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Autore: harinezumi    17/07/2010    3 recensioni
«Tu sei tanto svelto a comprendere tutto di tutti, ma ancora non ti accorgi di quello che gli altri provano nei tuoi confronti. E io voglio che ti sia chiaro». Fay sorrise, senza sapere che risposta dare. Evidentemente era vero, proprio non capiva: perché Kuro-rin lo stava sgridando questa volta?
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane, Mokona, Mokona Modoki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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ehm, questa sarebbe la seconda volta che modifico questa storia, tra le nuvole come sono la prima versione non era quella corretta xD ciò ovviamente non significa che questo testo sia privo di errori, quindi se ne trovate ditelo, please!

per il resto, spero che vi piaccia il mio magro tentativo di dare un finale anche a Kurogane e Fay, ne ho sentito molto la mancanza alla fine di TRC! ovviamente se non avete letto l’ultimo numero (ma non credo), non vi conviene un granché continuare a leggere :P

il titolo si riferisce vagamente alla nuova vita che aspetta i tre viaggiatori. dedico la storia a giò, perché ha cercato di suggerirmi un titolo decente data la mia scarsa capacità di immaginazione in questi casi xD

se per caso ho copiato qualcuno, è stato completamente involontario, e ovviamente gli splendidi personaggi appartengono alle malvagie Clamp.

harinezumi

 

***

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Il mago biondo rallentò il passo fino a fermarsi in mezzo ad un trafficato viale del regno di Clow, rimanendo a guardare le due figure con lui, quella specie di coniglio bianco in mano al ninja nero.

«Se è così, dobbiamo decidere anche noi… quello che vogliamo fare da oggi in poi».

Entrambi i due individui si ritrovarono a fissarsi in silenzio, tra tutto il chiasso che producevano le persone intorno a loro, troppo prese dal mercato per badare ai due stranieri che da pochi giorni venivano ospitati al castello reale. Fu Mokona a spezzare quella quiete un po’ troppo prolungata, con la sua vocina squillante.

«Mokona andrà con Shaoran-kun! Mokona vuole bene a Sakura-chan e le dispiace lasciarla, ma Mokona deve proteggere e accompagnare Shaoran-kun!»

«È vero, Moko-chan!» esclamò Fay, sorridendo nella sua solita maniera esagerata, prima di farsi quasi serio. «Anch’io andrò con Shaoran-kun. Uh, Kuro-sama, se vieni con noi forse Mokona potrà accompagnarti nel tuo Giappone. Perdonami, ma non sono certo che riuscirei a portarti da solo in una dimensione ben precisa!» mentì con leggerezza e un’espressione ottusa sulla faccia.

«Sei un idiota» sbottò Kurogane dopo un silenzio anche troppo lungo, con tutta la primitiva spontaneità di cui soltanto lui era capace. Non aveva sospettato nemmeno per un momento che Fay non stesse dicendo una bugia, ed ora aveva dipinta sul volto la smorfia con cui affrontava sempre i discorsi del mago. «Polpetta, lasciami parlare con lo stupido a quattr’occhi». Non sapeva nemmeno lui che avesse intenzione di dirgli. A un idiota come quello i discorsi per il suo bene non entravano mai in testa.

Mokona però, con fare obbediente, saltellò dalla mano del ninja sopra a delle casse di legno colme della frutta di Clow a lato della strada. Rimase a guardare con aria preoccupata gli altri due, che si spostarono dalla via principale, Kurogane in testa, per andare a parlare con più tranquillità in un stretto vicolo vuoto e privo di gente. La creaturina osservava con attenzione la scena, anche se non poteva sentire quello che si stavano dicendo; il tono del ninja prima le era sembrato piuttosto serio.

Kurogane non trasse nemmeno un sospiro prima di cominciare a parlare, una volta che lui e Fay furono l’uno di fronte all’altro. Era consapevole che quel discorso non sarebbe riuscito facilmente a cominciarlo una seconda volta.

«Tu sei tanto svelto a comprendere tutto di tutti, ma ancora non ti accorgi di quello che gli altri provano nei tuoi confronti. E io voglio che ti sia chiaro».

Fay sorrise, senza sapere che risposta dare. Evidentemente era vero, proprio non capiva: perché Kuro-rin lo stava sgridando questa volta? Non trovò la risposta che cercava perplesso negli occhi scarlatti del ninja, in quel momento infatti erano un po’ troppo accesi dall’ira per scorgervi altre emozioni. Non riusciva mai a nascondere che era arrabbiato, questa era una delle cose di lui che piacevano tanto a Fay.

«Che c’è, Kuro-pon? Guarda che ti sbagli, non c’è ragione di farmi la dichiarazione: io ho compreso benissimo che mi vuoi bene!» ridacchiò, cercando di scherzare ancora e tirando ad indovinare quale fosse la causa meno probabile di quella conversazione. Invece si accorse un attimo dopo, non senza un certo sgomento, di aver colto nel segno.

Kurogane era arrossito! Era stato un attimo, un fugace e stupefacente attimo, prima che il ninja voltasse il viso da un’altra parte, con un: «Tsk!»

Tuttavia non rientrava nelle abitudini di Kurogane voltare le spalle ad un avversario, e anche in quella situazione non fu diverso. Perciò, dopo alcuni minuti di assoluto silenzio tra loro, in cui a malapena riuscivano a percepire la confusione che c’era nella strada accanto, tornò a parlare.

«Io desidero tornare in Giappone, come hai detto. Ma Tomoyo non se la prenderà se lo farò assieme a te. E se accadrà, sarà quando tutto questo sarà terminato, non prima! Scemo come sei, non ho intenzione di abbandonarti… specialmente da solo con il ragazzino!»

Fece appena in tempo a finire la frase, perché Fay gli era saltato al collo, cingendoglielo con le braccia e scoppiando in uno dei suoi immotivati attacchi di risa.

«Che accidenti fai! Levati immediatamente!!» sbraitò Kurogane, più che allarmato da quel gesto. Il mago era fin troppo bravo a distrarlo dagli argomenti seri: lui stava dichiarando apertamente che voleva continuare a sottrarsi in quel modo ai voti sacri alla sua signora e l’idiota… rideva! O forse il suo piano in realtà era quello di farsi ammazzare da lui per le sue scempiaggini?

Tuttavia, per quanto arrabbiato, non riuscì a staccarselo di dosso, e del resto non ce ne fu bisogno, perché Fay si allontanò da solo, come se avesse intuito dalla velocità con cui batteva il cuore del ninja quanto Kurogane fosse in imbarazzo. Dire che il mago era rimasto solo sorpreso da quel discorso improvviso era poco; si era perciò sentito in dovere di far capire la portata della sua felicità alla persona che ne era da molto tempo la causa.

«Sei così tenero, Kuro-tan! Non vuoi lasciare il tuo bambino e la tua amata mogliettina!» cinguettò Fay, con una mezza giravolta sul posto. Cercando di non rimanere assordato dalle urla furenti del ninja che inveiva contro di lui, pensò che ora aveva proprio compreso ogni cosa.

Del resto, in verità era troppo egoista per spingere Kurogane a tornare dalla principessa Tomoyo. Pensare che era stato Kuro-pon a decidere di proseguire il viaggio di sua spontanea volontà lo sollevava dal peso che gli gravava sul cuore da quando si erano trovati ad aver sconfitto Fei Wong. Fay sapeva che se a Kurogane fosse stata data la possibilità di tornare a casa, avrebbe immediatamente perso ogni briciolo di dignità che gli rimaneva. Avrebbe supplicato il ninja di non lasciarlo. Con tutte le sue forze, non avrebbe mai permesso a Kurogane di vivergli lontano: ma ancora una volta era stato salvato da lui.

Perciò, per un attimo, smise di fare l’idiota e si voltò verso il compagno, glielo doveva.

«Grazie. Avevo paura di chiederti seriamente di seguirci» disse, con un dei suoi sempre meno rari sorrisi sinceri.

Al che, Kurogane sbuffò e lo afferrò per il bavero in una maniera priva di troppa gentilezza, avvicinandolo al proprio fianco sinistro. «Toccami la spalla».

Fay ubbidì con lentezza, senza capire e piuttosto sorpreso da quel gesto. Kuro-sama non lo voleva spesso così intimamente vicino, sempre se non si trattava di proteggerlo. Sfiorò con le dita le bende strette sopra il moncone dove una volta c’era un braccio, alzando leggermente il mantello scuro che le copriva, ma non disse nulla. Il suo volto, però, si rattristò visibilmente, e Fay in quel momento non si sognò nemmeno di rialzare gli occhi su quelli di Kurogane.

«Come potrei non seguirvi? Io ho dato questo per te. Non soltanto perché tu restassi in vita... per te. Volevo portarti con me. Perché tu sapessi che ho intenzione di mostrarti ogni giorno che bella persona sei, e ho intenzione di farti accettare tutto di te stesso, proprio come l’ho accettato io. Voglio che tu ami totalmente e finalmente quello che sei… proprio come io ti…»

Le parole morirono in gola a Kurogane, che a dire il vero stava visibilmente cercando di tenere a freno la sua lingua da un bel po’. La frase in effetti non ebbe conclusione, perché in quell’istante Mokona gli atterrò in testa con un tonfo sordo, gridando arrabbiata: «Ah! Lascia stare Fay-san, selvaggio!»

In quel momento, Kurogane si accorse della sua mano che, ancora stretta intorno al colletto della casacca di Fay, aveva aumentato la presa e condotto il mago più vicino a lui, nella foga del discorso, tanto che l’altro era stato costretto ad alzarsi sulla punta dei piedi. A conti fatti, poteva sembrare ad un qualsiasi osservatore esterno che lo stesse per picchiare. O peggio, poteva anche sembrare che la situazione fosse ben altra.

Fay sorrideva divertito, senza più quell’espressione incantata che assumeva sempre quando Kuro-bau lo sorprendeva con quel genere di discorsi così dolci a loro modo, ma il ninja lo lasciò in tutta fretta ringhiando. Quando il loro sguardo si incrociò di nuovo, mentre Kurogane tentava di staccarsi la polpetta dalla testa, fu impossibile per quest’ultimo non notare con quanta chiarezza emozione e amore si mischiavano all’azzurro degli occhi del mago.

«Ah, Moko-chan, ma lo sai che il papino ama la mammina, non le farebbe mai del male!» esclamò allora Fay interrompendo il litigio, raccogliendo Mokona al sicuro tra le proprie braccia, lontana dal ninja furioso. Se avesse continuato a guardare Kuro-muu in quella maniera, nulla gli avrebbe più impedito a lungo di arrossire a sua volta.

Senza pensare minimamente ad aspettare Kurogane, con una piroetta fu di nuovo sulla strada principale. Il ninja li seguì da una certa distanza, borbottando improperi, ma Fay sembrò non curarsene, sorridendo allegro. «Andiamo a dare a Shaoran-kun la bella notizia, Mokona! Partiamo tutti con lui!»

«Mokona ha fatto male a fermare il papà?» domandò però la bestiolina, con un’espressione preoccupata e un po’ d’incertezza. «Fay-san prima sembrava scocciato dall’interruzione!»

«Che dici, Moko-chan! Tutto a posto!» esclamò Fay, stringendola e coccolandola contro la propria guancia per rassicurarla a sufficienza. Si voltò, rallentando il passo, attento che Kurogane fosse abbastanza lontano da non sentirlo. «Mh, però la prossima volta lascia che il papà finisca di parlare, d’accordo? La mamma è tanto innamorata di lui, perciò lo lascerà sfogare volentieri su di sé!»

Mokona annuì con decisione, appollaiandosi sulla spalla del mago, e si avviarono tra i saltelli ora spensierati di Fay ad interrompere un’altra dichiarazione.

 

- end.

  
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