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Autore: PlasticBlue    11/07/2010    1 recensioni
Sangue scarlatto di giorno, sangue nero come la pece di notte, sangue che si spandeva, luccicando, alla luce della luna piena... Con lo stesso innocente entusiasmo di un bambino che gioca con il suo giocattolo preferito, Lui non riusciva a decidersi, non riusciva ad abbandonare quel delicato spettacolo naturale, a staccarne gli occhi... Christiane era molto più bella ora.
Genere: Horror, Introspettivo, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Christiane si mordicchiò nervosamente il labbro inferiore per l'ennesima volta, mentre i suoi occhi azzurri andavano, fulmineii,da un lato della stradina dove si trovava all'altro, alla disperata ricerca di un qualsiasi cosa che le suggerisse una soluzione.
Ma nulla,lì,le veniva in aiuto...
C'erano molte casette bianche con i classici tetti rossi inglesi, tutte con le luci spente-del resto, erano le due passate-, circondate da prati gialli, fangosi a causa del temporale da poco cessato, qualche lampione che emanava un pallida luce giallognola, ed accanto a lei, il palo con gli orari del autobus-l'autobus che l'avrebbe dovuta riportare a casa sua, a Whirton.
L'ultimo autobus passava di lì a mezza notte, recitava il cartello, ed il primo, alle sei e mezza del mattino.
Christiane aveva dimenticato il suo orologio da polso portafortuna a casa e il cellulare nokia aveva esaurito le batterie qualche ora prima, ma ormai non ne aveva più bisogno per capire che mezza notte era passata da un pezzo, e nessun autobus sarebbe passato prima che fosse mattina.
Le sei del mattino...
Poteva quasi vedere, come in uno strano film interiore, i suoi genitori in lacrime mentre un poliziotto baffutto dall'aria depressa annunciava loro che gli dispiaceva, ma la loro bambina non sarebbe tornata a casa...
La sua faccia sorridente al telegiornale, in una vecchia foto, magari una in cui è nella sua divisa scolastica con le sue amiche, oppure al mare, con sua sorella, mentre la presentatrice del telegiornale locale annuncia la sua morte/stupro di gruppo/entrame le cose/tragica scomparsa.
Lo si sentiva tutti i giorni, in Tv.
Qualcuno che moriva ammazzato.
Qualcuno violentato.
Le strade che diventano sempre più pericolose, piene di drogati, di malati di mente, di sbandat-
-Ehy,vuoi un passaggio?
Al suono di una voce maschile piuttosto giovane, con uno strano accento, la ragazza per poco non scappò via, assorta com'era stata fino a pochi istanti prima dai suoi angociosi pensieri di morte-talmente assorta e concentrata che non si era nemmeno accorta della grande porsche nera dai vetri oscurati che si era appena fermata davanti a lei...
Ma poi il finestrino della macchina si abbassò,rivelando il volto sorridente di un suo compagno di classe.
-S-sì...certo,grazie!-esclamò,il tono di voce innaturalmente alto ed acuto, prima di entrare.
-Casa tua è su...Broad Street,non è vero?
-Sì...non molto lontano dalla tua.-Rispose, prima di arrossire.
Era da quando era alta così ed ancora credeva in babbo natale che aveva un'infatuazione per quel ragazzo,nonostante non ci avesse mai scambiato più di dieci parole durante ogni anno scolastico, a voler essere generosi...
Come avrebbero potuto?
Lui era uno dei ragazzi più popolari della scuola,lei era una secchiona, una sfigata.
Probabilmente, molti la conoscevano come ''quella-brutta-ragazza-che-non-parla-mai-e-passa-e-ricreazioni-a-leggere-e-disegnare''.
Non aveva coraggio di suo, e per lei, già ed approcciare persone nuove per le quali non provava nulla era un'impresa titanica: approcciare uno dei più popolari della scuola, per il quale aveva una cotta, era un'impresa impossibile.
Ma non era riuscita a rinunciare ad avere pezzi di lui.
A fotografarlo.
Seguirlo a casa, seguirlo in piscina, spiarlo mentre stava con i suoi amici o si allenava a football...
Era abbastanza sicura che lui non se ne fosse mai accorto-ma se adesso si fosse tradita, dimostrando di conoscere il posto dove abitava? Se avesse cominciato ad insospettirsi, a fare domande, lei cosa avrebbe risposto?
Ma lui non disse nulla, e l'auto ripartii,silenziosa com'era arrivata.
Lei tirò un sospiro di sollievo, ma fu solo per poco.
Prima di ricordarsi di trovarsi nella stessa auto-lei, una ragazza grassottella,secchiona ed impopolare, vestita da cameriera-con un ragazzo popolare che sicuramente avrebbe trovato stupida e ridicola qualsiasi cosa avesse detto...ma se non avesse detto nulla, lui avrebbe pensato che era un'asociale secchiona stupida e noiosa, oltre che cafona, certo probabilmente lo pensava già ma...
-Lavori al Mercury Restaurant?-
...ma fu lui a spezzare il silenzio.
Christiane borbottò che sì, lavorava lì, e lui replicò che adorava quel ristorante e che era proprietà dei suoi zii...
Da lì,la conversazione andò avanti in maniera incredibilmente facile e piacevole.
Parlarono prima di come lei si fosse ritrovata alla fermata così tardi, poi di scuola, ed infine, di film e Tv.
Era talmente felice, talmente rilassata, che ci mise un pò per accorgersi che le cose non andavano bene-non andavano bene affatto...
La macchina aveva preso la direzione opposta a casa sua.
Quando se ne accorse, si trovavano al limitare della foresta che circondava il paese, in un ampio campo di papaveri ed erbacce selvatiche.
L'unica traccia di una presenza umana erano qualche bottiglia rotta ed un sacco dell'immondizia abbandonato sulle rocce che costeggiavano il ruscello.
Stava per dire qualcosa -cosa diavolo ci facciamo qua?cosa vuoi fare?- ma lui l'anticipò.
-Io ti amo. E so...che per te è lo stesso.-, disse, circondandole le spalle con un braccio, -Credevi che non me ne fossi accorto?Del fatto che mi seguissi...che mi spiassi...lo credevi davvero?
La testa le girava, troppo piena d'informazioni sconvolgenti.
Lui amava...lei?
Lei?
Tutta la sua preoccupazione si dissolse nel nulla.
Ed in quel momento, desiderò solo che lui...
Lui la strinse a sè con forza, senza incontrare alcuna resistenza...
...la baciasse...
Le loro labbra s'incontrarono.

+ + +

Un dolore vivo ed acuto come la puntura d'un'ape al collo la fece tirare indietro di scatto, gli occhi spalancati colmi di sorpresa... L'ultima cosa che vide, prima che il mondo attorno a lei scomparisse, fu il luccicchio di un sorriso crudele ed infantile dietro ad un fiume rosso,un fiume rosso che partiva dal suo collo, dietro il manico di un coltellino svizzero...

+ + +

Sangue scarlatto di giorno, sangue nero come la pece di notte, sangue che si spandeva, luccicando, alla luce della luna piena...
Con lo stesso innocente entusiasmo di un bambino che gioca con il suo giocattolo preferito, Lui non riusciva a decidersi, non riusciva ad abbandonare quel delicato spettacolo naturale, a staccarne gli occhi...
Christiane era molto più bella ora.
I suoi capelli biondo sporco, che a scuola aveva sempre tenuto legati in una stretta treccia o in una coda, formavano come delle onde sul terreno umido, su gli steli d'erba e i papaveri schiacciati.
Gli occhi mancavano, e già, in quelle orbite vuote e nere, avevano cominciato a precipitarsi le mosche-insetti disgustosi, piccoli avvoltoi grassocci dalle ali trasparenti...
I seni, invece, mancavano.
La loro assenza aveva lasciato due buchi rossastri, interrotti da brevi bagliori d'avorio, le ossa...
La loro assenza spiccava tanto quanto il taglio netto della gola,dal quale il sangue si spandeva sul terreno, per nutrire radici forti e vigorose delle piante...
Sangue scarlatto di giorno, sangue nero come la pece di notto, sangue che si spandeva, luccicando, alla luce della luna piena...
Dalle fronde fruscianti dei pini, il gracchiare di un corvo gli ricordò quello che doveva fare.
Con un sospiro, prese a fare a pezzi la sua bambolina e a riempire il sacco nero dell'immondizia di carne e pietre.
Quando avrebbe finito, l'avrebbe buttato nel fiume.

  
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