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Autore: Shinalia    02/07/2010    16 recensioni
Ed eccomi qui con l'ennesima storia XD sono una persecuzione! O,o Comunque mi appresto ad una veloce presentazione.... questa sarà una mini-ff composta da 2 o 3 capitoli... che farà parte di una SERIE: "Essere genitori." Dove mi divertirò a scribacchiare delle coppie + famose della saga (e magari anche qualche altra meno famosa) alle prese con i loro pargoli. Detto questo vi lascio al primo chappy della 1 mini ff.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Emmett Cullen, Rosalie Hale
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Essere genitori.'
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Salve! eccomi con l'ultimo capitolo di questa mini-ff. Un pò mi dispiace sia terminata, mi piaceva scriverla. In compenso, facendo parte di una serie, presto inzierò a postare quelle suelle altre coppie ^^  Bhe Vi ringrazio immesamente per i vostri commenti ed il vostro sostegno! Siete sempre dolcissime e io non posso fare a meno di ringraziarvi. A fine pagina troverete le risposte alle recensioni. Un bacione a tutte voi! ^^ 

Manu

Guardinga, senza perdere d’occhio le mie due sorelle, entrai nella cucina, lasciando scorrere lo sguardo sui presenti. La prima cosa che mi colpì fu un profumo.

Un odore di per sé ben noto, ma al contempo diverso.

Un mezzo vampiro.

Strabuzzai gli occhi, palesemente confusa, in attesa di una qualche spiegazione e alla ricerca dell’origine di quella fragranza.

Non è possibile…

I miei occhi si puntarono immediatamente in quelli di mio marito che, radiosi come non mai, mi fissavano, spronandomi ad osservare ciò che giaceva tra le sue braccia. Una piccola creatura, dall’aria fragile ed eterea.

Non è possibile.

« Un bambino. - soffiai, mentre avvertivo l’aria attorno a me caricarsi di tensione. – Da dove arriva? » fui costretta a schiarirmi la gola più volte, per riuscire a pronunciare quelle semplici parole, eppure non ebbi il coraggio di avvicinarmi.

Indugiai lì, paralizzata.

Qualcosa imponeva alla mia mente di non procedere, porre la debita distanza da quel fagotto, da quella piccola tentazione dai capelli biondi e l’aria beata di chi è immerso in qualche dolce sogno.

Così tenero… così irreale.

Un’illusione atta a tormentarmi.

Carlisle si avvicinò a me, cauto, mal celando la sorpresa per quella mia reazione, agli occhi di tutti inspiegabile. « Oggi un vampiro è venuto da me, chiedendomi un favore. - esordì, voltandosi immediatamente verso il piccolo. – Lui… »

« Amore, vogliamo adottarlo? » Emmett lo interruppe, generando un coro di sibili colmi di irritazione e proteste.

Come al solito, la sua capacità di contenersi rasentava lo zero, ancor di più visto lo stato di esaltazione che lo permeava. Un sorriso colmo di amore e soddisfazione risplendeva sul suo viso, illuminandolo.

Il mio dolce orso. Quante notti avevo trovato conforto in lui, da quelle lacrime mai versate, lamentando la mia angoscia per quella condizione che non avevo mai realmente accettato. Spesso osservavo intorno a me quelle persone mutare, evolversi, crescere… sperando quasi di svegliarmi da quell’incubo che affliggeva, che mi costringeva in quella forma perfetta che avevo imparato a detestare.

Ironico. Io, che della mia bellezza in gioventù avevo fatto un vanto ed un’occasione di ascesa sociale, mi ritrovavo a disprezzarla.

Ed ora?

Come agire?

Pregustare un pezzetto di Paradiso per poi lasciarsi scaraventare nuovamente in quell’Inferno, di un’esistenza priva di quella forma di amore più pura ed incondizionata?

No… non avrei sopportato una simile prospettiva. L’angoscia di per sé era immensa pur non potendo comprendere realmente ciò che mi era stato strapparlo. Se l’immaginazione era un’atroce compagna di vita, la consapevolezza e i ricordi sarebbero stati una definitiva condanna.

No!

« Adottarlo… ma come? Io… » non furono che pochi balbettii sconnessi a fuoriuscirono dalle mie labbra.

Non voglio illudermi.

Non voglio sperare in qualcosa che non avrà mai futuro. Non voglio crogiolarmi in una fantasia che potrà essermi strappata al mio primo cenno di cedimento.

Non sopporterei l’ennesima delusione… Non nuovamente. Non dopo aver sperato in quei tempi lontani di aver finalmente raggiunto il paradiso, con un perfetto matrimonio e l’attesa di una maternità tanto desiderata.

Anche allora la felicità mi era stata nemica, fuggendo dalle miei mani all’ultimo istante, rivelando l’incubo celato dietro a quella realtà apparentemente splendente.

Alzai il capo, lasciando scorrere lo sguardo sui presenti, sorpresi ed angosciati.

Loro non capiscono, non possono capire.

Sul volto di Emmett il sorriso si spense, lasciando posto ad un’espressione carica di stupore.  Sapevo cosa pensava, cosa attendeva. Non era quella la reazione che aveva previsto, conscio del mio desiderio di maternità.

Recalcitrante osservo, muta, spaventata dai miei stessi pensieri e dalle paure che mi attanagliano, mi sovrastano e mi sommergono. Le percepisco ed annego sotto di esse.

Volsi lo sguardo verso la finestra, fissando i miei occhi sulla figura di Nessie, impegnata a giocare con il suo nuovo cucciolo.

Io non avrei mai ottenuto… non avrei mai potuto…

« Rose. – la voce di Edward infranse i miei pensieri e, sebbene titubante, mi voltai verso di lui. Sorrideva indulgente.– Non devi preoccuparti. Quello che Carlisle cercava di dirti è che nessuno verrà a reclamarlo, i suoi genitori purtroppo sono morti. Lui, il piccolo… »

« Nathan. – lo interruppi mesta, mossa da uno strano istinto che in quell’istante non seppi definire. Solo quando realizzai l’impulsività del mio gesto, imbarazzata, chinai il capo. – Intendevo, se non  ha un nome, Nathan potrebbe essere carino. » proposi, esitante.

Il sorriso sfolgorante di Alice accompagnato da quello dolce di Bella, mi rassicurarono e non potei fare a meno di sorridere a mia volta.

« Vada per Nathan! – esclamò il mio orso, osservando il piccolo tra le sue braccia. – Però forse sarebbe il caso di chiederlo a lui. »

Jasper alzò gli occhi al cielo, scuotendo il capo, mentre  Edward lo fissò truce, trattenendo a malapena uno sbuffo contrariato.« Emmett, diamine, non si svegliano i bambini quando dormono. » lo ammonì, leggendo le sue intenzioni.

Quello sarebbe stato il padre del mio presunto bambino?

Iniziamo male…

Un ringhio soffocato si levò dal petto di mio fratello, attirando l’attenzione di tutti. « Aspetta, davvero svegliavi la mia piccolina? Ma sei un idiota. – ribattè ad un pensiero del mio orso, rivolgendosi immediatamente a sua moglie. – Io quel troglodita vicino alla mia bambina non ce lo voglio più, sia chiaro. »

Sospirai sommessamente, rivolgendo ad Emmett uno sguardo carico di ammonimenti, a cui lui rispose con una semplice scrollata di spalle ed un sorriso beffardo. Tipico di lui comportarsi da bambino impertinente, prima o poi Edward gli torcerà il collo. Come se non fossero bastati i suoi insegnamenti su come usare la mazza da baseball contro i maschietti.

« Dai, Ed, non esagerare. – lo rimbeccò Bella, affiancandolo ed ostentando un’espressione astuta che non premetteva nulla di buono, almeno per suo marito. – Ti ricordi a Natale quando sei stato in fibrillazione tutta la notte, con quella scatola tra le mani, a gironzolare per la stanza di Nessie, sino a quando non hai ceduto e l’hai svegliata? »

La sua bocca si spalancò dallo stupore, forse incredulo per la rivelazione che la sua mogliettina aveva condiviso con la famiglia. Effettivamente appariva piuttosto inconsueto immaginare il nostro petulante fratello, sempre controllato e schivo, emozionarsi per un semplice regalo. « Ehi – sbottò lui, incrociando le braccia la petto. -  Era un pianoforte giocattolo e lei lo desiderava tantissimo. » si giustificò imbronciandosi, pronto a dar inizio ad una delle sue filippiche.

« Si, certo. » lo liquidò lei, sventolando la mano quasi sdegnata.

« Ma…»

Fu allora che scoppiai a ridere, senza ritegno e senza freni.

Una di quelle risate che raramente mi ero concessa in vita mia, colma di gioia, di vitalità, di felicità.

Non so se fu a causa di quella strana scenetta o perché, forse, avevo finalmente assorbito le parole di Edward, riguardo il piccolo Nathan. Con maggiore probabilità fu osservare quella pace familiare a permettermi di comprendere ciò che finalmente mi attendeva.

Una famiglia completa, quella che avevo sempre sognato, quella che anelavo sin dalla mia vita umana. Quel desiderio che ero certa avrei covato per l’eternità e che mai avrebbe avuto una sua realizzazione. Solo un vortice di illusioni e sogni ad occhi aperti a cui appoggiarsi, per non crollare, per mitigare l’angoscia.

Essere genitori.

Alla mia risata si unirono tutti, lasciando scemare la tensioni man mano accumulata.

Fu una liberazione.

« Ok, lo ammetto. – esordì Edward, tra le risa. – Delle volte mi comporto da bambino, anche io. Ma, a mia discolpa, devo sottolineare che dovendo mitigare di continuo, le apprensioni di Bella, anche io ho bisogno di rilassarmi di tanto in tanto. »

Isabella, increspò le labbra, assestandogli uno scappellotto sulla nuca. « Io non sono apprensiva. » sentenziò, sotto lo sguardo scettico del suo compagno e le smorfie di Alice, che scuoteva il capo.

« Tesoro, il mese scorso tua figlia ha starnutito e tu hai quasi avuto un attacco di panico… - le rammentò, il folletto. – Non che Edward sia stato da meno. Siete due genitori insopportabili! Quella bambina è rinchiusa sotto una campana di vetro. »

« Ma se le permetto anche di frequentare un licantropo. » mormorò Edward imbarazzato.

« Lascia stare Jake… »

Un vagito.

Sobbalzai, non prestando più attenzione alla discussione in atto e rivolgendo immediatamente al piccolo, amorevolmente avvolto nella copertina azzurra. Potei finalmente intravedere i suoi occhi, due limpidi zaffiri, contornati dalle bionde ciglia.

Sembra un angelo.

Lo fissai, profondamente incantata. « È bellissimo. » sussurrai, beata, mentre il desiderio di stringerlo tra le mie braccia diveniva spasmodico.

Desideravo un contatto.

Qualcosa che mi permettesse di accertarmi fosse reale, concreto… mio.

« Credo che abbiamo svegliato il piccolo Nathan. » mormorò Emmett con un tono gentile e dolce che, sebbene stonasse data la sua stazza e la sua mole, riuscii a sciogliermi il cuore.

Perché non ero l’unica a soffrire di quella mancanza… nonostante fossi la sola a lamentarla.

« Posso vederlo? - domandai, rimproverandomi per la mia precedente reazione. – Mi piacerebbe tenerlo in braccio. »

Il mio orso si avvicinò, sempre sorridente, accarezzandomi con lo sguardo, prima di volgersi al piccolo.  

« Ben sveglio Nathan, credo sia ora di presentarti la tua mamma. » Sussurrò.

Mamma.

____________________________

 

« Nate, lascia stare la bambola di Nessie. » lo rimproverai, ponendomi dinanzi a lui con le mani ancorate ai fianchi, nella solita posa da “mamma arrabbiata”.

« Ma mamy. – piagnucolò. – volevo solo fare uno scherzo. »

Sospirai, scuotendo il capo avvilita, somigliava ogni giorno di più a suo padre. « Devo ricordarti cosa è successo l’ultima volta? »

È arrivato il momento di fare un discorsetto ad Emmett, di questo passo sarò costretta a mettere in punizione entrambi.

Lui alzò gli occhi al cielo, palesemente scocciato dal sentirsi ribadire quello che era accaduto. « Non è colpa mia se lei è una violenta. »

« Se tu non la istigassi lei non cercherebbe di picchiarti con la mazza da baseball che le ha regalato papà. » gli rammentai.

Non fosse stato per lo spavento probabilmente avrei trovato esilarante la scena che, qualche giorno prima, si era palesata dinanzi agli occhi stupidi miei e di Bella. La famiglia si era recata a caccia e noi due avevamo optato per restare con i piccoli, non potendo fare altrimenti. Mentre preparavamo loro il pranzo le urla nella stanza attigua avevano attirato la nostra attenzione e…

Bhe…

Nessie furibonda correva per la casa, impugnando a due mani, un’enorme mazza da baseball che Emmett le aveva regalato, rincorrendo Nate con intenzioni palesemente ostili. Quest’ultimo scappava terrorizzato, stringendo a sé la testa della bambola di porcellana preferita della mia piccola nipotina.

Mio figlio adorava dare il tormento alla sua cuginetta, rendendola vittima degli scherzi più assurdi.

« Se tu non l’avessi fermata io avrei risolto tutto. – sentenziò, imbronciandosi. – Sono un uomo e mi sarei difeso. »

Ridacchiai divertita, osservando il mio ometto ferito nell’orgoglio. Se Nessie avesse davvero voluto, quella mazza sarebbe di certo andata a segno, sulla testa del mio cucciolo. Fortunatamente io e Bella eravamo intervenute per placare i bollenti spiriti e Nate era stato costretto a chiedere scusa e a rinunciare alla battuta di caccia con suo padre, quel fine settimana.

« Adesso che ne dici di restituirmi la bambola e permettermi di riconsegnarla a Nessie? » mormorai, accovacciandomi dinanzi a lui.

Mi fissò non propriamente convinto, quasi tentato a ribattere nuovamente, pur sapendo che non l’avrebbe mai spuntata.

Non sono mica Emmett, io.

Quel padre snaturato era completamente incapace di rifiutare qualcosa al suo bambino, e non perdeva occasione di viziarlo ed accontentarlo in ogni suo capriccio. Era lui la rovina del mio piccolo. Le mie proteste cadevano costantemente nel vuoto, dinanzi ai suoi assurdi tentativi ed incoraggiamenti.

« Nate. » ripetei, in tono che non ammetteva repliche, vedendolo finalmente capitolare.

Sbuffò contrariato, avvicinandosi a me e porgendomi il corpo del reato. « Ma non dirle che le ho restituito io la bambola, se te lo chiede tu l’hai solo trovata nella mia stanza. » bisbigliò, al mio orecchio, con fare cospiratorio.

Ridacchiai sommessamente, annuendo. « Adesso vai fuori a giocare e cerca di non fare guai. »

Mi sorrise soddisfatto, mostrando i dentini candidi ed i canini affilati, rammentandomi la sua natura. Era così semplice scambiarlo per un bambino normale, con la sua aria innocente e le guanciotte rosse. « Mi raccomando! »

« A dopo mamma! » salutò, scoccandomi un bacio veloce, prima di correre via.

Restai lì a fissare il punto nel quale si era allontanato, sorridendo internamente.

Da quando Nate era entrato nella mia vita la gioia che mi aveva colta era impossibile da esprimere a parole. Il calore incommensurabile, la pace e la serenità… la felicità pura nel sentir pronunciare dalle sue labbra la parola mamma. Un’emozione che non avrei mai dimenticato e che ancora mi coglieva, spesso, commuovendomi. Lui era stato il più grande dono che la vita immortale mi aveva concesso, insieme ad Emmett. Quel piccoletto era divenuto parte di me, sebbene non vi fossero legami di sangue, non riuscivo a considerarlo in nessun altro modo che: il mio bambino.

Con lui avevo sperimentato le gioie della maternità, la felicità di sentirsi speciale, fondamentale agli occhi di quella creatura bisognosa di amore e cure.

Con lui avevo finalmente trovato quella parte del mio cuore che, un tempo, credevo perduta per sempre.

____________________________________________

 ila74cullen [Contatta] Segnala violazione
 26/06/10, ore 20:00 - Capitolo 2: 2.
Grazieee! spero tanto ti sia piaciuto anche quest'ultimo capitolo! La figura di Rose mi ha sempre affascinata ^^
 grepattz [Contatta] Segnala violazione
 25/06/10, ore 18:50 - Capitolo 2: 2.
ahaha come avrai potuto notare nella seconda parte del capitolo Emmett è un padre tremendo ahahah vizia il suo cucciolo senza remore ahahahha
ed a Rose resta il ruolo della mamma cattiva ahahahahah XD
 SweetCherry [Contatta] Segnala violazione
 25/06/10, ore 16:14 - Capitolo 2: 2.
Wow, quanti complimenti! Grazie mille.. temo di non meritarne neanche la metà! ma ti ringrazio sinceramente per la tua gentilezza. Questo ormai è già l'ultimo chappy di questa storia... spero di trovare presto l'ispirazione per le altre coppie. adoro scrivere della famiglia cullen alle prese con i loro pargoli XD
 simo87 [Contatta] Segnala violazione
 25/06/10, ore 15:56 - Capitolo 2: 2.
ahahahh ci avevo pensato ahahah ma diciamo che ho sempre detestato il nome briciola ahahah mi sembra così anonimo ahaha
io avrei voluto darle un nome + strano ahahah
e mentre scrivevo mi è venuto in mente uno dei gatti dell'università che si chiama Otello (un gattone nero bellissimo ♥) ahahahh
quinid, restano in tema sheksperiano ho pensato ad Ophelia XD
 Bella_kristen [Contatta] Segnala violazione
 25/06/10, ore 08:13 - Capitolo 2: 2.
Ciauuuu! XD ecco l'ultimo, questa volta ho postato presto. L'ispirazione è arrivata improvvisamente.
è strano scrivere storielle così corte ahahah mi ha un effetto bizzarro ahahaha cmq spero sinceramente ti sia piaciuto anche quest'ultimo capitolo... grazie per il tuo costante sostegno *___*
 Frafra9 [Contatta] Segnala violazione
 24/06/10, ore 22:54 - Capitolo 2: 2.
Si si il nuovo bimbo è arrivato XD ed ha conquistato il cuore della sua mamma.
Forse può essere parsa strana la sua prima reazione, ma credo sia normale avere paura in simili situazioni.. :)  Dopo le delusioni si reagisce sempre in modo cauto.
 vanderbit [Contatta] Segnala violazione
 24/06/10, ore 21:36 - Capitolo 2: 2.
Ciaoo! spero ti sia piaciuto il nuovo e ultimo chappy! ^^ finalmente Rose vede realizzato il suo bisogno di maternità *___* e poi Nate è un monello come suo padre, un vero dispettoso ahahah! Io adoro i bambini
 Rosella [Contatta] Segnala violazione
 24/06/10, ore 21:28 - Capitolo 2: 2.
Ciaoooo! Grazieeee! Rose è un personaggio che mi ha spesso affascinata e che generalmente viene dipinta in modo negativo. Invece mi piace poterla un pò rivalutare, soffermandomi su quella parte del suo personaggio che mi ha sempre attirata maggiormente: il suo desiderio di maternità.
 KatyCullen [Contatta] Segnala violazione
 24/06/10, ore 20:39 - Capitolo 2: 2.
Ciauu! Grazieee *______* spero ti sia piaciuto il nuovo e ultimo chappy! ^^ so che può apparire un pò strana la sua prima reazione, ma credo che in determinate circostanza la paura prenda il sopravvento e sia l'irrazionalità a portare ad agire. Dopo tante delusioni quindi lei aveva solo paura.
 ELLAPIC [Contatta] Segnala violazione
 24/06/10, ore 20:10 - Capitolo 2: 2.
Grazieee! come sempre sei gentilissima, nei tuoi commenti e io non posso fare a meno di rinnovare i miei ringraziamenti. sono felice che l'immagine di questa Rose ti sia piaciuta. Diciamo che è un personaggio molto sottovalutato e a cui la Meyer ha dato ben poco spazio ^^ e credo sia un peccato.

   
 
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