Film > The Phantom of the Opera
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Autore: Elelovett    10/07/2010    1 recensioni
Oggi mi sentivo ispirata ed è venuta fuori questa fanfic su un film bellissimo, Il fantasma dell'Opera. Ecco a voi gli ultimi pensieri del Fantasma mentre si reca alla tomba dell'amata, ripercorrendo tutta la loro storia d'amore, dal primo incontro all'addio.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Tip tap tip tap.

Questo rumore fanno i piedini di Christine Daaé sul pavimento di pietra del corridoio. La bambina scende la scala a chiocciola, la candela nella mano tremolante. Poteva andare da Madame Giry che le avrebbe detto "Un incubo, cara?", ma ha preferito andare a pregare dal suo papà. La cappella è buia e fredda, poche candele sono rimaste accese di fronte a ritratti in bianco e nero sbiaditi dal tempo. Mentre tre enormi angeli la osservano dalle pareti ricurve, Christine si china e con la fiammella della candela ne accende una nuova. Finalmente il chiarore illumina il volto del padre, immobile in un sorriso eterno. La piccola giunge le manine tremando dal freddo e comincia a sussurrare una preghiera. È stata lì per la prima volta quella mattina, accompagnata da Madame Giry, ma ha sentito il bisogno di tornarci da sola. È il suo primo giorno all’Opéra e tutto le sembra immenso e triste…Sarebbe diverso se suo padre fosse ancora con lei, se suonasse il violino come faceva mesi prima.

 Tiene gli occhi chiusi, mentre mormora poche parole le viene da piangere. E all’improvviso quella voce, una voce soave e rassicurante, forte e allo stesso tempo impercettibile. Christine si alza spaventata, credendo che sia un operaio, ma è sola nella cappella e sulle scale regna il buio. Si guarda intorno, ma da dove viene?

Bimba smarrita senza pace, cerchi la mia guida?

La bambina non risponde, cercando ancora di capire da dove proviene quell’eco. È una voce giovane, di ragazzo, più simile al suono di uno strumento che ad una voce umana. Ma come è bella…Che possa…? No, non può provenire dall’angelo dipinto sulla parete. Eppure è proprio una voce angelica quella che la chiama.

Troppo hai vagato nel vento…Troppo lontana da me…

All’improvviso Christine si blocca ad ascoltare estasiata…Ripensa all’angelo che suo padre le ha promesso… È venuto davvero?

- Chi è che parla? Chi sei?- chiede timidamente la bambina senza sapere dove guardare, fissando l’angelo alto fino al soffitto.

Sono il tuo angelo. Sono l’Angelo della Musica.

 

Fa freddo, freddissimo. I piedi affondano nel terreno umido, e lui è vecchio, troppo vecchio…Ma deve farlo, è la sua unica ragione di vita. Ed è anche l’ultima volta.

Avvolto in un mantello nero calato sin sopra il naso nessuno l’ha notato, nessuno l’ha mai più notato, da quando si è ritirato nell’ombra. Quando un fantasma vuole sparire ci riesce.

Il cimitero è deserto e le Madonne e gli angeli di pietra lo fissano con occhi vuoti e sorrisi benevoli, quasi a benedirlo. Benedirlo, dopo ciò che ha fatto? Benedire un mostro! Eppure da quella sera non ha più fatto del male, non ha più vissuto…Dove è stato non importa. Quando ha saputo che lei era morta- quanto era passato dalla notte del Don Juan? Anni? Trenta, quarant’anni?- è rinato all’improvviso, è rinato perché in qualche modo Christine si è congiunta a lui. È un fantasma almeno quanto lui.

Dal momento in cui ha saputo la notizia si è recato ogni settimana al cimitero, ogni settimana una rosa e lacrime per lei. Lui, solo lui l’ha fatto…L’altro dov’era? Dopo il funerale è forse più tornato? Abitava lontano, dicevano, a causa della sua età era molto difficile andare ogni settimana a Parigi, ore ed ore di automobile. Era stata Christine a voler essere seppellita lì, lontana dalla cara Rouen dove viveva da anni con Raoul. E se l’altro non era potuto più venire a visitarla- ma presto, Erik lo sapeva, l’avrebbe fatto- il Fantasma si era sempre preso cura della sua tomba.

Il cimitero è immenso, ma lui conosce la strada.

Christine, Christine…

L’ha sempre amata, e continua ad amarla…Lui le è accanto, lui sta portando la rosa, lui, il suo Angelo della Musica...Ricorda la prima volta in cui l’ha vista, piccola e tremante, inginocchiata accanto a Madame Giry. Era rimasto colpito dalla bellezza della bambina, osservandola da una grata sul soffitto. Mentre la bimba ammirava la cappella parlava…Che cosa stava dicendo? Stava raccontando alla donna che le era morto il padre. Sola, anche lei come lui…Allora gli era destinata! Erik aveva già deciso che ne avrebbe fatto la sua musa e la sua compagna. Ora stava parlando di un Angelo della Musica che il padre le avrebbe presto inviato dal paradiso…In quel momento il Fantasma aveva deciso che si sarebbe presentato a lei proprio come il suo angelo. E lei, sin dalla prima notte, si era fidata di lui…Che animo semplice e puro! Lo completava ed egli sentiva che Christine aveva piena fiducia in lui e gli si abbandonava. Ogni notte mai la lasciava, cantava per lei, e talvolta le insegnava. A vent’anni ne aveva fatto una grande cantante. Che cosa aveva distrutto il loro amore? Quello stupido viveur, il visconte…La gelosia aveva reso folle Erik, così folle da rendersi mostro anche interiormente…Christine l’aveva abbandonato. Come biasimarla dopo tutto il male che il Fantasma aveva fatto? Ma l’aveva fatto per lei, solo per lei! Perché non se n’era resa conto?

C’è meno vento, adesso. La cappella dei Daaé è vicinissima. Erik ricorda il giorno in cui, proprio lì, ha tentato di richiamarla a sé, e lei lo credeva di uovo l’angelo…

È sulla tomba di Christine. Guarda la sua foto e come sempre l’accarezza col dorso della mano. Era bella allora, quando l’aveva seguito nei sotterranei, come è bella nel ritratto. Incredibile che sia la stessa bambina della cappella.

- Christine, non dovevi andartene prima di me.- sussurra il Fantasma con le lacrime agli occhi.

Prende la rosa che ha lasciato lì la settimana prima e vi pone la nuova. Come risalta sul marmo bianco il sottile nastro nero che avvolge il gambo! Erik apre il palmo della mano e guarda l’anello. Lo stesso anello che Christine ha messo nella sua mano l’ultima volta che l’ha vista viva. L’ha sempre tenuto lui, senza trovare il coraggio di restituirglielo, ma adesso che sente la fine vicina deve consegnarglielo con la rosa. Deve averlo Christine, perché non si dimentichi che lei ancora gli appartiene, e gli apparterrà per sempre, a lui che mai un solo istante l’ha dimenticata, a lui che sarebbe pronto a morire sulla sua stessa lapide pur di non lasciarla per un minuto.

Infila l’anello al gambo dell’ultima rosa, quasi fosse l’anulare di Christine, e riposa il fiore sulla tomba. Sì, avrebbe desiderato sposarla.

- È tuo Christine. Voglio che l’abbia tu, perché sei mia. Io ti amo.- dice.

Guarda un’ultima volta il ritratto, mentre le lacrime scorrono sul suo viso deturpato. Poi si allontana, non torna sui suoi passi ma scompare tra le tombe.

Pochi minuti dopo un vecchio sulla sedia a rotelle con un carillon in grembo si fa condurre fino alla medesima tomba.

  
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