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Autore: MatteoMongy94    09/07/2010    1 recensioni
Quando i propri sentimenti si scontrano con la gelosia, allora non c'è nulla che possa fermare i terribili pensieri dell'animo umano.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Talvolta bisogna seguire il proprio credo. Non abbandonarlo fino a che non trovi la cosa più importante della tua vita. Ma spesso ti passa accanto, e tu ne capisci l’importanza solo quando ormai è persa per sempre.

***

CAPITOLO I:I SEGRETI DELLA NOTTE

Leonardo si era alzato da poco. L’orologio in camera sua battè le sei del mattino. Si vestì rapidamente. Mise un paio di pantaloncini corti, una maglietta della Juventus e un paio di scarpe da ginnastica. Si avvicinò alla finestra della camera da letto, e ne aprì le persiane, lasciando entrare i primi raggi del sole nella camera, inondandola di luce. Mise una mano fuori dalla finestra, e ne prelevò un termometro a mercurio da esterno.
“Venticinque gradi. Temperatura perfetta per andare a correre”.
Mise al polso un cronometro. Uscì dalla stanza e si recò immediatamente in salotto, attiguo alla sua stanza per permettergli di poter fare il suo immancabile sport mattutino senza disturbare gli altri.
Quando aprì la porta un fresco odore di pini lo travolse, immergendolo in quello splendido boschetto attiguo alla “Casa degli Orologi”. Fece il suo solito percorso. Seguì il sentiero per circa un chilometro. Raggiunse quindi un piccolo laghetto, costeggiandolo per circa altri 4 chilometri. Poi tornava indietro. E il ritorno era sempre più blando rispetto all’andata. Leonardo talvolta si soffermava ad osservare qualche piccolo animale che stava appollaiato sui rami dei pini, oppure raccoglieva una rana che era fuor d’acqua e la rimetteva su una ninfea. Si fermava ad assaporare il buon odore dei papaveri e il volo delle nitticore. Soffiava qualche dente di leone raccolto nei pressi del canneto oppure accarezzava gli ormai rari daini presenti nella pineta. Amava l’alta montagna, e ringraziava in cuor suo Luca di averlo invitato insieme a Beatrice, Maria Carla e Benedetta per trascorrere un mese lassù.

***

Una notte di luna piena. In mezzo alla pineta. Solo Luca e lei. A Benedetta sembrava impossibile. Come aveva fatto a ritrovarsi nel mezzo del bosco?Non lo sapeva neppure lei.
Il ragazzo alto, magro, dalla carnagione rosa scuro la guardava fissa negli occhi. I segni dell’avanzata adolescenza si notavano sul suo volto, dove la scura barba di due giorni rendeva la sua pelle ruvida. Gli occhi castani le penetravano lo sguardo, costringendola a guardare il basso. Ma subito lui le portava la mano al mento, costringendolo a guardarla. Le mani erano delicate, leggermente callose in alcuni punti, ma le davano un non so che di sicurezza. Lei, che non aveva mai avuto autostima. Una ragazza bassina, sul metro e sessanta, non troppo magra, gli occhi scuri, i capelli lunghi tenuti indietro da un cerchietto nero. Il naso leggermente all’insù, un viso delicato ma nello stesso tempo rude.
-Imbarazzata?- domandò Luca a Benedetta, sussurrandole quella parola all’orecchio, dopo essersi chinato ed averglierlo sfiorato con una mano.
Alla ragazza le parole non uscirono di bocca. Le si soffocarono in gola, impedendole di parlare, dandole più dolore di chi avesse voluto urlare qualcosa ma, per il mal di gola, non riuscisse a farlo.
Il ragazzo la guardò ancora negli occhi. Si chinò verso le sue labbra, appoggiandoci le sue delicatamente, come se temesse di far del male alla creatura.
Benedetta si svegliò in quell’istante. Era sudata.
“Era solo un sogno” pensò, mentre una piccola lacrima le rigava il viso. “D’altronde, lui è fidanzato. Eppoi, cosa posso dargli io?-
Guardò al proprio polso. L’orologio indicava le sette meno venti. C’era ancora un po’ di tempo per dormire. E si riaddormentò

***

Luca guardò negli occhi Beatrice. I lineamenti del suo viso erano delicati. Gli occhi castani rivolti verso il basso. I capelli corvini ricadevano sulla sua schiena, mossi, lasciandosi vedere in tutto il loro splendore. Le mani della ragazza toccavano le mani del ragazzo. Erano le due di notte. Il fruscio del vento sibilava tra i pini e i rari ontani, producendo con le foglie un rumore dolce e fastidioso nello stesso tempo.
-Da quanto tempo aspetto di essere in vacanza con te, Luca-
I due si scambiarono un bacio appassionato. Quelli che furono pochi secondi, per Beatrice furono minuti, ore, che scorrevano tanto lenti quanto piacevoli.
-Questo me lo ricorderò per sempre- bisbigliò la ragazza.
-Quando in un ricordo fiaba e realtà si fondono in un’unica armonia, hai vissuto momenti indimenticabili. Spero che questa serata lo sia stata per te, Bea-
Luca le diede un ultimo bacio sulla guancia. La fissò negli occhi. Le disse un ti amo. E si congedò da lei.

***
Maria Carla non riusciva a prendere sonno. Aveva acceso il condizionatore, ma tutto ciò non era bastato.
“Chissà cosa sta facendo adesso Beatrice. Spero che questa volta si diverta. . Ha diciassette anni ed è ancora vergini. Rincoglionita… Io a quattordici anni avevo già scopato e lei si è appena fatta.”
Osservò l’orologio appeso alla parete esattamente sopra il suo letto.
“Le tre e venti. Avranno già finito? Bha…conoscendo Luca ci avrà provato, e lei avrà rifiutato… Ma no… Con tutti i consigli che le ho dato se non è andata a letto con lui le faccio una bella ramanzina.”
Maria Carla si girò a pancia in sotto, e si mise il cuscino tra le gambe, quasi a voler avere un rapporto con lui. Qualche minuto dopo si rigirò a pancia in su. Si tolse il perizoma nero che aveva indossato sei ore prima, quand’era uscita dalla doccia. Le era venuta voglia di farlo. Ma nessuno era disponibile in quella casa.
“Adesso invio un messaggio a Luca e gli dico di venirmi a raccontare com'è andata. Magari se mi vede nuda, qualcosa ci scappa...”
Si alzò dal letto. Tolse anche il reggiseno, una terza abbondante, e lo gettò sul pavimento, pronta a farsi trovare nuda per estasiare ancora di più Luca. Prese in mano il cellulare, e digitò velocemente. Quindi rilesse fra sé e sé: “Ho voglia di parlare con te. Vieni da me. MC”
Inviò il messaggio, e rimase in attesa di qualche passo, di qualche rumore nel corridoio. Ma non sentì nulla. Alle quattro si rialzò, rimise addosso a sé il perizoma nero e il reggiseno, imprecando per il mancato arrivo del suo possibile amante.
  
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