PROLOGO
“Mi dispiace.”
“Non mi interessa.”
“Mi dispiace!”
“Risparmia il fiato!”
Era notte. Lily, in vestaglia, era davanti al
ritratto della Signora Grassa, a braccia incrociate, all’ingresso della Torre
di Grifondoro.
“Sono uscita solo perché Mary mi ha detto che
minacciavi di dormire qui.”
“l’avrei fatto. Non volevo chiamarti schifosa
Mezzosangue, mi è…”
“…scappato?” Non c’era pietà nel tono di Lily.
“Troppo tardi. Ti ho giustificato per anni. Nessuno dei miei amici riesce a capire
come mai ti rivolgo la parola. Tu e i tuoi cari Mangiamorte…vedi, non lo neghi
nemmeno! Non neghi nemmeno quello che volete diventare! Non vedi l’ora di
unirti a Tu-Sai-Chi, vero?”
Lui aprì la bocca, ma la richiuse senza aver
parlato.
“Non posso più fingere. Tu hai scelto la tua
strada, io la mia.”
“No…senti…io non volevo …”
“Chiamarmi schifosa Mezzosangue? Ma chiami così
tutti quelli come me Severus. Perché io dovrei essere diversa?”
Lily fece per voltarsi, ma Severus fu più rapido di
lei, la prese per il polso e le impedì di rientrare nella Sala Comune di
Grifondoro.
“Lasciami subito.” Gli ordinò lanciando fulmini con
gli occhi.
“No, Lily, lasciami parlare.” Fece una pausa e la
fissò nei suoi bellissimi occhi verdi. “Tu mi chiedi perché dovresti essere
diversa, perché non sei una < schifosa Mezzosangue >.” Deglutì, alla
ricerca delle giuste parole. “Tu sei diversa da qualsiasi maga abbia mai
conosciuto, Mezzosangue o Puro Sangue. Non mi importano le tue origini, mi
importi tu.” Sbatté un paio di volte le palpebre, incredulo per quanto aveva
appena detto.
Lily sembrò addolcirsi, ma non voleva arrendersi,
quindi restò impassibile.
“Lily, tu sei diversa perché…perché…” Chiuse gli
occhi e fece un respiro profondo e li riaprì. “Sei diversa da tutte perché io
ti amo.” Continuò tutto d’un fiato.
Lily lo guardò, poi sorrise, il cuore che le
esplodeva di gioia.
“P-perché sorridi?” Domandò balbettando.
“Sev…” Disse in un sussurro. Fece un passo verso di
lui, gli accarezzò la guancia e lo baciò dolcemente sulle labbra, lasciandolo
incredulo, poi lo abbracciò stretto. “Anche io.”
“A-anche tu cosa?” Chiese stordito dal bacio.
Lily scoppiò a ridere, lo guardò negli occhi e gli
diedi un buffetto.
“Anche io ti amo, stupido!”
“D-davvero?”
La ragazza annuì.
Severus chiuse gli occhi e la strinse ancora di più
a sé.
“No, Sev, ti avevo detto di non farlo! Ma tu te ne
sei fregato e l’hai fatto lo stesso!” Urlò Lily con rabbia tirando fuori dal
cassetto i suoi vestiti, per poi metterli dentro una valigia. Era una maga, ma
non aveva perso la sua abitudine babbana di fare le valigie.
“L’ho fatto perché era l’unica cosa che volevo fare
da sempre!” Esclamò lui, gli occhi al cielo, le braccia allargate.
“COSA?!” Si voltò verso di lui, le mani sui
fianchi. “Vuoi dirmi che il tuo unico desiderio è quello di unirti ad un pazzo
psicopatico che vuole eliminare dalla faccia della terra tutti quelli come
me?!?”
“Tu sei diversa! Tu non sei come gli altri
Mezzosangue!” Esclamò esasperato. “Sei intelligente, sei furba, hai talento da
vendere!” Fece una pausa. “E sei la donna che amo.” Aggiunse per calmarla.
“Non ci provare, Sev.” Scosse il capo e chiuse la
valigia. “Non ci provare a rabbonirmi perché non ce la farai.”
“Lily, per favore…” Si avvicinò a lei, il cuore in
gola.
“No, ho preso la mia decisione.” Fece un passo
indietro e mostrò i palmi delle mani. “Io ed Alistair ce ne andiamo.”
Severus si sentì mancare. Vedeva appannato, la
stanza aveva iniziato a girare, i suoni erano attutiti, gli arti pesanti.
“C-cosa?” Domandò appoggiandosi al muro per non
cadere.
“Hai capito.” Fece una pausa. “Te l’avevo detto che
non ero d’accordo. Non posso stare con un uomo dalla parte di Tu-Sai-Chi.” Si
passò una mano sul viso. “Non posso veramente.”
Severus si coprì il volto con una mano.
“C’è qualcun altro?”
“Cosa?!”
“Ti sto chiedendo se mi lasci per un altro uomo.”
Domandò duramente.
“No! Non ti sto lasciando per nessun altro!” Le
lacrime iniziarono a scorrere lungo le sue guance. “Ti sto lasciando perché non
posso sopportare l’idea che tu odi le persone come me!”
Severus inspirò profondamente ed andò a sedersi sul
letto.
“Io ed Alistair ce ne andiamo.” Si sedette sul
letto, dando le spalle al ragazzo.
Avevano entrambi 19 anni, erano ancora due
ragazzini, ma già conoscevano le difficoltà della vita. Si erano fidanzati
quando frequentavano il quinto anno di Hogwarts e subito dopo erano andati a
vivere insieme. Sparirono dalla circolazione, nessuno sapeva che erano
fidanzati, nessuno sapeva che avevano un figlio. Vivevano normalmente, come due ragazzi innamorati. E come due
ragazzi innamorati avevano avuto un figlio, Alistair.
“E’ finita.” Ribadì la ragazza.
“Non te ne andare.” Sussurrò lui, disperato.
“Non posso rimanere, non possiamo rimanere.” Disse
Lily afferrando la valigia. “Tu hai preso la tua decisione, io la mia.”
Severus chiuse gli occhi e capì che non c’era nulla
che le avrebbe fatto cambiare idea.
“Va bene.” Gli sembrava che il suo cuore fosse
attraversato da mille e più lame ghiacciate. “Ma non ti permetterò di portarmi
via mio figlio.”
“Cosa?!” Si voltò indignata verso di lui.
Severus aprì gli occhi. “Non me lo porterai via:
Alistair rimane con me.”
“E dovrei lasciarti mio figlio?! Lasciare che mio
figlio cresca con l’idea che i nati Babbani sono degli abomini?!”
“Non te ne andrai con lui!” Scattò in piedi,
sentendo la rabbia scorrergli nelle vene. “Il Signore Oscuro sarà gentile con
lui! Non si potrà certo dire la stessa cosa dei tuoi vecchi compagni di scuola!
Lo odieranno perché figlio mio! Lo disprezzeranno!” Strinse la mano a pugno. “Ed
io non lo permetterò.”
Lily si morse il labbro inferiore.
“Nessuno sa che abbiamo un figlio e nessuno lo
saprà.” Ringhiò il ragazzo.
“Adesso ti vergogni di avere fatto un figlio con
me?” Ribattè scandalizzata.
“Voglio solo proteggere mio figlio.”
Lily lo guardò poi scosse il capo.
“Vado a salutarlo.”
“No.”
“Vuoi anche impedirmi di salutare mio figlio?” Lo
fulminò con gli occhi.
Severus fece per dire qualcosa, ma non trovò niente
di sensato da dire.
Lily annuì, gli diede le spalle ed uscì dalla
stanza. Si diresse nella stanza in cui il piccolo Alistair di soli due mesi dormiva beatamente, posò la valigia
accanto alla culla e si sporse su di lui per guardarlo. Aveva i capelli neri
del padre ma gli occhi erano i suoi. Allungò la mano e gli sfiorò la guancia
rosea per l’ultima volta, le lacrime che le offuscavano la vista.
“Fa’ il bravo, mi raccomando. Ubbidisci a tuo
padre, non infrangere le regole, ma per favore, non credere che i Babbani siano
abomini. Non lo sono. Sappi chi sei, non rinnegare mai le tue origini. Sii
orgoglioso di ciò che sei. E ti supplico, non seguire le orme di tuo padre. E’
un brav’uomo, ma non riesce a capire che sta riponendo la fiducia nella persona
sbagliata.” Sussurrò dolcemente con la voce rotta dal pianto.
“Ti prego, non andartene.” La supplicò disperato
Severus abbracciandola da dietro. “Non posso sopravvivere senza di te.”
“Mi dispiace, Severus.” Chiuse gli occhi e si
liberò dalla sua stretta.
Lily prese la valigia, si fermò sulla soglia e
guardò la stanzetta del piccolo per l’ultima volta, sapendo che molto
probabilmente non l’avrebbe più rivisto per molto tempo.
“Addio.” Uscì dalla stanza e pochi attimi dopo
Severus sentì il portone d’ingresso chiudersi.-
Passarono i mesi e Severus continuò a lavorare per
il Signore Oscuro,l’ unico che sapeva chi era la vera madre di Alistair. Il
piccolo cresceva bene ed era l’orgoglio del padre: era curioso e aveva già
dimostrato di avere doti magiche eccezionali, nonostante fosse ancora in fasce.
Poco tempo dopo Severus scoprì che Lily si era
sposata, esattamente con James Potter, suo acerrimo nemico dai tempi della
scuola: Alistair aveva due anni quando nacque il figlio di James e Lily, Harry.
Nessuno poteva immaginare che Harry Potter sarebbe
diventato “Il Bambino Sopravvissuto”.