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Autore: Lizzie_Siddal    19/07/2010    5 recensioni
Otto assassine.
Spietate criminali che lentamente hanno affondato giorno per giorno il pugnale tra le scapole di Marcel, ne hanno avvelenato il sangue con l'avidità, stretto il cappio al collo con le bugie, perforato la carne con i tradimenti e la lussuria.
E Louise desidera all'improvviso che la neve possa cadere anche dentro di loro, sui loro cuori sporchi, per renderli finalmente bianchi e silenziosi.
[Louise/Gaby + hints Gaby/Pierrette]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Reste avec moi
Autrice:
Nemo From Mars
Fandom:
8 donne e un mistero
Personaggi/Pairing:
Louise/Gaby (+ accenni Pierrette/Gaby); citati tutti gli altri personaggi
Rating
: giallo
Genere:
Introspettivo, Romantico, Malinconico
Avvertimenti:
femslash, oneshot
Credits: il banner è fatto da me e per una volta che mi piace lasciatemi gongolare *-*

Note iniziali: “Se sono sua dipendente non è per necessità, né per Monsieur... E' per lei, Madame”, è una frase presa dal film. Louise la dice a Gaby poco prima di licenziarsi. Ah, ho mantenuto tutti gli appellativi come 'mademoiselle' e 'madame' per tutta la storia, perchè mi piaceva così :3 E il pov è di Louise, perciò Gaby sarà nei suoi pensieri per lo più come “Madame”, chiaramente. 


Alla Sere, amica secolare, che come me ama alla follia questo film;
alla zia Lady Aika, perchè sono la sua amante infedele e tutte le dediche le sono dovute;
a me stessa, perchè era una vita che volevo scrivere qualcosa su di loro e – per quanto il risultato non sia poi troppo decente – finalmente ce l'ho fatta e ne sono felice.


http://i776.photobucket.com/albums/yy49/nemofrommars/louisegabybanner.jpg?t=1285274616

Al funerale di Marcel nevica, come il giorno in cui è morto, e sembra che tutto debba continuare a scorrere in quel silenzioso candore ancora per settimane.
Louise si stringe nel cappotto nero e osserva la bara appena fatta scendere nella fossa.
Un singhiozzo sommesso – di Catherine,
ancora – e un sospiro doloroso – di Madame, questa volta.
La giovane serra le labbra piene, chiudendo appena gli occhi a sentire quel suono.
Le altre cinque donne, uniche partecipanti di quel rito privato, restano invece mute e immobili, in posa come in un quadro patetico, i visi contratti da sfumature d'emozione differenti.
Differenti come l'amore che ognuna, a modo suo, ha provato per Marcel.
Louise pensa che sia crudele e buffo a un tempo che proprio loro siano le uniche a volerlo ricordare, piangere, guardare il suo corpo sparire sotto terra.
Otto anime in tumulto.
Otto maschere cadute.
Otto innamorate.
Otto donne.
Otto assassine.
Spietate criminali che lentamente hanno affondato giorno per giorno il pugnale tra le scapole di Marcel, ne hanno avvelenato il sangue con l'avidità, stretto il cappio al collo con le bugie, perforato la carne con i tradimenti e la lussuria.
E Louise desidera all'improvviso che la neve possa cadere anche dentro di loro, sui loro cuori sporchi, per renderli finalmente bianchi e silenziosi.


***

Dopo la funzione, ad attardarsi di fronte alla lapide è rimasta solo Madame.
Si asciuga lacrime fredde sul viso esangue, mentre Louise, al suo fianco e a pochi passi da lei, la guarda di sottecchi.
Non si aspettava che fosse l'ultima a voler andarsene - in fondo, non amava più il marito come un tempo ed era già pronta a fuggire con l'amante.
Pensava invece che sarebbe stata Catherine, la figlia minore, a rimanere. Non è stato così.
La ragazzina è scoppiata a piangere in modo disperato ed è corsa via singhiozzando, incapace di sopportare oltre il dolore e la vista della foto sorridente di Marcel sulla sua tomba.
Suzon è corsa dietro alla sorella per fermarla, seguita goffamente da Chanel, e a quel punto anche mademoiselle Augustine e la Nonna hanno capito che era il momento di andarsene.
Hanno lasciato il cimitero in silenzio, così come in silenzio se ne è andata anche mademoiselle Pierrette, avvolta nella sua aura tenebrosa, il capo coperto da un foulard nero e il viso pallido che creava un contrasto fortissimo con le labbra rosse, tirate in una smorfia di sofferenza.
Madame l'ha guardata andare via con uno strano sguardo afflitto, quasi deluso, come se Pierrette avesse tradito una promessa importante tornandosene nel suo mondo di strade pericolose, sporche luci abbaglianti e sesso a pagamento.
Dal canto suo, Louise ha finto di non vedere quello sguardo evanescente, anche se una piccola fitta di gelosia le ha stretto lo stomaco nel ricordarsi di quando ha visto le due cognate baciarsi sul pavimento del salotto, prese a sfogare la tensione emotiva e il rancore che si erano versate addosso nel giorno infinito che aveva visto morire Marcel.
Ma comunque, il segreto compiacimento per l'uscita di scena della donna scarlatta ha presto fatto passare quella sensazione sgradevole in Louise.
Pierrette non è fatta per un certo ambiente, per le relazioni stabili, per la
fedeltà – Louise l'ha capito al primo sguardo – perciò era inevitabile che sarebbe tornata alla sua vecchia vita.
Non ho più la mia vita, Louise...”
Il mormorio indistinto della padrona la riporta alla realtà, e Louise si avvicina a lei remissiva, ma con la sicurezza che anima sempre ogni suo movimento.

Madame...” comincia, esistante.
Ha le sue figlie, sua sorella e sua madre...Deve essere forte per loro”
Parole di circostanza, banali, stupide.
Louise se ne rende perfettamente conto e si odia per non essere stata in grado di offrile di più, ma a Gaby sembra importare dell'ardore che sente nella sua voce, più che del resto.
Si scosta il velo nero dal viso, per guardarla direttamente negli occhi, e Louise riesce solo a pensare che, per quanto sofferente, per quanti anni le abbia buttato addosso quel lutto in un solo giorno, Madame è di una bellezza malinconica da fare quasi male.

Perchè sei ancora qui con me, Louise?” chiede lentamente.
Ti sei licenziata perchè... Io ti ho delusa. Me lo hai detto tu, quel giorno...” sussurra socchiudendo gli occhi, il respiro lieve che si condensa in sbuffi di fumo nell'aria fredda.
La risposta di Louise si fa attendere qualche secondo.
E' vero: dopo quei due anni passati a stimare Madame, ad affezionarsi
profondamente a lei, ad arrivare a sacrificarsi nei modi più contorti e perversi per lei – uno su tutti quello di sostituirla, nel letto del marito - , è stata molto delusa da come Gaby abbia perso freddezza e carattere dopo la 'prima' morte di Marcel.
A quel punto, Louise ha perso il controllo a sua volta, arrivando a scagliare vere e proprie mancanze di rispetto e insolenze verso la propria padrona.
Non che sotto le cattiverie fosse mai mancato l'attaccamento morboso e rabbioso che provava, ma Madame non poteva aver afferrato tutto ciò, persa com'era nei propri drammi personali, nei dolori di quella famiglia devastata e nella consapevolezza che ogni certezza si stava sgretolando.

Mi sono licenziata, sì ” risponde infine Louise.
Ma ho pensato che arriveranno tempi difficili, considerando che Madame sarà molto impegnata in affari di natura legale, economica e familiare...” prosegue, accertandosi che nulla sul volto dell'altra donna smentisca ciò che sta dicendo.
Cercare qualcuno che mi sostituisca sarebbe solo una preoccupazione in più per lei, perciò... Potrei aiutare - in modo informale, s'intende, dato che non sono più sua serva - a curare la casa.”
Fa una pausa, notando che Gaby quasi sta trattenendo il respiro, colpita.
Sono sempre stata devota a Madame, e a nessun altro nella sua famiglia.”
Gliel'ha ribadito molte volte con le parole – perfino appena prima di gettarle ai piedi il grembiule bianco e sciogliersi i capelli, abbandonando la servitù.

Se sono sua dipendente non è per necessità, né per Monsieur... E' per lei, Madame”.
Ma più spesso glielo ha dimostrato con i fatti - quando Marcel le urlava contro, preso da scatti d'ira di cui lei non aveva colpa, quando Augustine le sputava addosso veleno e insulti, o quando Catherine si comportava da figlia maleducata e ingrata con la madre.
Louise si è sempre alzata a ringhiare contro chiunque abbia avuto l'ardire di offendere Madame.
L'ha sempre difesa, a modo suo, come un cane avrebbe fatto per la padrona, anche se Gaby forse non si rendeva conto di quanto potesse valere la catena che Louise le aveva lasciato silenziosamente tra le dita.
Dopotutto, è una donna ignara e insicura, gli eventi recenti lo hanno dimostrato.

Continuerò a farlo e a starle accanto, se lei lo vorrà” conclude solenne infine, sul sospiro vibrante della padrona.
Non ce la farò. Non... Non sono affatto la donna forte e inattaccabile che tutti pensano, e nemmeno merito tanta... cieca fedeltà da parte tua” replica Gaby scuotendo la testa e asciugandosi una lacrima sfuggitale a tradimento.
D'istinto, le mani di Louise si muovono impercettibilmente verso di lei nel desiderio di proteggerla ancora una volta, di fermare le dita che vogliono cancellare quella goccia salata - non vuole che nasconda il suo dolore e quella sua segreta fragilità, non davanti a lei.
Ma alla fine la giovane si limita a sfiorarle un braccio, con tanta leggerezza che probabilmente Gaby nemmeno se ne accorge.

Ho deluso tutti. Ti ho delusa” ripete ancora la donna, come se la cosa la turbasse in modo insopportabile.
Perchè vuoi restare?”
Quegli occhi.
Quegli occhi inquieti che ha imparato ad amare sono persi nei suoi, sono
dentro di lei, e ora Louise alza il mento con un cenno involontariamente spavaldo, in quel modo orgoglioso e privo di ogni paura che riserva solo a Madame pur mantenendo al contempo il rispetto che le deve.
E non c'è un ombra di timore nè di scherno, allo stesso modo, nei suoi gesti, quando si avvicina a lei, passandole una mano sul viso.

Per lei, Madame. Soltanto per lei” risponde con pacata determinazione.
Gaby trema un poco e abbassa gli occhi, evidentemente non più in grado di sostenere lo sguardo, ma Louise non si ferma – non può.
Lentamente, le posa sulla bocca un bacio lieve e casto, a labbra chiuse.
Gaby respira forte contro la sua pelle, d'istinto la attira a sé a sua volta, e a quel punto Louise si azzarda ad andare oltre, a chiedere un silenzioso permesso per approfondire il contatto.
Da che ricordi, in vita sua non ha mai baciato nessuno – né uomo, né donna – nel modo in cui sta baciando ora Madame.
No, Louise non ha mai baciato con così tanta struggente dolcezza, con tanta devozione - il corpo che scivola contro quello di Madame con irruenza lieve e naturalezza disarmante, a cederle il proprio calore, mentre le sfiora i capelli biondi in carezze lente e disordinate – per questo rimane quasi stordita e priva di pensieri coerenti quando infine i loro visi si allontanano, imporporati sulle guance e non certo per il vento invernale.
Recupera la lucidità un secondo troppo tardi, persa di nuovo sui dettagli del viso maturo ma ancora splendido di Gaby – ogni piccola ruga che incide la sua pelle, la curva disegnata delle labbra arrossate, le ciglia lunghe e scure attorno agli occhi che fremono di milioni di parole non dette – e allora Louise capisce
davvero cosa ha appena fatto.
Ha distrutto ogni linea di confine nel rapporto tra serva e padrona, creando qualcosa di nuovo e insidioso.
Ha approfittato di un momento di debolezza di Madame per perdersi nel suo profumo e inalarne ogni molecola, rubandole il respiro e il battito.
Ha osato troppo, si è spinta troppo oltre, lo sa.
Eppure non se ne pente, come mai si è pentita di molti dei propri gesti più impulsivi.
Doveva farlo e basta.
Per se stessa, ma soprattutto per Madame, come ultimo segno d'affetto per lei.
Si gira e allontana senza una parola, le mani affondate nelle tasche, ma la voce di Gaby la ferma all'improvviso.

Louise”
Il tono in cui la chiama non è quello con cui formula i soliti ordini o rimproveri –
Louise, il mio cappotto. Louise, la colazione, sbrigati - al quale la giovane è tanto abituata, no.
Quella di Madame è una preghiera sommessa e dolce.
Un richiamo che si infrange in una nota spezzata, e Louise ne beve il suono meraviglioso in un sussulto, voltandosi nuovamente.

Resta con me...”
Gaby le regala un sorriso tremulo, macchiato di lacrime, di fronte al quale Louise china appena il capo e socchiude gli occhi, in un tacito assenso.
Il silenzio portato dalla neve non è mai stato più quieto e profondo.



***




Note finali: okay, io devo avere dei problemi seri: con tutta la roba che ho da studiare mi metto sempre a scrivere le robe più disparate e folli in questi momenti. Perchè? Perchè?
Vabbè, a parte questi dilemmi esistenziali, volevo dire due parole sulla storia. Io slasho questa coppia da tempo immemore, anche se pure la Pierrette/Gaby non mi dispiace (e infatti ho messo hints), ma comunque...
E' stata una faticaccia cercare di renderle decenti e farle inciuciare senza sfociare nell'improbabile o nell'OOC (Spero di avercela fatta °_°).
Sarà il film che adoro, sarà il genere stesso (musical/teatrale/commedia/giallo), ma ci ho messo assai a partorire il tutto.
E poi boh, il femslash è un genere che mi mette sempre in difficoltà, perchè non è semplicemente il corrispondente femminile dello slash per me. E' qualcosa di più velato, più intimo e complesso a mio parere, perchè appunto, i soggetti in questione sono donne – e Satana solo sa quanto siano contorte le donne :) Grazie e alla prossima! <3

   
 
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