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Autore: whitevelyn    07/07/2010    7 recensioni
Questa volta Robert me lo tengo per me.
E' una dimensione onirica, un sogno ad occhi aperti. Una lettera, una poesia o una canzone. O niente di tutto questo.
E' solo il mio cuore, che si è aperto un po'.
Genere: Erotico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Scaglie d'amore.'
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Se un giorno io riuscissi a entrare nei sogni tuoi,
mi piacerebbe disegnare, sulla lavagna del tuo cuore,
i sogni miei,
i sogni miei lo sai..
E se si potessero suonare,
li inciderei,
e poi te li farei ascoltare.
Se io sapessi come fare,
ti scriverei..
ti scriverei..
Una canzone d'amore,
per farmi ricordare.
Una canzone d'amore,
per farti addormentare.
Che faccia uscire il calore,
che non ti so spiegare.
Una canzone d'amore,
solo per te,
solo per te..




Tu. Come il suono di un telefono, come il suono di un cuore.
Tu. Come il brusio nella mia mente.
Tu. Come te, che non mi hai mai vista.
Tu, che sei diverso.
Sarebbe sempre andato tutto bene, se ci fossi stato.
Anche piangere. Anche aspettarti la sera quando avresti fatto ritardo. Anche trascorrere le domeniche a guardare le partite di pallone, io che non sopporto il calcio.
Sognare non sarebbe stato necessario, se ci fossi stato. Non avrei mai chiuso gli occhi, se ci fossi stato. Mai, neppure per un istante, per non perderti.
E per guardarti fino a farti sanguinare.
Ma non ci sei invece. Per questo i miei occhi si chiudono spesso.
Per questo la mia vita la scrivo. Quasi sempre invece che viverla.
Forse ho solo bisogno di raccontartela, ma questa notte, non so cos'è, le parole mi respingono.
Questa notte non è come al solito, che scrivere è come volare. Questa notte volare è difficile, la cosa più difficile in cui mi sia mai cimentata.
Forse le parole lo sentono, quando non ci bastano e magari si offendono. Si nascondono o scappano.
Infondo vorrei solo un bacio. Una respirazione bocca a bocca, che mi rianimi, perchè la vita, anche lei, questa notte, è andata a nascondersi insieme alle parole.
Starei a guardarti anche mentre mi baci. Starei a guardare il modo in cui le tue palpebre vibrano, il modo in cui le tue ciglia si rilassano, il modo in cui il tuo volto s'inclina.
Il modo in cui le punte spettinate dei tuoi capelli mi accarezzano.
Io vivrei finalmente ad occhi aperti. Perchè adesso è dura riuscirci. Adesso è dura vedere sempre che non ci sei.
A volte mi chiedo solo quanto durerà. Quanto durerò.
Mi sembra senza fine, oltre che senza fiato, questo amore, e allora, mi chiedo anche, quanto può durare un'eternità?
Abbastanza lunga da concedermi d'incontrarti o abbastanza lunga da ammazzarmi?
Che ne pensi tu dell'amore? Che cos'hai imparato tu dell'amore?
Che m'insegneresti tu dell'amore? In quanti modi diversi mi sapresti toccare?
Basterebbe il tocco di un tuo sospiro, qui, sul fianco del collo, e sarei già in fiamme.
Ci sono anche volte in cui tutto tace, tranne i miei occhi, che ti cercano così ostinatamente, da fare rumore.
Il rumore sommesso, ma disperato, di un pianto. Li conosci tu quei pianti che non sentono ragioni e che han singhiozzi che spezzano le costole?
Piangi spesso, tu? Credi mai che una lacrima sia una delle mie carezze?
E quando ti avanza del tempo per pensare, a che pensi? Ti senti mai di qualcuno che deve ancora arrivare?
Esiste un amore, che non so se lo conosci anche tu, ma che ti fa sentire costantemente fatto di nuvola. Costantemente sull'orlo dell'evaporazione.
E' da quando ti ho visto che lo so. E vorrei dirti come mi sento, come mi fai sentire. Ogni giorno più fragile e più languida. Ogni giorno più tua.
Ogni giorno sempre più persa nel buio di questi occhi chiusi.
T'immagino.
Immagino le tue gambe. Lunghissime, toniche ma sottili, in un paio di jeans.
Immagino le tue spalle. Solide, maschili ma candide, sotto la tua maglietta grigia.
Immagino il tuo collo. Liscio, dolce ed un po' accaldato, sotto al sole di Luglio.
Immagino i tuoi capelli. Disobbedienti, dorati e liberi nel vento che li scuote.
Immagino, una Lambretta verde sbiadito, e non so perchè. Una campagna toscana assolata e non so perchè.
Tu guidi ed io ti stringo forte, ma non perchè ho paura di cadere. Ho solo voglia di premere il mio corpo contro il tuo, come ogni giorno.
Il seno contro le tue scapole. Il ventre contro la tua spina dorsale. Il bacino contro il cuoio della tua cintura. L'interno coscia contro l'esterno delle tue.
E le mani irrequiete e smaniose non sanno dove toccarti, non sanno quale parte di te scegliere, quale volere di più. E così si aggrappano alla maglietta, all'altezza dei pettorali, quelli che ti hanno obbligato a mettere su per girare uno dei tuoi film. Sotto la definizione dei tuoi muscoli, il tuo cuore batte un po' più scalmanato di quanto m'aspettassi. E magari è perchè stai calcando di più sull'accelleratore e ti stai sentendo un tutt'uno con questa strada dispersa tra i vigneti, in cui, lo sai, puoi semplicemente essere te stesso, perchè nessuno qui, ci verrebbe mai a cercare. Magari è perchè abbiamo trasgredito alla legge scegliendo di non indossare i caschi e adesso hai paura che una pattuglia faccia capolino da dietro quel granaio là infondo.
E anche fosse io non me ne pentirei, perchè così scarmigliati ed agitati, i tuoi capelli profumano di più.
Magari è perchè tutto sommato le mie dita che ti perlustrano e ti tastano con delicata impertinenza, non ti son del tutto indifferenti, e stai pensando che dentro a quel granaio sarebbe bello sdraiarsi uno sopra all'altra. E un po' ti viene la pelle d'oca, anche se il sole picchia senza pietà.
E trovi sia stupendo avere freddo e caldo tutto insieme, tutto mischiato, come il resto delle tue sensazioni.
Forse c'è qualcosa che vorresti dirmi, ma non ne sei certo. E i miei polpastrelli scivolano in avanti, lungo le tue braccia, fin sulle tue mani a tracciare il disegno dei tendini.
La tua schiena si tende sotto il mio ventre ed il mio seno, e mi sembra di vedere le tue mani imprimere più forza sull'impugnatura delle manopole.
Sembri un angelo anche quando sei teso. Sembri un angelo anche quando sei eccitato.
Ed è impossbile resistere alla tentazione di sedurre un angelo. Di vederlo innamorato e distrutto.
I polpastrelli retrocedono di nuovo verso il tuo torace, e la velocità nel tuo cuore mi fa pensare che è con quella che stai solcando i percorsi di queste stradine sempre più anonime.
L'asfalto brucia sotto le gomme e dentro i nostri cuori.
Lo sai? non m'importa molto di quel che faremo dopo, a me va bene anche solo parlare, o cercare i sassi, quelli piani, da far rimbalzare sulla superfice del Tevere.
Basta che mi sorridi, ma tanto non ho dubbi al riguardo. Non ho mai visto qualcuno sorridere tanto come fai tu.
Sei bellissimo quando sorridi. Sei pulito. Profumi. Profumi d'innocenza. E non hai niente da nascondere o di cui vergognarti. E le cose di cui ti vergogni tu, son stupidaggini, e non lo sai, che son quelle, a renderti tanto desiderabile.
I polpastrelli scendono giù, sinuosi e vellutati, verso il tuo stomaco, ma lo oltrepassano per raggiungere gli addominali che ti scolpiscono il ventre quasi come in un bassorilievo.
Sollevo l'orlo della maglietta per insinuarmici sotto con le dita, sempre più impazienti ed informicolite. Il tuo collo cede all'indietro accompagnato da un mugolio e ne approfitto per sprofondare con la punta del naso, nel punto in cui il tuo odore è più vivo e pungente, ma anche più dolce, lì, dove il lobo dell'orecchio s'unisce alla linea tagliente della mascella.
Tendi il mento verso l'alto e reclini il collo di traverso, in una tacita richiesta di altre coccole. Sorrido perchè sei un gattino.
Non so da quanto ti conosco, forse da sempre, forse solo da quando abbiamo noleggiato questo macinino. Però ti amo come se lo facessi da tutta una vita.
Ma con l'impeto, la follia, la febbre, di un'adolescente in piena tempesta ormonale. Io voglio che tu lo sappia quello che mi fai.
"Quando ci sei, non importa dove, se di persona o anche solo nei pensieri, a me sembra sempre di avere l'influenza." Intravedo le tue labbra schiudersi, e l'effetto che mi fanno somiglia a quello prodotto dalla prima discesa dell'ottovolante, che è sempre la più ripida e sensazionale.
"Dimmi qualcos'altro, candy." Non lo so perchè mi hai chiamata così, infondo non è nemmeno il mio diminutivo, ma con quella voce che somiglia alla dolcezza delle corde un po' troppo sfruttate della tua chitarra, potresti recitarmi anche l'elenco telefonico, che alle mie orecchie suonerebbe poetico e graffiante come un Baudelaire. E candy sa di dolce.
Strofino il naso contro una tua guancia, è un po' ruvida per via della barba che non curi da qualche giorno, ma a me piace se mi graffi un po'.
"Lo sai.. dovresti.. dovresti proprio accostare.." Accenni un sorriso, socchiudendo gli occhi per reazione ad un brivido che ti è salito fin sulla nuca.
"Mmh mmmh, e poi?" E poi infondo non ha importanza, con te il poi non ne ha mai, anche se le idee non mi mancano.
Non stiamo andando in nessun luogo, forse vogliamo solo visitarli tutti, per saperne un po' di più sul mondo e i suoi segreti. Per imparare a fare l'amore quando ci viene, ovunque.
"E poi tu che vorresti fare?" Voglio sentirtelo dire, qualunque cosa sia. Voglio saperlo cos'hai dentro, i tuoi brividi non mi bastano.
E così, di punto in bianco, freni. Il cigolio delle sospensioni mi perfora l'udito e le tue Vans si piantano a terra, impolverandosi di ghiaia bianca. Ti volti a guardarmi.
Sono sull'orlo dello svenimento. La borraccia piena d'acqua sotto il sellino sembra irraggiungibile.
Non mi tocchi, ma i tuoi occhi non han bisogno di mani per farmi stare come se lo stessi facendo. Azzurrissimi. E talmente limpidi e cristallini che è troppo facile leggerci dentro anche il desiderio più torbido. E che però sembra fuori posto in quelle due gemme del paradiso. Ma è questo che mi sconvolge di te, tutta questa sensualità che sprigioni senza farlo apposta, e di cui solo a tratti sei cosciente. Tutto questo eros che ostenti con candore come tu fossi un bambino cresciuto troppo in fretta. Sei una bellissima contraddizione, tu.
Non so cosa mi stai per dire, potrei aspettarmi di tutto da te, che non dici mai niente di premeditato e che pensi alla velocità della luce.
Ti passi i palmi delle mani sulla fodera dei jeans, forse per asciugarti il sudore. Mi fissi. Avvampo e ho paura di sembrarti buffa, perchè vorrei solo sembrarti bellissima.
Bellissima da calendario, ma anche bellissima come una sposa.
Bellissima per un torrido pomeriggio di sesso tra le vigne, ma anche bellissima da farti scrivere una ballata romantica ogni giorno per il resto della tua vita.
Bellissima da sbattere su questi cumuli di terra, ma anche bellissima da adagiare su un letto matrimoniale o per una passeggiata al chiaro di luna o una cena a lume di candela.
Bellissima da confonderti le idee, bellissima da annebbiarti ed intorpidirti i sensi, bellissima da non riuscire a gestire la libido che ti assale nelle circostanze più inopportune, bellissima che non puoi più stare senza. Bellissima come non ti aspettavi. Ma come avresti sempre voluto da ragazzino.
Avvicini una mano ad uno dei miei zigomi e col pollice mi sfiori il labbro inferiore.
"Candy.. che ci facciamo alle porte di Firenze?" Alzo le spalle, io non lo so. Ma sembra che stiamo dentro una cartolina.
"La mia immaginazione l'ha deciso." Il sorriso obliquo e spaccapietre che ti si apre sul viso è decisamente troppo azzardato e conturbante.
"Quindi è colpa della tua immaginazione se sto per farti questo?" Il pollice che tieni sul mio labbro esercita la pressione necessaria a farmi piegare il collo all'indietro e ti sento soffiare in corrispondenza della giugulare gonfia di sangue. Resto immobile sotto i piccoli morsi che mi infliggi e che presto, prestissimo, si trasformano in baci avidi che lasceranno il segno.
"No è comunque sempre colpa tua, che hai il potere e l'indecenza di farmi immaginare certe cose.." Bisbiglio boccheggiando e ti sento sorridere, un po' compiaciuto, un po' semplicemente felice. La tua lingua si attarda lungo il tendine che va ad incontrare la mia clavicola e ti sento, mentre improvvisamente abile, riesci a girarti completamente, sedendo ora senza dovermi più dare le spalle. Le tue mani s'insinuano lente e meticolose, sotto l'incavo delle mie ginocchia e lì mi solleticano seguendo la scia dei legamenti, ho ormai i nervi a fior di pelle e immergo le dita tra i tuoi capelli, soffici come la bambagia. La tua bocca si schiude sul mio sterno, mentre con le mani afferri le coscie e le sollevi per portarle sulle tue, trascindandomi praticamente addosso a te. Il mio cuore contro il tuo cuore. Ma non è una sfida.
"In tutti i casi, io.. adoro.. venero, la tua immaginazione. Candy.." Vorrei dirti che in effetti è tutto quello che ho, per averti. Ed è anche tutto quello che hai tu, per avermi.
"La mia immaginazione è.. un po'.. monotona.. voglio dire, a tinta unita, sai? è sempre tutto a luci rosse, quello che mi viene da immaginare.. alla fine noi, finiamo sempre a fare di queste cose.. ma ti prego, ascoltami.. non è tutto qui, è che a volte le parole vanno via.. si mettono al riparo, non so, ma adesso, ce le ho.. e scusa se forse non è il momento più indicato, che mi stai baciando nello scollo della camicetta.. ma, oddio.. nello scol-.. nello scollo?? oddio, sì.. e comunque insomma, io stavo dicendo.. stavo dicendo, non me lo ricordo.. mmh, che, ah sì.. sì, sì, sì ecco.. che però, con te, io vorrei poter fare anche dell'altro, tanto a-altro.. perchè tu sei diverso, tu sei uno con cui si possono passare le giornate nascosti tra gli scaffali delle librerie a leggere a scrocco tutti i classici che a casa non abbiamo e che ci scoccia comprare.. tu s-sei uno con cui si può giocare a guardie e ladri in discoteca, che dopo un po' ballare sempre quella solita musica, diventa una gran barba.. tu sei uno con cui andare all'Ikea ad addormentarsi sui letti in esposizione.. tu non sei uno, tu sei tu. tu sei diverso, perchè sei il ragazzo, l'uomo, il bambino e l'angelo, che amo.. di più di quanto ti ho saputo dire.. e non mi frega niente di qual'è il tuo cognome, non mi frega se compare sulle testate dei giornali più quotati.. tu per me, sei Rob, Amore." Mugoli ormai planato al mio ombelico e mi accorgo che la camicetta non possiede più un solo bottone inserito nella sua asola, ed il raso cangiante del mio reggiseno bianco, muta riflessi sotto il sole cocente. I palmi aperti delle tue mani da pianista, che sto constatando san davvero premere i tasti giusti, si arrampicano dai polpacci fino alle mie coscie, mentre ti spingi in avanti col busto e mi costringi ad abbassarmi sulla sella, che sento umida di condensa sotto la schiena.
"Penso che.. mi innamorerei perdutamente di te, se ti incontrassi.." Me lo sussurri quasi affannato dentro l'orecchio, prima di lambirmi la cartilagine con la lingua e soffiandoci sopra con leggerezza. E a me stan scricchiolando tutte le ossa per via di tutta questa pressione che sento aggrappata ad entrambi i ventricoli del mio cuore e che li spossa.
"Trova un modo, ti prego, per trovare me.." Le tue labbra sono socchiuse ad un millimetro dalle mie e dovrei, vorrei, deglutire, perchè sento di averne bisogno, ma non oso compiere un solo gesto o movimento, neppure il più impercettibile.
Aspetto la tua bocca e quando una delle tue mani mi si posa, aggrazziata ma possessiva, alla base del mento, le mie coscie scattano serrandoti i fianchi.
"E' così bella l'Italia, candy.. è genuina l'aria qui, fa venire voglia di metterci radici.. fa venire voglia di abitare in una casa circondata dai frutteti e svegliarsi presto la mattina, prima che lo faccia tu, per guardarti ancora un po' mentre beata dormi, inconsapevole dei miei occhi.. mi chiedo se saprei fare a renderti felice.." Inconsapevole dei tuoi occhi, non vorrei esserlo mai, sentirmeli addosso, in questo momento, è un'estasi. In un muto sospiro annulli le distanze tra le nostre labbra, che si sfiorano in un bacio dalla consistenza effimera ed impalpabile.
La tua bocca si solleva dalla mia e sorrido notando il marchio lucido e colloso che deve averti lasciato il mio gloss. Ci passi sopra la lingua come per assaporarne meglio il gusto.
"Mmmh, sai di banana split. E' il mio gelato preferito da quando son bambino.." Mi sorridi per riprendere immediatamente il bacio da dove si era interrotto ed intorno a te, oltre le tue spalle, c'è solo il cielo. Un cielo spazzolato dal vento, un vento afoso che tuttavia porta sollievo alla mia epidermide surriscaldata e forse anche alla tua, ora che ti sento più rilassato dentro la mia bocca. Sarebbe da scriverci un libro su come sai baciare, su come sai sorridere e su come sai stordire, e su come lo sai che l'amore somiglia alla musica. Lo fai suonare così bene.
Un cumulo di nubi dall'aspetto tetro e voluttuoso va raccimolandosi sopra le nostre teste e senza che vadano ad oscurare del tutto il sole, iniziano a ruggire, suggerendo l'imminenza di uno di quei temporali clamorosamente rumorosi ed intensi. Però tu continui a baciarmi, senza steccare mai.
Apri gli occhi un istante ed incroci i miei, il tuo sembra lo sguardo di un naufrago, o di uno che è di ritorno da un viaggio, che è stato lungo, estenuante e che però, gli ha mostrato 'cose che noi umani non abbiamo mai visto', sembri affamato come se non ti nutrissi da mesi, ma come se non fosse importante, il tuo sguardo, sorride.
Vorrei chiederti invece come ti sembra il mio. Se è vero che questo amore che mi porto tatuato dentro agli occhi, è così, atroce e meraviglioso.
Piove. Piove a dirotto. Però tu continui a baciarmi, senza concederci una tregua. E mi tieni il volto con entrambe le mani, ma tanto, non rifuggirei comunque.
Ti sento su di me, ti sento profumare, ti sento mentre ti s'inzuppano i vestiti, ti sento rilasciare un gemito, ti sento nelle vene battere come la pioggia sul terriccio.
Piove. Piove col sole. E c'è una luce grottesca ma dorata ad avvolgerci ed inghiottirci come in una favola di Burton, in cui però di solito, nessuno si bacia, come stiamo facendo io e te.
La mia testa vola leggera, leggerissima, come un palloncino all'elio verso un cielo in costante mutazione, il quale mi aspetto, da un momento all'altro, venga attraversato da un arcobaleno.
C'è odore di bagnato dappertutto. Odore di terra bagnata, di foglie bagnate, di muschi e cortecce bagnate, di stoffa bagnata, di pelle e capelli bagnati, di noi bagnati. Di amore bagnato.
La maglietta ti si è appiccicata addosso e mi dai il capogiro.
Potresti continuare a baciarmi per ore, in questo modo, infischiandotene delle condizioni metereologiche e della notte che in agguato potrebbe piombarci addosso.
Potrebbe non importarti, potrei lasciare che facessi, potrei non fiatare più per il resto della vita. E non farla andare avanti, non farla uscire da questo sogno ad occhi aperti, liquido delle lacrime che mi otturano i condotti. Ma è la vita invece a strappare fuori me, a farmi uscire dalla nostra cartolina, come un coniglio dal cilindro.

Ho sempre pensato a quei poveri coniglietti bianchi, come a vittime indifese di un gioco di prestigio, sottratte al loro Paese delle Meraviglie.
E' così che mi sento ora. E tutte le volte.
Alla fine non so nemmeno perchè ne scrivo, scrivere non risolve il bug di questa realtà tutta sbagliata, la mette solo in standby per qualche ora, dopo il crepuscolo.
E tu, non c'è niente da fare, non entri mai dalla finestra.
Anche ora che rileggo, trovo che sia stata tutta una bellissima quanto inutile e crudele utopia.
E tra l'altro, non comunica la metà, di quello che troveresti ritratto in un mio elettrocardiogramma. Sospetto che le oscillazioni del pennino andrebbero a comporre il tuo nome.
E finchè non potrai posare il tuo orecchio, sul mio cuore, non saprai niente.
Nè di me, nè dell'amore.

ANGOLINO DELL'AUTRICE
Che cos'è? Non lo so. Però candy sono io, per questa volta. Proprio io, quella scema che si è inventata "Always young and always nasty" e "Let Juliet die" e altre menate sul genere.
Come sempre poi inizio una cosa, e la finisco in un modo totalmente differente da come programmato. Ho capito che non so scrivere programmando. E che devo seguire una corrente, quella del mio cuore in balia di Robert. A me più di tutto distrugge non poterglielo far sapere, neppure se ce lo avessi davanti, ne sarei capace.
Non lo so perchè mi chiama candy, forse perchè trovo abbia un bel suono, e che mi si addica, da quando sono innamorata. T_T Faccio venire le carie come le caramelle.
Definirla ficiton questa qui, non direi. E' una fiction la mia immaginazione, questo sì, purtroppo.
E vabbè, vi saluto. Non piangete e non prendetemi a mattonatte in faccia neppure per stavolta dai. <3
Salutini a parte per l'Anna, la Katy che col caldo estivo è evaporata (non ti becco più su msn T_T) e la mia Dolce Lyo.
P.S. Il titolo fa cagare, lo so. -.-
  
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