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Autore: Alessiuccia    18/09/2005    10 recensioni
Barbara, toglimi dalla cronaca mondana! Per pietà, puoi anche mandarmi in giro per il mondo alla ricerca della torta più lunga o della campana più grande… decidi tu, per quanto mi riguarda, tutto è meglio di questo strazio…
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ACCADDE IN INVERNO

ACCADDE IN INVERNO

 

Capitolo Uno

 

- Grazie; e tenga il resto- disse Chiara al tassista, scendendo dall’auto.

 

Erano le quattro e venti di un gelido pomeriggio di fine autunno a Londra; eppure, il cielo era così limpido, così terso, che se non fosse stato per il freddo pungente, avrebbe potuto anche pensare di essere tornata nella sua Sicilia.

 

Capelli sciolti, cappotto nero con il colletto rigorosamente alzato e borsa stile “Mary Poppins”: eccola lì, davanti al cancelletto di una lussuosa villa in uno dei quartieri più eleganti della capitale britannica.

 

“E così, è qui che abita la mia prossima vittima…”, pensò tra sé la ragazza, scostando dolcemente dal viso una ciocca di capelli ribelli.

 

Mentre si avvicinava al campanello, le squillò il cellulare. Pochi momenti: era riuscita a trovarlo in mezzo alla miriade di oggetti più o meno inutili che si portava dietro in quella enorme borsa.

 

- Barbara, ciao!…Sì, sono arrivata proprio adesso…no, anzi, sono leggermente in anticipo- disse, guardando l’orologio- ancora non ho suonato…Macché scherzi!? Meno tempo sto con questi DIVI Hollywoodiani e meglio è… Dio, speriamo non sia come quella lì, ti ricordi?…Ma sì, Jennifer “qualcosa”, quanto mi ha fatta penare! Ma chi si credeva di essere? Come se il mondo intero ruotasse intorno a lei!…Ma va’!… Comunque, la prossima volta che mi mandi a fare un’intervista ad un attore famoso, ti prego, fa’ almeno che sia Gorge Clooney…Sì, vabbè, non che Orlando Bloom sia uno sgorbio, ma, per favore, non c’è alcun paragone fra i due!- dicendo ciò, Chiara sorrise, decidendosi finalmente a suonare il campanello.

- Mmm… mi sa che mi ha fatto un bidone, qui non risponde nessuno… se entro cinque minuti non mi aprono, altro che prima pagina… gli dedico sì e no dieci righe di trafiletto, anzi… me ne vado proprio- disse, girandosi ed appoggiando le spalle al muro.

 

Stava cominciando ad innervosirsi- Sai che ti dico?- continuò al telefono- secondo me, starà ancora dormendo, poverino, magari ieri sera ha fatto tardi ad uno di quei party da vip ed ora deve riprendersi dalla sbornia. Te lo dico una volta per tutte, Barbara, toglimi dalla cronaca mondana! Per pietà, puoi anche mandarmi in giro per il mondo alla ricerca della torta più lunga o della campana più grande… decidi tu, per quanto mi riguarda, tutto è meglio di questo strazio…- ormai era rassegnata, c’era una sottile vena ironica nelle sue parole- Ed io che speravo di poterti portare l’articolo pronto già domani mattina… ma sì, ero sicura di poterlo scrivere oggi pomeriggio…No, no, domani, alle sette e mezza, ho l’aereo… Non ce la faccio più…

 

 

-   Scusi il ritardo- disse una voce maschile molto sensuale alle sue spalle.

 

Chiara si girò di scatto, ancora con il cellulare in mano- Barbara, ti richiamo dopo, finalmente è arrivato- disse, accennando un sorriso. Poi mise da parte il telefono e tese la mano all’attore, che, intanto, le aveva aperto il cancello.

 

-   Buonasera, sono Chiara D’Amico, la giornalista italiana, si ricorda? Avevamo fissato l’intervista per oggi e…

-   Sì, era per le quattro e mezza, vero?- era visibilmente imbarazzato- Mi dispiace averla fatta aspettare così tanto; è solo che…

-   Non si preoccupi, non si deve giustificare. Piuttosto, cerchiamo di velocizzare…voglio dire, lei avrà anche altri impegni dopo questo, no?

“Dio, Chiara, ma che fai? Te lo bruci così, su due piedi?!”, pensò tra sé, “sii più gentile”

-   Sssì, ho un servizio fotografico fra un’ora e mezza…- disse lui, scuotendo la testa: si vedeva lontano un miglio che non gli andava di fare niente quel pomeriggio.

 

Entrarono in casa, lui l’aiutò a togliere il cappotto, che appese ad una cappelliera sulla destra.

 

-   Prego, di qua- le disse accompagnando la frase con un gesto della mano- si accomodi, desidera qualcosa?

-   No, grazie- fece lei, sedendosi su una comoda poltrona di pelle bianca ed appoggiando la borsa ai suoi piedi, dopo aver tirato fuori tutto il necessario: block-notes di Winnie The Pooh (cosa che fece sorridere, e non di poco, il ragazzo), penna, registratore e spillo ferma-capelli.

 

Non desiderava altro che finire al più presto quel lavoro, ma sapeva che benissimo che milioni di ragazzine deliranti avrebbero pagato oro per poter essere al suo posto, anche solo per un istante.

Lei, però, aveva superato da un pezzo la fase FAN-SFEGATATA-ODDIO-QUANTO-E’-BELLO per un attore (ai tempi era Di Caprio, dopo Titanic).

 

-   Bene, possiamo cominciare- disse, prendendosi i capelli fra le mani- Ah, innanzitutto- continuò, mentre faceva girare lo spillo- non le farò domande sulla sua vita privata- fatto: li aveva acconciati in un modo a dir poco perfetto- a meno che lei non desideri il contrario…

 

Era carina, con I capelli raccolti in una specie di chignon scompigliato, con ciuffi che ricadevano di qua e di là, che facevano notare di più la sua giovane età.

 

-   No, glielo stavo per chiedere io- le rispose Orlando, mentre la squadrava per capire meglio che tipo di persona avesse di fronte. Era decisamente diversa da come l’aveva immaginata.

 

Aveva avuto modo di leggere qualche suo articolo, tutti interviste ad attori ed attrici di fama mondiale. Non avrebbe mai pensato che la donna che era riuscita a far parlare Sean Connery della sua famiglia fosse, in realtà, una ragazza sui venticinque, non gliene dava di più; una ragazza  semplice, normale, che per intervistarlo non si era truccata più di tanto (aveva solo una sottile linea di matita nera sotto gli occhi) e non si era neanche messa un filo di rossetto. Era così…così VERA!

 

-   Posso registrare la conversazione?- le sue parole lo riportarono alla realtà.

-   Sì, certo.

-   Un’ultima cosa, prima di cominciare… Posso scattarle qualche foto? Sì, lo so, non era previsto, ma ho pensato che, invece delle solite immagini costruite ad arte, avremmo potuto pubblicare qualche sua foto un po’ più, come dire, naturale…- L’aveva travolto con la sua valanga di parole, che non aveva potuto far altro che risponderle di sì.

 

Tra una domanda e l’altra, Orlando si perdeva fra i suoi pensieri…

“E’ piccolina, ma ha delle curve perfette”, “ chissà se ha studiato in Inghilterra, parla l’inglese come se fosse di madrelingua”, “certo, non devo starle molto simpatico”. Così, si sforzava di fare qualche battuta, cercando di farla ridere, sortendo, però, scarsi risultati, “no, non ha genitori inglesi, non le piace il mio humour, così non faccio altro che peggiorare le cose”.

 

Ogni tanto, mentre lui era così assorto in queste meditazioni, Chiara gli scattava qualche fotografia, a tradimento, giustificandosi dicendo che in quei momenti gli si poteva leggere dentro.

Lui arrossiva, sperando che lei non fosse davvero riuscita a leggergli l’anima, perché ci avrebbe trovato scritti dei pensieri non proprio confessabili…

 

Poi, l’intervista riprendeva, con grande interesse da entrambe le parti.

“In fondo, non è poi così artefatto come pensavo”, si disse Chiara, mentre cercava con lo sguardo la domanda successiva che doveva porgli, attorcigliandosi un ciuffo di capelli intorno all’indice sinistro. Faceva così quando era del tutto assente.

 

-   Certo, è una cosa rara- disse Orlando, parlando più con se stesso che con la ragazza- tutte le giornaliste che mi hanno intervistato, anche durante le conferenze- stampa, si conciano in un modo…- lo sguardo di lei si accese di curiosità- vengono truccate da sembrare mascheroni e vestite con minigonne mozzafiato e scollature che lasciano ben poco all’immaginazione… Invece lei- le disse, spostando il suo sguardo da un punto fisso  del soffitto agli occhi di Chiara, sempre più spalancati, sempre più verdi.

 

“Ma dove vuole andare a parare questo qua?”

 

-   Lei è diversa, non mi era mai capitata un’intervista con una giornalista in jeans e scarpe da tennis…- continuò lui, sorridendole.

 

Chiara si guardò per un attimo, portava un paio di jeans, forse non erano neanche di marca, ma, di sicuro, erano comodi, una mogliettina di cotone nera con un leggero scollo a V e le maniche lunghe, e un paio di scarpe da tennis, le sue preferite, rosse e bianche.

 

-   Mi dispiace aver deluso le sue aspettative- gli disse un po’ acida.

“Ma chi si crede di essere per criticarmi? Vabbè che a lui sta bene qualsiasi cosa si metta addosso, anche uno straccio, e poi questo dolcevita bianco…sì, è proprio carino…”, dovette ammettere lei, ancora leggermente risentita.

 

-   Ma no, cosa va’ a pensare…- le rispose Orlando, dallo sguardo divertito, che aveva intuito I pensieri della ragazza- Io apprezzo il suo stile- disse poi serio, dopo essersi schiarito la voce.

 

-   Grazie- fu la risposta. Chiara ora lo guardava da sotto in su, sentiva di essere arrossita e non lo voleva dare a vedere.

 

Stava per farli l’ultima domanda, quando si aprì la porta del salotto, che era stata lasciata socchiusa, e un magnifico grosso cagnone entrò abbaiando e scodinzolando, dirigendosi direttamente verso la nuova arrivata.

 

-   Buono! Buono! No, fermo, smettila!- cercava inutilmente di farsi ascoltare.

 

- Ciao bellissimo! Mamma mia, sei grosso quasi quanto Ettore. Vuoi le coccole, eh?- lei non aveva dato retta neanche per un istante alle parole di Orlando- Come si chiama?- gli chiese, voltandosi verso di lui, ma sempre accarezzando il cagnone, che sembrava gradire.

 

-   Sidi, si chiama Sidi. E’ strano, di solito non fa così: si tiene in disparte, non è socievole con molti…- rispose lui, osservando il comportamento del suo amico.

 

-   Sarà perché sente l’odore del mio cane- rispose noncurante lei- Bravo cucciolone, ora però seduto!- disse con tono fermo- Terra! Resta! Bravissimo…

 

-   Wow! Ma come c’è riuscita? Io è da anni che ci provo inutilmente- disse sconsolato l’attore.

 

-   Oh, è solo che so come si addestrano; comunque, basta la convinzione, non c’è bisogno d’altro. Se è sicuro di farcela, lui le darà ascolto- disse lei, riprendendo I fogli e la penna che, all’arrivo di Sidi, aveva poggiato sul tavolino accanto alla poltrona.

 

Dopo che Orlando ebbe risposto anche all’ultima domanda, Chiara cominciò a posare tutto nella sua borsa.

 

-   Bene, le farò avere, se vuole, l’articolo in inglese… beh, diciamo… venerdì mattina?! La rivista uscirà in edicola sabato, quindi se vuole correggere qualcosa lo può fare con largo anticipo…- disse alzandosi, seguita dal ragazzo e dal fedele Sidi.

 

-   Sì, sarebbe perfetto. Comunque, non credo che ci sia qualcosa da cambiare, anzi, penso che potrei anche darle l’esclusiva delle mie interviste per l’Italia – rispose Orlando, passandosi una mano fra i capelli- Adesso riesco a capire come mai alcuni miei colleghi si facciano intervistare solo da lei- continuò- E’ piuttosto brava! Non mi sarei sorpreso se le avessi raccontato tutta la mia vita… Era una specie di “confessione”…

 

-   Grazie per il complimento, ma io faccio solo il mio lavoro…e se lo faccio diversamente da alcuni miei colleghi, o sedicenti tali, è perché non credo che il mondo abbia bisogno di sapere cosa mangia Brad Pitt o quanti vestiti rosa abbia nel suo guardaroba Britney Spears…- rispose Chiara, senza neanche guardare negli occhi il suo interlocutore, grata del fatto di aver finito e desiderosa di tornare in hotel, concludendo la giornata con un bel bagno caldo.

 

Sidi, d’altro canto, sembrava non volersi separare dalla sua nuova amica e non faceva altro che gironzolarle attorno, impedendole di fare quattro passi uno dietro l’altro.

Orlando guardava la scena divertito, la sua stima per quella ragazza aumentava ogni secondo di più, finchè- Aspetti- disse- come faccio a contattarla, se per caso ci dovesse essere qualcosa che non vada nell’articolo? Mi da’ il suo numero di cellulare?

“Ma bravo, proprio un genio, ora ti prenderà per un mascalzone, come minimo”, pensò tra sé un attimo dopo aver formulato la domanda.

 

- No, meglio- rispose lei, storcendo un po’ il naso- le darò il numero del mio ufficio; se non dovessi rispondere io, lo farebbe la mia segretaria e potrebbe dire tutto a lei- concluse soddisfatta, porgendogli un bigliettino che aveva appena tirato fuori da una delle tasche esterne della borsa.

 

- Sì, grazie- rispose lui, visibilmente contrariato, mentre prendeva dalle sue mani il famoso biglietto da visita.

“Lo sapevo, mi odia”, pensò nel mentre, “ai suoi occhi devo sembrare un ragazzino viziato, abituato ad ottenere sempre tutto ciò che vuole”.

 

La aiutò ad indossare il cappotto, poi l’accompagnò alla porta d’ingresso, dove si salutarono con una stretta di mano.

 

- Allora…le farò avere l’articolo venerdì e poi mi farà sapere. Arrivederci.

 

 - D’accordo- rispose l’attore- mi faccia avere anche le foto, così potrò dirle quali pubblicare. Arrivederci.

 

Così dicendo, Orlando richiuse la porta alle spalle di Chiara, che, senza voltarsi indietro, era già diretta verso la strada.

Sidi cominciò a guaire, come se stesse piangendo, come se già ne sentisse la mancanza.

 

- Eh, amico mio- disse il ragazzo sospirando, appoggiandosi alla porta ed accarezzando il cagnone che gli si era fatto vicino guardandolo con due occhioni supplichevoli- ti sei innamorato e lei è andata via…Ma noi non ce la faremo sfuggire così!

 

Detto questo, una luce si accese negli occhi di Orlando, mentre prendeva il suo cappotto e le chiavi di casa.

  
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