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Autore: Emily Alexandre    19/07/2010    8 recensioni
Cosa succede quando l'Amore della tua vita diventa ciò che da sempre viene combattuto? Come decidere chi scegliere tra le proprie sorelle e il proprio uomo? Come si è sentita Phoebe quando si è trovata davanti questi dilemmi? (spoiler puntata 4x20)
"Mi dispiace amore. Mi dispiace tanto. Non riuscivo a pensare ad altro. Mi dispiace amore"
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cole Turner, Phoebe Halliwell
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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“Lunga vita alla regina” 4x20

 

" I dolori leggeri concedono di parlare: i grandi dolori rendono muti." (Seneca)

 

 

La mia vita non era mai stata fatta di scelte facili. O forse, per un periodo, era stata costellata di scelte fin troppo facili.

Facile scegliere di diventare la leader della gang al liceo e facile giustificare tutto con la perdita prematura di mia madre.
Facile passare da un uomo a un altro, da un lavoro a un altro.
Facile scappare dai giudizi delle mie sorelle e di mia nonna.
Tornare da New York a San Francisco invece non lo era stato. Troppi debiti per continuare a vivere nella Grande Mela, così presi l'unica decisione possibile: tornare alla vecchia dimora Halliwell, dove sapevo mi aspettava una sorella che credeva fossi andata a letto con il suo ex.
Non era vero.
Nonostante la mia discutibile morale, amavo le mie sorelle, non avrei mai fatto nulla per ferirle.
Era stato facile invece accettare la mia natura di strega buona, molto più che per Prue e Piper. Sentivo di poter finalmente dare un senso alla mia vita: aiutare gli innocenti, combattere il male.
Nonostante la magia mi avesse già portato via la madre e nonostante mi avrebbe portato via una sorella, non mi pentii mai di quella scelta. La mia certezza non vacillò mai. Almeno fino a quando non incontrai lui.
Cole.

Un demone mezzo umano di cui mi innamorai follemente, ricambiata. Lottai disperatamente per portarlo dalla parte del bene e, stupidamente, credetti di esserci riuscita. Ma la natura non può cambiare.
Cole aveva riabbracciato il male e io mi trovavo nel mezzo, senza poter scegliere da che parte stare.

Ma dovevo scegliere.
Bene o male? Leo me l’aveva detto.
E me l’aveva detto anche Cole.
Avrei dovuto fare una scelta, anche a costo di perdere qualcuno che amavo.

Si, fino a quel momento, scegliere era stato facile. Nonostante una parte di me fosse sempre stata inclinata verso il male, era il bene che avevo scelto. Combattevo i demoni per salvare gli innocenti. Ma cosa fare, quando la Sorgente di tutti i mali è l’amore della tua vita?

Avevo scelto il male, stando al suo fianco durante l’incoronazione.

Long Live the Queen. Lunga vita alla regina.

Avevo imboccato una strada a senso unico e così facendo finii schiacciata tra due universi: mio marito e le mie sorelle. Sentivo il cuore squarciarsi, ogni istante lontano da loro, ma la sola idea di lasciare l’uomo che amavo era impensabile.

Sentivo il male scorrere in me. Percorreva le mie vene fino ad arrivare al bambino. O forse seguiva il processo contrario.
Un bambino non cercato. Un bambino che amavo, ma di cui avevo terribilmente paura.
Quel bambino, il mio bambino, era il male. Puro male.
Scatti di rabbia improvvisi, che non riuscivo a controllare, che mi soggiogavano. Mi sembrava di impazzire. Mi sentivo debole. E spaventata.

Fino a quel momento, il malefico tonico della Veggente aveva indebolito alcune sensazioni, ma da quando ne avevo scoperto la reale consistenza e avevo smesso di berlo mi sentivo sopraffatta dalle emozioni. Mille emozioni. Tutte contrastanti.

Ma fu allora che capii. In quel groviglio di emozioni, capii di dover scegliere davvero.

Andai alla scrivania, con il tonico ancora tra le mani. Scrissi due lettere: in una dicevo addio alle mie sorelle, nell’altra a Cole. Fu allora che lui tornò. Era al corrente del tonico e lo odiai per quello, ma capii il perché lo avesse fatto. Per tanto tempo aveva lottato, diviso tra bene e male. Non voleva che io soffrissi, quello che lui aveva sofferto. Avrebbe dovuto fidarsi di me, lasciarmi libera di scegliere, ma aveva preferito la via più semplice e indolore. Soffocare il bene che c’era in me.

Ma la magia delle Halliwell non può essere soffocata a lungo e l’amore fraterno non può essere ucciso. Ero una strega buona, e per quanto lo amassi, non potevo negare ciò che ero. Era la mia natura.

Bere il tonico o andarmene. Fu quella la scelta che mi pose davanti agli occhi. Per proteggere noi, dalle forze del male. E le mie sorelle, se noi fossimo morti. Lo bevvi. Ma poi capii. Capii che non potevo. Non avrei mai accettato la morte di persone innocenti.  Scappai in bagno, colta da una nausea fortissima. Cercai di respirare, di cercare di ragionare.

Fu allora che le sentii: erano arrivate con i cristalli per ucciderlo. Sentivo rumori e frasi soffocate dal muro. Sentii Piper che mi chiamava in aiuto, e Cole che minacciava di ucciderle.
Le mie sorelle.
Le immagini di Prue, della mamma, della nonna, mi passarono davanti agli occhi. Avrei potuto sopportare di perdere anche Piper e Paige per vivere una vita circondata dal male? Le lacrime scorrevano senza che potessi fare nulla per fermarle. Uscii dal bagno, mentre una mano sembrava ridurre il mio cuore in brandelli e un’altra stringere forte i polmoni.
Il mio Cole, il mio grande amore. Era lì davanti a me, con una sfera di fuoco puntata sulle mie sorelle.

Il mio piede incontrò il cristallo mancante. Lo presi, tremante. Sapevo cosa stavo facendo. Sapevo che era la scelta giusta, ma più guardavo quel visto, più mi perdevo in quegli occhi, più mi sentivo vacillare. Andai da lui e lo baciai. Assaporai le sue labbra per l’ultima volta. Abbassò le difese, convinto di aver vinto. Mi sentii meschina. Scorretta. Sentivo la mia decisione sfumare, così mi allontanai da lui, in fretta. Posi il cristallo al suo posto e lui fu imprigionato.

Mi dispiace amore. Mi dispiace tanto. Non riuscivo a pensare ad altro. Mi dispiace amore.

Piper iniziò a recitare la formula e io la seguì, senza togliergli gli occhi di dosso. Fu solo quando Paige stava per concludere che mi girai. Un’esplosione nella stanza. Un’espolosione dentro di me. E i mille pezzi della vetrata sembrarono entrare nel mio cuore, distruggendomi.

Cole non c’era più. L’amore della mia vita era morto. Io l’avevo ucciso.

Mi portarono a casa e mi misero a letto, ma io non ricordo nulla. Sentivo solo il dolore straziante. Mi sentivo svuotata. Anestetizzata. Nulla. Non c’era più nulla. Solo costante, atroce dolore. Sarei mai stata felice di nuovo? Sarei mai riuscita a uscire da quel vortice di disperazione o mi sarei semplicemente lasciata annegare?

La luce del giorno mi colse ancora in lacrime, tremante. Sentii le mie sorelle entrare in camera e sperai non mi parlassero. Non avevo la forza di ascoltare o di rispondere. Ma loro non lo fecero. Si sdraiarono con me, abbracciandomi. E capii che ne sarei uscita. A fatica, con il tempo. Ma ne sarei uscita. Avevo loro, le avevo salvate, e quello era l’importante.


   
 
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