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Autore: Isyde    06/07/2010    2 recensioni
Ultima storia di questa serie. Buona lettura.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Lontani da ogni ricordo.'
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                                                                                                                                         Lontani da ogni ricordo.

 

 

Futuro.

 

 

 

 

-Ecco qua le sue medicine. Si ricordi che il collirio va messo, tre volte al giorno, mi raccomando!-

Eva sorrise all'anziano signore che la ringraziò con piccolo inchino. Appena uscì l'ultimo cliente, chiuse la porta e mise fuori il cartello "Closed". Si tolse il camice e cominciò a sistemare i pacchi sul retro, fino a quando non sentì il leggero campanello della porta d'entrata, sbuffando si recò al bancone, irritata di essere stata disturbata.

Ma un sorriso spontaneo le uscì quando vide suo marito, chitarra in spalla, cappello in testa e bermuda, avanzare fino a lei, spingendo una piccola carrozzina nera.

-Scusa tesoro, ma c'è un piccolo problema, Matt non vuole dormire.- disse in fretta Dean togliendo la piccola coperta azzurra.

-Quante ore fa gli hai dato da mangiare?- domandò lei prendendo con delicatezza il neonato, che scalciò allegro.

-Un'oretta fa.-

-Forse oggi è troppo divertito per dormire. Vuol dire che crollerà stasera.-

-Dici davvero? Sono due mesi che non dormiamo e due mesi che non facciamo del sano e regolare sesso.-

-Non mi sembra che tu sia lamentato ieri sera, in cucina.- ammiccò lei, dando al bambino un piccolo bacio sulla fronte e posandolo sul passeggino e lasciando che il figlio giocasse con la sua fede, ancora brillante e lucida.

Eva, si voltò verso Dean, sorridendogli.

Ancora oggi non ci poteva credere.

In meno di un anno, era ritornata a lavorare a pieno ritmo, si era sposata e aveva avuto il suo bambino. Dean aveva rimandato l'uscita del suo nuovo album solo per godersi quello che lui chiamava il suo "nido". Era un padre affettuoso e gentile, sempre disponibile.

Anche se all'inizio aveva paura che non sarebbe cambiato di un millimetro, non poteva negare che era maturato. Non aveva fatto nemmeno protestato quando lei volle mettere come secondo nome Leo.

-Eva, puoi lasciare per un po' la farmacia, voglio farti vedere una cosa.- annunciò lui enigmatico. La donna lo fissò un po' stranita, ma lo seguì. Chiuse con attenzione il negozio e s'incamminarono tutti e tre fino alla fine della trafficata via, girando insolitamente a sinistra.

Dean decise di non aprire bocca, ignorando le continue domande di Eva.

Con un sorrisetto stampato sulla bocca, attraversarono Holler Road ed arrivarono fino a una piccola via composta da deliziose case dalle metrature immense.

Si fermarono davanti a una villa dai muri beige.

-Dean...mi dai una spiegazione?- chiese Eva, fissando la casa.

-Beh, ci serve una casa. Una vera casa. Sai una di quelle che si vedono nei telefilm.-

-Ne abbiamo già parlato, per ora va benis...-

-Mercoledì ti sei messa a parlare al cellulare con Sam di quel telefilm su quella famiglia pazzoide. Continuavi a dire che quella casa era favolosa e l'ideale...-

Leggermente irritata per essere stata beccata Eva riprese la parola.

-Okay, ho capito Dean. Ma se non sbaglio avevo aggiunto che non se ne parlava fino all'arrivo di un fratellino o di una sorellina.-

Dean sorrise. -Che bisogno c'è di aspettare?-

Eva mise il broncio.

-Non ti piace questa casa, saremo vicini alla farmacia, alle varie scuole più prestigiose, a venti minuti di macchina dall'areoporto...-

-Okay, Dean cosa stai cercando di dirmi?-

Lui si tolse il cappello e lo posò ai piedi del suo bambino, che cominciò a scalciare felice.

Si passò una mano fra i capelli e giocò con una ciocca più lunga.

-Eva...-

Lei si voltò e lo fissò con sguardo truce. -Non l'avrai mica...-

-Era praticamente in saldo! Se non la prendevo ce l'avrebbero fottuta!-

-Dean Branson! Sei un cretino!- esclamò lei pizzicando un angolo della sua guancia.

Lui tentò di sorridere, si chinò su di lei e la baciò.

Un bacio molto lento e pigro.

Eva sorrideva, non riuscendo a nascondere la felicità.

Mano nella mano, spingendo la carrozzina del piccolo Matt, entrarono nel loro "nido".

Lasciandosi alle spalle un passato difficile, un ricordo indelebile, un amore travagliato, per qualcosa di più regolare, di più sereno.

Dean si fermò per un attimo, nell'atrio immenso della loro casa. Attirò a sè, Eva che sorridente gli andò incontro.

-Eva, io ti amo, con tutto il mio cuore e la mia anima.- disse con sguardo serio.

Lei gli baciò le labbra. -Lo so. Promettimi soltanto che non cambierai mai, rimarrai sempre il pazzoide che ho incontrato in quel pub.-

-Prometto, ma tu giurami che sarai sempre quella che mi saprà aprire gli occhi.-

Suggellarono quel momento, con un bacio. Lungo e dolce, che sapeva di attesa, di futuro, di amore maturo.

Si staccarono quando Matt cominciò a fare i suoi versetti allegri, fissandoli incuriositi.

-Lo vedi? Piace anche a lui, questa casa!- esclamò Dean.

_______________________________________________

Questa serie è ufficialmente finita.

Sto' versando un sacco di lacrime, ora. >.<

C'è voluta una settimana per scrivere questo pezzo, e non so se è venuto bene.

Ci sono molte persone che devo ringraziare, ma preferisco farlo dopo, aprendo un secondo capitolo di ringraziamenti.

Un bacione a tutti/tutte.

   
 
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