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Autore: ShopaHolic    02/07/2010    5 recensioni
-Tu mi hai chiesto quale fosse il momento giusto per dire “ti amo” e credimi, ci ho pensato per tutta la notte, ma adesso ho capito.- Sospirò silenziosamente. –Adie, non esiste il momento giusto per dire “ti amo”…-
Adrienne rimase con il fiato sospeso.
-Perché non ce ne è mai uno sbagliato.-
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Billie J. Armstrong
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ma salve, sono tornata!
E no, non è un caso che abbia deciso di farlo proprio oggi.
Perché oggi, 2 luglio 2010, sono sedici anni, sedici, da quando Billie Joe e Adrienne hanno detto davanti all’altare, e visto che non ho mai scritto nulla per i compleanni dei membri della band, ho deciso questa volta di buttarmi su un anniversario.
Anche perché ormai Bike sarà anche dentro la testa di tutte noi fan dei Green Day, ma io continuo a credere incondizionatamente che Billie e Adie siano davvero una Coppia con la C maiuscola.
Detto questo, buona lettura.

Il momento giusto non esiste

Aprile 1994.

C’era riuscita: l’aveva detto.
Ti amo.
Due semplici paroline, le stesse che da tempo ormai le rimbombavano nella mente e nel cuore ogni volta che si trovava davanti a lui.
Le aveva pronunciate così, sussurrandole con naturalezza: un sorriso sincero aggrappato alle labbra e le guance rosse di un tenero imbarazzo.
Ormai erano mesi che si frequentavano, erano mesi che, tutte le sere, Billie suonava al campanello di casa sua e la portava in giro per la città, in qualche locale per punk o a fare una passeggiata lungo la spiaggia, a guardare il pallore della luna specchiarsi silenziosa tra le onde morbide del mare.
Billie Joe sbatté gli occhi, mentre l’eco di quelle due parole risuonava ancora nitida nei suoi pensieri.
- Billie?- La voce di Adrienne uscì incredibilmente bassa, esitante. Dentro di lei, la paura di essere stata troppo avventata la stava divorando.
La bocca di Billie si apriva e chiudeva senza emettere alcun suono.
Quella dichiarazione l’aveva spiazzato.
Totalmente.
Forse addirittura spaventato.
-… Perché?- Riuscì a dire dopo diversi secondi di interminabile silenzio. La sua voce tremava, ed i suoi profondi occhi verdi sembravano quelli spaventati e sconvolti di un bambino dopo il boato di un tuono.
Il sorriso di Adrienne si fece via via sempre più debole, congelandolesi sulle labbra.
-… Che vuoi dire, Billie?- Chiese la giovane donna con il cuore che le scalpitava nel petto come un cavallo al galoppo.
- Che… che è troppo presto!- Fu la risposta frettolosa ed incerta di Billie, che parlava ormai senza più avere il coraggio di guardare Adrienne negli occhi.
-Troppo presto?-  Parlò nel tentativo di abbattere il magone che le si era incastrato in gola. -Che vuol dire che è troppo presto?- La sua voce venne rotta da un singhiozzo violento, che le bloccò il respiro per l’istante più lungo della sua vita.
Silenzio.
Billie Joe non rispondeva.
Ma cosa rispondere ad una ragazza che ti ha appena confessato di essere innamorata di te?
-Billie! Che vuol dire “è troppo presto”?- Adrienne alzò la voce, costringendo il ragazzo a guardarla negli occhi, dai quali una lacrima si apprestava ad iniziare il suo percorso lungo quel viso dolce.
-Adie, mi dispiace. Solo… non penso che sia il momento giusto. –
Lei sospirò.
Dispiaciuta, arrabbiata, confusa.
-Non è il momento?- Si abbandonò al peso di quella lacrima solitaria che ora le rigava la guancia. –Ma che vuol dire? Non è il momento giusto per cosa, Billie? Per dire “ti amo”?-
Spiazzata, smarrita.
-No! Cioè… sì.- Balbettò Billie passandosi una mano sulla fronte. Quella dichiarazione l’aveva gettato nel panico più totale. -Adrienne…-
Lei lo interruppe scuotendo la testa, sforzandosi di sorridere. -Non pensavo che ci fossero momenti giusti e sbagliati anche per innamorarsi, Billie.-
Illusa.
Il ragazzo sospirò, mordendosi il labbro inferiore, cercando un modo per aggiustare quella situazione che stava prendendo ormai una bruttissima piega. –E’ che… un conto è uscire insieme, vederci… e un altro è… questo.- Riuscì solo a dire, rendendosi pienamente conto che con quest’ultima uscita aveva compromesso le cose molto più di quanto non avesse già fatto. Si interruppe sentendo Adrienne singhiozzare convulsamente. Gli occhi castani lucidi di pianto. Le lacrime adesso le scivolavano lungo le guance una dopo l’altra, ininterrottamente.
-Ma cosa credi, che non lo sappia, Billie? So benissimo che c’è differenza, ma se te l’ho detto è perché lo penso veramente. Perché io passo le ore davanti al telefono aspettando una tua chiamata, un tuo messaggio, anche se magari siamo stati insieme fino a dieci minuti prima. Io ho i brividi quando mi sfiori, quando mi abbracci, quando mi baci. -   Fece una breve pausa per riprendere fiato e riorganizzare i pensieri. Si portò le mani sulle tempie, massaggiandole. Improvvisamente le sembrava di essere oppressa dai suoi stessi sentimenti. –Ma tu hai una minima idea di quello che provo ogni volta che pronunci il mio nome, che mi sorridi? E della paura che ho ogni volta che vedo un’altra ragazza avvicinartisi? Sai cosa significa contare le ore, i minuti e i secondi in attesa del nostro prossimo appuntamento? E passare le notti sveglia a pensarti con la paura di non riuscire a sognarti se dovessi addormentarmi? Quello lo sai com’è?- Gridò fra le lacrime, interrotta di tanto in tanto da violenti singhiozzi. –E allora dimmelo. Dimmelo tu, qual è il momento giusto per dirsi “ti amo”. Ammesso che poi esista veramente, per noi, un momento giusto per dirlo.- Non attese nemmeno una sua risposta, sapeva benissimo che non sarebbe arrivata.
La verità è che non lo sapeva nemmeno lui, se esistesse un momento giusto o meno.
-Io non lo so come le chiami tu, tutte queste sensazioni che provo. Io le chiamo amore. Sono sicura che si chiamino amore.- Concluse poi con un sospiro di rassegnazione. -Ma a quanto pare tu non provi lo stesso per me.-
Ferita.
Si strinse nelle spalle mentre le labbra le si incurvavano verso il basso.
Billie rimase in silenzio, incapace di dare voce a pensieri sensati. Adrienne non gli era mai sembrata così indifesa.
-Mi dispiace, Adie. Non…-
-Lascia stare. Ci vediamo, Billie.- E così dicendo si voltò, correndo via in lacrime.
Quella serata si era rivelata essere un disastro.
Voleva fuggire da tutto, fuggire da tutti.
Da se stessa, innanzi tutto.
Da quella serata.
Da quel maledetto ti amo.
Dai sentimenti che provava per Billie.
E fuggire da Billie.
Dal suo silenzio.
Dalle sue scuse.
Dalle sue parole senza senso.
Innamorata.

**********

Erano quasi le cinque del mattino.
Una leggera brezza fresca spumeggiava nell’aria, a breve il cielo avrebbe cominciato a tingersi di rosa.
Poco più di sei ore prima, Billie Joe aveva litigato con Adrienne.
Si sentiva un perfetto idiota ad averla lasciata andare via in quel modo.
Lei gli aveva detto che lo amava, aveva avuto il coraggio di dirgli cose che lui stesso riusciva soltanto a cantare, e lui non era stato in grado di darle una risposta sensata.
Una sola.
L’aveva riempita di dubbi, di incertezze, ma soprattutto, e questa era la cosa che bruciava più di tutte le altre, l’aveva riempita del sospetto che la loro storia, per lui, non significasse poi tanto.
E si odiava per questo.
Perché di ragazze ne aveva avute a bizzeffe, alcune persino più carine di Adrienne, ma lei era stata l’unica, l’unica, con cui avesse legato davvero.
Nessun’altra sua storia era durata tanto.
Dopo il litigio era corso immediatamente a casa di Mike. Sapeva che lo avrebbe trovato sicuramente in compagnia di qualche ragazza, ma sapeva anche che, da ottimo amico qual’era, non appena avesse saputo quello che era successo, non avrebbe pensato due volte prima di dare il benservito alla bella di turno. E così gli aveva raccontato tutto: dalla parole di Adrienne, a come lui si fosse comportato da vigliacco nei suoi confronti.
Mike lo aveva ascoltato in silenzio, aveva lasciato che parlasse e si sfogasse a dovere, e quando poi Billie finì di parlare, gli aveva fatto una sola domanda:
-Quando ti ha detto di amarti, hai sentito qualcosa dentro di te?-
Billie Joe aveva abbassato lo sguardo,era diventato improvvisamente impacciato.
Non pensava che mai qualcuno sarebbe riuscito a fargli ammettere di provare sentimenti del genere.
-Non lo so, Mike. Ho sentito come… come se qualcuno mi avesse improvvisamente afferrato il cuore con una mano, e avesse iniziato a spremerlo come una spugna imbevuta d’acqua per farne uscire… tutto quello che provo per lei. E improvvisamente ho avuto paura. Lei non è stata la prima ragazza a dirmi “ti amo”, lo sai? Però di certo è stata la prima a farmi sentire così. Ho avuto paura e basta. Tutto questo mi sembrava… qualcosa di troppo grande per me. – Cacciò fuori tutto d’un fiato scuotendo la testa, vergognandosi del suo comportamento. -Sono stato davvero un idiota, non mi sorprenderebbe se ora lei non volesse più rivedermi…-
Mike aveva sorriso, soddisfatto di essere riuscito a fargli ammettere tutto ciò. –Non è detto. Però.. se non vai subito a parlarle, credo che non lo sapremo mai. Che ci fai ancora qui?!- E gli aveva dato una pacca affettuosa sulla spalla.
E Billie era corso via.
Aveva attraversato a piedi tutto il quartiere, ignorando completamente il cuore che pulsava all’impazzata dalla fatica e dall’impazienza. Aveva impiegato quasi mezz’ora per arrivare fino a casa di Adrienne.
Era una villetta a due piani, molto rustica. A Billie fece uno strano effetto pensare che, proprio tra quelle mura, la ragazza più importante della sua vita stava probabilmente ancora piangendo per la grossa delusione che proprio lui le aveva arrecato. Cercando di fare il meno rumore possibile girovagò lungo il giardino fino a trovarsi proprio sotto a quella che sapeva fosse la camera da letto di Adie. La finestra era aperta, e una flebile luce proveniente dall’interno gli diede da pensare di avere ragione: non stava dormendo. Rimase qualche istante in silenzio, incerto su cosa dire, su come poter rimediare a tutto il male che sapeva di averle fatto. Poi si fece coraggio.
-Adrienne.- La chiamò con un tono di voce basso per evitare di svegliare tutto il vicinato, ma non abbastanza per non essere udito da lei.
-Adie, sono io.-
Dentro la sua camera, sdraiata sul letto con gli occhi ancora rossi di pianto puntati sul soffitto, Adrienne stava ancora pensando alla delusione di quella serata, quando avvertì quella voce lieve sussurrare il suo nome.
-Adrienne, ti prego. Lo so che non stai dormendo.-
La ragazza si tirò su, stropicciandosi gli occhi che le bruciavano, e lentamente raggiunse la finestra, appoggiandosi alla parete accanto ad essa, in attesa di sentire di nuovo la sua voce.
Dal giardino, Billie vide l’ombra della sua ragazza avvicinarsi alla finestra, ed alcune ciocche dei suoi capelli scuri che spuntavano gli diedero la conferma che lei era lì, pronta ad ascoltare cosa lui avrebbe avuto da dirle, ma probabilmente non abbastanza da riuscire ad affacciarsi, ad incontrare quegli occhi bellissimi che poche ore prima l’avevano ferita come nient’altro prima di allora.
Billie pensò che fosse meglio così. Non sarebbe riuscito a sopportare di vederla ancora con gli occhi pieni di lacrime a causa sua.
-Mi dispiace.- Mormorò sincero. –Davvero.-
Gli occhi puntati sulla sua ombra alla finestra.
-Mi sono comportato come un cretino e ti ho fatto soffrire. Non meriti di piangere per me.-
Ad Adrienne scese una lacrima. Lui sapeva sempre come rimediare.
-Non so nemmeno io perché ho reagito in quella maniera e credimi, sono sincero se ti dico che vorrei non averlo fatto. Tu mi hai messo di fronte ad una verità che io avevo paura di guardare in faccia. Non voglio che tu pensi che la nostra storia non è importante, per me. Perché –lo so, sono un idiota ad ammetterlo solo ora- la verità è che anch’io ho i brividi quando pronunci il mio nome. Anche io muoio di fronte ad uno dei tuoi sorrisi, anche io, pur di averti tutta per me, spaccherei la faccia ad ogni ragazzo che ti si avvicina. Anche io conto le ore, i minuti e i secondi che mi separano da te. La verità è che tu sei perfetta, e io sono solo un ragazzino idiota e immaturo, buono solo a far casino con gli amici… e a far soffrire le persone più importanti della mia vita.-
Adrienne abbassò lo sguardo. Avrebbe voluto affacciarsi per dirgli che non era vero, che la definizione del bambino immaturo non gli corrispondeva affatto, perché era un ragazzo gentile, che sorrideva con poco. Perché era vero che spesso la faceva soffrire, ma che riusciva sempre a trovare il coraggio di chiederle scusa.
-Odio vederti piangere, Adie. I tuoi sorrisi sono sempre così veri, così sinceri. Non so se ti sei accorta che sono quelli, a riportare la luce nelle brutte giornate. Sono i tuoi sorrisi che mi fanno tornare l’ispirazione quando sono in crisi di fronte ad un foglio bianco. Sono i tuoi sorrisi che mi hanno fanno innamorare di te.-
Un’altra lacrima scese silenziosa dagli occhi della ragazza.
-Tu mi hai chiesto quale fosse il momento giusto per dire “ti amo” e credimi, ci ho pensato per tutta la notte, ma adesso ho capito.- Sospirò silenziosamente. –Adie, non esiste il momento giusto per dire “ti amo”…-
Adrienne rimase con il fiato sospeso.
-Perché non ce ne è mai uno sbagliato.-
Billie Joe aveva un nodo alla gola.
-E allora spero che non sia troppo tardi adesso per dirtelo, Adie. Perché anche io ti amo.-
Fu un attimo, e le lacrime iniziarono a sgorgare rapidamente dagli occhi di Adrienne. Una dopo l’altra, si tuffavano in silenzio da quegli occhi dal colore del cioccolato e percorrevano lentamente le guance rosee, morendole tra le labbra. Il cuore le batteva nel petto come un martello pneumatico, quasi riusciva a sentirne il rimbombo. Si asciugò le lacrime con il dorso della mano, e finalmente si affacciò alla finestra.
Aveva gli occhi ancora lucidi e, sulle labbra, il sorriso più bello che Billie avesse mai visto.
Innamorata.
Perdutamente innamorata.

 **********

Luglio 2010

Billie osserva in silenzio sua moglie dormire accanto a lui.
E’ il 2 Luglio.
E sorride.
Sono passati esattamente 16 anni.
16 anni da quando entrambi hanno pronunciato quel fatidico davanti all’altare.
Due semplici lettere.
Che sono bastate a rendere loro due, Billie Joe e Adrienne, marito e moglie.
Gli capita ogni anno, di svegliarsi presto nel giorno del loro anniversario e rimettersi a pensare a quella lontana sera d’aprile in cui, per la prima volta, spinto dalla paura di perderla per sempre, le aveva rivelato i suoi sentimenti per lei.
Era stata una serata magica, e a distanza di sedici anni non aveva ancora dimenticato quanto fosse stata bella quella sera, affacciata a quella finestra che faceva da cornice alla loro storia.
Era scesa in giardino e si erano abbracciati, baciati. Silenziosamente erano rientrati in casa, e avevano fatto l’amore con una tenerezza ed una complicità che nessuno dei due aveva provato mai, tra l’emozione e la paura di essere beccati dai genitori di lei.
Un mese e mezzo dopo si erano sposati.
E oggi, 16 anni dopo, sono ancora lì.
Ancora insieme in un letto complice del loro amore.
Billie allunga una mano e, lentamente, accarezza il viso di Adrienne, scansadole una ciocca di capelli che le copre la fronte.
E’ così bella quando dorme.
Lei è sempre bella.
-Ti amo, Adie.- Mormora in un dolce sussurro.
Lei si muove leggermente, mugugnando qualcosa di incomprensibile.
Poi apre gli occhi.
Sono sempre gli stessi di 16 anni prima.
Affettuosi, caldi, sinceri.
Innamorati.
-Hey.- Sorride con aria stanca.
-Scusa, tesoro, ti ho svegliata…- Anche gli occhi di Billie sono gli stessi di 16 anni fa.
Profondi, vivaci, incerti.
E innamorati.
-Ma no.- La sua voce è dolce, calda.
Dolcemente gli accarezza un ciuffo di capelli neri, e sorride ripensando che 16 anni fa, quando le aveva detto che la amava, quando le aveva chiesto di sposarla e quando, infine, l’aveva sposata, erano biondi.
Lui le prende la mano e vi posa un bacio morbido.
-Sono proprio bravo a parlare sempre nel momento sbagliato, eh?! – Le sorride stringendola a sé.
Lei lo guarda, si perde in quell’oceano di smeraldo.
E sorride.
-Non è mai il momento sbagliato per dire “ti amo”.-

[Fine]

*Arianna's Corner*

E rieccola!
Lo so, non è un gran ché, però mi è venuta l’ispirazione ieri sera all’improvviso, e allora ho fatto di tutto pur di riuscire a postarla in tempo, proprio il giorno del loro anniversario. Tanto bellini, loro **
Ad ogni modo è una schifezzuola ^^’
Ringrazio anticipatamente chi leggerà e recensirà e volevo avvisare chi segue “Tu che mi hai cambiato la vita” che ho postato il nono capitolo giusto qualche giorno fa.

Già che ci sono ringrazio infinitamente chi ha letto, apprezzato e recensito A sinful flame, e informo che a breve (spero) cercherò di scriverne il seguito. Passo dunque ai ringraziamenti **

 Livin Derevel Carissima, sappi che per me è un onore sapere che tu abbia apprezzato quella mia piccola follia, addirittura al punto da “costringermi” praticamente a scriverne il seguito! xD Ti ringrazio per le tue belle parole - e per aver aggiunto la storia alle preferite **- e spero che il seguito che (prima o poi ) scriverò  sarà all’altezza :D

 Helena89 Grazie infinite per i complimenti, mi hai fatta sciogliere, davvero! Mi fa piacere che tu abbia apprezzato!

JulieJoke Grazie per aver dato un’occhiata alla storia e, quindi, lasciato un commentino. Mi fa piacere che tu abbia ritrovato nel Mike della storia la stessa personalità di quello reale. Grazie davvero.

peacemaker Devo ammettere che nemmeno io lo ritengo così egoista come l’ho descritto, penso solo che se mai dovesse accadere una cosa del genere (per carità, che Dio non voglia) la sua prima preoccupazione sarebbe nei confronti di Billie. Ad ogni modo, sono felice che ti sia piaciuta. :D

ginnyx Macciao mio maestro, che onore averti qui ** Sono contenta che ti sia piaciuta e che tu l’abbia trovata originale, davvero. Ti ringrazio infinitamente per le tue belle parole. **

Alla prossima.

   
 
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