Salve! eccomi con l'ultimo capitolo di questa mini-ff. Un pò mi dispiace sia terminata, mi piaceva scriverla. In compenso, facendo parte di una serie, presto inzierò a postare quelle suelle altre coppie ^^ Bhe Vi ringrazio immesamente per i vostri commenti ed il vostro sostegno! Siete sempre dolcissime e io non posso fare a meno di ringraziarvi. A fine pagina troverete le risposte alle recensioni. Un bacione a tutte voi! ^^
Manu
Guardinga,
senza perdere d’occhio le mie due sorelle, entrai
nella cucina, lasciando scorrere lo sguardo sui presenti. La prima cosa
che mi
colpì fu un profumo.
Un
odore di per sé ben noto, ma al contempo diverso.
Un
mezzo vampiro.
Strabuzzai
gli occhi, palesemente confusa, in attesa di una
qualche spiegazione e alla ricerca dell’origine di quella
fragranza.
Non
è
possibile…
I
miei occhi si puntarono immediatamente in quelli di mio
marito che, radiosi come non mai, mi fissavano, spronandomi ad
osservare ciò
che giaceva tra le sue braccia. Una piccola creatura,
dall’aria fragile ed
eterea.
Non
è
possibile.
«
Un bambino. - soffiai, mentre avvertivo l’aria attorno a
me caricarsi di tensione. – Da dove arriva? » fui
costretta a schiarirmi la
gola più volte, per riuscire a pronunciare quelle semplici
parole, eppure non
ebbi il coraggio di avvicinarmi.
Indugiai
lì, paralizzata.
Qualcosa
imponeva alla mia mente di non procedere, porre la
debita distanza da quel fagotto, da quella piccola tentazione dai
capelli
biondi e l’aria beata di chi è immerso in qualche
dolce sogno.
Così
tenero…
così irreale.
Un’illusione
atta a tormentarmi.
Carlisle
si avvicinò a me, cauto, mal celando la sorpresa
per quella mia reazione, agli occhi di tutti inspiegabile. «
Oggi un vampiro è
venuto da me, chiedendomi un favore. - esordì, voltandosi
immediatamente verso
il piccolo. – Lui… »
«
Amore, vogliamo adottarlo? » Emmett lo interruppe,
generando un coro di sibili colmi di irritazione e proteste.
Come
al solito, la sua capacità di contenersi rasentava lo
zero, ancor di più visto lo stato di esaltazione che lo
permeava. Un sorriso
colmo di amore e soddisfazione risplendeva sul suo viso, illuminandolo.
Il
mio dolce orso. Quante notti avevo trovato conforto in
lui, da quelle lacrime mai versate, lamentando la mia angoscia per
quella
condizione che non avevo mai realmente accettato. Spesso osservavo
intorno a me
quelle persone mutare, evolversi, crescere… sperando quasi
di svegliarmi da
quell’incubo che affliggeva, che mi costringeva in quella
forma perfetta che
avevo imparato a detestare.
Ironico.
Io, che della mia bellezza in gioventù avevo fatto
un vanto ed un’occasione di ascesa sociale, mi ritrovavo a
disprezzarla.
Ed
ora?
Come
agire?
Pregustare
un pezzetto di Paradiso per poi lasciarsi scaraventare nuovamente in
quell’Inferno,
di un’esistenza priva di quella forma di amore più
pura ed incondizionata?
No…
non avrei sopportato una simile prospettiva. L’angoscia di
per sé era immensa pur non potendo comprendere realmente
ciò che mi era stato
strapparlo. Se l’immaginazione era
un’atroce
compagna di vita, la consapevolezza e i ricordi sarebbero stati una
definitiva
condanna.
No!
«
Adottarlo… ma come? Io… » non furono
che pochi balbettii
sconnessi a fuoriuscirono dalle mie labbra.
Non
voglio illudermi.
Non
voglio sperare in qualcosa che non avrà mai futuro. Non
voglio crogiolarmi in
una fantasia che potrà essermi strappata al mio primo cenno
di cedimento.
Non
sopporterei l’ennesima delusione… Non nuovamente.
Non dopo aver sperato in quei
tempi lontani di aver finalmente raggiunto il paradiso, con un perfetto
matrimonio e l’attesa di una maternità tanto
desiderata.
Anche
allora
la felicità mi era stata nemica, fuggendo dalle miei mani
all’ultimo istante,
rivelando l’incubo celato dietro a quella realtà
apparentemente splendente.
Alzai
il capo, lasciando scorrere lo sguardo sui presenti,
sorpresi ed angosciati.
Loro
non capiscono, non possono capire.
Sul
volto di Emmett il sorriso si spense, lasciando posto ad
un’espressione carica di stupore. Sapevo
cosa pensava, cosa attendeva. Non era quella la reazione che aveva
previsto,
conscio del mio desiderio di maternità.
Recalcitrante
osservo, muta, spaventata dai miei stessi pensieri e dalle paure che mi
attanagliano,
mi sovrastano e mi sommergono. Le percepisco ed annego sotto di esse.
Volsi
lo sguardo verso la finestra, fissando i miei occhi
sulla figura di Nessie, impegnata a giocare con il suo nuovo cucciolo.
Io
non avrei mai ottenuto… non avrei mai potuto…
«
Rose. – la voce di Edward infranse i miei pensieri e,
sebbene titubante, mi voltai verso di lui. Sorrideva
indulgente.– Non devi
preoccuparti. Quello che Carlisle cercava di dirti è che
nessuno verrà a
reclamarlo, i suoi genitori purtroppo sono morti. Lui, il
piccolo… »
«
Nathan. – lo interruppi mesta, mossa da uno strano istinto
che in quell’istante non seppi definire. Solo quando
realizzai l’impulsività
del mio gesto, imbarazzata, chinai il capo. – Intendevo, se
non ha un nome,
Nathan potrebbe essere carino. »
proposi, esitante.
Il
sorriso sfolgorante di Alice accompagnato da quello dolce
di Bella, mi rassicurarono e non potei fare a meno di sorridere a mia
volta.
«
Vada per Nathan! – esclamò il mio orso, osservando
il
piccolo tra le sue braccia. – Però forse sarebbe
il caso di chiederlo a lui. »
Jasper
alzò gli occhi al cielo, scuotendo il capo,
mentre Edward lo
fissò truce,
trattenendo a malapena uno sbuffo contrariato.« Emmett,
diamine, non si
svegliano i bambini quando dormono. » lo ammonì,
leggendo le sue intenzioni.
Quello
sarebbe stato il padre del mio presunto bambino?
Iniziamo
male…
Un
ringhio soffocato si levò dal petto di mio fratello,
attirando l’attenzione di tutti. « Aspetta, davvero
svegliavi la mia piccolina?
Ma sei un idiota. – ribattè ad un pensiero del mio
orso, rivolgendosi
immediatamente a sua moglie. – Io quel troglodita vicino alla
mia bambina non
ce lo voglio più, sia chiaro. »
Sospirai
sommessamente, rivolgendo ad Emmett uno sguardo
carico di ammonimenti, a cui lui rispose con una semplice scrollata di
spalle
ed un sorriso beffardo. Tipico di lui
comportarsi da bambino impertinente, prima o poi Edward gli
torcerà il collo. Come
se non fossero bastati i suoi insegnamenti su come usare la mazza da
baseball
contro i maschietti.
«
Dai, Ed, non esagerare. – lo rimbeccò Bella,
affiancandolo
ed ostentando un’espressione astuta che non premetteva nulla
di buono, almeno
per suo marito. – Ti ricordi a Natale quando sei stato in
fibrillazione tutta
la notte, con quella scatola tra le mani, a gironzolare per la stanza
di
Nessie, sino a quando non hai ceduto e l’hai svegliata?
»
La
sua bocca si spalancò dallo stupore, forse incredulo per
la rivelazione che la sua mogliettina aveva condiviso con la famiglia.
Effettivamente appariva piuttosto inconsueto immaginare il nostro
petulante
fratello, sempre controllato e schivo, emozionarsi per un semplice
regalo. «
Ehi – sbottò lui, incrociando le braccia la petto.
- Era un pianoforte
giocattolo e lei lo
desiderava tantissimo. » si giustificò
imbronciandosi, pronto a dar inizio ad
una delle sue filippiche.
«
Si, certo. » lo liquidò lei, sventolando la mano
quasi
sdegnata.
«
Ma…»
Fu
allora che scoppiai a ridere, senza ritegno e senza
freni.
Una
di quelle risate che raramente mi ero concessa in vita
mia, colma di gioia, di vitalità, di felicità.
Non
so se fu a causa di quella strana scenetta o perché,
forse, avevo finalmente assorbito le parole di Edward, riguardo il
piccolo Nathan.
Con maggiore probabilità fu osservare quella pace familiare
a permettermi di
comprendere ciò che finalmente mi attendeva.
Una
famiglia completa, quella che avevo sempre sognato,
quella che anelavo sin dalla mia vita umana. Quel desiderio che ero
certa avrei
covato per l’eternità e che mai avrebbe avuto una
sua realizzazione. Solo un vortice di
illusioni e sogni ad
occhi aperti a cui appoggiarsi, per non crollare, per mitigare
l’angoscia.
Essere
genitori.
Alla
mia risata si unirono tutti, lasciando scemare la
tensioni man mano accumulata.
Fu
una liberazione.
«
Ok, lo ammetto. – esordì Edward, tra le risa.
– Delle volte
mi comporto da bambino, anche io. Ma, a mia discolpa, devo sottolineare
che dovendo
mitigare di continuo, le apprensioni di Bella, anche io ho bisogno di
rilassarmi di tanto in tanto. »
Isabella,
increspò le labbra, assestandogli uno scappellotto
sulla nuca. « Io non sono apprensiva. »
sentenziò, sotto lo sguardo scettico
del suo compagno e le smorfie di Alice, che scuoteva il capo.
«
Tesoro, il mese scorso tua figlia ha starnutito e tu hai
quasi avuto un attacco di panico… - le rammentò,
il folletto. – Non che Edward
sia stato da meno. Siete due genitori insopportabili! Quella bambina
è
rinchiusa sotto una campana di vetro. »
«
Ma se le permetto anche di frequentare un licantropo. »
mormorò Edward imbarazzato.
«
Lascia stare Jake… »
Un
vagito.
Sobbalzai,
non prestando più attenzione alla discussione in
atto e rivolgendo immediatamente al piccolo, amorevolmente avvolto
nella
copertina azzurra. Potei finalmente intravedere i suoi occhi, due
limpidi
zaffiri, contornati dalle bionde ciglia.
Sembra
un angelo.
Lo
fissai, profondamente incantata. « È bellissimo.
»
sussurrai, beata, mentre il desiderio di stringerlo tra le mie braccia
diveniva
spasmodico.
Desideravo
un contatto.
Qualcosa
che mi permettesse di accertarmi fosse reale,
concreto… mio.
«
Credo che abbiamo svegliato il piccolo Nathan. »
mormorò
Emmett con un tono gentile e dolce che, sebbene stonasse data la sua
stazza e
la sua mole, riuscii a sciogliermi il cuore.
Perché
non
ero l’unica a soffrire di quella mancanza…
nonostante fossi la sola a
lamentarla.
«
Posso vederlo? - domandai, rimproverandomi per la mia
precedente reazione. – Mi piacerebbe tenerlo in braccio.
»
Il
mio orso si avvicinò, sempre sorridente, accarezzandomi
con lo sguardo, prima di volgersi al piccolo.
«
Ben sveglio Nathan, credo sia ora di presentarti la tua
mamma. » Sussurrò.
Mamma.
____________________________
«
Nate, lascia stare la bambola di Nessie. » lo rimproverai,
ponendomi dinanzi a lui con le mani ancorate ai fianchi, nella solita
posa da
“mamma arrabbiata”.
«
Ma mamy. – piagnucolò. – volevo solo
fare uno scherzo. »
Sospirai,
scuotendo il capo avvilita, somigliava ogni giorno
di più a suo padre. « Devo ricordarti cosa
è successo l’ultima volta? »
È
arrivato
il momento di fare un discorsetto ad Emmett, di questo passo
sarò costretta a
mettere in punizione entrambi.
Lui
alzò gli occhi al cielo, palesemente scocciato dal
sentirsi ribadire quello che era accaduto. « Non è
colpa mia se lei è una
violenta. »
«
Se tu non la istigassi lei non cercherebbe di picchiarti
con la mazza da baseball che le ha regalato papà.
» gli rammentai.
Non
fosse stato per lo spavento probabilmente avrei trovato
esilarante la scena che, qualche giorno prima, si era palesata dinanzi
agli
occhi stupidi miei e di Bella. La famiglia si era recata a caccia e noi
due
avevamo optato per restare con i piccoli, non potendo fare altrimenti.
Mentre
preparavamo loro il pranzo le urla nella stanza attigua avevano
attirato la
nostra attenzione e…
Bhe…
Nessie
furibonda correva per la casa, impugnando a due mani,
un’enorme mazza da baseball che Emmett le aveva regalato,
rincorrendo Nate con
intenzioni palesemente ostili. Quest’ultimo scappava
terrorizzato, stringendo a
sé la testa della bambola di porcellana preferita della mia
piccola nipotina.
Mio
figlio adorava dare il tormento alla sua cuginetta, rendendola
vittima degli scherzi più assurdi.
«
Se tu non l’avessi fermata io avrei risolto tutto.
–
sentenziò, imbronciandosi. – Sono un uomo e mi
sarei difeso. »
Ridacchiai
divertita, osservando il mio ometto ferito
nell’orgoglio. Se Nessie avesse davvero voluto, quella mazza
sarebbe di certo
andata a segno, sulla testa del mio cucciolo. Fortunatamente io e Bella
eravamo
intervenute per placare i bollenti spiriti e Nate era stato costretto a
chiedere scusa e a rinunciare alla battuta di caccia con suo padre,
quel fine
settimana.
«
Adesso che ne dici di restituirmi la bambola e permettermi
di riconsegnarla a Nessie? » mormorai, accovacciandomi
dinanzi a lui.
Mi
fissò non propriamente convinto, quasi tentato a
ribattere nuovamente, pur sapendo che non l’avrebbe mai
spuntata.
Non
sono mica Emmett, io.
Quel
padre snaturato era completamente incapace di rifiutare
qualcosa al suo bambino, e non perdeva occasione di viziarlo ed
accontentarlo
in ogni suo capriccio. Era lui la rovina del mio piccolo. Le mie
proteste
cadevano costantemente nel vuoto, dinanzi ai suoi assurdi tentativi ed
incoraggiamenti.
«
Nate. » ripetei, in tono che non ammetteva repliche,
vedendolo finalmente capitolare.
Sbuffò
contrariato, avvicinandosi a me e porgendomi il corpo
del reato. « Ma non dirle che le ho restituito io la bambola,
se te lo chiede
tu l’hai solo trovata nella mia stanza. »
bisbigliò, al mio orecchio, con fare
cospiratorio.
Ridacchiai
sommessamente, annuendo. « Adesso vai fuori a
giocare e cerca di non fare guai. »
Mi
sorrise soddisfatto, mostrando i dentini candidi ed i
canini affilati, rammentandomi la sua natura. Era così
semplice scambiarlo per
un bambino normale, con la sua aria innocente e le guanciotte rosse.
« Mi
raccomando! »
«
A dopo mamma! » salutò, scoccandomi un bacio
veloce, prima
di correre via.
Restai
lì a fissare il punto nel quale si era allontanato,
sorridendo internamente.
Da
quando Nate era entrato nella mia vita la gioia che mi
aveva colta era impossibile da esprimere a parole. Il calore
incommensurabile,
la pace e la serenità… la felicità
pura nel sentir pronunciare dalle sue labbra
la parola mamma.
Un’emozione che non
avrei mai dimenticato e che ancora mi coglieva, spesso, commuovendomi.
Lui era
stato il più grande dono che la vita immortale mi aveva
concesso, insieme ad
Emmett. Quel piccoletto era divenuto parte di me, sebbene non vi
fossero legami
di sangue, non riuscivo a considerarlo in nessun altro modo che: il mio bambino.
Con
lui avevo sperimentato le gioie della maternità, la
felicità di sentirsi speciale, fondamentale agli occhi di
quella creatura
bisognosa di amore e cure.
Con lui avevo finalmente trovato quella parte del mio cuore che, un tempo, credevo perduta per sempre.
____________________________________________
ila74cullen [Contatta]
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violazione
26/06/10,
ore 20:00 - Capitolo 2: 2.
Grazieee!
spero tanto ti sia piaciuto anche quest'ultimo capitolo! La figura di
Rose mi ha sempre affascinata ^^
grepattz [Contatta]
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violazione
25/06/10,
ore 18:50 - Capitolo 2: 2.
ahaha
come avrai potuto notare nella seconda parte del capitolo Emmett
è un padre tremendo ahahah vizia il suo cucciolo senza
remore ahahahha
ed a Rose resta il ruolo della mamma cattiva ahahahahah XD
SweetCherry [Contatta]
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violazione
25/06/10,
ore 16:14 - Capitolo 2: 2.
Wow,
quanti complimenti! Grazie mille.. temo di non meritarne neanche la
metà! ma ti ringrazio sinceramente per la tua gentilezza.
Questo ormai è già l'ultimo chappy di questa
storia... spero di trovare presto l'ispirazione per le altre coppie.
adoro scrivere della famiglia cullen alle prese con i loro pargoli XD
simo87 [Contatta]
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violazione
25/06/10,
ore 15:56 - Capitolo 2: 2.
ahahahh
ci avevo pensato ahahah ma diciamo che ho sempre detestato il nome
briciola ahahah mi sembra così anonimo ahaha
io avrei voluto darle un nome + strano ahahah
e mentre scrivevo mi è venuto in mente uno dei gatti
dell'università che si chiama Otello (un gattone nero
bellissimo ♥) ahahahh
quinid, restano in tema sheksperiano ho pensato ad Ophelia XD
Bella_kristen [Contatta]
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violazione
25/06/10,
ore 08:13 - Capitolo 2: 2.
Ciauuuu!
XD ecco l'ultimo, questa volta ho postato presto. L'ispirazione
è arrivata improvvisamente.
è strano scrivere storielle così corte ahahah mi
ha un effetto bizzarro ahahaha cmq spero sinceramente ti sia piaciuto
anche quest'ultimo capitolo... grazie per il tuo costante sostegno *___*
Frafra9 [Contatta]
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violazione
24/06/10,
ore 22:54 - Capitolo 2: 2.
Si
si il nuovo bimbo è arrivato XD ed ha conquistato il cuore
della sua mamma.
Forse può essere parsa strana la sua prima reazione, ma
credo sia normale avere paura in simili situazioni.. :) Dopo
le delusioni si reagisce sempre in modo cauto.
vanderbit [Contatta]
Segnala
violazione
24/06/10,
ore 21:36 - Capitolo 2: 2.
Ciaoo!
spero ti sia piaciuto il nuovo e ultimo chappy! ^^ finalmente Rose vede
realizzato il suo bisogno di maternità *___* e poi Nate
è un monello come suo padre, un vero dispettoso ahahah! Io
adoro i bambini
Rosella [Contatta]
Segnala
violazione
24/06/10,
ore 21:28 - Capitolo 2: 2.
Ciaoooo!
Grazieeee! Rose è un personaggio che mi ha spesso
affascinata e che generalmente viene dipinta in modo negativo. Invece
mi piace poterla un pò rivalutare, soffermandomi su quella
parte del suo personaggio che mi ha sempre attirata maggiormente: il
suo desiderio di maternità.
KatyCullen [Contatta]
Segnala
violazione
24/06/10,
ore 20:39 - Capitolo 2: 2.
Ciauu!
Grazieee *______* spero ti sia piaciuto il nuovo e ultimo chappy! ^^ so
che può apparire un pò strana la sua prima
reazione, ma credo che in determinate circostanza la paura prenda il
sopravvento e sia l'irrazionalità a portare ad agire. Dopo
tante delusioni quindi lei aveva solo paura.
ELLAPIC [Contatta]
Segnala
violazione
24/06/10,
ore 20:10 - Capitolo 2: 2.
Grazieee!
come sempre sei gentilissima, nei tuoi commenti e io non posso fare a
meno di rinnovare i miei ringraziamenti. sono felice che l'immagine di
questa Rose ti sia piaciuta. Diciamo che è un personaggio
molto sottovalutato e a cui la Meyer ha dato ben poco spazio ^^ e credo
sia un peccato.