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Autore: Rohchan    16/07/2010    8 recensioni
...mentre mi lascio scivolare fuori dalla finestra, nell’aria limpida e pura, la mano stretta in quella di Kohaku, so che lui ha capito quello che volevo dire.
Dopotutto, è un bambino.
BREVISSIMA shot ambientata decenni dopo l'avventura di Chihiro/Sen alle Terme degli Spiriti.
Sarà vero che nulla può essere dimenticato?
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SPIRITED AWAY

- Ci rivedremo un giorno?-
- Certo...-
- Promesso?-
- Promesso…ora va’, e non voltarti indietro.-

Ricordai soltanto decenni dopo la mia strana avventura in quello strano mondo di spiriti.
Il giorno stesso del ritorno a casa i miei ricordi iniziarono a sbiadire, come la nebbia che si dissolve al mattino.

Durante l’adolescenza passavo spesso il mio tempo libero a pensare a cosa mi mancava, dentro. Quale strano buco aveva la mia coscienza, quale tessera mancava al puzzle della mia vita.
Era come sbattere contro un muro di gomma; una strana sensazione mi impediva di comprendere qualunque cosa fosse. Era come cercare di afferrare un sogno.
La sensazione si acquietava un poco soltanto accanto all’acqua, e ricordo bene che passavo interi pomeriggi accoccolata sulle rive del ruscello dietro la casa blu, sulla collina, ascoltando il suo mormorio, come se l’acqua avesse potuto parlarmi e lenire quello strano, strettissimo nodo attorno al cuore.

Gli anni passarono, la vita in corsa, sempre avanti. Nuovi incontri, conoscenze, ostacoli da superare e vittorie conseguite si succedettero una via l’altra lungo il mio sentiero.
Diplomata, poi laureata, poi sposata.
Il ricordo di quella sensazione si fece sempre più lontano, ormai null’altro che un’ombra vaga, la forma sfocata che si intravede all’angolo estremo dell’occhio quando si cerca di guardare senza girare la testa.
Poi divenne soltanto una voce, poi un sussurro, e poi nulla più.

Infinite volte nella mia vita ho camminato avanti, sempre avanti, e l’acqua sempre a farmi da panacea, con quello strano senso di pace cui non sapevo dare un nome.

Poi, ammalarsi. Arrivare ad un passo dalla morte.

Qui, in questa stanza bianca.
In questo letto che non è il mio, con il cicaleccio fastidioso di una macchina che fa bip-bip a tempo col mio cuore stanco.
- Sai, nonna bis… il ruscello sulla collina stamani era prosciugato. Chissà perché.- mi dice il mio bis nipote, con quella vocetta squillante stranamente spenta, come se qualcuno avesse trovato la manopola del volume e l’avesse abbassata fino a ridurla a poco più di un sussurro.
Chiuso… il ruscello sulla collina.
Il ruscello…chiuso…

- …ero lo spirito protettore di quel fiume!-

L’aria intorno a noi, come un materasso di piume che scivolasse verso il basso, il figlio di Baba e la sua assistente sopra la testa, la sensazione di una mano nella mia.

- L’hanno prosciugato quel fiume, non esiste più…ora ci sono soltanto palazzi…-

Le lacrime. Le mie lacrime.

- Ecco perché non trovavo più la strada di casa…-

- Nonna…stai bene?- mia nipote, la voce spaventata. Questo stupido aggeggio ha cominciato a blippare in modo convulso, il battito del mio cuore è aumentato di colpo mentre torno a ricordare, improvvisamente, chi mi è stato accanto in silenzio per tutta la vita.
Il mio cuore corre.
Muovo la testa in un cenno d’assenso stanco, e lo vedo.
Lì, ai piedi del letto. Casacca bianca, cintura e pantaloni blu. I capelli neri appena mossi da una brezza che non c’è nella stanza, che arriva da un altro mondo.
Gli occhi verdi, grandi, che mi guardano gentili.
La sua mano che si tende, ora come allora…ma stavolta per prendere, non per lasciar andare.
Sollevo la mia, rispondendo al gesto. Sento gli occhi umidi di lacrime, mentre il mio cuore rallenta la sua corsa, e così anche la macchina.
- Ma che le hai detto, Toshio?- sbotta mia nipote, afferrando la spalla del bambino, suo figlio, accanto al letto.
- Mi hai detto di parlargli…gli raccontavo che il ruscello dietro casa era asciutto, stamattina.-

Sorrido, distogliendo per un attimo gli occhi da quelli di Kohaku.
È questo il suo nome, ora lo ricordo bene.
Kohaku.
Lui sorride, come se mi avesse sentito pronunciare il suo nome, e sento il nodo che ha stretto il cuore per tanti anni allentarsi con gentilezza, un nastro di seta che lascia andare una cascata di capelli morbidi.
- L’acqua deve correre, To-chan…- gracchio, sforzandomi per farmi sentire- se si ferma, o manca, lo spirito che la governa…muore…-

To-chan mi guarda perplesso. Sua madre stringe le labbra, come se parlassi una lingua che non può capire.
Sono anni che non mi sente più…quando era bambina sapeva farlo.
Col cuore.
Mi volto di nuovo, stringendo la mano di Kohaku. Lui si china, sfiorando la mia fronte vecchia e rugosa, macchiata dal tempo, con la sua, liscia e morbida com’era quando ero bambina.
Mi sento staccare dal letto, con gentilezza.
Improvvisamente, la macchina smette di rilevare il mio battito e un fischio fastidioso riempie la stanza.
Toshio viene trascinato indietro da sua madre, ma io ho capito.
Riflessa negli occhi chiari di Kohaku vedo la me stessa di tanti, tantissimi anni fa. Nemmeno i vestiti sono cambiati.

- Ti ricordi ancora di me, dopotutto… Chihiro.- mi dice, leggero. La sua voce…non è cambiata. Mi si annida nelle orecchie, ed io sorrido.
- Tutto ciò che ci accade diventa ricordo…me lo disse la maga Zeniba tanti, tantissimi anni fa. Basta un po’ di tempo per far tornare alla mente ricordi che credevamo dimenticati.-
Kohaku mi sorride, tirandomi con delicatezza verso la finestra.
Lo seguo, docile, voltandomi appena un attimo per guardare la mia famiglia; mia nipote che piange sul letto dov’ero fino a qualche istante fa, il piccolo Toshio che, ad occhi sgranati, fissa la finestra.
Lo saluto con la mano libera.
Sono sicura che può vedermi. Ha gli occhi pieni di lacrime, ma solleva la manina per ricambiare il saluto, fa sì con la testa.

E mentre mi lascio scivolare fuori dalla finestra, nell’aria limpida e pura, la mano stretta in quella di Kohaku, so che lui ha capito quello che volevo dire.
Dopotutto, è un bambino.

***

Ok ok lo so. Mi odiate...chiedo perdono....-.-

Abbiate pazienza, ho appena finito di guardare qul capolavoro che è La Città Incantata - alias 千と千尋の神隠し, Sen to Chihiro no kamikakushi-, e non ho resistito. Abbiate pazienza, davvero, lo sapete che il povero cuore di Rohchan non resiste a sapere due persone che si vogliono bene divise.
E non importa in quale accezione sia il "si vogliono bene" U.U
il titolo della shot è, ovviamente, il titolo del film in inglese. Mi piaceva il significato, dà un'idea di trapasso gentile, leggera. E così l'ho rubato...^^

Tanto perchè non decidiate di falcidiarmi, visto che ho una raccolta-sfida in sospeso, ve lo dico: sto preparando la tesi di laurea, e la mia concentrazione è ridotta all'osso. Devo costringermi a scrivere quella, figuriamoci il resto.
Perdonatemi, davvero.
Prometto che tornerò appena possibile...nel frattempo, grazie a tutti della pazienza...
Baci
Rohchan

  
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