Dalla storia:
Quanto tempo fa avevo pensato che in fondo l’amore non è poi questa gran fregatura?
Ecco, mi rimangio tutto: L’amore è una grandissima e fottutissima fregatura.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jacob Black, Leah Clearweater | Coppie: Jacob/Leah
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Titolo: Ti Vada o No
Rating:
Giallo
Genere:
Romantico, Commedia
Personaggi:
Jacob Black, Leah Clearwater
Avvertimenti: AU, OOC, One-Shot
Canzone Scelta: Ti Vada o No – Hercules
NdA: Salve a tutti miei cari! Finalmente mi appresto a postare questa storia che stagna nel mio pc da quasi due mesi ù_ù Devo dire che la amo (come ogni mia storia in effetti XD) forse più delle altre. È la prima JakeXLeah che scrivo e adoro questo paring che è così poco considerato. La storia partecipa al concorso “Colonne sonore dei film d'animazione Disney” indetto da Harriet sul forum di EFP.
La traccia che ci è stato chiesto di seguire è la seguente: scrivere una storia ispirata a una canzone tratta da una colonna sonora di un film d'animazione Disney. 
Come scritto prima la canzone che ho scelto è “Ti vada o no” di Hercules. Potrebbe risultare forse banale come scelta, ma è una canzone che ho sempre amato e spero di essere riuscita a fare un buon lavoro. Non so bene come mi sia uscito fuori il pezzo in cui uso la canzone, in effetti potrebbe risultare un po’ sciocco =P
Buona lettura!
NdA2: Un Grazie speciale a tutte coloro che mi hanno sOpportato nella stesura di questa storia! Un bacio a tutte voi bimbe X3

 
  JakeXLeah
                                                                                                            Image by Miky loves Yuu


 
 
Lasciata.
L’unica spiegazione? “Ho avuto un colpo di fulmine.”
Che ti prendesse in testa il fulmine!
Dopo tre anni, e dico TRE, sono stata piantata in tronco da quello che consideravo il mio vero amore.
Sì, credevo anch’io nel principe azzurro… fino a una settimana fa quando il mio ragazzo, ex-ragazzo, si è presentato alla mia porta con la sua nuova fiamma.
“Leah, tu sai che ti ho amato veramente per tutto il tempo che siamo stati insieme, ma è stato più forte di me. Sai che al cuor non si comanda.”
Se sperava di vedermi urlare e strapparmi i capelli davanti a quella stronza di mia cugina, ebbene sì, il mio carissimo ex si è messo con mia cugina, si sbagliava di grosso.
Mi sono limitata a guardarlo dritto negli occhi, ho spostato lo sguardo su mia cugina Emily, sono ritornata a guardare il maledetto Sam e poi gli ho chiuso la porta in faccia augurandogli tanti auguri e figli maschi.
Il fatto che io ora sia in palestra a trucidare di cazzotti il sacco per la box è dovuto solo al mio nuovo programma di allenamento.
Faccio box? Assolutamente no. Ma se un giorno mi dovessi ritrovare Sam davanti saprei bene come rispondergli.
<< Ehi campionessa, così rischi di romperti qualcosa! >> Due mani grandi quasi il doppio delle mie fermano il sacco che, impazzito dai colpi, ondeggiava pericolosamente.
<< Jacob non rompere! >> Sferro un colpo vicino alla sua mano facendolo indietreggiare.
<< Come sei acida! >> Sbuffando se ne torna dai suoi amici a fare pesi sulla panca.
La palestra della riserva di La Push è l’unica decente nel raggio di trenta miglia. A Forks, la città più vicina, ce ne sono alcune, ma sono per lo più frequentate da signore che preferiscono praticare lo sport del pettegolezzo che farsi due miglia in cyclette.
I ragazzi che frequentano la palestra li conosco quasi tutti, partendo da quel noioso di Jacob Black. Ci conosciamo da quando siamo nati dato che le nostre madri erano grandi amiche. Dall’asilo nido alle superiori abbiamo frequentato la stessa scuola.
Con lui, inseparabili come un branco di lupi, ci sono Quil Ateara ed Embry Call: “Il piccolo trio infernale”, come sono solita chiamarli.
Ultimamente il mio piccolo fratellino, che ormai di piccolo ha solo il cervello, si è unito a loro creando il quartetto dell’apocalisse.
Seth ha diciotto anni e va ancora a scuola, innamorato perso della sua Angela. Quando non è con lei è con i tre ragazzi che ora stanno facendo gli spavaldi di fronte alle tre ragazze che sono appena entrate.
Povero il mio fratellino, non sa che l’amore è solo una grande fregatura.
Colpisco più forte che posso il sacco rosso davanti a me facendomi male al polso.
Non solo l’amore è una gran fregatura, ma è pure deleterio per la salute!
La felicità che vedo nel suo sguardo quando lo posa su Angela sono certa che non potrà durare per sempre.
In fondo in un modo o nell’altro l’amore finisce. Sempre.
Lo vedo negli occhi spenti di mia madre che non riesce a perdonare nostro padre per essersene andato all’altro mondo prima di lei.
Lo vedo negli occhi di Billy Black che condivide lo stesso dolore di mamma.
Lo vedo negli occhi di Charlie Swan e di sua figlia Isabella per la separazione che Renèe ha imposto loro senza stare tanto a discutere.
Perché innamorarsi se poi si finisce sempre per soffrire?
<< Ehi Lee-Lee! >> Parlando del diavolo…
Isabella Swan, Bella per gli amici, mi saluta agitando una mano.
Dietro di lei Alice Cullen e Rosalie Hale fanno la loro porca figura in shorts e canottiera.
Sono tutte e tre troppo belle per essere vere.
Una diversa dall’altra. Una bionda, una castana, una mora. Una alta, una bassa, una minuscola. Una dal fisico perfetto, una dal fisico formoso e una dal fisico minuto. Occhi blu, occhi castani e occhi verdi.
Come distruggere l’autostima di una donna in tre secondi o poco meno.
Isabella la conosco quasi da quanto conosco Jake; i nostri padri, da quando sono ragazzi, andavano a pesca insieme e spesso ci ritrovavamo a casa mia aspettando il loro ritorno.
Così come Jacob è un povero imbecille, Bella ha una mente fine e al limite del geniale.
È praticamente perfetta se non fosse per il suo piccolo problema.
Il tempo di sbattere le ciglia e Isabella scompare dalla mia vista ma un “Ahi ahi” mi fa abbassare lo sguardo sulla mia amica col sedere a terra.
Dicevo? Ah sì, il suo piccolo problema. Ha l’equilibrio di un gatto a cui sono state tagliate le vibrisse.
Rosalie, la bionda che fa concorrenza alla modella più pagata di questo universo, la soccorre rimettendola in piedi.
<< Bella, possibile che non riesci a fare due passi di fila senza cadere? >> Mi slaccio i guanti massaggiandomi il polso.
<< Scusa, Leah! >> Mi guarda mortificata come se mi avesse appena insultata.
Forse dovrei dire che Bella ha due difetti: oltre la sua sbadataggine è anche la persona più innocente di questo mondo.
<< Non devi scusarti. Non hai fatto nulla di male. >> Mi avvicino cercando di sorridere, anche se negli ultimi giorni penso di essermi dimenticata come si fa.
<< Ecco, lo sapevo! Ti sei fatta male, vero zuccona? >> A passo marziale Jacob ci viene in contro sbraitando.
<< Jake, eclissati se non vuoi che ti usi al posto del sacco! >> Come nostro solito ci ringhiamo contro guardandoci negli occhi, solo che negli ultimi anni ho dovuto iniziare al alzare la testa per poterlo guardare dritto in faccia.
Non è più il ragazzino che obbligavo a giocare con le pentole di plastica colorate.
<< Sei la solita testarda! Perché non mi ascolti mai quando ti dico qualcosa?! >> Esasperato se ne torna per l’ennesima volta dai suoi compari che ridono come due iene.
Di solito i nostri litigi durano molto più a lungo, certe volte per delle ore intere, ma da quando il maledetto mi ha lasciato persino Jacob mi tratta coi guanti.
Vorrei tanto potergli urlare “Ehi, mi hanno solo lasciata! Non mi hanno investito con un tir!” ma tanto so che non cambierebbe nulla, anzi. Forse rischierei di scatenare la terza guerra mondiale.
<< Uffa! Ma non sono ancora arrivati?! >> La piccola Alice, minuta per quanto iperattiva, saltella nervosa tirandomi per un braccio.
Alice si è trasferita da poco in città, ma già da subito è riuscita a conquistarsi le simpatie della bella Rosalie e di Isabella.
Io c’ho messo più di un anno anche solo per riuscire a farmi sorridere dalla signora dei ghiacci e lei in quattro e quattr’otto si è accaparrata un posto sul podio.
Ovviamente al primo posto c’è il suo inseparabile “Emmie Pooh” col quale è fidanzata da quando io ho memoria.
E considerando che ci conosciamo da quando andavamo alle medie direi che è davvero molto tempo.
Ecco un’altra coppia immersa nell’illusione dell’amore perfetto.
Mi chiedo quanto ci metteranno a lasciarsi. Magari lui la tradirà o lei troverà di meglio in uno dei suoi viaggi di lavoro come modella. Cosa aspettarsi di più da Rose se non un impiego come modella?!
<< Allora? Non sono nemmeno passati? >> Il delizioso broncio sulle labbra della piccola Cullen è un’arma di distruzione di massa peggio dell’equilibrio precario di Isabella.
<< E’ ancora presto Alice, sono appena le due. >> Sospiro cercando di scrollarmela di dosso.
Mi sono affezionata a lei, ma è appiccicosa come un cucciolo di Labrador ancora da svezzare.
Quelli che tanto sta aspettando non sono altri che Emmett McCarty, sì proprio “Emmie Pooh”, Edward Cullen, suo cugino, e Jasper Withlock.
Innamorata persa di quest’ultimo, sono almeno due mesi che ogni giorno viene in palestra solo per vederlo.
Ora mi chiedo… visto che è tanto amico di tuo cugino e di quell’orso del fidanzato della tua amica, perché non vai a stressare loro invece che me?!
Che peccato ho commesso per essere bersagliata dai suoi sbuffi e dai suoi lamenti? Solo perché vengo in palestra un giorno si e l’altro pure non vuol dire che sia pappa e ciccia col terzetto del demonio versione 2.0.
Bella ride della mia espressione, ma anche lei avrebbe solo da stare zitta visto che sbava dietro a Cullen da quando l’ha visto la prima volta alle elementari.
Dio, sono circondata da idioti innamorati!
Mi manca solo di vedere Quil ed Embry che si baciano e poi abbiamo fatto l’enplein.
Mancherebbe solo Jacob, ma chi vuoi che se lo pigli uno del genere?
Lascio le tre ragazze alle cyclette e, mentre mi infilo le cuffie dell’i-pod nelle orecchie, imposto la velocità del tapis roulant.
La musica mi accompagna mentre corro a occhi chiusi.
Le immagini di me e Sam mi affollano la mente. Lui che mi sorride, lui che mi accarezza, lui che mi bacia… perché ogni parola di queste maledette canzoni mi ricorda lui?
Non so per quanto ho corso, so solo che appena il tappeto smette di scorrere sotto i miei piedi mi fermo col fiatone come se avessi fatto la maratona di New York.
Con le mani appoggiate al sostegno e la testa china, cerco di rimandare indietro le lacrime che mi offuscano gli occhi. Prendo dei grandi respiri con l’unico effetto di stare quasi per singhiozzare.
Ottimo, mi manca solo di mettermi a piangere davanti a tutti e poi si che sarà una splendida giornata!
Sono riuscita a resistere fin’ora, perché proprio adesso queste maledette lacrime hanno deciso di uscire?
Boccheggio in cerca d’aria quando la gola mi si chiude e un singhiozzo rischia di sopraffarmi.
Cazzo!
Che dolore al petto, mi sembra che mi stia per scoppiare il cuore da quanto batte veloce.
<< Leah, non puoi monopolizzare quell’affare per tutto il giorno! Vedi di andare a correre fuori se ne hai tanta voglia! >> La voce annoiata di Jacob mi fa girare di scatto verso di lui, ma tutto quello che riesco a vedere è il verde della sua salvietta che mi tira addosso.
La tengo ferma sul viso per non farmi vedere mentre le lacrime iniziano a scendere.
<< Quanto rompi! È tutto tuo! >> Scendo dal “tapiro”, come lo chiamavamo da bambini, e passandogli accanto per uscire gli sussurro un “Grazie” che sono certa abbia sentito data la pacca sul sedere che mi rifila.
 
Fuori, nell’aria fresca di fine primavera mi lascio andare. Nascosta dagli alberi al limitare della foresta piango tutte le lacrime che posso urlando, stringendo i denti intorno alla stoffa spugnosa.
<< Maledetto, maledetto, maledetto! Ti odio! Ti Odio! TI ODIO! Ti detesto per avermi resa così debole! >> Mi appoggio con la schiena ad un albero scivolando seduta sull’erba.
Perché ha dovuto umiliarmi così? Non è passato nemmeno un giorno che già giravano per la riserva e per la città abbracciati scambiandosi sguardi e baci pieni d’amore.
Ma tanto finirà anche per loro. Niente è per sempre e questo me lo hanno insegnato proprio loro, due delle persone che amavo di più al mondo.
Tutti i “Faccio tardi a lavoro”, “Stasera sono stanco, ci vediamo domani magari” e i “Ma no, tranquilla! Starò via solo una notte per la riunione” mi si rinfacciano facendomi singhiozzare come mai, nemmeno da bambina nascosta sotto le coperte per paura dei tuoni, mi è successo.
Un braccio caldo mi si poggia sulle spalle e un petto grande e confortevole accoglie tutte le mie lacrime.
Jacob mi stringe a sé abbracciandomi forte. Mi aggrappo a lui come se fosse la mia unica certezza.
Ed infondo è quello che è.
Lui è l’unico che mi conosce veramente. I pregi e difetti, i successi e gli sbagli. Sa tutto di me e continua a starmi vicino.
<< Perché Jake? Perché ha dovuto umiliarmi così? Non poteva lasciarmi subito invece di tradirmi per tutto questo tempo? >> Un singhiozzo più forte degli altri mi fa balbettare le ultime parole.
Più patetica di così non potrei essere.
<< E’ solo un idiota. Se vuoi vado a casa sua e lo pesto a sangue! Non lo riconoscerai nemmeno quando avrò finito con lui. >> Il solito Jacob. Riesce sempre a calmarmi con le sue stronzate.
Una piccola risata si alterna ai singhiozzi facendomi calmare; le lacrime stanno lentamente smettendo di scendere.
<< L’amore fa schifo. >> Sbuffo asciugandomi le ultime lacrime con la sua maglietta ormai rovinata.
<< Già… guarda come ha ridotto la mia povera maglietta! >>Mi scompiglia i capelli alzandosi. Mi tende una mano per aiutarmi a fare lo stesso, ma testarda come sono mi alzo con le mie forze sbattendogli l’asciugamano in faccia.
<< Andiamo sbarbatello! >> Lo spingo verso la palestra facendolo quasi inciampare nei suoi stessi piedi.
<< Smetterai mai di rinfacciarmi gli otto giorni che hai più di me? >> Un passo dopo l’altro s’incammina mentre continuo a spingerlo con le mani aperte sulle sua schiena.
<< Scordatelo, marmocchio! >>
Grazie Jake.
 
Un mese è passato.
Un mese di ulcera allo stomaco e di esaurimento nervoso a vedere tutte le coppiette felici intorno a me.
Rosalie ed Emmett, come sempre, si lasciano andare in effusioni che di casto non hanno nulla.
Jasper e Alice, che finalmente si è decisa a presentarsi, flirtano come due pavoni nella stagione degli amori.
Seth e Angela si sussurrano cose che preferisco non sentire.
Embry e Quil, come due emeriti idioti, continuano a prendere per culo gli altri a tal punto che sospetto che tra poco si scopriranno gay.
Bella segue Edward come un cagnolino mentre lui le spiega una parte della lezione che ha saltato all’università perché è dovuta stare in infermeria a causa di una caduta; una delle tante, oserei aggiungere.
E io? Io mi mangio il fegato vedendoli. Li invidio.
Siamo a First Beach, la spiaggia della riserva. Il bel tempo ci ha concesso una giornata calda e soleggiata e io ne ho approfittato per prendere un po’ di sole.
Nonostante la mia carnagione scura, tipica di noi Quileute, mi piace farmi accarezzare dai caldi raggi del sole.
Col mio bikini bianco e gli occhiali da sole calati mi godo questo momento di pace.
Il Maledetto sta lentamente uscendo dai miei pensieri; anzi, lo sto proprio cacciando a pedate nel culo come avrei dovuto fare quando si è presentato davanti alla mia porta un paio di settimane fa…
“Leah, non riesco a vederti così, vorrei poter fare qualcosa per vederti di nuovo sorridere.”
A quelle parole, a quello sguardo amareggiato, non ho saputo cosa rispondere.
Per fortuna Jake è venuto in mio soccorso lasciandogli come ricordo uno zigomo viola. Ha sempre avuto un destro micidiale il mio Jake.
Mio… da dove mi è uscito mio?
Ci manca solo che mi infatui del mio amico e poi siamo a cavallo.
Sbircio da sopra gli occhiali quello che ho sempre considerato un fratello giocare in acqua con i nostri amici.
Ai miei occhi è sempre stato lo stesso con i suoi occhi neri sempre allegri e il sorriso stampato sulla faccia.
È sempre stato più basso di me fino a che improvvisamente non è cresciuto tutto d’un colpo arrivando al metro e novanta che si ritrova adesso.
Nonostante sia alta per essere una donna devo alzare la testa per guardarlo negli occhi, come è successo in palestra quando sono scoppiata a piangere come una ragazzina.
A proposito di palestra… da quando si è iscritto anche lui sembra che i suoi muscoli abbiano scoperto di esistere.
Ha sempre avuto un bel fisico asciutto, ma ora… cavolo, con un corpo del genere fa sesso anche a me!
<< Bel culo, eh? >>
<< Già… >> Oddio!
Col cuore in gola, dopo essermi resa conto di stare effettivamente puntando un po’ troppo lo sguardo sul fondoschiena di Jake, mi giro trovandomi le tette di Rose ad una spanna dal naso.
Appoggiata con un braccio allo schienale della mia sdraio mi guarda con un sorrisetto accattivante che le piega le labbra.
<< Rosalie, accidenti a te! Mi hai fatto prendere un colpo! >> Mi tolgo gli occhiali trucidandola con lo sguardo.
<< So io da chi lo vorresti prendere un colpo… magari anche due! >> Ridendo si alza ravvivandosi i lunghi capelli dietro le spalle.
Mi serve un momento per capire cosa ha appena detto.
Io… Jake… CHE COSA?
Una cosa del genere non la sognerei nemmeno nei miei sogni più perversi e lei tranquilla se la ride.
<< Tu stai fuori! >> Stizzita mi alzo lanciandole gli occhiali da sole dietro.
Sbattendo i piedi a terra vado verso il bagnasciuga per fare una passeggiata e cercare di calmarmi.
Bionda psicopatica!
Sbuffando tiro un calcio ad un sasso tondo che l’ultima onda ha portato con sé.
Con tutto quello che ho patito per quell’essere schifoso del mio ex ci manca solo che mi prenda una cotta per Jacob.
Dopo vent’anni che ci conosciamo non è possibile una cosa del genere! È assolutamente assurda come cosa!
<< Che nervi! >> Braccia lungo i fianchi e pugni stretti tiro un altro calcio al povero sasso facendomi male all’alluce.
<< Ma porc… >> Mi massaggio il piede con una mano saltellando come un’idiota, che è esattamente quello che mi sento di essere adesso.
<< Lee-Lee, ma che stai facendo? >> Un’ombra mi scherma gli occhi dal sole e il petto muscoloso di Jake, per non dire altro, mi si para davanti al viso.
Mi tiro su di scatto sentendo le guance arrossarsi.
Maledetta Rosalie! Accidenti a lei ed ai suoi discorsi senza senso!
Con le mani sui fianchi e un sopracciglio alzato mi guarda incuriosito.
Tutto bagnato, coi capelli neri e corti pieni di goccioline d’acqua che gli scendono sul collo, è una cosa che non riesco a spiegare.
Nota per Leah: Cucire la bocca alla bionda psicolabile!
<< Allora? >> Mi chiede facendomi cadere dalle nuvole.
Dannazione!
Mi sono incantata a guardarlo e non ho sentito una sola parola che ha detto.
Ok Leah, adesso prendi un bel respiro perché è solo Jacob… in costume e tutto bagnato, ma è sempre il solito Jake.
<< Mmh? >> Ottima risposta a qualsiasi domanda.
<< Leah, ma stai bene? Non è che hai preso un colpo di calore? >> Mi si avvicina prendendomi il viso fra le mani. Le sue mani fresche e umide e mi danno un po’ di sollievo sulle guance in fiamme.
Poggia le labbra sulla mia fronte e io mi ritrovo con il viso direttamente sui suoi pettorali scolpiti.
<< Beh effettivamente sei un po’ calda… >> Si allontana guardandomi preoccupato.
<< Jake, è ovvio che sono un po’ calda! Ho preso il sole fino a cinque minuti fa! >>
Accidenti a Rosalie! L’ho già detto altre cinquanta volte? Pace!
Mi sono lasciata condizionare troppo dalle sue stupide battute.
<< Mi lasci la testa? Sai, mi serve ancora. >> Gli scosto in malo modo le mani dal viso riprendendo a camminare.
<< Sei acida come uno yogurt andato a male! >> Mi trotterella dietro sbuffando.
<< Sei diventato noioso con queste battute scontate. >> Aumento il passo per cercare di togliermelo di torno; con i pensieri assurdi che mi sono venuti in testa meno lo vedo meglio è.
<< Le preferisci a prezzo pieno? >> Con due passi mi è di nuovo al fianco.
<< Tieniti le freddure per le ragazzine che abbordi al bar. >> Mi fa il verso gesticolando con le mani.
E io cosa dovrei farci con questo bambinone troppo cresciuto?
Scuoto il capo sconsolata. La sua immaturità non ha confini.
 
Il tempo ha deciso di riprendere a scorrere in un modo decente.
Adesso i giorni mi sembrano giorni, le settimane settimane e i mesi sono di nuovo mesi.
L’amore che un tempo provavo così forte e sicuro per Sam si è andato a rintanare in un angolo sperduto del mio cuore smettendo di farmi soffrire come un cane o essere invidiosa di tutti i miei amici.
Già sono acida di mio, dopo che il signorino ha levato le tende mi sono resa conto da sola di essere diventata insopportabile.
Adesso siamo in piena estate e la mia convinzione che l’amore fa schifo non è ancora passata.
Ok, forse all’inizio ho esagerato dicendo che tutto ha una fine.
C’è anche chi ha deciso di iniziare qualcosa e spero per loro che tutto vada per il meglio.
Di chi sto parlando?
Di Bella e Edward: I due tonti si piacciono da quando erano alti meno di un metro e finalmente si sono dichiarati.
È stata un po’ una sorpresa per tutti il fatto che Edward fosse innamorato follemente di Bella, ma ad ognuno il suo.
Io continuo col mio voto di nubilato: niente più uomini nella mia vita che non siano zii, nipoti e fratelli.
Di ritorno dal lavoro canticchio una canzone che passa alla radio; “L’estate più calda di tutti i tempi”, dicono i telegiornali.
Lo credo bene! Ci sono quaranta gradi all’ombra ed anche la freddolosa Isabella si è spogliata fino a ritrovarsi in gonna e canottiera.
Per colpa dell’aria condizionata che si è rotta in ufficio ci hanno rispedito tutti quanti a casa; persino l’avvocato Rogers è stato sopraffatto dal caldo opprimente.
Meglio per me! Una giornata di vacanze pagata in più.
Essere la segretaria di un bravo avvocato certe volte è snervante, soprattutto quando il suddetto perde una causa; per fortuna non capita spesso.
La mia è l’unica macchina in giro a quest’ora, ed è una vera goduria guidare per una strada sgombra… Se non fosse per il fumo nero che inizia ad uscire dal cofano.
Presa dal panico accosto sul ciglio della strada schizzando terra e sassolini da tutte le parti.
Spengo il motore e scappo fuori dalla macchina, non prima di aver tirato la leva per aprire il cofano.
Tolgo il fermo aprendolo del tutto; una nuvola di fumo mi investe facendomi tossire e lasciare la presa sul cofano che si richiude di botto con un tonfo assordante.
Perfetto. Rompere la macchina in una strada deserta era la cosa che più speravo mi succedesse a mezzogiorno!
Cerco di riaprirlo con scarsi risultati.
Imprecando in tutte le lingue che conosco, e ne conosco tante, frugo in borsa in cerca del cellulare.
Dopo tre interminabili squilli, dall’altra parte si decidono finalmente a rispondere.
<< Autofficina Black, buon giorno. >> Mi dice una voce seria e professionale.
Ok, chi è questo che ha risposto?
<< Sono Leah Clearwater, cercavo Jacob. >> Dico cercando di riacquistare la calma, che la mia maledetta macchina mi ha fatto perdere.
<< Che fai Lee-Lee, non mi riconosci al telefono? >> Una risata allegra mi arriva dall’altoparlante del mio cellulare.
Associare la voce assolutamente da telefono hard di prima alla faccia di Jake mi è impossibile, eppure è così.
<< Ehm… no, cioè si. Uffa, senti mi si è rotta la macchina. >> Tiro un calcio alla ruota della traditrice.
Un momento di silenzio credo sia di dovere, ma la risata che subito dopo mi spacca i timpani un po’ meno.
<< Lo trovi tanto divertente?! >> Non riesco nemmeno più ad arrabbiarmi adesso.
Sono solo sconsolata dal fatto che per riparare la macchina il fondo per le vacanze si prosciugherà definitivamente.
<< Assolutamente! “Non metterai mai mano alla mia macchina, meccanico da strapazzo!” >> Con una mia pessima imitazione mi rinfaccia quello che gli ho detto non appena ho comprato l’infido mezzo.
<< Devo chiamare qualcun altro o sua maestà “culo peso” mi viene a prendere col suo fottuto carro attrezzi? >> Ecco che la rabbia ritorna a fare da padrona, ora si che mi riconosco.
<< Dimmi solo dove sei che parto subito. >> Me lo immagino ad asciugarsi le lacrime per le troppe risate.
Gli indico la strada mandandolo a farsi fottere invece di salutarlo.
Dopo nemmeno un quarto d’ora sono seduta sul sedile del passeggero del rimorchio di Jake aspettando che attacchi la mia macchina.
<< Non posso esserne sicuro senza guardare, ma… penso proprio che ti sei giocata il radiatore. >> Tutto tranquillo si mette al posto di guida e avvia il motore.
<< E’ come se mi avessi detto che mi è morto il gatto col sorriso sulle labbra; hai un tatto unico, Jakie. >> Incrocio le braccia al petto sprofondando nel sedile.
<< Saranno dieci anni che non mi chiami più così. >> Il silenzio è smorzato solo dal rumore dell’aria condizionata.
<< Stai bene col tailleur. >> Lo guardo di sottecchi; ha una guancia sporca di grasso ma vedo benissimo che è un po’ arrossito.
Troppo presa dall’incazzatura per la macchina non avevo fatto caso a come è vestito: la tuta blu da meccanico, che mille volte gli ho visto indossare , è abbassata fino ai fianchi e legata in vita lasciandogli il petto coperto solo da una fine canottiera che un tempo è stata bianca.
<< Tu sembri appena uscito da un film porno. >> Ghigno mentre lui mi guarda scandalizzato.
<< Non credevo che ti piacessero certi film, Lee-Lee! >> Stavolta sono io a ritrovarmi con le guance in fiamme e la bocca spalancata.
Una risata forte e allegra riempie l’abitacolo: con il capo piegato all’indietro e gli occhi socchiusi Jacob se la ride della grossa.
Devo ammettere con me stessa che è veramente bello quando ride…
Restiamo in silenzio fino a che non parcheggia davanti alla sua officina.
Spingendo la macchina la sistema dentro il garage e con fatica apre il cofano che si era bloccato.
<< Come avevo detto: radiatore bye bye. Ti si è bloccata la ventola, l’acqua è andata in ebollizione per il troppo calore e il radiatore si è fottuto. >>
<< Sei sempre fine quando parli con una signora. >> Sconsolata guardo quell’ammasso di ferraglia che una volta era il mio radiatore.
<< Non vedo nessuna signora qui. >> Lo fulmino con lo sguardo. << Oh scusa, intendevi te! >> Cerca di trattenersi dal ridere con scarsi risultati.
In piena crisi economica mi lascio andare sulla sedia che Jake mette a disposizione dei clienti.
<< Quanto mi verrà a costare questo scherzetto? >> Appoggio i gomiti sulle ginocchia sostenendomi il viso con le mani: l’immagine della disperazione.
Accosciato davanti al muso della macchina si gira per guardarmi; con un sopracciglio alzato e una chiave inglese in mano mi guarda pensieroso.
<< Non pensavo fossi il tipo da autoreggenti e mutandine di pizzo. >> Sgrano gli occhi mentre lui si avvicina alle mie gambe aperte.
Sono veramente un’idiota di prim’ordine; mi sono dimenticata di avere la gonna e tranquillamente mi sono seduta come al solito con le gambe semi spalancate.
<< Bel colore. >> Chiudo le gambe di botto quasi dandogli una ginocchiata sul naso per quanto si è avvicinato.
<< Sei un porco, Jake! >> Mi alzo uscendo fuori dal garage climatizzato.
Il caldo mi colpisce in pieno mentre Jacob ridendo mi urla:
<< Non c’era bisogno di andarsene sculettando! Che hai un culo da favola lo sapevo già! >> Rossa, non solo per il caldo, gli grido un “Fottiti!” che penso si sia sentito fino a Forks.
<< Quando vuoi! A tua disposizione! >> La sua risata mi accompagna mentre mi avvio verso casa sua per salutare Billy.
Per fortuna l’officina è a pochi metri dalla piccola casa che Jacob divide con suo padre.
A causa del diabete Billy ha perso l’uso delle gambe ed ora è costretto su una sedia a rotelle; Jacob lo aiuta come può e, con la sua pensione e il lavoro che non manca mai, riescono a andare avanti più che bene.
Apro la zanzariera e la porta sul retro entrando in cucina.
<< Billy, sono Leah. >> Mi risponde dal salotto chiedendomi di raggiungerlo.
<< Bambina, da quanto tempo che non viene a trovare questo vecchio storpio! >> Con il sorriso che mi ha sempre riservato mi accoglie a braccia aperte.
<< Non dire così, per favore. >> Ricambio l’abbraccio per poi sedermi sul divano.
<< Che ci fai da queste parti? Se cerchi Jake è ancora a lavoro. >>
<< Già… >> Le stupide battute e l’imbarazzo di prima mi tornano addosso facendomi scendere un brivido lungo la schiena.
<< Mi si è rotta la macchina. Jacob sta cercando di sistemarla. >> Sbuffando mi lascio andare contro la spalliera del divano.
Quante volte ci siamo addormentati qua sopra guardando qualche vecchio film della Disney…
Sorrido al ricordo del suo sorriso sdentato quando da bambini mi prometteva che mi avrebbe sposato e che saremmo andati a vivere in un castello come quello di Biancaneve o di Cenerentola.
<< Sistemarla sarebbe già tanto! È da resuscitare quel ferrovecchio! >> Ed in tutto il suo splendore ecco a voi Jacob Black mezzo nudo!
La canottiera ora è appoggiata su una spalla e la tuta gli è scesa scoprendo buona parte dei boxer neri.
Pensavo che gli stupidi pensieri che mi erano presi al mare fossero una cosa passeggera e dovuta a Rose… allora perché ora sto pensando a come mi piacerebbe togliergli quello che gli rimane dei vestiti?
Stupido Jacob e stupide le sue frecciatine.
<< Jake! Ti sembra il modo di presentarti questo?! >> Billy si muove verso di lui aggirando il tavolo e, una volta arrivatogli vicino, gli tira un cazzotto nella pancia senza troppa forza.
<< Eddai pà, è solo Leah! >>
Non so perché ma questa frase, detta con così tanta leggerezza, mi da una noia infinita.
Solo Leah.
<< Vado a casa. Chiamami appena hai sistemato la macchina. >> Saluto Billy con un bacio sulla guancia senza degnare di uno sguardo lo stupido Jacob.
La porta di casa sbatte alle mie spalle e per l’ennesima volta il caldo mi prende alla gola chiudendomela.
Non abitiamo molto distanti, giusto qualche centinaio di metri.
Gli occhi mi pizzicano da morire, sicuramente il vento mi ci ha tirato un po’ di polvere; alzo lo sguardo sulle fronde degli alberi che, immobili, fanno ombra sul vialetto di casa mia.
Ottimo. Perfetto. Stupendo. Dannazione!
Non posso credere di star veramente piangendo per Jacob Black!
 
Dopo tre giorni di assoluto silenzio Jake mi ha chiamato dicendo che la macchina è tornata alla vita: oggi pomeriggio devo passare a prenderla. Per fortuna, in questi giorni, mia madre mi ha lasciato usare la sua vecchia utilitaria.
Il caldo afoso non si è preso di riposo nemmeno la domenica e io mi ritrovo a camminare sotto al sole cocente di metà agosto.
Le parole di Jake mi hanno ossessionato per tutto il tempo in cui non ci siamo sentiti ed anche al telefono la sua voce seria e professionale mi ha fatto tremare.
Fantastico. Mi sto innamorando di Jake.
Quanto tempo fa avevo pensato che in fondo l’amore non è poi questa gran fregatura?
Ecco, mi rimangio tutto: L’amore è una grandissima e fottutissima fregatura.
E allora perché mi sono messa questa stupida minigonna e questa maglietta che mi copre il seno e poco più?
Sono un’idiota. Cosa mi è saltato in mente?! Nemmeno mi sono resa conto di quello che mi sono messa addosso. Sicuramente è stato per il caldo eccessivo e per non soffrire troppo ho preferito vestirmi leggera.
Arrivata davanti alla saracinesca del garage prendo un respiro profondo e mi tolgo il fastidioso sudore che mi si è formato sopra al labbro.
È il caldo. Ci saranno si e no più di trenta gradi. Mamma mia che caldo.
Mi mando a ‘fanculo da sola mentre tiro su la serranda; lo stanzone è illuminato solo da una luce sotto una macchina dal quale spuntano due gambe seminude.
<< Jake? >> Richiudo la saracinesca per non far entrare altro caldo.
Il condizionatore lavora a ritmo serrato e le levette non fanno altro che muoversi per raffreddare l’aria afosa che è entrata con me.
La luce soffusa mi fa vedere a malapena dove metto i piedi.
Mi avvicino a Jake che sta imprecando contro un bullone che non ne vuole sapere di fare il suo lavoro.
Lo scavalco con una gamba ritrovandomelo sotto. Appoggio le mani al tettuccio della macchina e mi abbasso un po’ per vedere cosa combina.
<< Sei venuta prima. Ti avevo detto alle quat… >> Scivola da sotto la macchina con la tavola a rotelle e si blocca a metà frase.
La lampada lo segue come un docile cagnolino illuminandogli il viso; ha la bocca socchiusa e gli occhi sgranati.
<< Che hai? Lo so che sono arrivata presto ma volevo andare a fare la spesa. >> Non capisco che ha da fare quella faccia.
Gli scoccia così tanto che sia arrivata con mezz’ora d’anticipo? Di solito mi rimprovera sempre che faccio tardi.
<< Leah… >> Inghiotte chiudendo lentamente gli occhi per poi riaprirli. Ha il viso tutto sporco di grasso e con quegli occhioni è adorabile.
<< Mmh? >> Mi abbasso un po’ di più avvicinandomi a lui. I capelli che avevo legato in una coda mi scivolano davanti solleticandomi il viso.
Ha il petto nudo e sporco come il viso.
Odio il fatto di aver iniziato a vederlo in modo diverso.
Cavolo, perché deve avere un fisico del genere?!
<< Per quanto adori guadarti sotto la gonna, e ti giuro che ci starei per ore, dovrei alzarmi. >> Che gonna?
Oddio!
Come si può essere così idioti da dimenticarsi di avere una gonna?
Due volte in meno di una settimana. Brava Leah! Mi stringerei la mano da sola.
Ha ragione mamma quando dice che dovrei essere più femminile e smettere di mettere sempre i pantaloni quando non sono a lavoro!
Corro letteralmente via da lui appoggiandomi al bagagliaio della macchina che stava sistemando.
Jake si mette seduto passandosi il dorso della mano sulla fronte e sporcandosi ancora più di prima.
Non avrei mai pensato di poterlo sconvolgere così, in fondo non è successo niente di che.
E allora perché i suoi pantaloni si sono improvvisamente stretti all’altezza del cavallo?
Si schiarisce la voce prima di parlare.
<< Leah, pensi che sia di legno? >> Si alza e con tre lunghi passi mi è davanti.
La luce è rimasta a terra e ci illumina da basso creando strani giochi di luce e ombra su di noi.
<< Non era mia intenzione. Mi sono dimenticata di aver messo la gonna. >> Incrocio le braccia sotto al seno guardandolo negli occhi.
<< E ti sei dimenticata anche il reggiseno a casa e il resto della maglietta nell’armadio? >>
Mi guarda con occhi duri come mai aveva fatto nemmeno durante i nostri litigi.
<< Fa caldo. >> Di certo non mi sono vestita così per lui!
Sbuffa, avanzando di un passo facendomi arretrare e sbattere contro la macchina.
<< Da quanto ci conosciamo? >> Appoggia le mani vicino ai miei fianchi bloccandomi ogni via d’uscita.
<< Da quando siamo nati. Perché? >> Intrappolata fra lui e la macchina mi appoggio comodamente al bagagliaio.
<< Ed in tutto questo tempo non hai pensato, anche solo lontanamente, che da quando hai iniziato ad essere una donna per me è diventato difficile vederti vestita così? O come l’altro giorno, con quella camicia che lasciava molto poco all’immaginazione? >> Mi si avvicina ancora curvando le spalle.
<< Dai Jake, non scherzare. Mi vesto sempre in quel modo per andare a lavoro. >> Alzo la testa per guardarlo meglio negli occhi. Lo sguardo fisso nel suo.
<< Leah, smetti di provocarmi o qui andrà a finire male. Il mio autocontrollo ha un limite e tu stai facendo di tutto per farmelo oltrepassare. >>
Si allontana di scatto dirigendosi alla scrivania con la cassa e tutti i registri. Prende le chiavi della mia macchina e me le lancia.
<< La macchina è qua fuori. Ci vediamo. >> Torna a sdraiarsi sulla tavola scivolando di nuovo sotto la macchina.
Stringo le chiavi in mano facendomi quasi male.
Lentamente cammino fra gli attrezzi cercando di non cadere e, una volta raggiunta la saracinesca, la alzo quel tanto che basta per passare e richiudermela alle spalle.
 
Chiusa in camera ripenso a quello che è successo oggi in officina.
A Jake piace il mio corpo. A me piace il corpo di Jake. A me piace Jake.
Come cazzo ho fatto ad innamorarmi di Jacob?!
Il cellulare vibra sopra il comodino rischiando di cadere visto che lo avevo appoggiato quasi sul bordo.
Lo prendo prima che finisca per terra.
Un messaggio ricevuto.
Un messaggio di Jake.
Lo apro trattenendo il fiato.
“Scusa per oggi. Non so che mi sia preso, ma tu non mi aiuti di certo. Sei troppo importante per me… Non voglio perderti.”
E poi mi chiedo come non ci si possa innamorare di lui?
Odio l’amore. Mi rende idiota.
Mi sento idiota col sorriso sulle labbra.
Mi sento idiota con le guance rosse.
Mi sento idiota col cuore che mi batte forte.
Stupido sentimento voltafaccia.
Ok, sono innamorata di lui. Magari ci mettiamo insieme, ci frequentiamo per un paio di mesi e poi chi s’é visto s’é visto e ognuno per la sua strada. Vent’anni di amicizia buttati nel cesso.
Necessito di supporto morale al più presto.
 
Forse la cosa è un po’ esagerata.
Come mi ci sono ritrovata in camera di Alice Cullen con la faccia coperta da roba colorata, odorosa e appiccicosa?
<< Se esiste un premio per gli ingenui… io l’ho già vinto da tempo. >> Le ragazze mi guardano sconsolate dopo che ho finito di raccontare tutto.
I sentimenti per Sam che se ne sono andati bellamente a farsi fottere. L’attrazione per Jake e quello che ho iniziato a provare dopo che Rose mi ha aperto gli occhi.
<< Ma nessun uomo vale tanto... Di delusioni ne ho avute troppe! >> Dopo aver deciso non c’è altro da dire. Il gioco non vale la candela. Ho paura di perderlo. Ho paura di soffrire ancora.
<< Cosa credi amica, non si può far finta quando tutto parla chiaro... >> Rosalie mi sorride ammiccando. Lei c’ha visto giusto.
<< Ma noi ti leggiamo dentro e anche se lo neghi, sai si vede quanto immenso sia. >> Alice, criptica come al solito, riesce comunque a farsi capire benissimo. È così evidente che sono innamorata di lui?
<< Non so perché… non lo ammetterò mai! >> Mi lego nervosa i capelli in una treccia stringendo più del dovuto l’elastico che mi sega le dita mentre cerco di fargli fare un altro giro.
<< Ti vado o no, l’ami e dillo! >> Persino Bella mi sprona con la faccia tinta di verde.
<< Oh Oh! >> Alice batte allegra le mani con la sua maschera giallina che le si sta solidificando sul naso.
<< Ma è certo che l’amo… e non lo saprà. >> Mi alzo dalla poltrona in cui ero sprofondata e vado verso la finestra. Mi affaccio guardando il nero che ci sovrasta.
Il cielo è coperto dalle nuvole, ma fra queste alcune stelle riescono a farsi vedere.
<< So bene come andrà finire… ed i pensieri miei vanno. >> Mi giro verso le tre ragazze che mi guardano, un po’ tristi.
<< Io sento dentro “Puoi fidarti…”, mentre la testa mia “Non lo fare!” >> Combattuta e indecisa torno alla poltrona buttandomici di peso.
<< Quanto sei curiosa! >> Mi prende in giro Rose mentre si finisce di spalmare la crema bianca sulle guance.
Vorrei ma non vorrei…. Se fosse o se non sarà.
<< Tu nascondi l’evidenza! >> Alice finisce di mettere un bigodino fra i capelli di Bella e mi punta un dito contro. Sbuffo guardandola male.
<< Noi ti conosciamo, non t’arrabbieresti tanto senza una ragione se non fossi tanto presa dall’“eroe”! >> Mima le virgolette sull’ultima parola.
Bella ha lasciato la sua semplice innocenza nella stanza di Edward. Mi sfotte perché sa benissimo che Jake è sempre stato il mio eroe, da quanto all’asilo mi portava i pastelli che volevo, fino alle superiori dove mi difendeva dai tipi troppo insistenti sino a che il suo posto è stato occupato da un bastardo.
<< Non so perché, ma è più forte di me! >> Ormai sono entrata nell’ottica che l’amore fa schifo e, dopo tutto quello che ho passato, anche prima di Sam, non mi è facile pensare che ci possa essere un lieto fine anche per me.
<< Ammettilo, che felice sarai! >> Vorrei tanto che fosse vero. Rosalie la fa tanto facile, lei che a fine anno si sposerà con l’amore della sua vita.
<< Scusatemi, ma non glielo dirò. >> Non per tutti c’è il “per sempre felici e contenti”.
<< Che storie fai?! Tanto glielo dirai! >> Alice mi saltella vicino battendo le mani, già sicura di quello che sarà. Che potrebbe essere.
<< Non lo farò! Io, piuttosto, lo so! >> La sfido con lo sguardo, fulminandola. Di certo non sarà lei a dirmi quello che devo fare.
<< Tanto lo sa già… >> Bella accucciata per terra con le ginocchia al petto mi sorride serena.
Alice e Rosalie mi si avvicinano braccandomi sulla poltrona e iniziando a farmi il solletico cantilenando un “Diglielo! Diglielo!”.
<< Lasciatemi! Tanto nooo… >> Non riesco a resistere al solletico e ridendo cerco di liberarmi.
<< Ti vado o no, l’ami e glielo dirai. >> Nemmeno si fossero messe d’accordo me lo urlano praticamente nelle orecchie e io non riesco più a ribattere sopraffatta dalle risate.
<< Non cederò! >> Ma io l’amo e lo so….
 
Quando finalmente riesco a togliermi dalla faccia quella melma rosa la mia pelle è liscia e profuma di pesca.
Ci siamo fatte maschera, pedicure, manicure e capelli.
Mi sento una Barbie senza il suo Ken nella casa di Malibu.
<< Ehi, Raperonzolo! È arrivato il tuo principe! >> Continuo a limarmi le unghie aspettando che una delle ragazze si alzi urlando il nome del suo amore.
<< Ehi Leah… guarda che dicevo a te. >> Alzo lo sguardo sulle tre che mi si sono parate a ventaglio davanti.
<< Come scusa?! >> La voce mi esce in un soffio.
<< C’è Jacob in giardino. Credo proprio che cerchi te. >> Bella mi mostra il suo cellulare.
Sul display poche parole che mi fanno aumentare i battiti.
“Puoi dire a quella zuccona di accendere il telefono o di scendere? Per Leah: È tutto il giorno che cerco di chiamarti, testona!”
Guardo a bocca aperta il piccolo telefono di Bella.
<< Dobbiamo buttarti giù dalla finestra o scendi da sola? >> Alice, combattiva come sempre, è in posizione da “piccolo generale” con le gambe ben piantate a terra e i pugni sui fianchi.
<< E che gli dico? >> Nel panico. Sono nel panico.
Mi sento una ragazzina dagli ormoni sottosopra.
Ok, ragioniamo.
Punto uno: mi sono resa conto di amare Jake, che conosco da quando sono nata, e vent’anni non sono affatto pochi.
Punto due: nemmeno due giorni fa mi ha fatto intendere, più che bene, che non gli sono indifferente; o per lo meno che il mio corpo non gli dispiace affatto e che io sono importante per lui.
Punto tre: lui adesso è qui sotto ed io non so cosa dirgli!
<< Perché ho l’impressione di essere tornata a quando avevo quindici anni e non sapevo come comportarmi con un ragazzo? >> Mi sembra di essere un leprotto braccato da tre volpi e un lupo.
<< Perché stando con quell’idiota ti sei scordata tutto il divertimento! Adesso scendi e se non sai che dire gli salti addosso e festa finita! >> Bella e Rosalie mi tirano per le braccia facendomi quasi inciampare in Alice che mi stava ancora davanti.
In shorts e canottiera, quelli che uso come pigiama, scendo le scale fino al salotto.
La grande porta a vetri fa vedere tutto il giardino illuminato da piccoli lampioni che formano un viale fino ad un gazebo.
Se fossimo in una favola ora arriverebbe una fata a darmi un vestito fantastico e una carrozza trainata da topini bianchi e, alla fine del sentiero, troverei il mio principe azzurro sul suo cavallo bianco.
Peccato che non abbia un bel vestito e che alla fine del sentiero, che lentamente ho percorso, ci sia Jake appoggiato alla sua moto.
Un principe azzurro moderno?
Pronto, Leah? Dove è finita l’acidona che diceva che l’amore è una gran fregatura?
Eccola qua, sempre presente. Ma se devo soffrire tanto vale essere un po’ felice prima, no?
<< Che ci fai qua, Jake? >> Mi avvicino superando l’ultima fila di lampioncini sfregandomi le braccia nude con le mani.
La luce alle mie spalle è tenue e non riesco a vederlo bene in volto.
Si stacca dalla sua moto venendomi vicino. Indietreggio fino a tornare alla luce e ora posso vederlo in faccia.
Non riesco a capire se è più arrabbiato o triste.
<< Non mi hai risposto. >> Si avvicina ancora, ma stavolta non indietreggio.
<< Non sapevo di essere obbligata a risponderti. >> Dico mettendomi subito sulla difensiva; ma ha ragione, avrei dovuto almeno rispondere con un “ok”.
<< E’ tutto il giorno che ti cerco e ogni volta che pensavo di trovarti sparivi come per magia. Ti fa così tanto schifo il fatto che io possa provare qualcosa per te che non sia semplice amicizia? >>
Forse ho sentito male. Ma da quello che riesco a vedere nello sguardo di Jacob non penso.
Oddio, non può averlo detto!
Mi sento avvampare le guance.
<< Lee-Lee, sono stato in silenzio per tutto questo tempo. Ti ho guardata da lontano, ti sono stato vicino come meglio potevo. Ti ho protetta quando ho potuto, ti ho abbracciato quando volevi piangere senza farti vedere da nessuno. Ho cercato di essere almeno un po’ speciale per te. Ogni volta che litigavamo mi sentivo al di sopra degli altri perché con quegli occhi carichi di passione non guardavi nessun altro; nemmeno Sam ha mai avuto quegli sguardi. Quando ti ha lasciato sei stata forte, non ti sei lasciata abbattere. Hai lottato da sola e io mi sono sentito inutile perché non potevo fare altro che starti vicino, come sempre. >>
Gli occhi mi si velano di lacrime ad ogni parola.
<< Leah… >> Annulla la distanza che ci separa con un unico passo abbracciandomi stretto come solo lui sa fare.
<< Leah, scusa. Non riesco più a starmene in disparte adesso. >> Si scosta quel tanto che basta per accarezzarmi il viso con le sue grandi mani calde.
<< Non ti chiedo niente. Una tua parola e tutto tornerà come prima se vorrai. Ma non posso più tenermi tutto dentro o rischio d’impazzire. >> Appoggia la fronte sulla mia respirando pesantemente.
Allungo le mani sulla sua maglietta stringendo la stoffa fra le dita.
<< Dimmelo. >> Sussurro solamente.
<< Se lo dirò poi non potremo più tornare indietro, lo sai? >> Sorride nervoso e io gli rispondo solamente: << Dimmelo… ti prego. >> Non penso di aver mai detto queste due parole a nessuno e lui lo sa bene.
<< Ti Amo Leah. Da sempre >> Chiude gli occhi sospirando triste.
Cosa starà pensando adesso questo sciocco?
<< Per te va bene se io ti amo solo da un paio di mesi? >> Sorrido della sua espressione sbalordita e, alzandomi sulle punte dei piedi, lo bacio come avrei voluto fare da quella giornata al mare nel quale ho iniziato a capire di amarlo.
Ci mette qualche secondo a capire quello che sta succedendo e quando finalmente ritorna in sé mi stringe fra le braccia sollevandomi.
Mi bacia sorridendo e io non posso fare a meno di ricambiarlo.
Non m’importa se in futuro soffrirò, per ora mi basta essere felice con lui. Per ora.
<< Jake… non farmi soffrire. >> Sussurro quando ci stacchiamo nascondendo il viso sul suo petto.
<< Con quanto c’ho messo a prenderti… non ho nessuna intenzione di perderti. Magari non sarà facile e litigheremo un giorno si e uno no, ma… Ti amo, e non posso farci niente. >>
Non so più se ridere o piangere; le lacrime mi scendono contro la mia volontà e non mi vergogno di piangere di gioia.
Un singhiozzo ci fa voltare verso il piccolo gazebo dove, malamente nascoste, ci sono le nostre tre amiche.
<< Abbiamo dato spettacolo. >> Ride nascondendo il viso fra i miei capelli.
<< Non vorrai lasciarmi con quelle tre matte, vero?! Hai idea di cosa dovrò passare nelle prossime ore?! >> Tremo al solo pensiero del terzo grado che mi aspetta.
Mi sento mancare la terra sotto ai piedi e faccio solo in tempo ad accorgermi di Jake che mi ha presa in braccio mentre corre verso la moto.
<< Spiacente ragazze ma ve la rubo fino a tempo indeterminato! >> Mi mette il casco in testa e mi fa salire dietro di lui.
Alice saltella esaltata battendo le mani e lanciando urletti che di umano hanno ben poco. Rosalie urla raccomandazioni sul fatto che è troppo giovane per diventare zia, mentre Bella si limita a mandarci una bacio soffiato sulla mano.
Mi stringo a lui mentre partiamo per non so dove.
Stasera non voglio pensare a quello che sarà; stasera penserò ad essere felice. Felice col mio Jake.
Perché, mi vada o no, ormai sono fregata!

The End
   
 
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