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Autore: LaNana    14/07/2010    2 recensioni
Liz ha ventidue anni, è solare, spigliata, bella e simpatica. Un giorno il destino le mette sulla strada il suo Mito: Dani Silva, famoso, dannatamente bello, allegro e gioviale, insomma, l'uomo dei sogni. Da lì un susseguirsi di situazioni esilaranti, comiche e nostalgiche. Che ne sarà di loro?
Dal primo capitolo.
Arrivata in corridoio, percorrendolo, incrocio altri due uomini FIFA e lì il mio cuore si ferma. Poi scalpita. Poi si ferma di nuovo. Poi…poi non lo so, so che sono rimasta impalata, bocca spalancata, lingua a terra e occhi fuori dalle orbite. Danilo Ricardo Dias Barros De La Silva. Meglio conosciuto come Dani Silva, portiere del Barcellona e della nazionale brasiliana. Non che il mio più grande sogno erotico, lo ammetto.
- Dani Silva.- bisbiglio più per autoconvincermi che sia lui che per altro. Mi passa a fianco e mi sorride. Sorriso bianco latte a duecentosettantasette denti. Ottantamila punti gratis per lei signor Dani Silva. Lo seguo con lo sguardo. Occhi neri e profondi, capelli corti e sempre spettinati, viso da Maschio, mascella squadrata, un metro e novantadue di muscoli e agilità, e tutto il resto che sbavo solo a pensarci. No non ce la posso fare.
- Ciao.
Mi sta salutando?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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The Chance
Segui il cuore.


Chapter one.
Am I takin' Chances?

Che caldo infernale ragazzi, si soffoca proprio oggi. Tiro su bene il calzettone e mi rimetto a correre per il campo, tanto stiamo vincendo tre ad uno, posso prendermela comoda. Rallento, passo la palla e mi fermo, il mister mi chiama. Cosa sta gesticolando? Harriett è diffidata e sta facendo la stupida, devo andare a calmarla. Che palle.
Mi giro, vedo i suoi capelli biondo miele legati in una bella treccia lunga fino a metà schiena agitarsi mentre marca una ragazza.
- Harry!- mi guarda, le faccio segno col pollice, passandolo sulla gola. Ti sgozzo. Ride. Arriva il numero nove della squadra avversaria, le corro incontro piano, la scarto, le rubo il pallone e lo spazzo via. Che partita noiosa Santo Cielo.
- Liz!- mi giro.

Ancora il mister?

- Tra dieci minuti arrivano gli osservatori, mi raccomando tutto sotto controllo.- gli sorrido e alzo il pollice destro.
- Ragazze arrivano!- urlo alla cieca tanto so che sono tutte concentrate, stiamo tutte aspettando che arrivino.
Lasciate che vi spieghi prima di proseguire però. Mi chiamo Elizabeth Luna Amaral Hall, per gli amici Liz. Gioco a calcio in una squadra femminile nella cittadina di Portsmouth in Inghilterra, ho ventidue anni, figlia di una brasiliana e di un inglese, mi porto addosso 54 chili di salsa e football. Purtroppo per mia madre Priscila, preferisco correre dietro ad un’insulsa sfera che dimenare il fondoschiena, e sì che ce ne sarebbe da menare pensandoci: una quarta abbondante di seno e un “sedere a mandolino” per essere fini. Eppure sì, sono il terzino destro della squadra. E vi dirò di più, la società ha convocato degli osservatori visto che con questa partita ci aggiudichiamo il campionato, sapete magari ce ne andiamo dalla realtà provinciale e portuale di Portsmouth, magari ci buttano a Londra nella capitale. Magari.
- Vai Liz!- papà Davie Hall, con Matt Gabriel Amaral Hall mio fratello di quindici anni. Li saluto e Matt sbuffa, si annoia a morte lui preferisce il soccer americano. O almeno il football maschile, non noi “donnette schizzate”.
Dieci minuti dopo entra la delegazione si FIFA, e i quattro uomini si accomodano sugli spalti, carta e penna alla mano.

Ok Liz, stai tranquilla e andrà tutto benone, vedrai.

Attacchiamo, siamo quasi al settantacinquesimo, facciamo le cose molto rilassate. Durante l’azione una ragazza del Dover fa un fallaccio ad una centrocampista, Rachel. Lei si rialza e cominciano a litigare, stanno arrivando gli insulti, tra poco alle mani conoscendo Rachel.
- Oh meu Deus.- brasiliano docet. Corro verso di loro e tiro alcune compagne per le braccia, allontanandole dalla mischia – Ragazze ci sono gli osservatori, vogliamo fare bella figura por favor?- il gruppo si allarga e l’arbitro tira fuori un giallo alla ragazza del Dover e uno alla nostra centrocampista per proteste. Torno al mio posto, guardando il gruppo degli uomini della FIFA in giacca e cravatta, sotto il sole da 22,5°, non particolarmente caldo ma sicuramente scomodo.
Mi giro appena in tempo per vedermi arrivare la palla dalla regista, me la porto avanti correndo calma, c’è tempo in fondo. Mi allargo ancora un pochino al filo della linea laterale di campo, si sa mai che racimolo una rimessa. Eccomi, pronta a crossare. Faccio leva sulla sinistra, carico il destro e vengo atterrata malamente da una della difesa. L’arbitro fischia verso le mie braccia al cielo.
- Fallo arbitro!- gli urlo sbuffando e sbattendo le braccia sull’erba, contrariata. Concesso. Sorrido, suvvia è normale richiedere un fallo, anche se in modo un po’…teatrale, ecco.
- Vediamo che sai fare, figlia di un trans.

Ay, que? Figlia di un trans?

- Che?
- Le brasiliane sono tutte o troie o transessuai, uomini con le tette.- e ride, mimando con le mani due seni enormi sul suo petto piatto e se ne torna in difesa.
Guardo la porta avversaria. Sono abbastanza vicina all’area, posso provarci, alla fine non ho ancora segnato in sta partita. Appoggio il pallone e mi allontano, per poi riavvicinarmi di corsa quando il direttore di gara fischia. Tiro, sperando nell’effetto un po’ discendente del pallone…ecco che ruota…stringe verso la porta…
- Cazzo non ci credo l’incrocio dei pali!- salto felice, ridendo, esultando, gridando, facendomi travolgere dalle compagne. Luke, il coach, applaude e ride. Bel ragazzo Luke. Ventisei anni, biondo, occhi verde smeraldo, fisicato da paura, sorriso da pubblicità di un dentifricio e un posteriore…ecco, non male. Tossisco, riportandomi alla partita.
- Non male per un’immigrata, figlia illegittima di un magnaccio e una prostituta.

Eh no, ma ce l'ha con me questa! adesso basta.

Centro campo, palla a loro. Fischio, si riparte. Cercano di spingere invano, dalla difesa prendono e spazzano via. Vedo la numero ventiquattro prendere il pallone, quell’idiota di prima. Corro, accelero molto, la sto puntando, sì.
- Liz! Che fai?

Zitto Luke.

Tra un passaggio e l’altro ha di nuovo lei il pallone, arrivo da lei, metto piede a martello e le entro diretta sul parastinchi, mentre lei crolla a terra. Sì, un fallo gratuito ed intenzionale. E le ho fatto pure male di spontanea volontà. Gioco fermo, non mi volto nemmeno per vedere il cartellino rosso.
- La prossima volta sta zitta se vuoi salvarti la rotula, scema.- e mi incammino verso la panchina. Prendo la felpa ed il borsone.
- Liz ma che hai fatto? Che ti ha preso?
- Luke non rompere.
- Non rompere? Ma ci sono gli osservatori Liz, la tua vita!- guardo i suoi occhi verdi e non capisco se quei riflessi neri sono le sue pupille o le mie tanto mi è vicino. Sta sussurrando nervoso. Schiudo la bocca e mi volto verso gli uomini seduti dietro la panchina e mi slego i capelli. Quelli stanno ridendo.
- Non rompere Luke.- non gliene frega niente a quelli lì, eccola la verità. Chissà perché si sono anche disturbati a venire alla partita. Mi incammino verso gli spogliatoi scartando il mister e scendendo i gradini. Arrivata in corridoio, percorrendolo, incrocio altri due uomini FIFA e lì il mio cuore si ferma. Poi scalpita. Poi si ferma di nuovo. Poi…poi non lo so, so che sono rimasta impalata, bocca spalancata, lingua a terra e occhi fuori dalle orbite. Danilo Ricardo Dias Barros De La Silva. Meglio conosciuto come Dani Silva, portiere del Barcellona e della nazionale brasiliana. Non che il mio più grande sogno erotico, lo ammetto.
- Dani Silva.- bisbiglio più per autoconvincermi che sia lui che per altro. Mi passa a fianco e mi sorride. Sorriso bianco latte a duecentosettantasette denti. Ottantamila punti gratis per lei signor Dani Silva. Lo seguo con lo sguardo. Occhi neri e profondi, capelli corti e sempre spettinati, viso da Maschio, mascella squadrata, un metro e novantadue di muscoli e agilità, e tutto il resto che sbavo solo a pensarci. No non ce la posso fare.
- Ciao.

Mi sta salutando?

A me? Proprio io? Sudata, pezzata e maleodorante, i capelli appiccicati alla faccia? Io? Altri centomila punti, mi pare più che dovuto.
- M-mi fai un autografo Dani?- non ci sto credendo. Mi saluta, mi sorride, fa il figo e io gli chiedo un autografo.
- Sicuro.- e sorride di nuovo. Mi sta guardando negli occhi, fisso. Ok, andiamo con altri centomila punti per la pazienza.
- Non ho niente per farti scrivere, che tonta
- Di dove sei?- cos’è entusiasmo quello?
- Minha mae é de Rio de Janeiro mas eu nascì aquì na Inglaterra mas todos os anos, no verao, vou no Brasil visitar meus avòs.*
- Eu nasci no São Paulo, mas sempre vivi em Santa Fé do Sol com meu pai.**
- Sei mai stato a Rio de Janeiro?
- Mai.
- Dovresti andarci, è molto bella.- gli sorrido.
- Potresti farmi da guida allora.- sempre ridendo mi schiocchia un occhiolino.
- Perché no.- ride e lui abbassa lo sguardo a terra, riposizionandolo poi diretto nelle mie pupille.
- Hai gli occhi celesti.- sto arrossendo, aiuto, salvatemi! Rossore resta indietro per diamine!
- Sì, mio padre è di Portsmouth.
- E’ una cosa molto bella…gli occhi chiari su una brasiliana sono…incomum. Come si dice incomum in inglese?
- Inusuali.
- Inusuali, sì.- mi strappa un altro sorriso. Un altro milione di punti, anzi milioni e milioni ancora.
- Dani!- lo chiama un signore.
- Arrivo.- si volta verso di me – Un paio di consigli veloci. Primo: non fare un fallo del genere quando mancano più di dieci minuti alla fine della partita, aspetta almeno il recupero dopo il novantesimo, non si sa mai.- delle grida di esultanza arrivano dal campo. Luke compare all’ingresso del corridoio, paonazzo con un sorriso da un orecchio all’altro.
- Cinque ad unoooo!- mi urla, io rido.
- Ok, non è questo il caso ma facci attenzione, non avrai le tue compagne se cambi squadra.- annuisco. Mi da consigli, migliaia di punti, così a palate proprio.
- Sì. E poi?- sorride malizioso e abbassa gli occhi all’altezza del mio petto. No. No. No. Ti prego dimmi che non mi sta guardando le tette, ti prego…
- Dovresti prendere una taglia maggiore della divisa, è difficile guardarti negli occhi, soprattutto se ce l’hai appiccicata addosso.- ha trent’anni, una compagna e due figli. E fa il ruffiano con tutte, lo sapevo già ma non volevo crederci, ora ne ho la prova. Ci sta provando con me.
Mi sta fissando le tette con lo sguardo da porco. Sento i punti scendere esponenzialmente, avete presente quando crolla un mito? Certo è IL sogno erotico per eccellenza nella mia testa, ma è un padre di famiglia cazzo.
- Gli occhi…- gli schiocco le dita di fronte alla faccia riportando l’attenzione al mio viso -…sono più in alto.- l’uomo lo chiama di nuovo mentre Luke mi corre incontro esultando in pantaloncini. E basta.
- Siamo campioni della League!- mi abbraccia di slancio sollevandomi di peso.
- Devo andare, ci vediamo a Rio de Janeiro allora Mirela.- mi guarda negli occhi e si allontana sorridendo.
- A presto, ciao Dani!- saltellando su due piedi. Luke mi guardava perplesso – Cosa?
- Ma…
- Sìììììììì!- cinguetto felice – Era Dani Silvaa! E mi ha salutaaaatooooo!- una cantilena da bambina.
- Ma tu non ti chiami Mirela.
- Sei solo invidioso.- prendo borsone e felpa ed infilo la porta degli spogliatoi, ma una volta dentro la bolgia umana delle mie compagne mi travolge. E festeggiamo dai, saúde!

*Mia madre è di San Paolo io invece sono nata qui in Inghilterra anche se tutte le estati vado dai nonni.
**Io sono nato a Rio de Janeiro ma ho sempre vissuto a Santa Fè do Sol con mio padre.

PICCOLO SPAZIO LaNana

Dunque che dire...? E' la terza FF che scrivo e mi cimento già con un'Originale...premetto che ho un canone mentale di Dani Silva, ma non ho intenzione di svelarvi chi sia fino all'ultimo capitolo, contando che ne sto stravolgendo il personaggio pubblico, la vita, ed il carattere! Liz non nasce da un personaggio pubblico, è frutto della mia fervida immaginazione e dell'aiuto della ia collega di lavoro, la mitica Spriskji (Priscila) alla quale dedico la storia e che ringrazio per l'aiuto immenso che mi sta dando con il brasiliano!
Ricapitolando comunque: Liz è mezza inglese e mezza brasiliana, gioca a calcio e incontra Dani Silva, il suo eroe, il suo mito sportivo, l'uomo che più ammira al mondo dopo suo padre. Come andrà a finire?
Spero non sia troppo una boiata xD Fatemi sapere se vi piace!
Grazie a tutti!
LaNana

   
 
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