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Autore: Luciana Menditegui    01/07/2010    2 recensioni
“…pare che ci sia stata un’altra aggressione stanotte. La vittima Marilyn Stanford, 38 anni, impiegata in un ufficio postale. I carabinieri pensano ad attacchi di rabbia poiché le vittime sono casuali ma il tatuaggio sulla fronte ed i luoghi, dove sono stati ritrovati i cadaveri, danno l’idea che gli omicidi diano premeditati. Gli aggiornamenti sul caso saranno comunicati in giornata, a te la linea…”
Genere: Dark, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mangiamorte, Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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cap 1

Salve ragazzi!

Sono tornata con una nuova Fic!

Questo è solo l’inizio…ditemi se vi ha stuzzicato!

 

“AIUTOOOO!”

“AIUTOOOO!” urlò una voce.

Proveniva dal bosco.

Quella babbana si era cacciata in un orribile guaio.

Un ghigno si dipinse sul mio viso ed un senso di potere mi attraversò il corpo.

I muscoli erano tesi e attraversati dall’eccitazione.

Guardai il cielo. La luna piena e candida aveva quasi raggiunto il punto più alto e solo allora potevo sacrificare quell’oca giuliva che strillava.

“Imperium!” enunciai.

La donna uscii dal bosco secondo il mio ordine mentale. La luna era nel punto giusto. Sirio brillava più che mai.

3…2…1

“Avada Kedavra!”

Dalla bacchetta di biancospino una luce verde colpì la donna e fece scaturire un vento glaciale che scompigliò i miei capelli. Inspirai avidamente.

Dal cielo, un lampo verde colpì la collana attorno al mio collo e sentii l’energia della luna scorrere sento le mie vene. La potenza di quest’undicesimo sacrificio alla Luna Piena fu fortissima. Un secondo in più del dovuto e sarei morta. Assaporai il gusto di tutta quella forza durante il tempo che mi rimaneva.

Non riuscivo a fermarmi.

Un rumore mi fece raggelare il sangue nelle vene e d ebbi il timore di essere stata scoperta. Gettai a terra la bacchetta e l’incanto cessò.

Mi guardai intorno. A destra il boschetto dove si era intrufolata la donna attorno ad esso solo distese di grano…

Di nuovo il mio sguardo tornò sulla mia vittima.

Un sorriso compiaciuto mi si dipinse sul volto.

Puntai la bacchetta sulla sua fronte e sussurrai “Marque!”

Si materializzò un tatuaggio sul suo viso con il disegno di una piramide…

Mi voltai e feci una corsa per tornare a casa…

 

********

 

“Mamma? Che ci fai qui?” chiesi stupita quando tornai a casa.

“Tesoro stasera non sono di turno. Brava, sei tornata a casa in orario!” esclamò.

Guardai il cellulare: 00.30

E più in basso: 13 nuovi messaggi.

“Allora, ti sai divertita con Owen?” mi chiese.

“Owen? Si certo. Ci siamo dati alla pazza gioia…” risposi con finta allegria.

“Tesoro? Sei stata attenta?”

“Mamma! Gli interrogatori falli in commissariato. Non fare la poliziotta con me…” cercai di sviare il discorso.

“Astrid! Io non faccio la poliziotta con te, voglio solo che tu stia bene!”

Si sedette sulla poltrona e accese la televisione.

La voce del telegiornale si propagò nella piccola stanza.

I titoli sullo schermo recitavano: Omicidi Seriali e la voce del cronista era concitata: “…pare che ci sia stata un’altra aggressione stanotte. La vittima era Marilyn Stanford, 38 anni, impiegata in un ufficio postale. I carabinieri pensano ad attacchi di rabbia poiché le vittime sono casuali ma il tatuaggio sulla fronte ed i luoghi, dove sono stati ritrovati i cadaveri, danno l’idea che gli omicidi diano premeditati. Gli aggiornamenti sul caso saranno comunicati in giornata, a te la linea…”

Mamma spense la TV.

“Come sapranno tutti questi dettagli lo sa solo Iddio!”

“Mamma ma come sono morte quelle persone?" Chiesi per scoprire cosa la polizia conosceva già.

“Non lo so Astrid…l’autopsia non rivela ferite o altri modi in cui possano essere state uccise le vittime. Come se avessero avuto un infarto ma la modalità e lo svolgimento dei fatti non mi convincono.”

Perfetto la polizia non sapeva nulla. Ora bisognava solo attenuare i dubbi di mia madre…

Si fece un silenzio tombale.

“Senti mamma, domani mattina io e Owen dovremmo andare in centro a Londra.”

“Va bene come vuoi!” capì lei. “Tieni le chiavi della macchina!”

Saltellai tutta contenta in camera e mi preparai per andare a dormire. Mi infilai tra le coperte e lessi i messaggi sul cellulare.

Erano tutti di Owen.

  •   Non ce la posso fare.
  •   Fermati ti prego.
  •  Al prossimo dico tutto alla polizia.

Sogghignai…la prossima vittima, di un legame affettivo, avrebbe aumentato a dismisura l’energia del fulmine.

Domani sarei andata a Londra e avrei incontrato Sinister.

Avrebbe potuto darmi un consiglio.

  
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