Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
Ricorda la storia  |      
Autore: Giulls    01/07/2010    3 recensioni
Irene, Giulia, Jason e Phil sono gli Scarlett Roses, la nuova band di supporto dei 30 Seconds To Mars. Entrambe le band si stanno preparando per il concerto all'Ice Palace. Shannon e Irene fanno coppia fissa, Jared e Giulia non fanno altro che punzecchiarsi tutto il tempo. Riusciranno le due band a non farsi fuori prima del concerto?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ever imagine heart open and free.


< Non toccherò mai più dell'alcol, lo giuro > biascico con ancora gli occhi chiusi e comincio a muovermi nel letto nella speranza di potermi riaddormentare di nuovo, ma ormai è tutto inutile. Il sonno mi ha abbandonata, lasciando spazio all'atroce mal di testa post sbornia.
Come un automa indosso una felpa e scendo le scale fino ad arrivare in sala, dove trovo Irene che dorme e russa beata per terra, sui materassini che Jared ed io usiamo per fare yoga, stretta a Mr. Pookie, il primo pupazzo a forma di topo che una fan aveva lanciato sul palco al nostro primo concerto. E siccome era il nostro primo regalo sia Irene che io lo volevamo. Io perché la ragazza lo aveva lanciato vicino ai miei piedi, lei perché è la leader dei Scarlett Roses. Così ce lo siamo giocati con il nobile gioco sasso, carta, forbici e ha vinto il possesso del pupazzo.
Accanto a lei ci sono un paio di bottiglie di vodka e succo ormai vuote e vari vestiti sparsi per terra.
Mi guardo attorno e comincio a fare lo slalom tra i indumenti e non appena arrivo vicino a lei comincio a darle una serie di calcetti sul braccio.
< Oh, ti svegli? >
< Cosa diavolo vuoi? > risponde stringendosi sempre di più a Mr. Pookie.
< Perché hai fatto un casino così? >
< Boh, chi se lo ricorda > ribatte mentre cerca di coprirsi con la coperta di lana.
< Vuoi un caffè? > domando saltellando di qua e di là per raggiungere la cucina.
< Sì e anche un'aspirina! > esclama.
Continuo a saltellare e quando passo davanti alla porta del bagno sento dell'acqua scorrere.
< Ma chi c'è in bagno? >
< Shannon > risponde Irene e quando la guardo con la coda dell'occhio, la vedo sistemare un po' per terra. Ora capisco perché c'era così tanto casino per terra. Le fantomatiche Adidas di Shannon erano addirittura finite in cucina, con le sue bacchette accanto.
Le raccolgo e le agito in aria per far sì che le notasse.
< Oh, ecco dove sono finite le bacchette! > esclama ridendo < sai, ieri sera Shannon le ha tirate fuori e… >
< Alt! > esclamo interrompendola < non voglio sapere dei vostri giochetti erotici > aggiungo e Irene continua a guardarmi ridendo < a proposito, si è saputo più niente della bicicletta? >
< No > sento come grugnito di risposta dietro di me < è la terza bicicletta che mi fregano, ormai non ne posso più. Ma la gente non ha niente da fare se non fregarmi la bicicletta? >
< Hai mai provato a cercarla su e-bay? > domando a bruciapelo, guadagnandomi così un'occhiataccia da parte di Shannon e una sonora risata da parte della sua dolce metà.
< Per caso sapete se mio fratello viene? >
< Spero di sì e spero che mi porti le ciambelle, visto che viene qui e mangia tutto ciò che è commestibile >
< Insomma, non è mica colpa mia se compri cose buone! > esclama l'altro fratello Leto sulla porta della cucina.
< Come sei entrato qui dentro? > chiede Irene.
< Ho preso la chiave da sotto lo zerbino >
< E aspettare come i comuni mortali che qualcuno ti aprisse, no? >
< Qualcuno avrebbe potuto riconoscermi e importunarmi >
Guardo Irene e Shannon e scoppiamo tutti a ridere.
< Certo, sicuramente ti avrebbe dato fastidio essere fermato >
< Infatti > asserisce mentre si sedeva sulla sedia accanto a Shannon < uhm, vedo che questa notte ci siamo divertiti, eh? >. Ride e indica Irene. < Ecco perché questa mattina non ti ho trovato nella tua stanza. Giulia, potevi venire da me, così avresti lasciato i due piccioncini in santa pace >
Porgo a Irene il caffè e le magiche aspirine e scoppio a ridere.
< Certo, così dal mio letto mi sarei infilata nel tuo >
< E cosa c'è di così terribile? >
< Io non faccio sesso con una prima donna > rispondo di getto e Irene butta il caffè sul tavolo, mentre Shannon sputa il biscotto che aveva trovato nel porta biscotti.
Alzo la testa e guardo la mia amica con due occhi sgranati. Irene, Shannon ed io lo chiamavamo sempre prima donna tra di noi per prenderlo in giro, ma nessuno aveva mai avuto il coraggio di dirglielo in faccia.
< Prego? > domanda guardandomi furioso.
< Avanti, era solo una battuta. Sono sicuro che Giulia non lo pensava veramente >. Shannon era intervenuto in mia difesa. Che caro ragazzo.
< Qualcuno vuole un biscotto? > propone Irene per spezzare la tensione, ma Jared la ignora e torna a guardarmi minacciosamente, finché all'improvviso mi guarda con il suo solito sorriso da strafottente.
< Beh, mi fa sorridere detto da un maschiaccio >
Lo guardo con gli occhi e la bocca spalancati, scandalizzata. Come mi aveva chiamata?
< Io non sono un maschiaccio! > esclamo.
< È ormai un anno che ti conosco e non ti ho mai vista portare una gonna >
< È che sto comoda ad indossare i jeans >
< Quindi la mia teoria è confermata >
Metto da lavare il mio bicchiere con dentro il latte e gli lancio uno sguardo di sfida.
< Va bene, ti dimostrerò che non sono un maschiaccio. Stasera al concerto indosserò un vestito >
Continuo a guardarlo e gli porgo la mano, che stringe prontamente.
< Andata > risponde sogghignando < ora me ne vado. Shan, non fare troppo tardi. Le ragazze si devono fare belle >
Jared scoppia a ridere e fino a che non si allontana dalla cucina mi guarda strafottente. Dio, non ho mai desiderato dare un pugno in faccia a qualcuno come in questo momento.
< Lo sai che siamo all'Ice Palace, vero? > domanda Shannon.
< Lo so > ribatto frettolosamente < ma voglio fargli capire che si sbaglia. Ancora non ho capito come diavolo gli sia venuta l'idea di fare un concerto in un palazzo per il pattinaggio sul ghiaccio >
< Ah, vallo a capire mio fratello! > esclama Shannon mentre si alza dalla sedia < vado anche io. Immagino che dobbiate andare da Phil e Jason a provare. Ci vediamo più tardi >. Si avvicina a Irene e la bacia.
< Oh, che carini che siete! > esclamo con la voce di un'ottava oltre il limite consentito dalla legge umana e quando Shannon ci lascia sole, Irene prende Mr Pookie e me lo lancia.
< Piantala di fare l'imbecille! >
< Ma sei scema? > esclamò mentre prendo Mr Pookie da terra < Mr Pookie è un simbolo, non puoi lanciarlo per terra come se niente fosse! >
< Mi perdonerà prima o poi >
< Io non lo farei se fossi in lui >
< Giulia, è un pupazzo >
< Non è un semplice pupazzo, è il nostro primo regalo! Dovrebbe essere trattato come una divinità, non come pupazzo >
< Okay, qualunque cosa tu abbia fumato, non fumarla più >
< Colpa di Jared > mugugno imbronciata.
< Ma è sempre colpa sua? Non è che sotto sotto ti piace? > domanda ridacchiando.
E ora sono io a lanciarle Mr Pookie in faccia. Ma era per una buona causa, Mr Pookie mi avrebbe perdonata.
< Non dirlo nemmeno per scherzo >
< Uhm, siamo suscettibili, eh? Okay, va bene, la smetto! A proposito, cosa ti metterai questa sera? >
< Non ne ho la minima idea. Dobbiamo andare a comprarci qualcosa >
< Eh no, signorina! Sei tu ad aver fatto questo patto con Jared, non io. E poi non posso mettermi una gonna, devo muovermi sul palco >
< Ti odio >
< E allora vattene dalla band. Troverò un'altra chitarrista >
< Nessun'altra ragazza sarà brava come me > ribatto facendole la linguaccia.
< Mi cerco un chitarrista maschio >
< Non puoi cacciarmi, altrimenti io ti caccio di casa >
< Nessun problema, vado a stare da Shannon > ribatte sorniona.
< E io… >. Chiusi la bocca, senza sapere cosa rispondere. Ma non volevo dargliela vinta. < Dirò a Shannon di non ospitarti. Per quanto quel ragazzo ti ami, sarà molto contento di farti imbestialire un po' >
< Tanto non lo farà mai >
< Sì, invece. Mi adora > rispondo sorridendole divertita e finalmente ottengo la vittoria.
< Okay, hai vinto >. Si passa una mano tra i capelli e poi a guarda per terra. < Ti do una mano a pulire e poi andiamo a provare >
Le sorrido come ringraziamento e pian piano cominciamo a pulire casa da cima a fondo. Per me pulire è peggio di una qualsiasi tortura cinese, mentre a Irene piace. Pulire per lei è rilassante. Mi piacerebbe avere almeno un decimo della sua voglia, ma devo ammettere che il tempo trascorre più velocemente quando ci mettiamo a pulire mentre ascoltiamo a tutto volume i Paramore, i Flyleaf e ovviamente i 30 Seconds To Mars.
Prendo le coperte e scendo in lavanderia per metterle da lavare, quando all'improvviso la sento urlare dal piano di sopra.
Lascio cadere le coperte e mi precipito verso Irene.
< Che è successo? >
< Hai visto quel ragno? > domanda urlando mentre mi indica un ragno accanto alla porta.
< Tu mi hai fatto venire un infarto solo per questo? >
Mi guarda e sgrana gli occhi, indignata.
< Ma hai visto quanto è grande? Ti prego, schiaccialo >
Rido e dopo aver preso un foglio di carta faccio in modo che il ragno vi si posi sopra e lo metto fuori dalla finestra.
< Non mangi gli animali e pretendi di farne morire uno? >
< Non è colpa mia se ho paura dei ragni > borbotta Irene mentre se ne va in bagno.
< Ma è un esserino innocuo! >
< Beh, non era tanto innocuo quello che ha morso Peter Parker >
< Hai ragione, ma c'è da dire che con quel morso Peter Parker è diventato Spiderman >
< Va bene! > esclama prima di mettere la testa fuori dalla porta del bagno < la prossima volta ti porto una biscia d'acqua nel letto. Tanto anche quella è innocua. Poi vediamo se non urli >
La guardo con due occhi sgranati. Oddio, no, non può farlo.
< Okay, hai ragione. Chiedo ufficialmente perdono > sussurro sconfitta e Irene infila di nuovo la testa in bagno.
Apro la porta per uscire a prendere la posta, ma prima di mettere il naso fuori casa guardo bene per terra che non ci siano serpenti o quant'altro. Ricordo ancora quando Kevin, il moccioso di dieci anni che abita nella casa accanto, mi ha fatto trovare sullo zerbino un serpente morto, sapendo benissimo della mia folle paura.
Ho urlato talmente tanto da farmi sentire persino in Alaska.
E non so nemmeno come, ma Jared è magicamente venuto a saperlo e da quel momento non fa altro che prendermi in giro.
< Hey, vai a fare la spesa per caso? > domanda Irene non appena mi vede tornare.
< Perché, siamo senza roba da mangiare? >
< No, ma Shannon ha appena chiamato e ha chiesto se possono auto-invitarsi a pranzo >
Shannon avrà chiamato, ma sicuramente la mente diabolica ad aver progettato tutto era quella di Jared.
< Okay, vado io. Prendo qualcosa di particolare? >
< Insalata > risponde facendo le spallucce.
Effettivamente la mia era una domanda stupida. Con due vegani e due vegetariane di certo non potevo fermarmi a prendere una bistecca.
Prendo la mia bicicletta dal garage e comincio a pedalare fino al discount vicino a casa, dove prendo dei canestri di insalata, un po' di verdura fresca e poi torno indietro, grondante di sudore perché andare in giro per Los Angeles a mezzogiorno con 35 gradi di certo non torni a casa fresca come una rosa.
< Hey, sono a casa! > esclamo mentre apro la porta e sento Irene, Shannon e Jared ridere in cucina < che succede di così divertente? > chiedo curiosa mentre appoggio le borse della spesa.
< Shannon si diverte a fare l'idiota > proferisce Irene ridendo e la faccia sorpresa di Shannon fa ridere anche me.
< Io apparecchio, tu, Ire, lavi le verdure e fai l'insalata? >
< Certo! > risponde prima di mettersi all'opera < a proposito, ha chiamato Jason e ci ha detto di andare a fare le prove alle cinque >
< Okay. Dove ci troviamo? >
< Nel magazzino abbandonato dietro a casa sua >
< Oh, bene. Voi andate direttamente all'Ice Palace a provare? > domando mentre porto la tovaglia e i piatti sulla tavola. Jared annuisce e mi guarda sogghignando. < Perché mi guardi con quella faccia da ebete? > chiedo tentando di provocarlo.
< No, niente. Stavo pensando ad una barzelletta >
< Fai ridere anche me > continuo.
< No, lascia stare > ribatte e si siede sopra il bancone, accanto ai fornelli.
Sistemo la tovaglia con una mano e tengo i piatti con l'altra, ma non appena sposto la sedia sulla quale generalmente mi siedo per mangiare, mollo i piatti per terra e comincio ad urlare terrorizzata: al centro del cuscinetto bianco c'è un serpente attorcigliato, enorme e di colore beige, con qualche chiazza marrone scuro, che mi guarda con la sua lingua biforcuta fuori. E mi ci vogliono venti secondi per realizzare che in realtà è un'immagine tagliata talmente bene e messa in rilievo da del polistirolo da risultare vera.
Alzo lo sguardo e vedo Irene e Shannon sconvolti, mentre l'unica testa di cazzo che ride è quel coglione di Jared.
< Sei uno stronzo! > urlo arrabbiata mentre cerco di avvicinarmi a lui per picchiarlo a sangue, mentre Shannon e Irene si mettono in mezzo per evitare il peggio. Sono una ragazza gracilina, ma quando picchio lo faccio con una gran forza.
< Avanti, stavo solo scherzando > si giustifica con la sua solita aria da strafottente.
< Non me ne frega niente! > ribatto nervosa e sento le lacrime pungermi gli occhi.
< Questa volta hai esagerato > interviene Irene in mia difesa e mi abbraccia, mentre guardo con la coda dell'occhio Shannon che mima a Jared con le labbra la parola coglione.
< Che palle, qui nessuno è un grado di scherzare. Mi dispiace, okay? >
< Fottiti. Non me ne faccio niente delle tue scuse non sentite >
Esco dalla cucina e prendo la scopa e la paletta, poi torno dagli altri e pulisco, senza guardare nessuno in faccia. Una volta pulito torno ad apparecchiare la tavola e mi ci vogliono cinque minuti buoni per farmi passare il broncio e tornare a scherzare con gli altri. Ovviamente non con Jared, il mio intento era quello di non rivolgergli la parola fino alla fine dei miei giorni. O fino a che non si fosse scusato come si deve; il che equivale alla fine dei miei giorni.
< Grazie per il pranzo, ragazze, ci vediamo più tardi. Buone prove > ci dice Shannon mentre si alza da tavola e si avvicina ad Irene per baciarla. Li guardo intenerita e sorrido, sono davvero una gran bella coppia.
Shannon arriva anche da me e lo abbraccio, mentre a Jared faccio un cenno con la testa, freddo. Peggio del ghiaccio nei freezer, peggio del ghiaccio in tutto il Polo Nord e Polo Sud. Non gliela avrei fatta passare liscia, doveva pagare per la paura che mi aveva fatto prendere.
Irene ed io comunque li accompagniamo alla porta e quando lei va ad accompagnare Shannon alla macchina, Jared mi blocca per un polso e mi guarda.
< Mi dispiace davvero, okay? È solo che mi diverto a prenderti in giro e certe volte non mi so proprio contenere. Mi perdoni? Avanti, non sopporto che tu mi tenga il broncio, anche perché sei l'unica a cui mi piaccia tormentare la vita >
< Avete finito di amoreggiare voi due? > domanda Shannon urlando e subito volto lo sguardo verso di lui, sgranando gli occhi.
< Ma anche no! > esclamo ridendo.
< Allora? Dai, mi perdoni? > continua lamentoso.
< Sì, ma smettila di comportarti da prima donna. Ti supplico >
< Sì! > esclama contento e mi stampa un bacio sulla guancia.
< Quindi? > domanda Irene sogghignando.
< Quindi ci siamo riappacificati e basta >
< Hey, tranquilla, io non sto insinuando niente >
< Bugiarda > replico facendole la linguaccia.
< Andiamo a provare? Così poi possiamo andare all'Ice Palace… >
< Sveltina prima del concerto? >
< No, semplicemente voglio sentirli suonare. Siamo la loro band di supporto, ma sono comunque la mia band preferita, quindi voglio sentirli provare >
< Agli ordini, capo > ribatto sorridendole.
Entro in casa, prendo la mia chitarra e poi usciamo, raggiungendo Jason e Phil al vecchio magazzino abbandonato.


< Vi va se suoniamo una cover questa sera? > propongo dopo aver finito di bere la mia terza bottiglietta d'acqua.
< Attenta te a bere > mi rimprovera Jason < non vorremmo che tu poi ogni cinque minuti rompa per andare in bagno al concerto. Giusto, ragazzi? >
< Sì! > esclamano in coro.
< Spiritosi! > ribatto facendo loro la linguaccia < allora? >
< Ci sto > asserisce Irene sorridendomi.
< Per me anche. Che canzone suoniamo? >
< Ignorance > rispondiamo Irene ed io senza esitazione. Era la nostra canzone del giorno. Ogni mattina sceglievamo una canzone, la prima che partiva dallo stereo e quel giorno era capitata quella. Oltretutto era una delle cover che ci veniva meglio.
< Okay, cominciamo! > esclama Phil per incitarci e parto con la prima nota della chitarra.
Dopo averla suonata decidiamo le altre canzoni da cantare e poi andiamo tutti all'Ice Palace, anche se io mi fermo prima a casa per prendere il vestito da indossare per il concerto. Mi seccava andare a fare shopping e in fondo all'armadio avevo trovato un vestito che mi ero comprata a Londra due estati fa.
Arrivo a destinazione quando tutti gli altri sono già arrivati e appena entro dentro sento Jared che canta Closer to the edge. Cerco Irene con lo sguardo e la vedo seduta sul palco che muove la testa da una parte e dall'altra e canta. Di Jason e Phil nessuna traccia, invece.
Prendo posto accanto a lei e saluto i due fratelli Leto, Tomo e il mitico Tim con un sorriso e un cenno di capo. Questa canzone è sacra ed io non volevo di certo rovinarla parlandoci sopra.
< È da molto che siete qui? > chiedo a canzone finita.
< No, saranno dieci minuti > risponde Irene.
L'ultima canzone che suonano è A modern myth, poi Shannon lascia la batteria si siede accanto ad Irene.
< Quando ufficializzerete la vostra relazione? > domando curiosa.
< Una volta finito il tour > risponde Shannon e Irene lo guarda con uno sguardo perso.
< Beh, vedete di ufficializzarlo prima del mio matrimonio > interviene Tomo sedendosi accanto a me.
< Sì, capo > ribatte Irene ridendo.
Nel frattempo anche Jason, Phil e Jared si sono seduti accanto a noi. Lancio un ennesimo sguardo a Shannon e Irene, o come mi piace chiamarli, Sharene. Ma ogni tanto li chiamo anche Irennon, dipende da come sono ispirata. E i nomi sono piaciuti talmente tanto che subito i ragazzi hanno cominciato a chiamarli così. Li guardo e sorrido. Sono davvero belli insieme e mi piace un sacco guardarli. Sono teneri, sono una di quelle coppie che non ti stancheresti mai di guardare, specialmente perché non si isolano quando sono con gli altri, a differenza di molte coppiette.
E poi mi piaceva vedere l'atmosfera di amicizia che si era creata tra tutti noi.
< Okay, qui bisogna festeggiare! > esclama Tim mentre trascina un mini frigo con dentro della birra.
< No, io passo > dico immediatamente.
< Una birra puoi anche berla. E poi scusa, tutte le volte ti ubriachi e tutte le mattine dopo giuri di non toccare più alcol > interviene Phil.
< Esatto > ribatte Irene mentre mi passa una birra < dai, Tim ha ragione, dobbiamo festeggiare prima di cominciare a suonare >
< Ma festeggiamo anche dopo >
< E questo è una sorta di rito scaramantico. Avanti, bevi e fai poco la bambina > dice Jared mentre comincia a bere. Ma lui deve fare il figo, il diverso. No, lui non beve la birra come noi, beve la sua adorata diet coke.
E ovviamente mi lascio convincere e bevo. Anche perché avevo sete e avevo finito tutte le mie bottiglie d'acqua. Chiunque mi conosce ha ragione a dire che sono peggio di un cammello.
Restiamo a chiacchierare sul palco fino alle cinque, poi ci spostiamo nello spogliatoio che i proprietari dell'Ice Palace ci avevano dato da usare come camerino perché alle sei avrebbero aperto le porte. Restiamo a chiacchierare per un altro paio d'ore, fino a che alle sette Irene ed io non decidiamo che forse era meglio prepararsi per andare a suonare.
< Buonasera, L.A.! > esclama Irene non appena saliamo sul palco < are you ready to make a fucking noise? > domanda e rido: anche gli Scarlett Roses erano stati contagiati con il fucking.
Cominciamo a suonare la prima canzone, The Hole, e subito il pubblico comincia a saltare, pogare e cantare. È fantastico vederli così partecipi, è una cosa che ti rende davvero felice, che è come se ti facesse toccare il cielo con un dito. E mi stavo divertendo talmente tanto che non mi sono nemmeno resa conto che avevamo praticamente suonato tutte le canzoni della nostra scaletta. Ne mancava una, la cover. Ignorance. La mitica Ignorance dei mitici Paramore. E non appena comincio a suonare, partono urla entusiaste.
< Grazie mille, Los Angeles, siete fantastici! > esclama Irene prima che scendessimo dal palco.
< Grandissimi! > esclamo una volta dietro le quinte mentre abbraccio la mia amica e anche Jason e Phil si uniscono al nostro abbraccio.
< Augurateci buona fortuna > ci dice Jared.
< Buona fortuna > ribatto sorridendo.
< Buona fortuna, ma tanto andrete sicuramente alla grande > aggiunge Irene prima di avvicinarsi a Shannon e baciarlo.
I 30 Seconds To Mars salgono sul palco e noi due ragazze ci mettiamo dietro le quinte a goderci il concerto. Certo, magari non vedevamo perfettamente come se fossero stati davanti a noi, ma comunque riuscivamo a vederli bene.
< Spettacolare… > sussurra Irene.
< Cosa? > chiedo curiosa.
< Gli Echelon. E sentirsi parte di questa grande famiglia >
< L'hai detto > sussurro sorridendo.
Guardiamo tutto il concerto in piedi, poi torniamo nei camerini per farci una doccia e per attendere il ritorno dei fratelli Leto, di Tomo e anche di Tim.
< Siete stati straordinari! > esclamo quando li vedo tornare nello spogliatoio.
< Vero! > esclama Irene prima di saltare in braccio a Shannon e di baciarlo con tutta la passione possibile < Caspita, sembri un animale quando suoni, non hai idea di quanto questo sia eccitante >
< Mi state violentando le orecchie voi due! > esclamo ridendo.
< Se anche tu al momento avessi una vita sessuale attiva non ci romperesti le palle > ribatte Irene facendomi la linguaccia.
< Nah, secondo me continuerebbe a farlo > risponde Jared mentre si apriva una lattina di coca cola.
< Grazie, ma le tue perle di saggezza non sono richieste al momento. Anzi, a pensarci bene non sono mai richieste >
< Questo è quello che credi tu, baby > ribatte Jared facendomi l'occhiolino.
La cosa migliore sarebbe ignorarlo, lo so benissimo, anche perché adora tormentarmi, ma ogni tanto vorrei davvero prendergli la faccia e sbattergliela addosso all'angolo del muro. O magari su qualcos'altro di appuntito. Non importa cosa, mi basta che sia appuntita. Questo sarebbe sufficiente. E anche divertente.
< Bene, noi vi salutiamo > interviene Shannon mentre si infila le bacchette dentro la tasca posteriore dei jeans e Irene gli è accanto che lo guarda con uno sguardo complice, ovviamente.
Poco dopo anche Tomo ci lascia soli con la scusa che doveva andare da Vichi.
Mi incammino verso le docce, da dove prendo le ultime cose che avevo lasciato e torno ad indossare i jeans. I miei inseparabili shorts.
Infilo tutto dentro la mia tracolla e prendo la custodia della mia chitarra con la mano dall'altra parte, per bilanciare il peso.
< Lascia, faccio io >
Jared mi prende la custodia della chitarra senza nemmeno darmi il tempo di ribattere e ci avviamo verso l'uscita.
< Ma non avete fate autografi questa sera? >
< Li abbiamo fatti mentre tu e Irene stavate facendo la doccia, subito dopo il concerto >
< Oh, okay >
< Certo che mio fratello e la tua amica sono assatanati ogni volta dopo un concerto > dice dopo qualche attimo di silenzio.
< Secondo me fa a loro da afrodisiaco > ipotizzo ridendo e mentre sto per uscire dall'Ice Palace, Jared mi indica una strada secondaria.
< Hai fame? >
< Parecchia > ammetto non appena sento il mio stomaco brontolare. Ed ha brontolato talmente forte che pure Jared l'ha sentito. E infatti scoppia a ridere.
< Forza, muoviti, ti porto a mangiare un boccone da qualche parte >
< Che cos'è, un appuntamento? > lo provoco ridendo.
< Ti farebbe così schifo la cosa? > domanda guardandomi negli occhi.
< No, non direi > replico accennando un sorriso e non lo guardo più direttamente in faccia fino a che non arriviamo alla macchina. Ho contemplato le mie All-Star per altri cinque minuti buoni. Ma ogni tanto mi capitava di buttare un occhio verso di lui e sistematicamente ogni volta lo vedevo sogghignare. Possibile che fosse da prendere a cazzotti anche quando mi invita fuori a cena?
Raggiungiamo la sua macchina, che apre con il telecomando da lontano per atteggiarsi da figo, e poi entriamo.
< Jared? >
< Uhm? >
< È mezzanotte passata. Dove lo troviamo un ristorante che ci faccia da mangiare? >
< Secondo te quanto ci vuole per preparare due piatti di insalata? E poi ti ricordo che sei con me. Fidati, ci darebbero da mangiare anche alle tre del mattino >
Faccio un respiro profondo e alzo gli occhi al cielo.
< Sbruffone > dico piano ma allo stesso tempo faccio in modo che mi senta.
E infatti si mette a ridere e parte con una sgommata.



Olè, ce l'ho fatta.
Ebbene sì, postare la storia poche ore prima della mia partenza per Londra e scoprire che non era stata postata non ha prezzo.
Questa è la prima Shot che posto sui 30 Seconds To Mars. E' un po' una stronzata, ma spero tanto che vi sia piaciuta.
Ringrazio quindi chiunque la leggerà, chi la commenterà e chi farà altro con queste nuove 450mila opzioni.

Beh, questo è tutto.
Provehito in altum,


Giulls.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars / Vai alla pagina dell'autore: Giulls