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Appariva inafferrabile Rufy. Uno sfondo di nuvole e cielo azzurro
sconfinato intorno a lui, il cumulo di macerie che erano state la fortezza del
tiranno crudele che li aveva tenuti tutti prigionieri sotto i piedi. Baciato
dal sole, gli occhi coperti da fili d’inchiostro nero, pugni stretti lungo i
fianchi e bocca aperta per respirare ampie boccate d’aria. Il petto che si
sollevava affannoso e gocce di sudore dal sapore asprigno della lotta appena
conclusa a bagnargli il viso come rugiada. E poi le ferite e i graffi sul corpo
ancora in allerta e pronto a scattare come quello di un leone. Era lontano e inafferrabile.
Come un eroe che voleva essere un pirata, ma non rinunciava alla sua natura
di salvatore per fondersi completamente all’altra. Due metà di una stessa mela
Rufy le era già da solo, eppure Nami desiderò per un attimo infinitesimale di
esserne la buccia rossa come la camiciola strappata che indossava o anche solo
il picciolo. Le sarebbe bastato si scoprì a pensare.
E poi alzò la testa e nel silenzio parve urlare muto il suo grido di
trionfo e qualcos’altro.
Nami ascoltò il proprio nome scivolargli dalla trachea e dalla gola riarsa
per la sete e la stanchezza, sbattuto come un’onda contro gli scogli con forza,
ma trattenuto con ingenua possessività e dolcezza carezzevole sulle labbra
secche; con sorpresa sconvolgente il battito aritmico del cuore a quel richiamo
remoto. Osservò il sorriso spavaldo dietro cui si era serrato e calato sul
volto, il suo cappello all’improvviso pesò come un macigno. Sentì lacrime
scenderle giù per le guance e alcun desiderio di frenarne la discesa,
singhiozzi e brividi di piacere mista a felicità di schiava liberata dai propri
incubi e non più incatenata al loro giogo padrone, a scuoterle il petto.
Fissò lo sguardo umido di gratitudine sul proprio capitano,
un’indistinta emozione a scaldarle il cuore e il tatuaggio sfigurato a pulsare,
insieme a uno strano senso di leggerezza in fondo allo stomaco, aggrovigliato
in una morsa diversa dalla solita. Allora capì.
Era vicino ora e così sarebbe stato. A portata di pugno e di cuore.
Sarebbe stata sua compagna.
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359 parole all'incirca, le più difficili che abbia mai scritto e questo non
tanto perché il piano iniziale prevedesse questa fosse una drabble, quanto
perché poi una volta conclusa sono stata qui a decidere cosa tagliare e di
quali parole potesse fare a meno senza d'altronde avere il coraggio di premere
il tasto canc. Sarà che non ci sono riuscita, che non volessi mutarla di una
virgola e che in fondo sinceramente io non ci abbia neppur provato, ma ecco
quel che ne è uscito. E’ semplice, tanto semplice da risultare forse invisibile
e immotivata e fastidiosa, ma sentivo di doverla mettere su carta. Adoro Nami e
Rufy e vederli come una specie di *coff* coppia *coff* xD trascende ogni mia
più idilliaca idea, ma ci spero. Evviva la sincerità! Non sopporto molto altri
pairing in cui si accoppia la navigatrice, se non in debite circostanze in cui
il modo in cui viene resa la scena surclassa ogni mia infantile e capricciosa
antipatia a pelle. Anche se la NamiXSanji.. Dicevo.. spero questa piccola prova
sia piaciuta e possa essere letta senza farvi subire ripercussioni fisiche di
qualsiasi genere e che magari la misera autrice che sta scrivendo queste note
strampalate non venga linciata per la propria pazzia XD Passo e chiudo, un
saluto a tutti! <3