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Autore: Eliatheas    18/07/2010    3 recensioni
Non si era mai considerato speciale, dopotutto. Aveva sedici anni, non era particolarmente brillante a scuola, né divertente. Non era dotato nello sport – non gli servivano le battute di Fred e George per ricordarlo – e non era neanche un mostro di gentilezza o anche solo vagamente attraente. Era una persona perfettamente normale.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Never the one

I try so hard and i’m never the one.

Alla fine, si era anche abituato.
Sapeva che era una cosa orrenda, da dire, ma era così. Alla fine, aveva fatto l’abitudine e aveva finito per rassegnarsi a vivere la sua vita nell’ombra di tutti.
Non si era mai considerato speciale, dopotutto. Aveva sedici anni, non era particolarmente brillante a scuola, né divertente. Non era dotato nello sport – non gli servivano le battute di Fred e George per ricordarlo – e non era neanche un mostro di gentilezza o anche solo vagamente attraente. Era una persona perfettamente normale.
I suoi fratelli, loro sì che erano straordinari. A partire da Fred e George, che con i loro scherzi avevano il potere di alleggerire qualsiasi situazione. Erano straordinari, ovvio. La Palude Portatile che infestava ancora uno dei corridoi di Hogwarts ne era un chiaro esempio. E poi, erano fuggiti via da Hogwarts a cavallo di un manico di scopa. Andiamo, erano incredibili.
E Ginny … Ginny che acciuffava un Boccino d’Oro come se nulla fosse, Ginny che apriva il capanno delle scope quando loro non c’erano, Ginny che era capace di tutto, l’unica ragazza della famiglia. Come poteva competere con lei?
Per non parlare di Bill e Charlie, loro sì che erano incredibili. Al solo pensiero, si sentiva insignificante. E Percy, per quanto ora lo detestasse, era sempre stato l’orgoglio della famiglia, anche se ora … ora era niente.
Si sentiva sempre più insignificante.
E lo era, dopotutto. Non era niente di che, un ragazzo come tanti altri, la cui unica capacità era mancare di tatto in una maniera incredibile. Aveva vissuto nell’ombra per sedici anni, ormai aveva capito che non c’era nulla di male in quello.
Eppure, nel momento in cui Angelina, Katie e Alicia gli erano saltate al collo, piangendo e singhiozzando, e Ginny gli aveva riservato una pacca sulla spalla, con il più grande sorriso che le avesse mai visto, non aveva trovato la luce così ripugnante.
I suoi compagni di squadra lo trascinavano, vittoriosi, cantando a squarciagola, e Ron Weasley si ritrovò a sorridere, felice, per una volta, che la gloria toccasse a lui.
Harry ed Hermione erano lì, sugli spalti, e, per la prima volta, non si sentiva inferiore a nessuno di tutti e due.  D’accordo, non era il Ragazzo-che-è-sopravvissuto e neanche un genio che conosceva qualsiasi libro a memoria. Poteva anche avere la varietà di emozioni di un cucchiaino, ma, per una volta, si sentì alla loro altezza.
Non aveva niente da invidiargli, non in quel momento.
E mentre Angelina, tremante, gli passava la Coppa del Quidditch, Ron Weasley si ritrovò a sorridere, fiero di se stesso, per la prima volta.
E che importava, se il resto della vita l’avrebbe trascorso nell’ombra degli altri? In quel momento, si sentiva davvero felice.
La folla lo portava verso il castello, trionfante, e lui si ritrovò a sorridere, felice, quando incrociò Harry ed Hermione.
«Harry! Hermione!» strillò, agitando la Coppa. «Ce l’abbiamo fatta! Abbiamo vinto!»
E il sorriso che i suoi migliori amici gli regalarono valeva molto di più di mille parole.
Era come loro. Non era niente di meno, niente di più. Non era più un’ombra, era solo e soltanto Ron Weasley.

Angolo Autrice
Oggi ho finito di rileggere per l’ennesima volta L’Ordine della Fenice <3 e mi è venuto in mente che Ron ha vinto la Coppa del Quidditch. Ron. Ron Weasley. Ron che credeva di essere niente, che si era sempre sentito inferiore ai suoi compagni di squadra, che voleva dare le dimissioni ad ogni allenamento.
Ron ha vinto la sua Coppa e immagino che quel momento sia stato … non so, come un faro di luce su di lui. Dopotutto, non era mai stato importante prima. Come aveva detto Hermione, nel Calice di Fuoco, e come dirà il medaglione nei Doni della Morte, ha sempre vissuto nell’ombra dei fratelli e poi del suo migliore amico.
Cioè, questo della Coppa è un vero e proprio attimo di gloria, per lui *-* ed io sono felice *parla quella che era innamorata di Ron a undici anni XD*
Spero vi sia piaciuta <3
Le frasi che dice Ron – va be’, quelle due parole XD – sono riportate direttamente dal libro, mentre la citazione all’inizio è di The Vampire Diaries, il telefilm. Per il titolo, ho ovviamente preso ispirazione dalla citazione ù_ù

Grazie mille per essere arrivati fino a qui <3
El.

   
 
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