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Autore: sasyherm    14/07/2010    2 recensioni
Draco, Blaise e Theo, alle prese con un caldo infernale e la lontananza delle loro amiche.
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Theodore Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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noonday sun
Noonday Sun


Quell’estate fu veramente afosa, in Gran Bretagna e in Francia.
La calura di fine luglio permeava gli anfratti boschivi, stentatamente temperati dall’ombra delle foglie fruscianti di scirocco.
Sembrava che il vento trasportasse sabbia,  sale e odore marino nella uggiosa Inghilterra, che aveva temporaneamente perso il profumo della terra dopo il temporale.
Gli Inglesi conobbero , in quella afosa estate, qualcosa con cui non avevano mai avuto a che fare.
Il sudore, compagno lascivo che scivolava sui corpi ammassati al sole.
La Gazzetta del Profeta aveva dispensato i suoi consigli, rimedi rubati da posti più assolati come il Sud Italia.
Bevete molta acqua , state all’ombra, fate pochissimo movimento.

Per  Draco Malfoy  solo la seconda, non era un problema.
L’ombra delle cortine del suo baldacchino, ormai sua sede fissa durante tutto il giorno.
Stava sempre steso lì, a leggere, scrivere, studiare perfino, non impegnandosi né più né meno del suo solito.
La prima e la terza erano assolutamente da escludersi a priori.
Poteva bere certamente ogni cosa, meno acqua.
Non la beveva da ormai sette anni, succo di zucca massimo, certamente tantissimi alcolici.
Ma acqua, acqua, non si poteva nemmeno pensare, che un Malfoy bevesse acqua.
Semplice, comunissima,  acqua.
Perfino il proverbio babbano, diceva che la classe non era acqua.
E lui, di classe ne aveva da vendere.
Riguardo il terzo consiglio, poi, era anche più assurdo.
Lui faceva un sacco di movimento, proprio all’ombra del suo baldacchino, insieme a corpi con curve ben pronunciate e capelli scuri.
Era assolutamente impensabile, che lui smettesse di fare sesso.
Ma non aveva scelta. Non poteva sudare, i Malfoy non sudano, e quindi doveva muoversi poco.
E questo, per i suoi nervi, era già abbastanza.
Di sicuro, pensò prima di addormentarsi insoddisfatto e sbuffante, lui non si sarebbe mai trasferito in un posto caldo.

Il giorno dopo, 1 agosto, 40 Gradi.
I suoi genitori, erano partiti per qualche isola sperduta nei Caraibi, approfittando delle temperature.
Decise di andare a controllare se i suoi amici, avevano il suo stesso problema.

Blaise Zabini odiava il caldo, per un semplicissimo motivo.
Il caldo uccideva l’eleganza.
E l’eleganza era la sua vita. Non poteva mettersi maglioni, giacche, pantaloni di raso o cotone di Scozia, se faceva così tanto caldo.
E non poteva sudare, non se ne parlava poco, il sudore uccideva il suo costosissimo profumo, che aveva cosparso sulla sua pelle, ancora più abbronzata.
Aveva anche pensato di comprare deodoranti,  era andato perfino in un Supermerkato Babbano, dico, lui, Blaise Zabini, in un supermercato qualunque , dove si vendevano cose commerciali e comuni.
Aveva odorato un deodorante, sperando che almeno si avvicinasse al suo raffinato profumo, ma aveva scartato l’idea a priori.
Sapeva di estratto chimico, odorava di fabbrica.
E fabbrica significava quelle orrende tute grigie omologate e larghe, terribilmente plebee.
Si era allontanato schifato. E aveva giurato a se stesso che il caldo era una piega anche peggiore del mercato delle pulci o dei vestiti dei centri commerciali.

Draco si materializzò a casa Zabini, e un soffio di vento lo investì in pieno.
Vento regolato da un aggegio assurdo, una specie di ruota con dei raggi che girava, tenuta da una specie di asta lunga.
E dopo, davanti a lui apparve Blaise, comodamente seduto sulla poltrona, che leggeva Vogue, sfogliando distratto le pagine.
- Che cos’è questo coso?-
- Si chiama ventilatore, è l’unica cosa buona che mia sorella ha portato dall’Italia…-rispose il bellissimo moro Zabini, accavallando la gamba.
- Ventilatore?-chiese di rimando Draco, avvicinandosi sospettoso, alla cosa che girava.
- Esatto, è diventato il mio migliore amico…me lo porto ovunque.-
- Non funzionerà a lungo.-
- ll solito disfattista…hai soluzioni, Malfoy? Di sicuro non quelle del Profeta, vanno contro tutti i nostri principi.-sospirò Blaise, mentre Draco si lasciava andare accanto a lui, rinfrescato dalla brezza del ventilatore.
Si passò una mano tra i capelli, Draco, e anche se non lo voleva ammettere, stava meglio, e grazie ad un aggegio babbano.
Ma non lo avrebbe mai, mai ammesso, quanto era vero che non avrebbe mai bevuto acqua.
Quindi evitò accuratamente di rispondere.
- Ne vuoi uno?Mia sorella ne ha portato un magazzino.-
- Figurati. Non accetterò mai a casa, un aggeggio babbano.-
- Come vuoi tu, o il tuo orgoglio, in questo caso…-rispose di rimando Blaise, sfogliando distratto le pagine, mentre sorseggiava il whisky.
Momenti di silenzio, le eliche del ventilatore che scorrevano senza fermarsi.
E infine Draco parlò.
- Hai sentito Daphne?-
- Hai sentito Pansy?-
Sempre lì si finiva, le loro migliori amiche-amanti , che con il caldo, se ne erano fuggite in montagna, o al mare, o in un tour per l’Europa.
Coraggiose, e li avevano abbandonati lì nell’afosa Inghilterra, senza un biglietto, una lettera, una chiamata, una notizia.
A spassarsela. Lasciandosi dietro la mancanza della loro freschezza e della pioggia.
- Le hai scritto?-domandò Blaise.
- Tu?-rispose di rimando Draco, alzando la mascella.
- Non sono così stupido da scrivere ad una ragazza che ce l’ha con me, non mi abbasso a tanto…in fondo non ho fatto nulla. Che pretenda…aspetterà e non  la perdonerò nemmeno facilmente. Mi ha abbandonato qui, al caldo….-
- Egoiste presuntuose.- gli fece il coro Malfoy, ma il timbro della sua voce, così ferma, planò in discesa.
- Cioè, si arrabbiano anche, capito?Hanno la possibilità di essere amiche e di andare al letto con i migliori ragazzi sulla piazza, e pretendono rispetto e fedeltà… ma dove si è mai sentito, a Serpeverde, rispetto e fedeltà…-Blaise continuò la sua lamentela, nel suo solito tono indifferente e vibrante, certamente convinto del suo discorso.
- Infatti…-aggiunse Draco- e se pensano che ci mancano, poi, stanno al fresco…-
- Bhe si al fresco ci sono, probabilmente…in qualche bella isola con un sacco di bagnini fighi che le adorano come se fossero regine…-
Le loro menti si persero nella contemplazione dell’ultima fantasia provocata dalle parole di Blaise.
Qualcosa nei loro volti si trasformò in una smorfia di disappunto. Ma Malfoy e Zabini, dissero a se stessi, che loro non erano assolutamente gelosi o preoccupati, quanto era vero che non avrebbero mai usato deodoranti commerciali o bevuto acqua, in condizioni normali.
Ma, mentre osservavano le eliche volteggiare come le gambe meravigliose delle loro amiche in discoteca durante un ennesima fantasia, si resero conto, che non erano in condizioni normali.
Faceva troppo caldo, perché fossero normali.

La visita a Blaise, non era andata nel migliore dei modi.
L’amico aveva i suoi stessi problemi, pensò Draco, mentre si materializzava da Theo.
Nott aveva di sicuro trovato un rimedio migliore contro quel caldo infernale.
In fondo, lui trovava soluzioni a tutto, sempre.
Quel caldo non sarebbe stato diverso.
E Draco sorrise, mentre atterrava nella stanza del suo amico.

Theo odiava il caldo per un solo motivo.
Non poteva concentrarsi sui suoi esperimenti, le volute di fumo acido facevano aumentare le temperature più di quanto non lo fossero già.
Aveva provato ogni singolo rimedio, foglie di acacia, salvia, menta fresca, ma no, Theo aveva trovato il nemico che non voleva essere sconfitto dal progresso.
Il caldo.
Ma non si era arreso all’evidenza, che nemmeno lui poteva tutto.
I Nott scoprono sempre tutti i rimedi , hanno una soluzione per tutto. La loro intelligenza non conosce limiti.
Infatti, non si sarebbe arreso, mai, si era solo temporaneamente preso una pausa.
Aveva abbandonato la sua scrivania del laboratorio, per dormire sul letto, davanti alla tv, con il ventilatore di Blaise, che era andato a trovare qualche giorno prima.
Fin quando non arrivò Malfoy.
Era praticamente stravaccato sul letto, fumava incurante delle mosche che ronzavano e del sudore , che era ricomparso dopo l’ennesima doccia.
Ma lui usava deodoranti, ne aveva creato uno magico un giorno prima.
Menta piperita, rosmarino e acacia, una ricetta che gli suggerì un tempo, Tracey, sudata dopo una notte di passione.
Funzionava benissimo, pensò con disappunto Theo, cercando di tenere a bada la nostalgia.
I Nott non provano nostalgia, quanto era vero che avevano una soluzione per tutto.

Malfoy guardò lui, la tv, il ventilatore e il deodorante sul comodino vicino al letto.
- Sai, credevo che avresti trovato un rimedio a questo caldo…-
- Quel deodorante è temporaneo, deterge il sudore…-mormorò stancamente Theo indicandogli la bottiglina.
Malfoy sorrise, Theo non deludeva mai.
- Ero sicuro avresti trovato qualcosa, Nott…tu hai una soluzione per tutto.-
- è una ricetta di Tracey.-
Malfoy ebbe il buon gusto di tacere, al tono depresso di Nott.
- L’hai sentita?-
- No…tu hai sentito Pansy?-
- No.-
- Bene…io sto benissimo senza di lei, figurati…-
- Ah si, anche io…non mi mancano per nulla le compagnie femminili…-
Il caldo si sbeffeggiò di lui, e le eliche del ventilatore gli ricordarono che non era stato con nessuna ragazza, da almeno due settimane, da quando se ne erano andate le ragazze.
-  Per caso ti sei arreso, Theo?-
- Io ? No…mi sto solo riposando, ma vedrai, non l’avrà vinta il caldo…-
Le eliche gli ricordarono che aveva già vinto, il caldo.

Due settimane dopo, 10 agosto, 35 gradi.
Le piante del giardino, sempre florido, di Malfoy Manor erano appassite , e neanche le cure dei giardinieri avevano potuto fare alcunchè.
Più che nella verde Inghilterra, Draco Malfoy pensava di vivere nel Sahara.
Se ne convinceva sempre di più, con mille sbuffi, stravaccato sul baldacchino verde argento, la camicia completamente sbottonata e le gocce di sudore che imperlavano il torace perfetto.
Aveva adottato il ventilatore anche lui, alla fine. Ma si era rotto, perché erano tutti difettosi, come aveva scoperto andando a trovare Blaise.
Tutti difettosi, aveva ripetuto per la millesima volta il suo amico, che aveva adottato un deodorante babbano, con suo grande disappunto.
- Tu non hai idea, che schifo, so di medicinale…io.-
- Non dirlo a me, appena mio padre vedrà quel coso babbano mi caccia di casa. Inutile, anche…-
- Eh si, maledetti Italiani…-
- Tu vieni dall’Italia, Blaise…-gli ricordò Theo, apparso lì in quel momento.
Blaise non rispose. E tutti e tre guardarono le foto delle amiche che salutavano con le mani curate, sospirando.
E Draco parlò.
- Le avete sentite?-
- Non personalmente…ma Daphne ha scritto ad Astoria, dicendo che non tornano presto, hanno trovato tre ragazzi, che hanno offerto loro un soggiorno in un hotel di lusso di Berlino, con tanto di piscina ad acque regolabili…-
- Che vuol dire, acque regolabili?-chiese Theo, e la voce vibrò di impazienza astiosa.
- Che possono essere calde, fredde o tiepide…-
- Ah…e chi sono questi tre ragazzi?-continuò Draco , non preoccupandosi di celare la curiosa gelosia.
- Non l’ha detto…ma pare che siano benestanti…-concluse Blaise, sospirando.
- Buon per loro. Io non le invidio, e soprattutto, non mi mancano.-continuò Blaise
- Già. Condivido in pieno. Sto una favola senza di loro.-gli fece il coro Theo.
- E soprattutto non sono assolutamente geloso.-concluse Draco.
E in quel momento, anche l’ultimo ventilatore si ruppe, lasciandoli all’inevitabile caldo estivo.

20 Agosto, 30 gradi.

Vero che le temperature erano lievemente scese, ma la calura e l’afa non intendevano finire, con grande disappunto dei ragazzi.
Ormai Draco aveva anche finito i compiti, con tutto che era andato lento.
Il caldo ormai, lo aveva vinto, e aveva vinto in lui ogni desiderio di fare qualcosa.
Non usciva, non abbordava, non beveva nemmeno più.
A stento si nutriva, in compenso si annoiava molto.
Gli altri due non erano in condizioni migliori.
Entrambi, nelle loro case, all’ombra dei loro letti, nei loro sogni accaldati, pensavano a tre meravigliose e bellissime ragazze, la cui pelle era liscia e fresca, per nulla imperlata di sudore.
E piano piano, il ricordo di loro, la nostalgia, agiva più della calura nei vestiti.
Pensare a loro, chiudere gli occhi, significava il paradiso , il fresco e tiepido paradiso.
Praticamente Astoria riceveva gufi su gufi, sempre con le stesse domande.
E infine, aveva chiuso la segreteria, urlando l’indirizzo delle tre giovani, in maniera tutt’altro che tranquilla.
Ma non si sarebbero mai abbassate a scrivere, pensò Draco. Lui stesso era convinto di essere nella ragione.
Lui e gli altri non potevano smettere di stare con altre ragazze, ne andava della loro reputazione…
Ma Pansy, Tracey e Daphne, dall’alto della loro piscina tiepida, si sbeffeggiavano di loro nei sogni, ricordando che non avrebbero mai trovato in qualche altra, quello che avevano da loro.
Ed era vero, come ricordava anche il caldo, e l’amica pioggia che era partita con loro.
Le parole e le risate delle tre, echeggiavano ancora nella loro mente accaldata, parole maledette, dette in tono superstizioso.
“ Soffrirete la nostalgia come il caldo!”
E la profezia si era avverata.

Ma quella sfida, loro non la avrebbero persa. Perché loro non avevano bisogno delle ragazze, non potevano mostrarsi così deboli.
Eppure Draco si ritrovò a pensare, mentre aspettava Blaise e Theo in salotto per cercare un ennesima soluzione, che più volte aveva avuto la tentazione di scriverle, a Pansy, per implorarla di tornare.
Blaise e Theo entrarono, i capi chini, elegantemente annoiati e accaldati.
Si sedettero accanto a lui, nel divano, osservando ancora una volta la foto che ritraeva le ragazze sorridenti.
E si ritrovarono tutti a sorridere, e fantasticare.
- Chissà cosa stanno facendo…-
- Chissà con chi…-
- Chissà come…-
- Daphne adesso starà decidendo di quale colore si deve vestire per la discoteca…e sceglierà il bianco, perché le dona sull’abbronzatura caramello…-
- Tracey starà passeggiando in riva al mare, adora le onde…e magari si farà un ultimo bagno, verso il tramonto.-
- Pansy di sicuro si starà passando la crema sulle sue bellissime gambe chiare, perché odia l’abbronzatura…-
Si misero le mani nei capelli, sospirando affranti.
- E magari poi, tre bellimbusti idioti le faranno ballare…-
- Per non parlare di quello che fanno durante la notte, Theo.-
- No, io non ce la faccio!-Malfoy era sbottato in singulto di rabbia.
Contro il caldo, contro le fedifraghe ragazze, contro di lui, per non essere capace di adattarsi e ammettere qualcosa.
Che era innamorato.
Si risedette composto, ma il turbamento si leggeva nei suoi occhi.
- Io non intendo abbassarmi a chiederle di tornare. Ho un orgoglio.-
- Neanche io.-
- Idem.-
Su un punto erano d’accordo.
- Dobbiamo solo resistere fino al primo settembre, ragazzi…non è molto.-
- Infatti. Loro non ci mancano affatto. Stiamo benissimo senza di loro, quanto è vero che io ho sconfitto il caldo.-
- è vero. Io non chiedo scusa a nessuno. Io non imploro. Gli altri implorano me, quanto è vero che non berrò mai acqua.-
- Avete il mio appoggio e giuro che non userò mai un deodorante in vita mia.-
Di nuovo determinati alla resistenza, i ragazzi si guardarono con la stessa consapevolezza.
Quando sarebbero stati nelle loro stanze, avrebbero bevuto molta acqua,  si sarebbero assuefatti al caldo incombente e si sarebbero cosparsi di uno schifoso ma utile deodorante.
E avrebbero implorato le ragazze di tornare.

La prima cosa che fece Draco, quando tornò a casa, fu bere acqua.
Almeno metà bottiglia, scoprendo che il liquido gli ricordava tanto la freschezza della pelle di Pansy.
E ne bevve ancora. Tanta, con la consapevolezza che gli aveva calmato la sete e sentiva meno caldo.
Poi era salito in camera sua, aveva chiamato a gran voce Astor, il suo gufo grigio, scrivendo concitato un biglietto.
Sapeva che si sarebbe pentito. Sapeva che lo avrebbe fatto, ma il pensiero di Pansy che tornava da lui, era di una felicità impagabile.

“ Torna , ti supplico. Mi manchi.”

Avrebbe capito e sarebbe finalmente tornata, con il suo magnifico odore di pioggia, e la freschezza delle sua pelle, raffinatamente europea.

Due giorni, 4 ore. E nessuna risposta.
Poiché non tollerava più l’ansia, Draco decise di fare l’ultima cosa che un Malfoy non avrebbe mai fatto.
Confidarsi.
E andò dagli amici, come sempre, sapendo di trovare sostegno.

Blaise aveva scoperto che il deodorante non era così male. Alla fine si era abituato all’odore di fabbrica, e non gli faceva più così ribrezzo.
Aveva anche lui scritto a Daphne , evitando per l’occasione la sua poesia.

“ Non resisto senza di te. Torna”
E una sensazione di appagamento lo invase.

Theo era stato più deciso. Tornato a casa, aveva gettato tutti gli esperimenti le boccette, e sul tavolo sgombro aveva scritto il seguente biglietto.

“ Ho bisogno di te. Torna a casa, per favore”

I tre ragazzi si erano riuniti come sempre a casa Zabini.
Draco pensò che la situazione non tendeva a migliorare, ma aveva speranza.
Tutti e tre sospirarono alla vista della foto, le tre ragazze con le mani svolazzanti e allegre, bellissime, la bellezza della nostalgia.
E Blaise parlò, sicuro di trovare comprensione, il fiume che sgorgò dalla sua bocca sapeva di verità.
- Le ho scritto. L’ho implorata di tornare…non mi aspetto che condividiate.-
- Non posso giudicarti, Blaise, l’ho fatto anche io. E non me ne pento.-
- Idem.-disse soltanto Draco.
Non si era pentito,ma sapeva che era presto. Il pensiero di avere Pansy, gli aveva fatto dimenticare ogni cosa, anche l’orgoglio.
Il suo fiore, la morbida freschezza della sua pelle, la placida arrendevolezza con cui gli si concedeva e la sua dirompente passione con cui rispondeva al suo bisogno di lei.
Si, era innamorato. Del suo fiore, della sua presenza nella sua vita.
- Mi sembra di vivere in un deserto, senza di lei…è il fiore più magnifico, nel mio giardino, e ho bisogno di averla di nuovo qui.-disse Draco.
- Si merita di essere amata e rispettata. E voglio essere io a farlo. è come un cristallo, lucente e pronto a rompersi, Daphne...voglio custodirla come se fosse un prezioso.-continuò Blaise.
- Lei è la mia migliore amica. L’unica che mi conosca, l’unica con cui possa confrontarmi…ho bisogno di lei. Mi sento una nullità senza di lei. Lei riesce sempre a sorprendermi, mi basta una sua parola, un suo sorriso, per tentare ancora , riprovare sempre.-ammise Theo, tristemente.
Il paradiso dei ricordi era fin troppo dolce, pensò Draco. Lei, il suo profumo, l’avrebbe venerata come mai prima, se fosse tornata.
Gli alibi, l’orgoglio, scomparsi come neve al caldo.
- Noi siamo una squadra. Siamo uniti, loro e noi. Non esistiamo divisi. Non esistono gli altri, e quando torneranno non commetterò lo stesso errore. Non la lascerò mai più andar via da me.-
- Non cantar vittoria…in fondo non ci hanno risposto ancora.-ricordò in tono grave Theo e un sussulto colse i ragazzi, che si guardarono preoccupati.
- E se non volessero tornare? Se si trovassero bene…se si fossero innamorate?-il solo pensiero li turbava , era palese.
E Malfoy sbottò
- No, non è possibile!Non si lascia un Malfoy!-
- Dovranno tornare per forza, per Hogwarts…le rivedremo comunque.-
- Magari non ci hanno perdonato. Magari si sono innamorate…-continuò Theo.
- Saranno agguerrite. Vi ricordate l’ultima volta che ci hanno lasciati perché si erano innamorate?-
Draco ricordava benissimo. Era successo quell’anno. Pansy gli aveva comunicato, gli occhi scuri brillanti e l’espressione ebete e felice sullo splendido viso, che si era innamorata e voleva essere una fidanzata fedele. E a lui era venuto un colpo.
Ricordava la struggente felicità di Pansy, il suo essere così innamorata, lontana da lui, bellissima e irraggiungibile ormai.
E Draco voleva morire.
Poi era tornata. Tornava sempre, e tutto era ricominciato come prima.
Ma Draco ricordava benissimo la strenua lotta, contro se stesso e lei, che aveva dilaniato il cuore e il corpo.
- Loro non sanno stare senza di noi. Come noi senza di loro.-
- Si infatti. Alla fine tornano sempre.-
- L’importante è questo, è che tornano.-
- Oddio, come sono stato idiota, a lasciarla andare…-
- Meglio tardi che mai.-

Draco riconobbe la voce, che aveva sentito tante volte nei suoi sogni.
Per un attimo riprese a respirare, solo un attimo, e l’afa venne spezzata dalla sensazione di freschezza che lo aveva preso.
Tre meravigliose ragazze, rischiarate dalla luce del balcone al tramonto, i lunghi capelli svolazzanti e le armoniche figure , si mostrarono a loro in tutto il loro fulgido splendore. Ridevano, e il suono delle loro risate spezzò la calura che come un velo si era posata nella loro vita.
E Draco capì che dopo sarebbe stato il momento delle recriminazioni, dei rimproveri, delle parole di scusa.
E Draco non pensò più. Fece e basta.

Percorse a grandi passi la distanza che lo separava dalla ragazza, e la strinse forte, intrappolandola tra le braccia che la accarezzavano.
Lei era lì. Non occorreva altro. La sua pelle, morbida e fresca, il suo dolce profumo e il corvino dei capelli.
Lei e il suo paradiso, così vero.
Accarezzò la pelle che nei sogni compariva sempre, fugace e bellissima, ancora più bella di quanto non lo sia mai stata, per lui.
Draco si chiese, se Pansy era sempre stata bella, o era bella perché gli era mancata.
O perché la amava.
Quando la guardò negli occhi , fu sicuro della risposta. La guardò serio come non lo era mai stato.
Entrambe, e la baciò con ardore , congiungendosi ancora una volta con lei, mai stanco, assaporando il profumo di violetta e menta fusi.
Lei è qui, pensò, incapace di formulare altri pensieri. E con lei, era tornata la sua amica pioggia.

Blaise si rese conto che l’odore di Daphne, e il suo deodorante, non erano così male mischiati insieme.
Non pensò più alle fabbriche, al suo costoso profumo, voleva solo il dorato dei suoi capelli, che ora accarezzava bramoso.
Un colore così non lo aveva mai trovato, e non lo voleva nemmeno cercare più, pensò, mentre assaporava le sue labbra morbide e carnose più volte, e massaggiava i suoi fianchi morbidi o i suoi seni stretti contro il suo petto, mentre le gocce di pioggia creavano un ticchettio di sottofondo.

Theo era stato più diretto, non l’aveva neanche abbracciata, si era subito impadronito delle sue labbra , reclinando il suo corpo per tenerla ben stretta, e tenendole fermo il capo mentre accarezzava i capelli color grano.
Un lampo divampò squarciando il cielo, e scacciando il caldo afoso.

Draco però sapeva che quel momento sarebbe dovuto giungere, e infatti era arrivato.
Ma non gli importava e di sicuro anche agli altri due.
Loro erano lì, e questo importava.
- Siete dei porci.-
- Siete dei maledetti presuntuosi e egoisti.-
- Siete egocentrici. Ci fate schifo.-
Non poteva fare a meno di pensare di quanto fosse sensuale Pansy arrabbiata, quasi come il tuono che squarciava il cielo, ancora una volta.
Non aveva più caldo, ma cominciava ad odiare anche quella pioggia.
Finse ancora di sentire i rimproveri di Pansy, ma in realtà le guardava le gambe, e pensava che non era mai stata più bella, con quei capelli scomposti e gli occhi lucenti come stelle.
E infine Tracey concluse
- Comunque non restiamo. Domani ripartiamo.-
E in quel momento, tutti capirono che occorreva fare una sola cosa e senza indugio la fecero.
Trascinarono le ragazze una in ogni stanza diversa, perché non potevano permettersi di perdere anche l’ultimo brandello di dignità alla presenza degli amici.

- Ti prego!Ti comprerò tutto quello che vuoi, ogni Chanel, Dior…qualunque cosa, ma non andare via, per favore!-
- Ogni scoperta che farò in futuro avrà il tuo nome, non farò più un passo senza di te, te lo giuro!-
- Non toccherò mai più una ragazza in tutta la mia vita!-
Tre ragazzi erano inginocchiati ai piedi di tre bellissime ragazze, che si trattenevano dal ridere.
Ma Draco continuava a non rimpiangere nulla. Le stava promettendo tutte cose che avrebbe mantenuto.
Non vedeva l’ora di mantenere le promesse.

23 Agosto, 23 Gradi
Sul divano di casa Zabini, tre ragazzi cercavano in ogni modo di recuperare quel minimo della loro personalità, che in tanti anni si era andata costruendo.
Le temperature si erano abbassate, il caldo non era più asfissiante, e loro potevano ritornare alle loro vite.
- Le ho chiaramente fatto capire chi comanda. Non sarò così buono da perdonarla ancora, se va via, senza di me. Io non aspetto nessuno, e potrei non essere così altruista e generoso. Ha pianto come una fontana, si è perfino prostrata ai miei piedi, dicendo che ha pensato a me ogni giorno e ogni ora della notte che ha passato sempre da sola…ovvio , io sono assolutamente indimenticabile…-Blaise proferì queste parole con tono grave , convinto della bugia che stava dicendo agli amici, perfetto bugiardo.
- Io ribadisco che l’uomo deve sempre stare un passo avanti alla donna. Glielo ho detto, lei costituisce semplicemente un aiuto ai miei esperimenti, ma il genio sono io. Sono io che comando.-
- Non può aspettarsi che un Malfoy perda le sue abitudini. Se pensa che può trattarmi come un burattino si sbaglia. I Malfoy sono stati grandi e io non farò eccezione…si deve considerare molto fortunata, se l’ho scelta. Mi deve portare rispetto, e se pensa che basta un po’ di coscia scoperta si sbaglia…ho una resistenza proverbiale a questo tipo di lusinghe…-
In quel momento apparvero le ragazze, ritte sulla porta, i sorrisi splendenti e le risate dolci e loro dimenticarono tutto quanto avevano detto, assumendo delle espressioni ebeti.
Il loro orgoglio, i loro alibi, scomparvero come il caldo asfissiante di quel mese, e benedirono ancora una volta, ma non l’ultima, il loro paradiso fresco e perfetto. Che era la normalità.
Le ragazze e la pioggia.

Spazio autrice:
Mi sono accorta di averla postata male, qualcosa è andato storto, ma rieccola!
Avevo perso la parte finale, ma più o meno era scritta in questo modo.
Commentate numerosi!


 

























  
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