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Autore: Vaius    23/06/2010    15 recensioni
La mia prima fiction. Si tratta di una introspezione sui sentimenti di Hinata, che si trova a soffrire di insonnia, maledicendo ogni notte la sua impotenza. Nata appunto da un notte insonne.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Notte
LA NOTTE

Sola, nel futon al centro della grande stanza, Hinata faticava a prendere sonno.
Come ogni notte, del resto.
Le ultime notti tranquille risalivano a parecchi anni addietro, quando era ancora una bambina.
L'insonnia era iniziata da quando, durante la notte successiva al giorno del suo terzo compleanno, era stata rapita.
Nulla di particolarmente grave, in realtà.
Suo padre aveva subito individuato l'aggressore, evitando il peggio.
Le prime notti insonni erano state dettate dalla paura, pura e semplice, irrazzionale Paura.
Del resto era ancora troppo piccola per comprendere il perchè quel losco figuro, uno shinobi di alto livello di Kumo, come avrebbe realizzato alcuni anni dopo, si fosse introdotto nella sua camera.
Crescendo, la paura si era trasformata, scomparendo pian piano.
Ormai sapeva di possedere una rara abilità innata molto ambita dai paesi stranieri e, cosa ancora più rara, di non possedere il sigillo atto a impedire il furto o la manomissione della stessa.
Ovviamente questo avrebbe dovuto solo acuire il terrore che provava nella sua infanzia, ma questo sentimento era stato sostituito da uno ancor più opprimente, la disperazione.
Suo padre, nel tempo, aveva trovato nella sorella, di gran lunga più abile e spigliata di lei, una valida sostituta, un efficente pezzo di ricambio, necessario a sostituire l'ingranaggio marcio della nobile famiglia Hyuuga.
Ovvero Lei, l'innetta figlia maggiore.
Ormai non le pesava più la paura di essere rapita, per il semplice fatto che era fermamente convinta di non valere nulla.
La sua vita era ormai dettata da una serie di scelte che quasi non la riguardavano neppure.
Era stata iscritta all'accademia, visto che suo padre non si degnava più di guardarla, figuriamoci se avrebbe mai sprecato il suo prezziosissimo tempo ad allenarla!
Nessuno si era ovviamente chiesto se questa scelta fosse condivisa dalla stessa Hinata, di natura molto più interessata a eseguire composizioni di fiori pressati, che a combattere.
Nonostante tutto, era lì che aveva trovato l'unico raggio di sole che riuscisse a scaldarla, anche se in maniera effimera.
Naruto.
Il ragazzo solo e detestato da tutti, che, nonostante tutto, continuava a seguire il suo nindo, il suo credo.
Guidata, folgorata da quel ragazzo aveva iniziato a seguire un percorso che mai avrebbe detto essere il suo.
Aveva trovato dei compagni, una maestra che credeva in Lei, era riuscita, contro ogni ragionevole aspettativa del suo adorato Padre, a conseguire con successo l'esame per diventare una Chunin.
Nonostante tutto ciò, il sonno non riusciva comunque a giungere.
Passata la paura, rimaneva la disperazione.
Era riuscita a farsi accettare da molte persone, giungendo ad obbiettivi che non avrebbe mai immaginato di raggiungere, nemmeno nei suoi sogni più utopistici.
Ma non era ancora riuscita a farsi notare da Lui.
Per questo passava le sue odiate, interminabili notti, con le mani disperatamente congiunte sul petto, come a cercare di fermare quei battiti impazziti che le risuonavano nel petto.
Notte dopo notte, aspettando un Miracolo.
Perchè lei, innetta e inutile com'era, sicuramente non sarebbe mai riuscita a farsi avanti, non sarebbe mai riuscita a farsi notare...

***
Il colpo era stato devastante.
L'intero villaggio, che la popolazione aveva edificato e fatto prosperare per decenni, era ormai un enorme cumulo di macerie.

Hinata era sopravvissuta solo grazie al provvidenziale aiuto di Katsuyu-sama, l'evocazione del quinto Hokage.
Grazie alla sua provvidenziale protezione molti erano riusciti a sopravvivere, e stavano lentamente riprendendosi.
Altri però non erano stati raggiunti in tempo, o erano morti ben prima che arrivassero i soccorsi.
Fin dai primissimi istanti la ragazza poteva iniziare a percepire il fetore di morte che emanavano i ruderi del villaggio.
Chissà quanti corpi smembrati erano celati, sotto la superficie.
E lei non aveva potuto far nulla, era inutile, come sempre del resto.
L'attacco nemico doveva cadere proprio ora, con suo padre e sua sorella assenti, lontani per svolgere un arduo allenamento atto a fortificare colei che avrebbe succeduto all'attuale capo clan.
Prima di partire, le avevano affidato le redini della famiglia.
Chissà cosa avrebbe detto suo padre, una volta tornato.
Un membro della casata cadetta si stava trascinando verso di lei, tenendosi un braccio ferito e trascinando una gamba, provabilmente lesionata anch'essa.
Un rivolo di sangue fuorisciva dal labbro inferiore.
Non tutti erano stati fortunati quanto lei, che non presentava lesioni di sorta.
Si trattava dell'uomo che aveva ricevuto l'incarico di fargli da guardia del corpo in caso di pericolo, si chiamava Ko.
Hinata si era subito offerta di andare a cercare un ninja medico, ma l'uomo aveva rifiutato, giustificandosi dicendo che era suo compito vegliare su di lei, e che ne sarebbe valso il suo onore.
La giovane, seppur a malincuore, accettò di lasciarlo svolgere il suo incarico, fasciandogli personalmente le ferite.
Intanto, dal centro del cratere creatosi a causa della devastante tecnica del nemico, continuavano a giungere rumori che facevano pensare a un combattimento ancora in corso.
Incapace di fare altro, Hinata attivò il Byakugan, subito imitata da Ko.
Al centro dello spiazzo si stavano fronteggiando due dei nemici che avevano fronteggiato il villaggio e un ragazzo vestito con un mantello.
Appena discoste da lui, stavano due rane.
Il jonin che le stava di fianco fu il primo a riconoscerlo.
<Sì!
Lo vedo!
 E' Naruto!>
Il gelo la avvolse.
L'unica persona che non avrebbe mai voluto vedere coinvolta in quella situazione, stava fronteggiando da solo il nemico che aveva appena raso al suolo un intero villaggio.
Il primo e irrazzionale impulso era stato quello di precipitarsi al suo fianco.
Non poteva lasciarlo solo a sacrificarsi per il bene del villaggio, non Lui.
A fermarla, le parole di Ko.
Lei era fin troppo inutile, in un combattimento di quella portata, sarebbe stata solo di intralcio al raggazzo che amava.
Su questo aveva ragione la sua guardia del corpo.
Conscia delle situazione, Hinata si fermò ad ossevare Naruto combattere.
Quella pisizione rannicchiata, quasi fetale, i battiti del cuore impazziti, tutto le ricordava le sue notti insonni.
Soprattutto l'impotenza, la totale disperazione.
Tutto questo era un incubo, doveva per forza essere un incubo.
Col cuore in gola, vide il nemico iprigionare il giovane, nonostante che questo, con i suoi disperati sforzi, fosse riuscito a eliminare il penultimo nemico rimasto.
Anche le rane erano state messe fuori gioco.
Il nemico aveva vinto.
Hinata si sentiva strana, la situazione era senza vie di uscita, il nemico le avrebbe portato via per sempre la possibilità di confessare quello che provava, il ragazzo che amava sarebbe stato ucciso.
Da dentro di sè iniziò a crescere un coraggio e una forza mai provati prima, la stessa forza che anima una madre disperata che prottegge i suoi piccoli.
Non si sarebbe fatta strappare l'ultima occasione.
Un attimo e già stava correndo, ignorando le urla disperate di Ko.
Ormai non le importava più.
Un balzo, ed eccola in vista del suo nemico, del suo amore.
Nonostante lo avesse attaccato da un punto cieco, il suo avversario era riuscito a schivare il suo colpo.
Alle sue spalle Naruto inveiva, disperato, cercando di convincerla a scappare.
Ma lei non sarebbe scappata, non stavolta.
Guardando le iridi grige e spietate di colui che aveva di fronte, aveva compreso una cosa.
Non avrebbe più avuto paura della notte, e neppure della morte.
Perchè ora era conscia di aver fatto tutto il possibile, ora non aveva più rimpianti...

Sono qui perchè lo voglio.
Non facevo altro che piangere.
Mi arrendevo ancora prima di provare.
Tante volte ho rischiato di prendere una strada sbagliata...
... ma tu, Naruto...
...mi hai condotta sulla retta via.
Cercavo sempre di seguirti...
... e di raggiungerti.
Volevo camminare al tuo fianco...
...starti vicina in ogni momento.
Tu mi hai cambiata!
Il tuo sorriso mi ha salvata!
Quindi se è per difenterti, morire non mi fa alcuna paura!
Perchè io...
...ti Amo.



Allora.... la mia prima fiction!
Sicuramente un orrore.
L'ho postata perchè siamo ormai vicini all'uscita in giappone dell'episodio numero 166, in cui Hinata si dichiara a Naruto.
Amando in maniera sconsiderata il capitolo 437, ho voluto provare.
Non preoccupatevi se mi lascerete commenti caustici, me li merito tutti.

   
 
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