Sin da quando ero una bimba
piccola,i miei genitori
mi raccontavano che se un giorno io fossi stata presa dall’orco cattivo,
di sicuro il principe sarebbe giunto a salvarmi…
Una
goccia.
Una goccia
di un liquido scarlatto cadde sulla moquette del pavimento.
Una
goccia,poi un’altra.
Un’altra
e un’altra ancora.
Marito e
moglie giacevano senza vita al suolo,dilaniati.
Le
coperte della cameretta erano tutte inzuppate di sangue. Impronte
di
mani insanguinate sui muri,sui mobili.
Due
fratelli.
Si erano
addormentati qualche ora prima con la certezza di rivedere
i
loro amati genitori. Ora dormivano placidamente con i loro cadaveri accanto,tra
le
coperte piene di sangue.
Qualcuno
era entrato silenziosamente in casa,e i due coniugi
avevano disperatamente cercato di salvaguardare i piccoli. Erano stati uccisi.
Il
carnefice stava insensibile accanto al letto.
I capelli
lunghi e bianchi,uno sguardo freddo e triste.
Il corpo
era maggior parte metallico,con visibili saldature e
pezzi di diverso colore.
Un
microfono sull’orecchio destro.
Dall’apparecchio
uscì una voce.
“Bravo,Roku…hai proprio fatto un bel
lavoro con quei due…ora prendili.”
L’androide non cambiò espressione,e
si avvicinò ai fratelli prendendoli entrambi
tra
le braccia. Dormivano ancora.
Lentamente
fece per incamminarsi fuori dalla casa,ma una volta
uscito trovò
una
decina di volanti della polizia ad attenderlo. Avevano di certo sentito tutto.
“Mani in
alto…sei in arresto per duplice omicidio colposo” intimò un poliziotto
puntandogli contro la pistola.
L’androide non disse nulla. Dal microfono un'altra frase.
“Uccidili!”
Subito questi stese un braccio in avanti,e lo fece mutare in una mitragliatrice.
Senza la minima
esitazione crivellò di colpi quei poveri uomini.
Passò
veloce tra i cadaveri,alzandosi in volo.
“Abbiamo
fatto un bel regalo alle loro famiglie,vero?” chiese
la voce ridendo.
L’androide non rispose.
Stava
arrivando alla meta.
Atterrò
su uno spiazzo dentro una montagna,e si diresse verso
la porta che
aveva
innanzi. Un laboratorio apparve dinnanzi a lui,una
volta che essa
si
spalancò. Un uomo giovane tutto vestito di nero si alzò dalla postazione pc,
e
sorrise giungendoli appresso. “Hai fatto in fretta,numero
6…forse meriti un premio!”Roku,il cui nome
significava appunto 6,posò su una branda i due fratelli.
“Ma che
cosa abbiamo qui?Ti avevo detto di trovarmene due dello stesso sesso,
idiota!!!”
urlò l’uomo vedendoli.
I due
gemelli stavano per svegliarsi. Uno aveva i capelli neri,mentre
la sua
sorellina
era bionda. Lei aprì gli occhi e vide quelle due persone che non
conosceva.
“Chi siete?” chiese spaventata per poi svegliare suo
fratello.
Il
bambino si svegliò e come la sorella si impaurì,indietreggiando.
“Cari
bambini…papà e mamma ci hanno chiamato per portarvi qui.
Dovevano
partire per un lungo lungo viaggio,quindi
ci occuperemo noi di voi due..” disse l’uomo con tono rassicurante. Mentiva chiaramente.
Allora i
due fratelli si calmarono un poco,mettendosi a sedere.
“Quando
tornerà la mamma?…voglio stare con lei…” mormorò la bambina
a suo
fratello,stringendosi a lui. Roku non disse nulla.
Non
poteva dire a loro che proprio lui aveva ucciso i genitori,e
che non sarebbero
mai
più tornati. Poi iniziò a discutere con l’uomo.
“Dottor
Gero…perché non li dice la verità…loro non potranno
mai più vederli…”.
Il
dottore lo gelò con lo sguardo “Numero 6…una sola parola in più e ti distruggo…hai capito bene,ammasso di ferraglia?”.
L’androide non ribatté. Squadrò quei piccoli sventurati e si
allontanò con
aria
triste.
Fratello
e sorella erano spaventati,sul punto di piangere.
Sentivano già la mancanza di mamma e papà,ignari della
loro fine.
“Allora,piccoli miei…io sono il dottor Gero. Voi
come vi chiamate?”
I bambini
fecero per presentarsi,ma le loro bocche vennero
tappate da un dito
posato
sopra. “Non importa…” disse l’uomo con noncuranza.
“Oggi in
avanti vi darò io dei nuovi nomi,siete d’accordo?”
chiese questi carezzando la testa della bimba.
“Io vi do
il benvenuto…numero 17…e numero 18…”