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Autore: biondich    11/07/2010    1 recensioni
[WHITE COLLAR] “Di cosa si tratta esattamente?”- chiese il ragazzo incuriosito.“Non vorranno certo rimandarmi …” disse preoccupato. “No, no, aspetta. Il punto è questo: vogliono avere la certezza che tu non sia un pericolo per la nostra organizzazione. Domani mattina arriverà un profiler che per qualche tempo collaborerà con noi e che sarà assegnato alla squadra dell’agente Burke. Una volta finito il tuo profilo, verranno presi provvedimenti . Lo dico per te ragazzo: comportati bene e non creare problemi.” Beh, spero di avervi incuriositi!^^ P.S Nella mia storia Kate non esiste! (niente di personale, ma a me serviva che fosse così!)
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Buongiorno, Peter!”-disse con un gran sorriso Neal, entrando in ufficio e sedendosi sulla sedia di fronte alla scrivania del collega. Quella giornata era cominciata davvero bene e prometteva terminare ancora meglio. L’affascinante ex-ladro aveva fatto colpo su Mandy, la ragazza della caffetteria sotto casa.

Peter alzò gli occhi dalle pratiche che stava compilando e con uno sguardo molto significativo fece intendere a Neal che la sua giornata non era cominciata altrettanto bene.

“Neal”- disse semplicemente pronunciando il suo nome. Ricominciò a compilare le scartoffie , temporaneamente ignorando il ragazzo di fronte a lui. Qualche attimo dopo, cominciò a innervosirsi; Neal osservava incuriosito i fascicoli posti sulla sua cattedra. Sembrava volesse parlare ma stava lì, semplicemente, ad osservare i suoi documenti. Peter , che quel giorno si era svegliato di pessimo umore, cercò di non farci caso nonostante lo trovasse incredibilmente irritante.

Caffrey cominciò a tamburellare con le dita sul bracciolo della sedia guardandosi intorno come se cercasse qualcosa.

Peter posò la penna sul tavolo con una smorfia di disappunto e guardò Neal “Si?Devi dirmi qualcosa ,Neal?”

“Oh no, no … continua pure, davvero”- rispose il ragazzo con un sorriso sincero.

L’ agente speciale Burke ricominciò a lavorare su quei noiosissimi fascicoli. Quella giornata non prometteva essere delle migliori. Decise di affrettarsi a concludere per poter tornare a casa in tempo per pranzare con El visto che quella mattina non gli era stato ancora sottoposto nessun caso .

“Stavo pensando …”- lo interruppe il ragazzo con un’espressione pensierosa sul viso. Peter fu costretto ad interrompersi nuovamente.

“Cosa, dimmi!”- esclamò appoggiando rumorosamente la penna sul foglio.

Neal lo guardò divertito e, avendo ormai la sua attenzione, continuò. “Stavo pensando, cosa facciamo oggi?”.

Peter lo guardò di sbieco. “Cosa farai tu oggi, non lo so. Io appena avrò finito con questa roba, andrò a gustarmi il magnifico pranzo che El mi preparerà.” – gli rispose. Il pensiero di pranzare con sua moglie lo fece sentire meglio.

“Oh , carino, voi due, da soli a pranzo, davvero romantico!”- commentò il giovane. “Posso venire?”-domando sfoderando un sorriso ancora più splendente di quello di prima.

“Assolutamente no!”- disse Burke fermamente. Ci mancava solo Caffrey a rovinare quella giornata. Neal si corrucciò in un’espressione leggermente offesa.

“Voglio dire, El si è presa un’oretta per stare noi due soltanto e non credo sia il caso e poi tu … insomma, suppongo … ehr , suppongo che tu abbia qualcuno o meglio qualcuna con cui pranzare oggi, no?”- cercò di salvare la situazione.

“Si, si ma certo, mi arrangerò. Salutami El”- disse Neal alzandosi con un sorriso ed uscendo dall’ufficio di Peter.

A Neal piaceva pranzare con i coniugi Burke. Erano simpatici ed El era così gentile con lui, lo trattava come uno di casa. Quel giorno avrebbe pranzato da solo, in un ristorante vicino alla sede dell’edificio della sezione White Collar.

Una volta scelto il posto, non gli rimase che andarci. Ordinò qualcosa di non troppo pesante e cercò di godersi il pranzo anche se si annoiò terribilmente. Improvvisamente squillò il telefono.”Pronto?Oh ciao Peter, come va?Cosa ti ha preparato Elisabeth?”

Peter borbottò qualcosa di incomprensibile al telefono e rispose. “Ho bisogno di te in ufficio subito. Hughes ci vuole vedere immediatamente”.

Quella non era proprio la sua giornata. Non era riuscito nemmeno ad assaggiare la seconda portata del pranzo di sua moglie che subito era stato convocato.

“Bene, sarò lì tra 10 minuti.”- disse Neal. Poi sentì la voce di Peter schiarirsi in maniera minacciosa e si corresse “OK fra 5 minuti”- detto questo pagò il conto ed uscì dal ristorante.

Chissà cosa voleva Hughes, pensò tornando in ufficio. Immaginò il suo capo sfoderare il suo segnale di richiamo: il braccio teso e le due dita che si muovevano in sua direzione mentre il suo sguardo serio non lasciava promettere nulla di buono. Una volta arrivato al suo piano si diresse verso l’ufficio di Hughes. Peter era già lì , seduto di fronte al loro capo. Neal lo raggiunse e attese gli ordini.

“Bene, eccoti Caffrey. Come stavo dicendo a Peter, ho parlato con il dipartimento della sezione di analisi comportamentale dell’FBI oggi. Visto il loro disappunto sulla presenza di un criminale all’interno della White Collar come consulente, mi hanno fatto una proposta.”

“Di cosa si tratta esattamente?”- chiese il ragazzo incuriosito.“Non vorranno certo rimandarmi …” disse preoccupato.

“No, no, aspetta. Il punto è questo: vogliono avere la certezza che tu non sia un pericolo per la nostra organizzazione. Domani mattina arriverà un profiler che per qualche tempo collaborerà con noi e che sarà assegnato alla squadra dell’agente Burke. Una volta finito il tuo profilo, verranno presi provvedimenti . Lo dico per te ragazzo: comportati bene e non creare problemi.”

“Ma certo,Signore, grazie.”- rispose Neal un po’ interdetto. Non se lo aspettava.

“Quanto a te Peter, il profiler verrà affidato alla tua squadra. Sono sicuro che ci sarà utile nelle indagini .”- disse il capo rivolgendosi al poliziotto.

“Certo Hughes, me ne occupo io.”- disse Peter . “Ma bene! Ecco un altro problema che si aggiunge alla lista.” -pensò mentre rispondeva al suo capo.

“Molto bene, andate a casa adesso. Oggi è una giornata fiacca, fortunatamente.”- concluse Hughes congedandoli.

I due colleghi uscirono dall’ufficio in silenzio e presero l’ascensore.

“Sono nei guai, Peter?”- chiese Neal premendo il pulsante che portava al piano terra.

“No, Neal. Comportati al meglio, obbedisci, rispetta le regole e non fare …” cominciò Burke.

“E non fare niente di illegale, lo so. Basterà a convincerli che sono a posto?”-concluse il ragazzo.

“Sono sicuro che basterà.”-rispose Peter cercando di essere il più convincente possibile. In realtà non ne era certo. Temeva che i pregiudizi che la sezione di analisi comportamentale aveva su Neal potessero compromettere il suo profilo.

 

 

   
 
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