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Autore: Anna    13/07/2010    3 recensioni
Caro Draco, sono trascorsi diciannove anni ormai. Pochi dalla fine della guerra e troppi dalla nostra separazione; la notte della battaglia finale è stata anche quella in cui ci siamo detti addio, ma il nostro non è stato un vero e proprio saluto, semplicemente eravamo due ragazzi che si odiavano e hanno smesso di vedersi. Nient'altro...
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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14.05.2026


Caro Draco,

sono trascorsi diciannove anni ormai.

Pochi dalla fine della guerra e troppi dalla nostra separazione; la notte della battaglia finale è stata anche quella in cui ci siamo detti addio,

ma il nostro non è stato un vero e proprio saluto, semplicemente eravamo due ragazzi che si odiavano e hanno smesso di vedersi.

Nient'altro...


Quella sera, quando tra le alte fiamme non riuscivo più a scorgere il tuo viso, ho sentito una strana stretta allo stomaco che non mi permetteva di respirare né di ragionare.

Sentivo l'irrefrenabile impulso di buttarmi tra le fiamme e cercarti, eppure continuavo a sorvolare nella stanza, abbracciata a Ron con gli occhi spalancati dal terrore.

Poi Harry ti ha afferrato e tirato in salvo; mi sono sentita subito sollevata e ho pensato che la sensazione precedente doveva essere stata dettata semplicemente dalla preoccupazione per un altro essere umano.

Per me, che mi commuovevo per degli elfi domestici e per tutte le creature del mondo magico e non, sarebbe stato normale provare dell'apprensione anche per quello che fino ad allora era stato il mio peggior nemico...

La spiegazione sembrò bastare e non ci pensai più,

quanto sono stata sciocca.

Io, la strega più brillante di Hogwarts, capace di memorizzare ogni singola informazione, capace di capire le altre persone e di dispensare utili consigli a chi ne abbisognava, io... mi sono rivelata essere una stupida bambina incapace di vedere al di là delle mie stupide convinzioni.


Mi ci sono voluti anni, una posizione importante, mi ci è voluto un matrimonio e anche dei figli per capire che il senso perenne di insoddisfazione che provavo non era dato dalla semplice ambizione personale, ma da qualcosa di più.

Da qualcosa che non avevo mai avuto, ma che comunque mi mancava come l'aria.

Ho iniziato a vedere Ronald qual era realmente e non con gli occhi dell'amore con i quali l'avevo deformato.

Lui: così arrendevole durante i nostri litigi, così poco interessato alla mia vita, così poco partecipe a ciò che io amavo... così pigro e noioso, così distratto e spesso ignorante, così imbarazzante a volte.

Per molto tempo ho cercato di riparare alle mancanze e ai difetti del suo carattere, cercando di farlo appassionare a qualcosa di più stimolante, cercando di spingerlo ad essere l'uomo che avevo sempre sognato, cercando di renderlo un po' meno Ron, per poi capire che non era lui il problema. Ma io...

mi sentivo così frustata per questa vita che non sentivo mia e così arrabbiata perchè mi sentivo in trappola e non riuscivo a trovare una soluzione.

Ho iniziato a vivere nell'apatia più totale, stanca persino di alzarmi dal letto la mattina, stanca di rimproverare i bambini quando combinavano qualche marachella o litigare con mio marito quando si mostrava così poco perfetto.

Esausta...


Poi, quella sera... a quella cena di beneficenza a cui andai più per non dover passare un'altra serata chiusa in casa a giocare con i miei figli cercando di ignorare quella figura seduta sul divano a guardare l'ennesima partita di Quiddich, vidi te che, con tua moglie e tuo figlio partecipavi assente con lo stesso sguardo superiore e annoiato di sempre.

Quando ti vidi non riuscii trattenere una smorfia nel notare quanto poco fossi cambiato dall'ultima volta che ti avevo visto sia nel modo di presentarti agli altri che nell'aspetto.

Avevo visto molti uomini, compreso il mio, ingrassare e dare poca importanza all'aspetto fisico dopo sposati, ma se possibile tu eri diventato ancor più bello di quando eri giovane, questo mi irritava!

Quelle piccole rughe che ti marcavano gli occhi e la linea perfetta delle labbra sembravano emanare un fascino irresistibile che tu sapevi di avere e usavi a tuo vantaggio.

Dopo tanto tempo, mi risentii la ragazzina agguerrita di un tempo.

Dovevo dimostrarti che, nonostante tutte le cattiverie che mi avevi detto, nonostante tu non credessi che io fossi intelligente o capace, ero riuscita a raggiungere tutti i miei obiettivi ed ero soddisfatta della mia vita, dovevo farti sapere che ce l'avevo fatta...

dovevo farti vedere che io ero lì e che ero degna della tua attenzione.

Quando ti voltasti ed incrociasti i miei occhi avvertì la terra sotto i piedi vacillare, niente aveva più importanza, solo il filo indissolubile che mi legava a te.

Durò solo un attimo, il tempo di un respiro trattenuto e la mancanza di un battito, poi il tuo solito ghigno si rispecchiò nei miei occhi, ancora quel ghigno... quel segno di superiorità che continuavi a portarti dietro dopo tutto quel tempo. Non potevo sopportarlo.


Tornai a casa con il fuoco negli occhi, più agguerrita che mai per essere stata nuovamente umiliata da te; per tutta la sera non avevi fatto altro che guardarmi e studiarmi, facendomi sentire inadeguata e imbarazzata neanche fossi una la ragazzina dai capelli crespi che eri riuscito a far piangere tanto tempo prima.

Nonostante mio marito si fosse accorto del mutamento in me, non degnò di attenzione il mio comportamento né tanto meno mi chiese spiegazioni, facendo così aumentare la rabbia nei tuoi confronti.

Era forse per te che sentivo di non essere mai abbastanza?

Era per te che volevo dimostrare a tutti i costi la mia bravura?

Era per te che non riuscivo ad accontentarmi della mia vita?

Era tutta, solo colpa tua?

Mentre cercavo un modo per fartela pagare, non mi accorsi nemmeno che quella era la prima volta, dopo tanto tempo, che non mi sentivo veramente viva.

Oh Draco,

quanto tempo ci vuole ad una persona orgogliosa come lo sono io, per capire che tutte le sue convinzioni erano sbagliate?

Io non lo so... so solo che per me fu un processo graduale.

Da quella sera cercai sempre di partecipare a tutte le attività mondane costringendo Ron e i miei figli a seguirmi, ma dedicarmi a quei nuovi obiettivi mi rendeva più serena e motivata e anche il nostro rapporto familiare stava iniziando a migliorare, quindi mi assecondavano senza fare tante storie.

Questa nuova conquista mi rese sempre più determinata, avrei potuto sbatterti in faccia anche un matrimonio perfetto e soddisfacente... ma non bastava.

iniziai ad occuparmi di tutto quello che potevo: delle campagne a favore dei diritti dei babbani, dei caduti in guerra, degli orfani e dei poveri solo per sentirmi inondare dall'orgoglio quando tu posavi i tuoi occhi su di me.

Cercavo sempre più posizioni di slancio per mettermi in mostra, per farti notare quanto ero brava a parlare in pubblico, quanto ero intelligente e stimata...

ma ancora non bastava.

Man mano iniziai a provare gelosia nei confronti di tua moglie, Astoria Greengrass... così bella da sembrare irreale.

Non mi bastava più che tu mi ritenessi una tua pari per grado sociale, intelletto o conoscenze si spicco, volevo che tu mi guardassi qualsiasi cosa facessi, volevo che tu rimanessi affascinato da me come donna, volevo dimostrarti ancora che non mi mancava niente...

Con lo stesso impeto di prima, iniziai a curare sempre di più il mio aspetto, alle feste mi presentavo con abiti raffinati ed eleganti, appariscenti e di buon gusto tanto da diventare un'icona della moda, cercavo in tutti i modi di mostrare il mio corpo sempre più perfetto grazie a diete ed esercizi forzati senza mai cadere nel volgare o nel banale.

Passavo ore davanti allo specchio a provare abiti, acconciature e trucchi solo per quei pochi istanti in cui tu posavi gli occhi su di me, tornando a casa infuriata se tu non ti eri presentato o non mi avevi degnato di attenzione o al settimo cielo se vedevo i tuoi occhi seguire la mia figura o indugiare un po' di troppo su un'audace scollatura o un prorompente spacco.

Non so quando ho realizzato quello che provavo per te, dev'essere stato mentre mi preparavo con cura per l'ennesima cena solo per essere notata da te che il pensiero che tu mi piacessi mi ha attraversato la mente.

Sebbene io abbia cercato di ignorare quest'idea malsana, ogni volta che incrociavo la tua figura statuaria mi rendevo conto che era proprio così...

Da molto avevo ormai confessato a me stessa che il tuo fascino era evidente, ma non volevo ammettere che questo avesse successo anche su di me.

Ma tu l'avevi capito prima di me, dalle occhiate maliziose che mi lanciavi doveva sembrarti ovvio che apprezzassi il tuo aspetto, ed io che ancora perdevo tempo nel combattere una guerra inutile.

Che sciocca... finalmente ho aperto gli occhi e ho capito.

Fu quando ti vidi baciare tua moglie e avvertii il mio cuore cessare di battere che realizzai di aver solo perso tempo.

Io, così bella in un abito non da me, così affascinante nei gesti che avevo imparato a fare per ammaliare gli uomini, ero rimasta a bocca aperta nel vedere che nonostante io facessi di tutto per il contrario, tu non avevi bisogno di me.



Col passare del tempo mi sono resa conto che mi sei piaciuto dal primo momento in cui ti ho visto; potrebbe sembrare banale, ma non lo è.

Il tuo disprezzo, il tuo rifiuto mi hanno spinta a dare il meglio di me per dimostrati che ero alla tua altezza, mi hanno spinta a studiare anche di notte per conoscere tutto se mai tu ti fossi rivolto a me, per mostrarti quanto fossi intelligente:

Tutto quello che ho fatto, l'ho fatto solo per avvicinarmi a te.

Ed ora eccomi qui...

a poche ore dalla partenza di mia figlia Rose per Hogwarts, siedo a questa scrivania con questa lettera fra le mani.

Anche tu eri lì, alla stazione di King's Kross con tua moglie a salutare vostro figlio, deve essere il primo anno anche per Scorpius a giudicare dalla faccia che hai fatto quando il treno si è allontanato, forse una faccia simile alla mia.

Ma non posso fare a meno di invidiare i nostri figli.

Loro sono liberi...

liberi di iniziare una nuova vita, liberi di innamorarsi, di vivere la vita che io agogno, liberi dalle paure che io ora sento...

liberi dalle menzogne che io so raccontare a me stessa, che devo raccontare a me stessa per andare avanti.

Fantastico su una nostra possibile vita insieme, dove anche tu mi ami, ma sei costretto a fingere per tua moglie e tuo figlio, perchè hai paura di quello che provi come me, perchè è difficile abbandonare tutte le convinzioni sociali che ti hanno spinto ad odiarmi quando eri solo un bambino.

Posso solo vivere di bugie ora, perchè se solo mi fermo e penso che mi sto immaginando tutto, che tutti quegli sguardi non contavano niente, che tu vivi felicemente la tua vita mentre io tormento la mia, che tutto è falso...

mi sento come se non riuscissi a respirare.

L'aria entra a fatica provocandomi un dolore lacerante al petto al suo passaggio.

L'unica cosa che mi fa andare avanti, che mi fa sopportare questo dolore, che mi fa affrontare mio marito e mi fa sorridere ai miei figli quando torno a casa è sperare che un giorno, in questa vita o in un'altra, o magari in quella dei nostri figli, io e te potremmo amarci...

di quell'amore folle e disperato che sento solo per te.


Con questa ultima speranza mista a preghiera sulle labbra, termino questa mia lettera che non spedirò mai, che non ti farò leggerai mai, ma che sarà nascosta nel mio cuore per il resto della mia vita.



Hermione...






Spazio Autrice:


Buona sera a tutti, ecco una piccola fic che avevo in mente da molto ormai, infatti ho lasciato la data 14 Maggio quando ne ho iniziato la stesura, ma poi l'ho abbandonata... beh stasera l'ho ripresa e terminata.

Mi scuso per eventuali errori, ma sarà che sento questa storia un po' troppo mia, e non sono riuscita a leggerla più del dovuto per ulteriori correzioni. Spero ugualmente che vi piaccia.

Grazie...

   
 
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