“Lovino! Quelle sono del
boss!”
Per la mia donnina preferita, auguri <3
Il
raccolto di pomodori quel giorno era andato alla grande. Lovino, benché ancora
piccolo e inesperto, aveva aiutato Antonio il più possibile, riuscendo anche a
cadere un paio di volte nel grande cesto nel quale i pomodori venivano riposti
con cura.
Grazie
allo spagnolo, Lovino stava cominciando ad amare quel frutto –anche se ancora
gli sembrava impossibile che una cosa del genere potesse essere definita frutto- e lo divorava con gusto ad ogni
occasione.
-Forza
Lovinito, vatti a lavare- disse Antonio, una volta rientrati in casa,
sorridendo nel suo consueto modo gioviale.
-Lavarmi…-
mugugnò pensieroso il più piccolo, togliendosi le scarpe all’ingresso per non
sporcare il pavimento di terra –ma a me non va di lavarmi- si impuntò,
imbronciandosi.
Antonio
lo guardò curioso, scompigliandogli i capelli in un gesto affettuoso –E perché
non ti va pequeño?-
Non
che a Lovino non andasse realmente di non lavarsi, è che Antonio glielo aveva
come ordinato, ed era una cosa che il suo giovane spirito orgoglioso non poteva
proprio sopportare. Gli fece quindi la linguaccia, scuotendo poi la testa in
modo impertinente.
-Perché
non mi va e basta, ecco tutto- borbottò, incrociando le braccia in un gesto di
chiara protesta.
Antonio
inclinò un po’ la testa di lato per poi sospirare stancamente –Avanti Lovi…-
quel bambino sapeva proprio come farlo diventare matto –sei tutto sporco,
guardati!- si accovacciò davanti a lui, accarezzandogli il nasino sporco di
terra –Ancora ostinato a non lavarti?- disse, facendogli vedere il dito sporco.
-Certo
bastardo! Mi laverò quando mi andrà- aggiunse, pienamente soddisfatto.
-Ho
capito- mormorò Antonio, cercando velocemente una nuova tattica di accatto –e
se ci facessimo un bel bagno insieme? Uno di quelli lunghi, belli e con le
bolle- propose, sorridendo dolcemente.
Lovino
tese l’orecchio, improvvisamente interessato -…con le bolle?-
-Con
tante bolle!- disse Antonio, felice di aver imboccato la strada giusta.
Il
piccolo italiano fissò ancora per qualche secondo il pavimento, per poi alzare
il visino ancora tutto imbronciato e annuire piano piano. “Io vado per primo!” disse prima di correre via verso il grande
bagno della villa spagnola. Antonio si rialzò lentamente dalla posizione
accovacciata, guardandolo mentre andava via. Mascherò una risata con un piccolo
sbuffo divertito e lo seguì con calma.
-Non
sarà il miglior sottoposto del mondo ma la casa è così piena da quando c’è lui-
si disse, ragionando ad alta voce –forse non è stata poi così malvagia l’idea
di prenderlo con..!-
-Aaaah!
Forza! Forza! Pirati all’attacco!-
Una
spugna volò nella sua direzione così velocemente che non riuscì neanche a
rendersi conto della situazione, e in pochi secondi era ben schiacciata contro
il suo viso, bagnandolo fastidiosamente.
Antonio
strizzò gli occhi, aspettando che questa cadesse per poi riaprirli e constatare
l’ammontare dei danni inflitti al suo povero bagno: pavimento inondato, sapone
diffuso ovunque e un altro paio di spugne lanciate contro la finestra. In
questo scenario apocalittico, Lovino, già senza vestiti, saltellava da una
parte all’altra, aspettando che la vasca si riempisse del tutto e che la
schiuma cominciasse a spuntare fuori.
-…ritiro
tutto quello che ho detto- mormorò Antonio, sentendosi totalmente sconfitto da
tutto quello –Lovino! La vuoi cortesemente smettere di smantellarmi il bagno?-
urlò, in un tentativo di rimproverò.
Lovino
si girò verso di lui, senza neanche averlo ascoltato, rivolgendogli uno dei
suoi rari sorrisi –Ancora sei tutto vestito? Avanti spogliati, pigro di un
bastardo!-
-Pigro-
borbottò Antonio, avanzando un po’ all’interno della stanza –da che pulpito…-
E
mentre Lovino, iniziava ad entrare nella vasca, ridendo al sentire le bolle
crescergli e fargli solletico attorno al corpo, Antonio si lasciò andare,
sorridendo di nuovo. Si tolse i vestiti, raccogliendo quelli sparsi di Lovino,
per poi metterli da parte insieme. Abbassò il viso, scrutandosi velocemente:
non era la prima volta che Lovino lo vedeva nudo, né tanto meno il contrario;
quindi decise di lasciar perdere l’asciugamano, entrando in acqua davanti al
piccolo italiano, sedendosi sul fondo.
-Allora…-
azzardò, distendendo le gambe attorno al suo corpo ancora in piedi –ti stai
divertendo?- chiese sornione, sapendo già di aver fatto la mossa giusta.
-Sì!-
confessò, colto da un momento di piena euforia, ma subito dopo arrossì,
stringendo le mani tra di loro e immergendosi nell’acqua fino al collo
-Cioè…forse, sì, non te lo voglio dire- mormorò, coscio di essersi tradito.
Antonio
ridacchiò, allungando una mano per afferrarlo ed attirarlo a sé –E va bene, se
vuoi confidarti con me, sono qui- poggiò la fronte contro la sua,
accarezzandogli le guanciotte rosse e gonfie “proprio come un pomodoro” pensò dolcemente.
Poi
lo lasciò andare, sentendolo smaniare per poter giocare nella vasca da bagno.
Lo spagnolo si rilassò contro il bordo, vedendolo giocare con una piccola nave
di legno –un vascello dei pirati,
come la chiamava Lovino- che gli aveva costruito qualche mese prima. L’italiano
se lo portava sempre dietro quando si trattava di fare il bagno; evidentemente
la cosa lo affascinava molto, dedusse Antonio. Infatti poco dopo, mentre
qualche bolla di sapone gli veniva soffiata in faccia, Lovino mugugnò
sommessamente per attirare la sua attenzione, battendo una manina contro il suo
braccio adagiato sul bordo della vasca.
-Ehi
Antonio…- sussurrò subito dopo, alzandosi in ginocchio sul fondo, tornandogli
vicino -tu sei un pirata ogni tanto, vero?- chiese con uno strano luccichio
negli occhi.
Lo
spagnolo rise per quel ‘ogni tanto’
ma lasciò correre –Sì, esatto, il pirata vero sai- picchiettò un dito contro la
chiglia della nave –con il capello con la piuma, la benda all’occhio e la spada
alla vita!-
A
quella piccola descrizione il viso di Lovino si illuminò –Davvero? Davvero
davvero? Allora devi essere davvero forte!
E di tesori ne hai trovati, Antonio?-
Lo
spagnolo rise sottovoce, stringendoselo in vita mentre cominciava a raccontare
delle sue avventure: Lovino non si era mai veramente interessato a quello che
faceva al di fuori della villa fino a quel momento –anche se, beh, stava con
lui relativamente da poco tempo-, quindi non si fece scappare l’occasione e,
anche a costo di esagerare un po’, gli parlò di Arthur, delle battaglie, delle
navi, vedendo la sua espressione farsi sempre più appassionata e coinvolta.
-Ho
deciso!- disse poi d’improvviso, interrompendolo mentre stava raccontando di
quella volta che aveva soffiato un carico di rum di ottima qualità ad Arthur
–La prossima volta che vai vengo con te!- e il fatto che non avesse usato un
condizionale inquietò terribilmente Antonio.
Deglutì
preoccupato, mettendogli le mani sulle spalle –Lovi, pequeño, è pericoloso non puoi venire con me…- tentò di dire,
balbettando qualche parola.
-Non ci credo! E’ tutto così bello
dai tuoi racconti! Voglio venire, voglio venire con te!- si agitò nell’acqua,
stringendo le mani a pugno, fermamente convinto.
-Lovino! Ragiona per favore, lo sai
che quando prendo il mare sto via per tanto e lo sai che è pericoloso. Sei solo un bambino…- disse, sentendo la
voce che mano a mano andava scemando, diventando un mormorio preoccupato.
Gli occhi del piccolo italiano
diventarono subito lucidi e tremolanti –Sei cattivo! Bastardo! Stupido
bastardo!-
In un attimo, Antonio lo vide
schizzare fuori dall’acqua. Urlò il suo nome, sporgendosi in avanti per
controllare che non si fosse fatto male nell’atterrare sul pavimento bagnato e
pieno di sapone, quindi scivoloso. Tese una mano verso di lui, ma Lovino si
scansò, facendo qualche passo in avanti: si guardò in giro, cercando un modo
più o meno efficace di fargli un dispetto e ghignò nell’adocchiare le sue
mutande –rosa con sopra tanti pomodorini-.
Se li infilò velocemente, per poi corricchiare via con aria tutta imbronciata.
-Lovino! Lovino! Quelle sono del boss! Dove vai?-
Uscì anche lui dalla vasca,
legandosi un asciugamano a caso intorno alla vita, inseguendolo subito dopo
–afferrando prima le sue culotte bianche-. Quel bambino era impossibile, e
soprattutto dannatamente veloce quando si trattava di scappare via! Antonio lo
cercò per tutto il pian terreno, decidendo poi di salire di sopra: molto
probabilmente il piccolo italiano si era rifugiato nella propria camera o al
massimo nella sua.
-Lovino? Dove sei? Respondeme!- disse, con il fiatone per
la corsa.
Invece in risposta ebbe solo il
silenzio del lungo corridoio che porta alle varie stanze della villa, con solo
un debole singhiozzare di sottofondo. Antonio sospirò stancamente, cercando con
calma di individuare da dove provenisse quel flebile rumore, trovando poi
Lovino nella sua stanza, rannicchiato nel grande letto matrimoniale. Fece
qualche passo incerto all’interno della stanza, per poi sedersi sul bordo,
vicino al corpo del piccolo italiano, stretto su sé stesso: nulla di
preoccupante, stava solamente facendo un po’ di capricci, come ogni bambino, ma
come fargli capire la preoccupazione che albergava nel suo cuore?
-Ehi Lovinito, smetti di piangere,
che poi ti viene mal di testa…- sussurrò, accarezzandogli i capelli un po’
umidi.
-Vattene via bastardo…sei cattivo e
io non voglio vederti…- mugugnò, tirando rumorosamente su col naso.
Antonio si portò una mano sul viso,
sbuffò, quasi sull’orlo di un’arrabbiatura –Oh avanti, proprio non arrivi?-
sbottò, afferrandolo di peso per metterselo sulle gambe.
-A cosa? E lasciami! Lasciami ho
detto!- si dimenò, lanciando calcetti in aria per protestare al meglio; proprio
non capiva perché l’altro doveva impedire di andare con lui.
-A cosa, eh?- ripeté lo spagnolo,
asciugandogli le guanciotte bagnate di lacrime –Come pensi potrei sentirmi se
ti succedesse qualcosa mentre sei con me sulla nave?- sussurrò, stringendolo
subito dopo contro il proprio petto –Come pensi…potrei reagire se ti facessi
male e io non riuscissi a proteggerti? Come?-
E le lacrime di Lovino si fermarono
immediatamente, così come i pugni e i calci volanti. Sbatté un paio di volte le
palpebre, tirando suo malgrado su col naso. A tutto quello non aveva pensato:
non solo una volta Antonio era tornato a casa ferito, e lui era stato tutta la
notte accanto al suo letto per vegliarlo nello stato febbrile.
Si accarezzò lentamente il petto,
per poi passare a quello molto più grande dello spagnolo. Poi si corrucciò e
strinse piano le piccole dita; non voleva. Non voleva assolutamente farlo stare
male. Lo odiava, questo era poco ma sicuro, ma al contempo gli voleva un gran
bene che non riusciva a contenere in alcun modo.
-Scusami…- mormorò debolmente,
staccandosi un po’ dal suo abbraccio.
Antonio accolse con un ampio sorriso
le scuse –più per il fatto che avesse capito che per le scuse in sé stesse-
però lo guardò con aria confusa, senza capire cosa avesse in mente. Invece
Lovino aveva le idee bene chiare e, con semplici gesti, si sfilò i boxer
dell’altro, rendendogli un po’ mortificato; poi fece leva sulla schiena,
infilandosi le culotte che, a quanto aveva capito, ad Antonio piacevano tanto.
Poi tornò a sedersi, guardandolo ancora più imbronciato.
-Però-
disse, come se stesse continuando un discorso già intrapreso, almeno nella sua
testolina –mi cucini gli spaghetti al pomodoro per un mese!- annuì, incrociando
le braccia.
-Ah…- sussurrò Antonio, sorridendo
di più tra il divertito e il contento –ma certo pequeño, anche tutti i giorni per un anno intero, se vuoi!- e scoppiò a
ridere, prendendolo nuovamente in braccio.
Poco importava che il suo Lovino
avesse già ripreso a dimenarsi come un piccolo animaletto. La sua non era solo
una sensazione; Antonio era più certo che, pirati, spaghetti al pomodoro,
culotte o meno, il rapporto sarebbe cresciuto col tempo, trasformandosi in qualcosa
di ancora indefinibile, ma sicuramente raro ed unico.
Bon, salve a tutti <3 questa
piccola fic l’ho scritta per il compleanno della donnina IlyuChan, altresì
detta donna pornosa, donnina o mille altre variazione sulla parola donna XD la
conosco da relativamente poco *diciamo più o meno da gennaio* ma mi sembra di
conoscerla da una vita <3 quindi auguri donna cara, questi due bei tipini
sono tutti per te! *manda amore e culotte*
AH ovviamente ci terrei a precisare
che non posso definire questa fan fiction una vera Antonio/Lovino perché, come
avete appena letto Lovino è ancora un bambino, quindi il rapporto è in
formazione :3
DOPPIO AH XD ho notato che chi ha commentato conosceva la fan art dalla quale ho preso ispirazione *__* sul file di word l'avevo messa nel testo, ma causa mi incompetenza si è cancellata T___T quindi la posto qui sotto forma di link *_* http://i277.photobucket.com/albums/kk46/Hakki-chan/30911_117213408312833_1060552394286.jpg