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Autore: XShade_Shinra    17/07/2010    3 recensioni
E se Allen e Lavi si fossero già incontrati molto tempo prima?
[ Shounen-ai (implicito) - Deak x Allen ]
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Allen Walker, Bookman, Deak, Rabi/Lavi | Coppie: Rabi/Allen
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Au clair de la lune, mon ami Pierrot-
E se Allen e Lavi si fossero già incontrati molto tempo prima?
[Shounen-ai (implicito) - Deak x Allen]

-Title: Au clair de la lune, mon ami Pierrot
-Autor: XShade-Shinra
-Manga: D.Gray-man
-Pairing: DxA [Deak x Allen - implicito]
-Genre: Fluff, Malinconico
-Rating: Verde
-Warnings: Shounen-ai (implicito), Missing Moment/E se...  
-Chapters: One Shot
-Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come d’altronde i fatti in essa narrati. Inoltre questi personaggi non mi appartengono (purtroppo...), ma sono proprietà dei relativi autori; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro ma solo per puro divertimento.
-Note: Questa è una specie di "FanFiction di preparazione" per un regalo che devo fare! XD Infatti preferisco Lavi/Deak e Allen come amici, non come amanti o innamorati, così ho voluto "riscaldarmi" con questa breve OS.
Il titolo mi è venuto in mente mentre, senza accorgermene, stavo canticchiando l’omonima canzone francese “Au clair de la lune” (la mia solita psicopatia…). 
Ultima nota: Deak era il 48° nome di Lavi e l’ho usato in questa FF perché non mi sembra che sia esplicato esattamente da quando lo utilizzò.
Spero che sia di vostro gradimento! ^^



- Au clair de la lune, mon ami Pierrot -

L'attento occhio grande e verde del ragazzino dai capelli rossi guardava l'arena, dove si stava svolgendo l'esibizione dei trapezisti.
«Lo trovi interessante, Deak?» domandò Bookman, mentre fumava la sua pipa, apparentemente assorto nell'osservare lo spettacolo.
«Sì.» rispose il ragazzo, senza muovere il capo, troppo preso da quei movimenti studiati al millimetro, quella precisione dalla quale dipendeva la vita. Li vedeva librarsi in aria come fossero colombe, per poi trovare un appiglio tra i loro attrezzi circensi o aggrappandosi agilmente ad un arto del compagno; creando giochi di luci, forme e movimenti incredibili.
Agili.
Veloci.
Precisi.
Perfino la respirazione era importante per non rischiare un salto nel vuoto da più di quattro metri. Un singolo dettaglio poteva decidere tra la vita e la morte di quei ragazzi.
Deak era ancora abbastanza giovane; solo da poco aveva iniziato a percorrere il sentiero che lo avrebbe portato a diventare un Bookman, eppure aveva abituato fin da subito la sua geniale mente alla raccolta dei particolari.
Certo non lo sapeva, ma l'uscita con il vecchio panda in quella tarda serata di plenilunio non era solamente di svago, dato che il rosso non era mai stato ad un circo prima di quel giorno, ma era un modo per allenare il suo occhio e la sua mente alla raccolta dati - un allenamento veramente intenso, basato sul gioco così da non farglielo pesare -, come infatti testimoniò l'applauso che aveva offerto ai trapezisti a fine spettacolo, mentre facevano un profondo inchino e correvano, piroettando, oltre il sipario.
«Ed ora, signori e signore, vi proponiamo un divertente spettacolo dei nostri due Clown: Mana e Allen!» urlò il direttore, mentre l'ingresso dei due pagliacci veniva accolto da uno secondo scrocìo di applausi, ai quali risposero salutando il pubblico con le loro mani buffamente inguantate.
I due comici fecero delle smorfie al pubblico con le loro facce bianche, pitturate di nero e rosso, e iniziarono la loro muta esibizione fatta di sketch comici accompagnati da un musicante che creava l’armonia adatta ad ogni loro situazione. Il numero di quella sera era basato sui giochi con l'acqua e presto anche chi era seduto nelle prime file, proprio come i due Bookman, ne andò di mezzo, colpiti dai loro schizzi d'acqua.
Deak era particolarmente attratto da quella strana esibizione: vedeva in quei due soltanto delle persone che creavano scene divertenti per far ridere la gente, forzavano una risata o forse la cercavano solo come premio. Ma era soprattutto la figura del Clown più piccolo ad attirarlo come un magnete.
Bookman, accortosi che Deak lo stava fissando, si rivolse a lui:
«Ti piace quel pagliaccio?» gli domandò.
Il ragazzino dai capelli rossi annuì, seguendo il clown con lo sguardo attento:
«Penso abbia circa la mia età.» annuì «Il clown più grande sarà il padre?» domandò.
«Non lo so... hanno i lineamenti abbastanza diversi...» rispose il più anziano, seguendo anche lui i movimenti del clown dai capelli castani, che nell'ultima scena, quando cadde a terra e si rialzò con l'impronta dello scarpone sformato ed infangato del compagno, fece ridere tutta la folla, tranne i due Bookman, troppo assorti per distrarsi.
Per loro quello non era tempo di svago per vedere attrazioni fenomenali o animali esotici, ma un momento importante per l'acquisizione di dati, immagini, suoni, odori, rumori e quant'altro i loro cinque - o addirittura sei? - sensi potessero percepire, analizzare ed infine tabulare.
Ad un tratto, Deak sobbalzò appena, poi si alzò in piedi dalle tribune:
«Ehy, vecchio?» lo chiamò.
«Nh?» fece lui, sollevando l'arcata sopraccigliare di un occhio.
«Grazie per avermi portato qui.» ringraziò, applaudendo anche lui insieme al pubblico, facendo così capire ai due artisti che gli erano piaciuti. E quello voleva essere un gesto d'addio, un saluto, a quel piccolo Clown che aveva attirato l'attenzione del futuro Bookman.  


A quei tempi non poteva certo sapere che dopo alcuni anni avrebbe di nuovo incontrato quel bel visino giovanile, quegli occhi pieni di forza e speranza, e quel sorriso carico di intrinseca tristezza esattamente come il proprio. Lo avrebbe però riconosciuto subito, nonostante le fasciature che lo avvolgevano, i cerotti sul volto e il diverso colore dei suoi capelli, oltre che i lineamenti più adulti e deliziosamente intriganti. Lì, disteso in quel lettino, illuminato dai raggi della luna che filtravano dalla finestra, mentre il vecchio Bookman curava sia lui che Lenalee, come gli aveva richiesto il supervisore Komui.
«Ciao... pagliaccio.» sussurrò Lavi, accarezzandogli il volto e spostandogli alcuni ciuffi bianchi.
«L'hai riconosciuto?» chiese retorico il panda, compiaciuto. 
Lavi annuì e non rispose.
Come avrebbe mai potuto dimenticare l'unico circense che quella sera era stato capace di fargli battere il cuore un po' più veloce, anche se solo per pochi secondi, quando aveva visto quelle labbra truccate di rosso che si arricciavano in un sorriso vuoto, desiderando che anche le proprie si potessero sporcare, intingendole in quello stesso chermisi?

§Owari§
XShade-Shinra
  
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