Fa un po' pena. È un vago tentativo di KakaIru, ma, uhm, ho i miei dubbi che sia venuto accettabile. Mah. Mi rimetto a voi. Siate spietate.
In
guerra e in amore tutto è concesso
di slice
L'autocontrollo è
una delle colonne portanti nella vita di un ninja: senza non si
sopravvive. Ci vuole sangue freddo e mente lucida, si deve saper far
forza sulla ragione per placare l'istinto. Quando Madara si volta e
lo scorge, Iruka si vede tutta la vita passare davanti agli occhi. È
finita, pensa.
Non è un ninja d'assalto, da prima fila,
lui è La Retrovia; è la sicurezza che le prime file
devono avere nel lasciare il villaggio senza guardarsi indietro. È
un maestro dell'accademia, ma sono a corto di ninja operativi e si è
ugualmente offerto di indossare, senza nessuna ufficializzazione, una
divisa da ANBU.
Ed è esattamente questo che gli salva la
vita.
Madara è un uomo di mondo da centinaia di anni, è
esperto e intelligente, e conosce Konoha, a fondo: lui era là
quando è stata fondata. Sa che gli ANBU hanno l'ordine di
sacrificarsi, per impedire fughe di informazioni, quando vengono
scoperti.
Iruka trattiene il fiato.
Smette di respirare e
attende di svenire per la mancanza d'ossigeno, conscio che dopo il
suo corpo riprenderà a farlo automaticamente; ma il nemico,
ingannato dalla divisa della squadra speciale, crederà nel
sacrificio. Trattiene quindi il fiato tanto a lungo da perdere i
sensi e accasciarsi a terra, apparentemente privo di vita.
Madara,
a un centinaio di metri, sbuffa tediato. Ha una tabella di marcia da
rispettare, non ha tempo per tutti quegli insetti; fortuna che gli
ANBU hanno il buon gusto di fare tutto da soli. Attiva lo sharingan
ipnotico e scompare nella sua dimensione alternativa.
Kakashi è
immobile e rigido da più di dieci minuti.
Quando Madara si
dilegua il suo corpo rimane statico ancora un po' prima di muovere
cautamente un passo verso il chuunin sdraiato a terra.
Iruka è
una delle persone più buone e valide che lui conosca, Iruka ha
un viso che ispira bontà e serenità, Iruka lo fa
sorridere e gli rende le giornate più leggere, quelle poche
volte che si incontrano. Iruka è giustizia, è perdono,
è cuore e Kakashi avrebbe voluto essere un po' più
simile a lui.
Se ne è accorto un pomeriggio di qualche mese
prima e non ha più tentato di sminuire l'idea di essersi
invaghito del chuunin da quando quest'ultimo lo ha abbracciato,
ubriaco, alla locanda di Teuchi, tre settimane fa.
Il jounin si
avvicina ancora, tenendo lo sguardo fisso sul corpo inerme davanti a
sé. Qualcosa dentro brucia e grida forte e fa male, c'è
un ronzio nelle orecchie e il cuore batte come un forsennato sulle
tempie creando intense e dolorose fitte.
Probabilmente Madara ha
usato lo sharingan ipnotico per ucciderlo, si dice, nello stordimento
della perdita; ma sul viso dell'Umino non c'è terrore, non c'è
paura.
“Era proprio un
eroe.” sussurra Kakashi un secondo prima di scorgere un
lieve movimento sul petto.
Come se si fosse mosso a rallentatore
per tutto quel tempo, vede a malapena il suo braccio schizzare in
avanti e rimanere poi fermo con la mano a mezza aria mentre un
respiro regolare gliela accarezza. Quella che gli esplode dentro nel
momento in cui realizza la situazione è indubbiamente
felicità, euforia quasi. C'è anche un sacco di sollievo
lì, nel suo petto, ma anche nella testa che avverte leggera e
negli occhi, che scopre vagamente inumiditi.
Si guarda intorno per
un momento e si accuccia vicino al chuunin per prenderlo per le
spalle e fargli appoggiare la schiena sul suo ginocchio piegato. La
sua mano si alza da sola e posa una carezza sul viso dell'uomo. È
dolcissimo così, non è ancora rivenuto perché
sta dormendo; il suo organismo provato dagli ultimi giorni ha
sfruttato l'occasione e dorme beato come un bambino.
Kakashi sa
che non è corretto, ma la loro vita è breve e la guerra
ha orrori ben più grandi dell'omofobia perciò
approfitta della situazione, guardandosi rapido un'altra volta
intorno, si abbassa la maschera e si china sul chuunin sfiorando le
sue labbra con timido trasporto.
Iruka emette un mugolio, forse
infastidito, ma prima di spostarsi il jounin avverte una sua mano
fredda dietro la nuca e le loro labbra si premono insieme con più
veemenza del previsto; una scarica elettrica corre lungo la spina
dorsale di entrambi e il respiro leggermente accelerato esce dalle
narici a contatto con la guancia dell'altro.
Quando quel contatto
finisce rimangono vicini e Kakashi si specchia negli occhi marroni
del chuunin, trovandoci un sorriso.
“Allora dovevo morire
perché tu ti dessi una mossa!”
Lo sguardo bicromo che
Iruka vede annacquato e sereno da così vicino si illumina e
adesso può vederlo senza veli, quel maledetto
sorriso.
Dovevo aspettarmelo, pensa Kakashi, poggiando la
fronte sulla sua prima di aiutarlo ad alzarsi: Iruka non beve!
Owari
Auguri
Annamariz!
Ti conosco ancora molto poco, ma so che sei una mamma
sprint e una persona solare; ti sento sempre in vena di ruzze - come
si dice dalle mie parti - e questa è una cosa molto positiva.
Sei insomma, in realtà, più giovane di me! che mi muovo
a rallentatore e ho la passività di un'ottantenne marcia. XD
Spero ti piaccia questa cosa che ho creato per te, anche se in
alcuni punti ti assicuro che dubito io stessa di poter sopravvivere a
quel che il mio capillare artistico rigurgita.
I personaggi e i luoghi non mi appartengono, e non c'è lucro.