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Autore: echo kiriky    11/07/2010    5 recensioni
Con il cappottino e lo zainetto, di almeno una taglia più grande di lui, il piccolo David entra in quella che sarà la sua classe di scuola materna in cui passerà cinque giornate alla settimana per i prossimi tre anni. Si guarda attorno con aria a dir poco smarrita. E' già un mese che frequenta il posto ma non è ancora riuscito a farsi alcun amico, nessuna interazione con i suoi compagni.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Simply.Best Friends.«


Disclaimer: Ci tengo a precisare che i Panik non mi appartengono, e con questo mio scritto privo di alcuno scopo di lucro, non intendo dare una rappresentazione veritiera del carattere o delle vite dei componenti della band, né desidero offenderli in alcun modo.



Con il cappottino e lo zainetto, di almeno una taglia più grande di lui, il piccolo David entra in quella che sarà la sua classe di scuola materna in cui passerà cinque giornate alla settimana per i prossimi tre anni. Si guarda attorno con aria a dir poco smarrita. E' già un mese che frequenta il posto ma non è ancora riuscito a farsi alcun amico, nessuna interazione con i suoi compagni.
Non voleva andare a scuola.
Desiderava rimanere a casa o, in ogni caso, stare con la madre.
Quella mattina aveva tentato, inutilmente, di intenerirla con gli occhioni leggermente lucidi, ma non aveva riscosso alcun risultato desiderato, per suo sommo dispiacere.
Il piccolo David lascia il suo cappottino e lo zainetto nell'appendiabiti sopra a cui c'è scritto il suo nome e poi si siede su uno dei quattro tavolini, quello più isolato, dopo aver preso due macchinine una rossa ed una verde con cui gioca facendole muovere lungo il tavolo, facendole scontrare tra di loro o lanciandole, almeno fino a quando quella rossa cade a terra.
Fa per allungarsi ma, qualcuno lo precede, ed una manina gli porge il giocattolo e alzando gli occhi color ghiaccio, vede il viso paffuto di un bambino che sa di avere un anno più di lui.
-Tieni.- e lui gli sorride riprendendo la vettura giocattolo. -Io sono David.- dice, un modo come un altro per cercare di fare amicizia, dopo tutto aveva notato che anche lui passava parte del suo tempo da solo, più che in compagnia degli altri bambini.
-Io mi chiamo Timo.- spostandosi la visiera del cappellino rosso di lato. Fa per andarsene, ma viene prontamente anticipato da David.-Ti va di giocare con me?- gli dice.
Per un breve istante teme di avere come risposta un no. E' possibile che, se giochi sempre da solo, non ami la compagnia di altri estranei, quindi figurarsi la sua presenza, ma viene spiazzato dalla reazione del bambino che sposta una sedia posta davanti a lui e si mette seduto sorridendo e mostrando altre due macchinine, una metallizzata ed una gialla. -Certo che mi va.-
E così, cominciano a giocare e a parlare un pochino. Per conoscersi.
-Ho un fratello più grande che ha cominciato quest'anno le scuole elementari. Ed ho una sorellina più piccola.- fa una piccola smorfia di disappunto.- la odio.-dice Timo e David dal suo canto è interessato a ciò che gli viene raccontato. -E perché?- domanda ingenuamente, dopo tutto lui è figlio unico e non riesce a capire come possa essere insopportabile una figura in più di un fratello o di una sorella, con cui poter trascorrere del tempo a giocare.
-Piange in continuazione, anche di notte. E' orribile.- di nuovo una smorfia. -E tu?- domanda poi al suo nuovo amico.
-Non ho né fratelli né sorelle.-dice semplicemente, alzando un po' le spalle.
-Ti regalo la mia sorellina.- gli dice sorridendo, con un espressione seria.
-Ma, perché?- domanda David. Un momento di esitazione, mentre Timo alza lo sguardo verso il soffitto e pensa ad una plausibile risposta. -Perché... perché tu sei il mio migliore amico e ci si fanno regali, tra amici.- e sorride.

E' giunto il tempo di tornare a casa, per il piccolo David che, a malincuore, prende il suo cappottino ed il suo zainetto uscendo poi nell'atrio dell'ingresso dove sua madre lo aspetta sorridente. Le si avvicina, mentre questa si abbassa alla sua altezza per coprirlo meglio e per aiutarlo a mettersi lo zainetto in spalla.
-Com'è andata oggi?- gli domanda quando, tenendo tra la sua mano calda la manina di David, percorrono quel breve tratto di strada dall'edificio scolastico all'auto lasciata nel parcheggio antistante.
-Domani voglio tornare a scuola.- esclama tutto felice e tranquillo, mentre la madre lo sistema sul seggiolino, legandolo per bene, in modo tale che sia al sicuro.
-Ma domani è chiusa.- gli risponde, spostandogli all'indietro i capelli biondi per poterlo guardare meglio in volto.
-E l'altro domani?-domanda ingenuamente. La donna scuote il capo.-Dopo domani, è domenica.-
Un piccolo broncio appare sul viso vispo del bambino, che abbassa il capo. -Allora quando posso tornare a giocare con Timo?-
-Timo è il tuo nuovo amico?- e lui annuisce.- Sicuramente lunedì ma, non temere, avrete tempo per poter giocare.- gli sorride facendo riacquistare ilarità al bambino.
La madre prende posto e mette in moto la macchina, facendo ritorno verso casa.
-Mamma?!- la chiama ad un certo punto il bambino.
-Sì, David?- e lo guarda attraverso lo specchietto retrovisore.
-Posso regalare Tobi a Timo?- domanda innocentemente.
Un momento di perplessità, passa per il volto della donna. -E perché vuoi regalare il nostro cane al tuo amico?-
-Lui mi da la sua sorellina e così io gli do' Tobi. I migliori amici si fanno sempre dei regali.- annuisce con il capo, convinto delle proprie parole.


Diciassette anni dopo.

-David?!- la porta si spalanca, facendo sobbalzare il ragazzo chino davanti al computer.
-Uhm... che c'è?- chiede, voltandosi in direzione del suo migliore amico, appena entrato nella stanza.
-E' ufficiale: ti regalo mia sorella! Se vuoi te la impacchetto . . . dimmi tu.- e si butta stancamente su una sedia vicina, passandosi la mano destra davanti agli occhi.
-Sono diciassette anni che ti conosco ed è altrettanto il tempo che mi ripeti che mi vuoi regalare Sibylle.- risponde, mentre ha ripreso tranquillamente a lavorare al computer, sul nuovo album dei Panik.
-Ma questa volta ne sono sicuro!- afferma con una certa convinzione.
-Certo. Peccato che lo dici ogni volta e, comunque, non avrei un regalo da poter scambiare. Non ho più Tobi.- I due amici si sorridono, complici.
-Ok, ho capito. Mi tengo Sibylle. A malincuore, ma la tengo.- e sbuffa, sempre con uno sguardo allegro e accennando una risata assieme a David.



"Non esiste amicizia come la nostra – almeno non che io sappia.
E io sono così dannatamente felice per questo!
Timo non è solo il mio migliore amico,
 lui è come un fratello gemello!"
(David Bonk in un' Intervista.)
   
 
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