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Autore: Kastel    15/07/2010    3 recensioni
Io sono l'uomo che non volevi,
sono più di tutto quello che temevi.
Domattina sai che ti porterò
al di là dei tuoi stessi pensieri.
Contro la pena di morte.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Io sono l'uomo che non volevi,
sono più di tutto quello che temevi.
Domattina sai che ti porterò
al di là dei tuoi stessi pensieri.

E' tutto pronto perché non sbaglio,
ho curato fino al minimo dettaglio.
Quando punterai gli occhi dentro ai miei,
io saprò sostenere lo sguardo.

 

 

-Domani è il grande giorno.-
Gilbert lascia andare lo sguardo verso la porta della cella, incontrando lo sguardo dell' americano.
-Da domani la Prussia sarà solo un ricordo.-
Non risponde, Gilbert. E come potrebbe? Tutto è già stato deciso, e lui non ha avuto nessuna possibilità di difesa. Sarebbe perfettamente inutile.
-Che c'è? Il “magnifico” ha finalmente smesso di blaterare?-
Lo sguardo di Gilbert ritorna alla finestra, lontano da quello di Alfred.
-Bah.-
Si siede, fissandolo. E' tutto pronto per il giorno dopo. In fondo, lui le pene di morte le sa fare in grande stile.
E non teme lo sguardo di Gilbert, no. Perché dovrebbe? E' solo uno dei tanti.
Una Nazione, certo, ma comunque uno dei tanti.

 

 

Il mondo non passa da qui
e non mi importa più di me;
troppi giorni chiusa ad aspettare che
si allargasse il cielo e scendesse su di noi
una mano e un gesto di pietà,
una mano e un segno di pietà.

 

E Gilbert non vuole pietà o altro. Non vuole lottare, non vuole ribellarsi.
Ha pregato fin troppo che qualcuno lo salvasse, che un qualche Dio lo perdonasse per i suoi errori e che lo salvasse.
Oramai è stanco di vedere che ha creduto in qualcosa che non esiste.
Sennò impedirebbe tutto questo.

 

 

Il corridoio si stringe ancora,
lo dovrai vedere solo per un'ora.
E' il lavoro mio, è la vita mia;
a eseguire il destino s'impara.

Ma non mi scordo del primo uomo;
ho bevuto per non chiedergli perdono.
Non moriva mai, non finiva mai.
Ma ti abitui a tutto, non lo sai?


Osserva il corridorio, l' americano. Quante e quante volte l' ha attraversato, per condurre alla morte?
Certo, oramai non gli fa né caldo né freddo, tutto quello.
Si è assuefatto, si è abituato a quell' orrore.
Ma il primo condannato non può dimenticarlo.
Ciò che ricorda meglio sono le grida di dolore, alte e ininterrotte.
Si sarebbe voluto cavare le orecchie pur di non sentire nulla.
Poi ha lasciato che fosse l' alcool a non fargli capire più nulla.

 

 


Il mondo non passa da qui
e il mio pensiero è andato via,
oltre a queste sbarre fino a casa mia.
C'è lo stesso cielo che domani avrà
una firma e un gesto di pietà,
una mano e un segno di pietà.

 

Fuma, Gilbert.
Ha chiesto solo questo, la sua prima e ultima sigaretta.
Vuole capire cosa c'è di bello, nel fumare. Non l' ha mai capito.
Il fumo riesce ad ottenere ciò che lui non può. Lo guarda uscire dalla finestra, libero.
Chissà dove andrà, quel filo di fumo.
Andrà verso casa sua, forse, oppure verso il mare.
Chi lo sa.
Tanto il cielo è sempre quello, azzurro e splendente.
Una presa in giro, in pratica.

 

 

 

Tutto è compiuto perfettamente,
oramai qui non si sbaglia quasi niente.
Controllate voi, due minuti e poi
io potrò tornarmene dai miei,
perchè anch'io ho moglie e figli miei.

E' finito tutto in poco, pochissimo tempo.
Un battito di ciglia, in pratica.
Basta poco per controllare se è vivo, ma Alfred ne dubita.
Sopravvivere a cinque tiratori scelti è impossibile.
E poi vuole andarsene, lui.
Arthur lo sta aspettando.

 

 

Il mondo non passa da qui,
ma la mia anima è già via
e dall'alto guarda fino a casa mia.
C'è lo stesso cielo, che domani avrà
una croce e un gesto di pietà.

Io sono qui e la mia anima non è
solo un numero appoggiato su di me:
è una luce bianca andata dove sa,
tra le stelle e un gesto di pietà,
oltre il cielo dove c'è pietà

Non credeva che morire fosse così.
Lui che va, gira per i luoghi in cui è cresciuto, grande luce bianca.

Nessuno lo vede, nessuno lo nota. E' invisibile, ma lui può vedere tutto e tutti.
Suo fratello, Roderich, Ita-chan.
Tutti coloro che hanno avuto a che fare con lui lo stanno piangendo.
Ma lui sorride, anche se è morto. Dove sta andando non c'è morte, non ci sono errori, non ci sono condanne.
C'è solo pietà, tanta pietà.
Un mondo perfettamente utopistico.


   
 
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