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Autore: Sylar1610    13/07/2010    4 recensioni
Cos'ha fatto Gabriel dopo aver lasciato il suo posto in Paradiso? Beh, ne ha fatte di tutti i colori! (traduzione a cura di Brokendream)
Genere: Commedia, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Traduzione | Avvertimenti: Spoiler!
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Note di traduzione: come annunciato qualche settimana fa, ecco il primo capitolo della fan fiction che Sylar1610 sta scrivendo sulla vita di Gabriel dopo aver lasciato il Paradiso. Spero di aver reso bene il senso delle parole, io ce l'ho messa tutta ma ovviamente ho dovuto adattare qualche espressione alla nostra lingua, visto che altrimenti sarebbe suonata male. L'originale potete trovarla qui. Come sempre, a tradurre nel bene o nel male, è Brokendream!


 

 

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Early Years

 

 

 

 

La vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai cosa ti capita: questo diceva Forrest Gump. E ciò mi si adatta per davvero,  dopotutto quando Dio mi creò subito dopo Michael e Lucifero, non avrei mai pensato di diventare un Trickster pagano. Ma questo è un po' più avanti nella mia storia, perciò partiamo dall'inizio.

 

Ricordo il giorno in cui nacqui, le persone non possono ma gli angeli sì. Ricordo che Dio pronunciò il mio nome ed io esistevo. Fu allora che io, Michael, Lucifero e Raphael vedemmo il volto di nostro Padre, un viso che nessun occhio avrebbe più rivisto. Era così  meraviglioso e indescrivibile che solo provarci sarebbe impossibile.

 

Egli creò noi Arcangeli e dopo vennero gli Angeli. Dio amava Lucifero più di tutti noi, più di Michael, più di me. Ma nessuno di noi era geloso, dopotutto Lucifero era un bravo ragazzo e ci teneva davvero a me. Lui mi insegnò come usare i miei poteri.

 

«Okay Gabriel, così ci si clona» disse creando una copia di se stesso «ora prova tu» e la copia di Lucifero scomparve.

Mi concentrai e creai una copia di me stesso. «Sì!» esultai quando vidi sorridere Lucifero, ma persi la concentrazione e il clone sparì.

«No!» gemetti «non ci riuscirò mai.»

«Certo che ce la farai» rispose posandomi una mano sulla spalla «ora riprovaci fratellino.»

 

Ricordo il giorno del castigo di Lucifero. Dio  chiamò me, Michael e Raphael nella sua camera.

«Lucifero, che cosa hai fatto?» gli chiese.

«Non ho fatto nulla, Padre. Ho semplicemente mostrato le tue ultime creazioni per quello che sono davvero, mostri.» rispose Lucifero.

«Non era compito tuo farlo» tuonò Dio.

«Padre, come puoi farmene una colpa? Tu ami questi abomini più di noi, i tuoi bellissimi e perfetti angeli. Come puoi fare questo?» osò dire Lucifero.

«Credo che tu volessi dimostrare ben altro» ribatté nostro Padre.

«Questo non ha nulla a che fare con me....» iniziò Lucifero, ma Dio lo interruppe.

«Ciò che hai fatto a Lilith è imperdonabile, il tuo posto non è più in Cielo e se attacchi di nuovo gli umani, la tua punizione sarà mille volte peggiore.»

 

Lucifero fece per andarsene, ma si voltò e disse: «Prima di andare, dimmi una cosa. Perché preferisci gli umani a noi?»

«Hanno qualcosa che voi non avrete mai» rispose Dio.

 

Quando Lucifero lasciò il Cielo, mi rivolsi a Dio e gli chiesi: «Padre, non pensi di essere stato crudele con Lucifero?»

Pensai che mi avrebbe fatto a pezzi, invece mi rispose: «Gabriel, un giorno capirai perché l'ho fatto.»

Sapete cosa? Aveva ragione, perché adesso capisco.

 

Naturalmente Lucifero non tenne conto dell'avvertimento di nostro Padre e ciò che seppi subito dopo fu che Michael era in guerra con Lucifero e che si apprestavano ad uno scontro come nel film Freddy vs Jason. Michael tornò in Cielo ed io temevo di aver perso un fratello.

 

«Lucifero non è morto, Gabriel. E' stato spedito all'inferno insieme a Lilith e gli angeli che lo appoggiavano sono stati uccisi o privati della loro Grazia» spiegò Michael dirigendosi verso la stanza di nostro Padre.

Ero triste e sull'orlo delle lacrime, quando Michael aggiunse: «Chiama Raphael e incontriamoci nella stanza di nostro Padre.»

«Sta bene?» domandai.

«Se n'è andato» replicò Michael.

 

Tutti e tre cercammo ovunque sulla Terra, in Cielo e anche all'Inferno, ma non servì a niente. Dio era scomparso e Michael prese il Suo posto come leader del Cielo. Ora si capisce perchè nessuno, tranne noi tre e Lucifero, incontrò mai Dio.

 

Dopo che Lucifero cadde e Dio sparì, mi sentivo solo. Tutto ciò che gli angeli volevano fare era incolpare l'umanità di tutti i problemi. Io probabilmente non mi sarei mai unito a loro ma ciò che Papà disse continuava a frullarmi in testa: «Loro hanno qualcosa che noi non avremo mai.»

Ovviamente, all'epoca non sapevo cosa volesse dire.

Andai in un posto in cui un angelo poteva giocare al Grande Fratello sulla Terra e decisi di osservare gli umani finchè non avessi scoperto cosa avesse voluto dire Dio.

Fu lì che incontrai la più grande amica che io abbia mai avuto in Cielo. Quando arrivai lì, c'era già un altro angelo che stava guardando giù.

Lei si voltò e mi vide. «Puoi guardare anche tu se ti va» disse.

«Okay» risposi e mi sedetti unendomi a lei.

«Allora, cos'è che porta un potente Arcangelo qui per guardare sulla Terra?» domandò lei.

«Sto solo cercando di capire qualcosa» dissi.

«Cosa?» mi chiese.

«Mi hanno detto che gli umani hanno qualcosa che noi non abbiamo e voglio sapere cosa» fu la mia risposta.

«Beh, non è ovvio?»

«No» replicai.

«Continua a guardare e tra qualche ora ne riparliamo.» mi disse.

 

Così guardai la Terra e tutti gli umani e vidi crimini, odio, corruzione e violenza e questo mi spaventò. Ma vidi anche qualcos'altro: gentilezza, altruismo, risate e soprattutto amore in ogni forma e dimensione. Era così bello che mi misi quasi a piangere.

Lei mi guardò e mi chiese: «Hai la tua risposta?»

«Sì» risposi «grazie per avermela mostrata.»

«Di nulla. Ad ogni modo io sono Anna»

«Gabriel» dissi tendendole la mano.

Ci stringemmo la mano e quello fu l'inizio di una bella amicizia.

 

Dopo quel giorno io e Anna diventammo grandi amici e non mi ci volle molto a capire perché invidiava gli umani. Era per la loro capacità di amare. In realtà anche gli angeli hanno questa capacità ma può essere sbloccata solo trascorrendo del tempo con gli esseri umani e imparando l'empatia da loro.

 

Ma Anna...beh, lasciatemi dire solo che c'era un certo angelo in Cielo che lei avrebbe voluto amare (però mi è stato detto che ha realizzato questo desiderio, prima di essere tradita). Sì me lo ricordo, un certo Pretty Boy Angel che era sempre in giro con quella cattiva influenza ambulante di Uriel.

 

Ricordo il giorno in cui incontrai un altro buon amico in Cielo. Io e Anna stavamo camminando intorno al Giardino e parlavamo degli umani quando lo incontrammo.

«Gabriel, credi che io e te siamo gli unici angeli in Cielo a non odiare gli umani?» mi chiese lei.

Prima che potessi rispondere, qualcuno sbucò da dietro dei cespugli e disse: «Non contarci»

«Che vuoi dire?» domandò Anna.

«Voglio dire che solo in pochi odiano veramente gli umani, la maggior parte non li capiscono e hanno paura di sapere davvero qualcosa su di loro» rispose.

«Chi sei?» gli chiesi.

«Il mio nome è Joshua»

«Non ho mai sentito parlare di te» dissi.

«Molte persone non hanno mai sentito parlare di me, me ne sto per conto mio e raramente lascio questo Giardino. Quelli che mi conoscono non mi considerano abbastanza importante per parlare con me.» spiegò.

«Cosa pensi degli umani?» gli chiese Anna.

«Dio li ha creati, dunque devono essere importanti» disse «possono essere strani ma non posso fare a meno di farmeli piacere.»

 

Da quel giorno io ed Anna diventammo assidui frequentatori del Giardino di Joshua. Si suppone che gli Arcangeli siano onniscienti eppure Joshua aveva una saggezza che nessun altro angelo aveva. Forse Dio lo ha fatto in quel modo, o forse ha solo avuto un sacco di tempo per pensare mentre faceva giardinaggio. Se lo incontrassi ora, ci sono un migliaio di soprannomi che potrei dargli, da Albus Silente a Yoda.

 

Col tempo mi sentii sempre più annoiato e irrequieto in Cielo. Andai a fare una passeggiata e mi ritrovai nel Giardino di Joshua.

«Cosa ti porta qui oggi?» mi chiese.

«Mi serve qualche consiglio: se uno si sentisse come se non fosse nel posto giusto, cosa dovrebbe fare?» gli domandai.

«Sai, quando un fiore in un certo posto non prende abbastanza luce, lo tolgo dalla terra e lo sposto in un luogo dove può prenderne abbastanza. Questo risponde alla tua domanda» rispose tipo Mister Miyagi.

 

Sì, rispondeva alla mia domanda e sapevo cosa dovevo fare, ma prima dovevo dire addio.

Per prima cosa, andai da Michael.

«Ehi Michael, posso parlarti per un minuto?» gli chiesi.

«Fa in fretta, sono molto occupato» disse.

«Ascolta Michael, Dio è andato via e non credo che tornerà. Penso che tu debba smetterla di aspettare il Suo ritorno come un cane fedele, iniziare a pensare con la tua testa ed essere un vero leader» gli dissi.

Michael era senza parole, ci sono probabilità che non sapesse cosa pensare senza Papà lì a dirglielo.

Lasciai la sua stanza ma prima mi disse: «Trovati un buon posto Gabriel, stiamo per mandare un diluvio nella valle per annegare tutte le persone.»

Seppi che la prima cosa che avrei fatto una volta sulla Terra, sarebbe stato avvisarli.

 

Andai da Anna.

«Anna, c'è una cosa che voglio dirti» le dissi.

«Che cosa, Gabriel?» mi domandò.

«Prima di dirtela, voglio che tu ci pensi bene e a lungo prima di farlo e non dire a nessuno che te l'ho detto» dissi.

Lei annuì.

«Se vuoi diventare umana, devi strapparti la Grazia» le spiegai.

«Cosa?»

«Se vuoi diventare umana, devi rinunciare alla tua Grazia»

 

Dopo di lei dissi addio a Joshua ed ero pronto ad andare, quando vidi Castiel. Mi avvicinai a lui e gli dissi: «Ho qualcosa da dirti»

«Che cosa, Arcangelo Gabriel?» mi chiese.

Dio, che razza di burattino.

«Non essere un idiota per tutta la tua vita» dissi e mi allontanai, lasciando dietro un Castiel confuso.

 

Mentre stavo per andare, chi si presenta? Ovvio, Zachariah. Era un parassita, mi stava sempre addosso ma soprattutto baciava sempre il culo di Michael. In effetti nella sua vita ha baciato talmente tanti culi che probabilmente il suo alito puzzava di merda. Prima che potesse farmi anche un solo complimento, distesi il dito medio verso di lui.

L'espressione del suo volto era incredibile.

Per la rabbia raggiunse tutte le sfumature del rosso e le vene sulle tempie cominciarono a gonfiarsi ma prima che potesse anche solo accennare a gridare o strepitare, si rese conto di essere in presenza di un Arcangelo.

Così invece si costrinse al più falso dei sorrisi e disse: «Grazie, signore» con la voce che gli tremava dalla rabbia, e si allontanò.

 

Non riuscivo a smettere di ridere, quel ricordo mi sarebbe rimasto per sempre impresso nella mente. Poi realizzai che stavo ridendo. Non avevo mai riso prima e quello fu uno dei migliori momenti della mia vita.


 

   
 
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