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Autore: Mirai    24/06/2010    10 recensioni
Fan fiction scritta per il compleanno della mia amica IlyuChan! Antonio alle prese con un chibi!Lovino piuttosto ostinato e un bagno un po' turbolento :3 spero vi piaccia! Baci! E ancora auguri piccola donna! *non più visto che stai diventando vecchietta eheh* [Antonio e Chibi!Lovino][Fluff e bagnetto][Tutti i personaggi non sono realmente esistenti e comunque non mi appartengono, purtroppo ç_ç]
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie ';Raccolta Axis Powers Hetalia'
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looo

 

 

“Lovino! Quelle sono del boss!”

 

Per la mia donnina preferita, auguri <3

 

 

 

 

 

 

Il raccolto di pomodori quel giorno era andato alla grande. Lovino, benché ancora piccolo e inesperto, aveva aiutato Antonio il più possibile, riuscendo anche a cadere un paio di volte nel grande cesto nel quale i pomodori venivano riposti con cura.

Grazie allo spagnolo, Lovino stava cominciando ad amare quel frutto –anche se ancora gli sembrava impossibile che una cosa del genere potesse essere definita frutto- e lo divorava con gusto ad ogni occasione.

 

-Forza Lovinito, vatti a lavare- disse Antonio, una volta rientrati in casa, sorridendo nel suo consueto modo gioviale.

-Lavarmi…- mugugnò pensieroso il più piccolo, togliendosi le scarpe all’ingresso per non sporcare il pavimento di terra –ma a me non va di lavarmi- si impuntò, imbronciandosi.

Antonio lo guardò curioso, scompigliandogli i capelli in un gesto affettuoso –E perché non ti va pequeño?-

 

Non che a Lovino non andasse realmente di non lavarsi, è che Antonio glielo aveva come ordinato, ed era una cosa che il suo giovane spirito orgoglioso non poteva proprio sopportare. Gli fece quindi la linguaccia, scuotendo poi la testa in modo impertinente.

 

-Perché non mi va e basta, ecco tutto- borbottò, incrociando le braccia in un gesto di chiara protesta.

Antonio inclinò un po’ la testa di lato per poi sospirare stancamente –Avanti Lovi…- quel bambino sapeva proprio come farlo diventare matto –sei tutto sporco, guardati!- si accovacciò davanti a lui, accarezzandogli il nasino sporco di terra –Ancora ostinato a non lavarti?- disse, facendogli vedere il dito sporco.

-Certo bastardo! Mi laverò quando mi andrà- aggiunse, pienamente soddisfatto.

-Ho capito- mormorò Antonio, cercando velocemente una nuova tattica di accatto –e se ci facessimo un bel bagno insieme? Uno di quelli lunghi, belli e con le bolle- propose, sorridendo dolcemente.

Lovino tese l’orecchio, improvvisamente interessato -…con le bolle?-

-Con tante bolle!- disse Antonio, felice di aver imboccato la strada giusta.

 

Il piccolo italiano fissò ancora per qualche secondo il pavimento, per poi alzare il visino ancora tutto imbronciato e annuire piano piano. “Io vado per primo!” disse prima di correre via verso il grande bagno della villa spagnola. Antonio si rialzò lentamente dalla posizione accovacciata, guardandolo mentre andava via. Mascherò una risata con un piccolo sbuffo divertito e lo seguì con calma.

 

-Non sarà il miglior sottoposto del mondo ma la casa è così piena da quando c’è lui- si disse, ragionando ad alta voce –forse non è stata poi così malvagia l’idea di prenderlo con..!-

-Aaaah! Forza! Forza! Pirati all’attacco!-

 

Una spugna volò nella sua direzione così velocemente che non riuscì neanche a rendersi conto della situazione, e in pochi secondi era ben schiacciata contro il suo viso, bagnandolo fastidiosamente.

Antonio strizzò gli occhi, aspettando che questa cadesse per poi riaprirli e constatare l’ammontare dei danni inflitti al suo povero bagno: pavimento inondato, sapone diffuso ovunque e un altro paio di spugne lanciate contro la finestra. In questo scenario apocalittico, Lovino, già senza vestiti, saltellava da una parte all’altra, aspettando che la vasca si riempisse del tutto e che la schiuma cominciasse a spuntare fuori.

 

-…ritiro tutto quello che ho detto- mormorò Antonio, sentendosi totalmente sconfitto da tutto quello –Lovino! La vuoi cortesemente smettere di smantellarmi il bagno?- urlò, in un tentativo di rimproverò.

Lovino si girò verso di lui, senza neanche averlo ascoltato, rivolgendogli uno dei suoi rari sorrisi –Ancora sei tutto vestito? Avanti spogliati, pigro di un bastardo!-

-Pigro- borbottò Antonio, avanzando un po’ all’interno della stanza –da che pulpito…-

 

E mentre Lovino, iniziava ad entrare nella vasca, ridendo al sentire le bolle crescergli e fargli solletico attorno al corpo, Antonio si lasciò andare, sorridendo di nuovo. Si tolse i vestiti, raccogliendo quelli sparsi di Lovino, per poi metterli da parte insieme. Abbassò il viso, scrutandosi velocemente: non era la prima volta che Lovino lo vedeva nudo, né tanto meno il contrario; quindi decise di lasciar perdere l’asciugamano, entrando in acqua davanti al piccolo italiano, sedendosi sul fondo.

 

-Allora…- azzardò, distendendo le gambe attorno al suo corpo ancora in piedi –ti stai divertendo?- chiese sornione, sapendo già di aver fatto la mossa giusta.

-Sì!- confessò, colto da un momento di piena euforia, ma subito dopo arrossì, stringendo le mani tra di loro e immergendosi nell’acqua fino al collo -Cioè…forse, sì, non te lo voglio dire- mormorò, coscio di essersi tradito.

Antonio ridacchiò, allungando una mano per afferrarlo ed attirarlo a sé –E va bene, se vuoi confidarti con me, sono qui- poggiò la fronte contro la sua, accarezzandogli le guanciotte rosse e gonfie “proprio come un pomodoro” pensò dolcemente.

 

Poi lo lasciò andare, sentendolo smaniare per poter giocare nella vasca da bagno. Lo spagnolo si rilassò contro il bordo, vedendolo giocare con una piccola nave di legno –un vascello dei pirati, come la chiamava Lovino- che gli aveva costruito qualche mese prima. L’italiano se lo portava sempre dietro quando si trattava di fare il bagno; evidentemente la cosa lo affascinava molto, dedusse Antonio. Infatti poco dopo, mentre qualche bolla di sapone gli veniva soffiata in faccia, Lovino mugugnò sommessamente per attirare la sua attenzione, battendo una manina contro il suo braccio adagiato sul bordo della vasca.

 

-Ehi Antonio…- sussurrò subito dopo, alzandosi in ginocchio sul fondo, tornandogli vicino -tu sei un pirata ogni tanto, vero?- chiese con uno strano luccichio negli occhi.

Lo spagnolo rise per quel ‘ogni tanto’ ma lasciò correre –Sì, esatto, il pirata vero sai- picchiettò un dito contro la chiglia della nave –con il capello con la piuma, la benda all’occhio e la spada alla vita!-

A quella piccola descrizione il viso di Lovino si illuminò –Davvero? Davvero davvero? Allora devi essere davvero forte! E di tesori ne hai trovati, Antonio?-

 

Lo spagnolo rise sottovoce, stringendoselo in vita mentre cominciava a raccontare delle sue avventure: Lovino non si era mai veramente interessato a quello che faceva al di fuori della villa fino a quel momento –anche se, beh, stava con lui relativamente da poco tempo-, quindi non si fece scappare l’occasione e, anche a costo di esagerare un po’, gli parlò di Arthur, delle battaglie, delle navi, vedendo la sua espressione farsi sempre più appassionata e coinvolta.

 

-Ho deciso!- disse poi d’improvviso, interrompendolo mentre stava raccontando di quella volta che aveva soffiato un carico di rum di ottima qualità ad Arthur –La prossima volta che vai vengo con te!- e il fatto che non avesse usato un condizionale inquietò terribilmente Antonio.

Deglutì preoccupato, mettendogli le mani sulle spalle –Lovi, pequeño, è pericoloso non puoi venire con me…- tentò di dire, balbettando qualche parola.

-Non ci credo! E’ tutto così bello dai tuoi racconti! Voglio venire, voglio venire con te!- si agitò nell’acqua, stringendo le mani a pugno, fermamente convinto.

-Lovino! Ragiona per favore, lo sai che quando prendo il mare sto via per tanto e lo sai che è pericoloso. Sei solo un bambino…- disse, sentendo la voce che mano a mano andava scemando, diventando un mormorio preoccupato.

Gli occhi del piccolo italiano diventarono subito lucidi e tremolanti –Sei cattivo! Bastardo! Stupido bastardo!-

 

In un attimo, Antonio lo vide schizzare fuori dall’acqua. Urlò il suo nome, sporgendosi in avanti per controllare che non si fosse fatto male nell’atterrare sul pavimento bagnato e pieno di sapone, quindi scivoloso. Tese una mano verso di lui, ma Lovino si scansò, facendo qualche passo in avanti: si guardò in giro, cercando un modo più o meno efficace di fargli un dispetto e ghignò nell’adocchiare le sue mutande –rosa con sopra tanti pomodorini-. Se li infilò velocemente, per poi corricchiare via con aria tutta imbronciata.

 

-Lovino! Lovino! Quelle sono del boss! Dove vai?-

 

Uscì anche lui dalla vasca, legandosi un asciugamano a caso intorno alla vita, inseguendolo subito dopo –afferrando prima le sue culotte bianche-. Quel bambino era impossibile, e soprattutto dannatamente veloce quando si trattava di scappare via! Antonio lo cercò per tutto il pian terreno, decidendo poi di salire di sopra: molto probabilmente il piccolo italiano si era rifugiato nella propria camera o al massimo nella sua.

 

-Lovino? Dove sei? Respondeme!- disse, con il fiatone per la corsa.

 

Invece in risposta ebbe solo il silenzio del lungo corridoio che porta alle varie stanze della villa, con solo un debole singhiozzare di sottofondo. Antonio sospirò stancamente, cercando con calma di individuare da dove provenisse quel flebile rumore, trovando poi Lovino nella sua stanza, rannicchiato nel grande letto matrimoniale. Fece qualche passo incerto all’interno della stanza, per poi sedersi sul bordo, vicino al corpo del piccolo italiano, stretto su sé stesso: nulla di preoccupante, stava solamente facendo un po’ di capricci, come ogni bambino, ma come fargli capire la preoccupazione che albergava nel suo cuore?

 

-Ehi Lovinito, smetti di piangere, che poi ti viene mal di testa…- sussurrò, accarezzandogli i capelli un po’ umidi.

-Vattene via bastardo…sei cattivo e io non voglio vederti…- mugugnò, tirando rumorosamente su col naso.

Antonio si portò una mano sul viso, sbuffò, quasi sull’orlo di un’arrabbiatura –Oh avanti, proprio non arrivi?- sbottò, afferrandolo di peso per metterselo sulle gambe.

-A cosa? E lasciami! Lasciami ho detto!- si dimenò, lanciando calcetti in aria per protestare al meglio; proprio non capiva perché l’altro doveva impedire di andare con lui.

-A cosa, eh?- ripeté lo spagnolo, asciugandogli le guanciotte bagnate di lacrime –Come pensi potrei sentirmi se ti succedesse qualcosa mentre sei con me sulla nave?- sussurrò, stringendolo subito dopo contro il proprio petto –Come pensi…potrei reagire se ti facessi male e io non riuscissi a proteggerti? Come?-

 

E le lacrime di Lovino si fermarono immediatamente, così come i pugni e i calci volanti. Sbatté un paio di volte le palpebre, tirando suo malgrado su col naso. A tutto quello non aveva pensato: non solo una volta Antonio era tornato a casa ferito, e lui era stato tutta la notte accanto al suo letto per vegliarlo nello stato febbrile.

Si accarezzò lentamente il petto, per poi passare a quello molto più grande dello spagnolo. Poi si corrucciò e strinse piano le piccole dita; non voleva. Non voleva assolutamente farlo stare male. Lo odiava, questo era poco ma sicuro, ma al contempo gli voleva un gran bene che non riusciva a contenere in alcun modo.

 

-Scusami…- mormorò debolmente, staccandosi un po’ dal suo abbraccio.

 

Antonio accolse con un ampio sorriso le scuse –più per il fatto che avesse capito che per le scuse in sé stesse- però lo guardò con aria confusa, senza capire cosa avesse in mente. Invece Lovino aveva le idee bene chiare e, con semplici gesti, si sfilò i boxer dell’altro, rendendogli un po’ mortificato; poi fece leva sulla schiena, infilandosi le culotte che, a quanto aveva capito, ad Antonio piacevano tanto. Poi tornò a sedersi, guardandolo ancora più imbronciato.

 

-Però- disse, come se stesse continuando un discorso già intrapreso, almeno nella sua testolina –mi cucini gli spaghetti al pomodoro per un mese!- annuì, incrociando le braccia.

-Ah…- sussurrò Antonio, sorridendo di più tra il divertito e il contento –ma certo pequeño, anche tutti i giorni per un anno intero, se vuoi!- e scoppiò a ridere, prendendolo nuovamente in braccio.

 

Poco importava che il suo Lovino avesse già ripreso a dimenarsi come un piccolo animaletto. La sua non era solo una sensazione; Antonio era più certo che, pirati, spaghetti al pomodoro, culotte o meno, il rapporto sarebbe cresciuto col tempo, trasformandosi in qualcosa di ancora indefinibile, ma sicuramente raro ed unico.

 

 

 

 

Bon, salve a tutti <3 questa piccola fic l’ho scritta per il compleanno della donnina IlyuChan, altresì detta donna pornosa, donnina o mille altre variazione sulla parola donna XD la conosco da relativamente poco *diciamo più o meno da gennaio* ma mi sembra di conoscerla da una vita <3 quindi auguri donna cara, questi due bei tipini sono tutti per te! *manda amore e culotte*

 

AH ovviamente ci terrei a precisare che non posso definire questa fan fiction una vera Antonio/Lovino perché, come avete appena letto Lovino è ancora un bambino, quindi il rapporto è in formazione :3 DOPPIO AH XD ho notato che chi ha commentato conosceva la fan art dalla quale ho preso ispirazione *__* sul file di word l'avevo messa nel testo, ma causa mi incompetenza si è cancellata T___T quindi la posto qui sotto forma di link *_* http://i277.photobucket.com/albums/kk46/Hakki-chan/30911_117213408312833_1060552394286.jpg

   
 
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