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Autore: helionor 95    26/06/2010    0 recensioni
La famiglia Cullen non sembra destinata ad una vita tranquilla...
Genere: Azione, Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Isabella Swan, Jasper Hale
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Saettavo tra gli alberi a colpo sicuro. Sapevo dove dovevo andare. Avevo scoperto di essere molto brava a seguire le tracce e non ci misi molto a ritrovare l’odore di Jasper.             
Corsi per ore perdendo la cognizione del tempo. Ero concentrata sul mio obbiettivo e niente riusciva a distrarmi, neanche la sete che provavo vedendo cervi e caprioli sfrecciarmi a fianco. Era da giorni, forse settimane, che non mi nutrivo e adesso la sensazione che provavo mi ricordava una battuta di caccia.     
-Io sono il predatore e Jasper la preda- pensai, decisa -Sarà meglio che si prepari. Lo riporterò a casa, dovessi impiegarci 50 anni-
Poi, come se fosse sempre stata dietro di me, ecco apparire una figura nera e indistinta che mi sfrecciava a fianco, sostenendo perfettamente il mio passo. 
Mi si stava avvicinando e scartai di lato, mettendo un paio di metri di distanza tra di noi.                                  
Aumentai il passo, certa di riuscire a lasciarmi alle spalle quella figura grottesca, incerta sulla sua natura. Eppure continuava a starmi dietro e a un certo punto lo sentii emettere un suono grottesco. Una specie di risata.
Inchiodai immediatamente e lui fece altrettanto. Ora potevo riconoscerlo.                                               
Quella figura così scura e lupesca non era altri che il mio migliore amico, Jacob.                                                  
–Ehi Jake!- esclamai sorpresa -Che ci fai qui? Mi stai pedinando?-
Il grosso lupo emise un guaito e scattò in direzione degli alberi. Quando compresi le sue intenzioni mi voltai e attesi paziente. Poi una sonora risata alle mie spalle mi fece voltare.     
Davanti ai miei occhi apparve Jacob nella sua forma umana. Come al solito indossava solo un paio di pantaloncini corti e sbrindellati.
–Ciao, Bella!- esclamò divertito -Come mai da queste parti?-
-Potrei farti la stessa domanda- puntualizzai stizzita. Era tanto difficile mettersi una maglietta?            
-Beh…sei nella mia riserva….- disse lui, sulla difensiva.      
Smisi di respirare. Non era possibile. Non era proprio possibile. Stavo correndo da ore, eppure ero ancora nella riserva dei Quilieut. Tutti gli sforzi che avevo fatto erano stati vani.     
Presi a tramare di rabbia ed evidentemente Jacob se ne accorse.  
–Cosa c’è, Bella? Hai freddo forse?- chiese, sarcastico. Ma non ero proprio in vena di battute ironiche. Stavo assaporando l’amarezza della sconfitta.          
Jasper era stato più previdente di me e aveva fatto in modo di confondere le sue tracce. Avevo girato in tondo e non me ne ero resa conto. Ero stata una perfetta idiota, sotto ogni punto di vista.
E di nuovo tornò la rabbia di prima. Avevo bisogno di sfogarmi.
–Jacob…- dissi cercando di trattenere la rabbia -Ci vediamo- E mi voltai.                                                          
–Ehi Bells, aspetta!- esclamò –Scusa, prometto che non faccio più battute! Aspetta!-                                            
Ma era già troppo tardi. Avevo iniziato a correre, e l’ultima frase mi giunse come un’eco lontano.                           

Correvo. Non sapevo da quando né da quanto tempo. Avevo solo voglia di sfogarmi e di urlare a squarciagola. Il senso di colpa aveva sostituito la rabbia, e mi sentivo malissimo.   
Per colpa mia e della mia stupidità avevamo perso Jasper. Lo avevamo perso per sempre.                                             
Quella assurda e dolorosa realtà si fece breccia dentro di me. Pensai ad Alice, ad Esme…….al loro immenso dolore. Sentii gli occhi pizzicare e capii che se avessi avuto delle lacrime in quel momento le avrei versate.
E Jacob non mollava. Appena mi ero allontanata, lui si era ritrasformato e adesso mi stava alle calcagna, ululando per attirare la mia attenzione. Però non avevo la minima intenzione di fermarmi. In quel momento non avevo bisogno di comprensione e di rassicurazioni.
A dire la verità, volevo Edward. Lui mi avrebbe capita a sarebbe sicuramente riuscito a darmi un po’ di conforto. Ma non c’era. Ero da sola, e me la sarei cavava ugualmente.
-Non proprio ugualmente- pensai con tristezza.   
Un altro ululato squarciò il perfetto silenzio notturno. 
–Smettila Jacob!- urlai, voltandomi appena nella sua direzione. Lui ringhiò piano in risposta. Non si sarebbe mai arreso. E non avevo proprio voglia di correre finché uno dei due si sarebbe stancato, cosa che sarebbe accaduta dopo un paio di giorni, considerando la resistenza dei licantropi.                 
Mi fermai controvoglia. Lui scattò in un grosso cespuglio e in pochi secondi ne uscì in forma umana, con i soliti pantaloncini.  Aveva lo sguardo scuro e mi squadrava come se non mi avesse mai vista.  
–Bella…-iniziò a parlare con tono sommesso -Cosa ti è successo? Sei pallida, più del solito, almeno-         
Esitai. Non me la sentivo di raccontare di nuovo tutta la storia.
La ferita nella mia anima era ancora aperta. E sanguinava.
Poi, non so come, mi ritrovai seduta al suo fianco e, apprezzando come non mai la sua pelle rovente e il suo cattivo odore, inizia a raccontare.

Jacob mi fissava sbalordito. Era rimasto impassibile per tutta la durata del racconto, interrompendomi solo per fare qualche domanda. Ma ora che la storia era ultimata, non si capacitava di ciò che aveva appena ascoltato. La stessa reazione della mia famiglia.       
–Ma….ne siete sicuri? Insomma, siete certi che il biondino vi abbia mentito?- chiese, ancora incredulo. Sospirai, prima di rispondere.
–Ho paura di sì, Jake. Non ho mai visto Alice infuriata come in quel momento. E adesso è depressa-
-Non ci posso credere. L’ultima volta che l’ho visto è stato alla festa di fine anno…- mormorò-…e appena ho sfiorato Alice si è infuriato. Non l’avrebbe mai abbandonata. Non così-
In un attimo mi tornò in mente la festa per il diploma. In effetti il ragionamento di Jacob non faceva una piega. Jasper, in quell’occasione, era stato iperprotettivo nei confronti di Alice. Come sempre, d’altronde.
Era evidente. Jasper amava Alice. La amava con tutto se stesso. Il suo comportamento negli ultimi giorni non aveva senso.
–Se le cose stanno così….-iniziò, poi si interruppe di botto. Attesi un momento, ma visto che non accennava a voler continuare, lo esortai.
–Se le cose stanno così…?- ripetei, incitandolo a completare la frase.
Fu il suo turno ad esitare. Dopo qualche minuto, però, si decise a rispondere.
–No, niente. Sul serio, niente di…..importante- balbettò.
Lo guardai con sufficienza, ed evidentemente se ne accorse, perché mi lanciò un’occhiataccia.                    
–Perché mi guardi così?- chiese, stizzito.
–Jake - gli dissi sorridendo -Io sono una pessima bugiarda, ma tu mi superi-
Mi lanciò un’ennesima occhiataccia, poi i suoi occhi si accesero di una strana luce.
–Se le cose stanno così, vuol dire che ha tradito il patto- affermò duramente.                                              
Quando capii il significato delle sue parole, ebbi un violento tremito e sgranai gli occhi. Mi lasciai scivolare a terra, finendo carponi.
–Ehi, Bells! Tutto bene?- mi chiese, preoccupato. Forse non era abituato a vedere un vampiro con la tremarella. Presi un’enorme boccata d’aria e iniziai la sfuriata.
–JACOB BLACK!- ringhiai, pronunciando il suo nome per intero- STAI FORSE DICENDO CHE DEVI UCCIDERE MIO FRATELLO!?-
Sobbalzò e arretrò di un passo, ma sostenne il mio sguardo di fuoco.
-E’ questa la procedura. Lui ha tradito l’accordo. Se ucciderà un umano, dovremo…dovremo sopprimerlo- rispose, cercando di mantenere la calma, ma con scarsi risultati.
Iniziò anche lui a tremare di rabbia, mentre io contavo mentalmente fino a dieci per sbollire. Avevo paura di perdere il controllo. Nonostante tutto, non volevo fare del male a Jacob.
–Non puoi farlo. Dopo tutto quello che abbiamo passato insieme…..non puoi- sussurrai.                                      
–Mi dispiace Bella- disse lui, impassibile ma ancora tremante.
–Sai benissimo che non lasceremo morire Jasper senza alzare un dito. Scateneresti una guerra- sibilai, cercando di dare un tono minaccioso alla mia voce.  
–Ti sbagli. Sono più bravo di voi a seguire le tracce- disse.
E con orrore capii a cosa alludeva. Aveva intenzione di inseguire Jasper fin dall’inizio. All’improvviso tutto mi fu chiaro. Jacob mi aveva mentito. 
Non eravamo nella riserva. Mi aveva raggiunto con il preciso scopo di capire dove fosse diretto.                 
E io mi ero fidata. Adesso voleva cercarlo…e ucciderlo.
Non capii più niente. Sentivo solo una furia cieca e un ringhio assassino nascermi nel petto.                   
Mi alzai di scattò e con una mano affilata come un rasoio mirai alla sua gola. Jacob si accorse delle mie intenzione e scartò di lato, evitando i miei artigli per un pelo. Lo vidi saltare e in attimo mi trovai davanti a un grosso lupo marrone. Ringhiammo quasi in contemporanea.                                                 
Poi, dopo un debole lamento straziante, Jacob mi diede le spalle e si inoltrò nel folto e oscuro sottobosco, sfuggendo alla mia vista acutissima. Dovetti sostenere una dura battaglia interiore per decidere di non inseguirlo, ma alla fine il buon senso prevalse. C’erano cose più importanti da fare.  Dovevo avvertire al mia famiglia.
Adesso le missioni erano due. Non si trattava solo più di recupero, ma anche di salvataggio.

  
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