Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Ernil    04/07/2010    11 recensioni
E un simile tesoro doveva rimanere nascosto nelle valli inglesi, in un paese insignificante, mortificando la sua intelligenza?
[Per Emme!]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Sommario: E un simile tesoro doveva rimanere nascosto nelle valli inglesi, in un paese insignificante, mortificando la sua intelligenza?

[Per Emme]

Pairing: Albus/Gellert

Rating: Verde

Disclaimer: possiedo niente, guadagno niente!

Beta: Geilie.

Note dell’Autrice/1: per Emme e la sua maturità *_* (Prima o poi ti scriverò una Grindeldore NC17 più consistente, giuro!) Tantissimi complimenti, tesoro!

 

 

[È una bella prigione, il mondo.

 

Shakespeare]

 

 

Era grande la mia gloria sulla terra.

La gioventù fa strani scherzi. Il più crudele è quello di non farti rendere conto della portata del mondo.

È enorme, il mondo. È immenso e possente e le sue fondamenta non tremano mai.

Io pensai di potermene impadronire. Se avessi saputo quanto grande era...! No, un’illusione, ecco come l’avrei catalogata. Un’illusione.

Mi sarei dato a ambizioni più concrete. Ma, in un certo senso, riuscii a conquistare il mondo.

Perché per qualche breve periodo (breve, certo. Che cosa sono due mesi di fronte all’immensità del tempo? E io ho pensato di dominarlo? Ah!), per qualche breve periodo, dicevo, il mio mondo fu Albus.

Un ragazzo intelligente, ecco cos’era. E anch’io lo ero, naturalmente, anche se forse non quanto lui.

Sapete cosa mi piace dell’intelligenza? Spesso coloro che la possiedono sono così ingenui.

Lui lo era. Albus era giovane dentro e fuori, e le sue ambizioni non erano grandi quanto le mie.

Diciamocelo, era un sognatore. Un idealista. Uno sciocco.

Ma uno sciocco dolce e intelligente. Sua madre era morta da poco. Suo fratello era un buzzurro al quale Albus doveva aver rubato il cervello, perché mai, che io sappia, Aberforth Dumbledore dimostrò di averne.

Sua sorella era una povera handicappata.

E un simile tesoro doveva rimanere nascosto nelle valli inglesi, in un paese insignificante, mortificando la sua intelligenza?

Feci un favore al mondo, quando lo estrassi nudo dalla crisalide della sua giovinezza.

Certo, parti del genere fanno sempre male.

 

“Ariana!”

 

Appunto. Non volle mai sapere chi l’avesse uccisa. D’altra parte, io non lo so.

Ma di che si preoccupa? Il suo rimorso gli ha sicuramente sanato l’anima. La sua bella anima pura.

Ah.

È passato molto tempo, anche se naturalmente per il mondo è stato il tempo di uno schiocco di dita. Ma sono passati quasi cento anni.

Abbastanza, per un essere umano che desiderava conquistare il mondo.

Il mondo – l’ebbi in mano, per un breve momento, ma me lo lasciai sfuggire dalle dita.

 

“Ti amo”.

“Anch’io ti amo”.

 

Lui mi sconfisse in duello. Perché? Perché mi aveva rinnegato. Mi aveva voltato le spalle e, anche se la gente non lo sa, Albus Dumbledore è un traditore.

Per una causa superiore, ovvio. Per un Bene Superiore.

Ha rinnegato il Nostro Bene Superiore per quello degli altri. Non ero abbastanza importante.

Talvolta mi chiedo come dorma la notte.

Io, male. Sento i fantasmi dei nostri giorni insieme perseguitarmi, e ora che sono vecchio e stanco in questa cella dove ho passato cinquant’anni – quanti sono, per il mondo, cinquant’anni? Un battito di ciglia? – in questa cella, talvolta, guardando il sole sorgere e morire, mi chiedo che cosa spinga a forza questo stupido mondo che ho pensato di conquistare.

Per cinquant’anni ho lasciato muffire le mie ossa qui dentro.

Cinquant’anni, per giungere a chiedermi, di notte, se non sia stato un bene che io sia stato troppo lento a rispondere a quell’incantesimo.

Lui mi Disarmò e io rimasi senza bacchetta, stanco e sudato sotto il sole. Caddi. Non c’era nessuno a guardarci.

Avrei potuto supplicarlo, in nome del nostro amore. Non lo feci. Sua sorella era morta, e nessuno di noi sa di chi fosse la colpa.

Sua sorella era morta e, oltre tutti i suoi sbandierati ideali, io so che perché Ariana era morta io ora giacevo nella polvere.

Lui mi tradì. Ma anch’io tradii lui.

Evidentemente, come coppia, non eravamo fatti per durare.

 

 

 

Note dell’Autrice:

*abbraccia Emme e rotola via*

   
 
Leggi le 11 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Ernil