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Autore: Dazel    20/07/2010    4 recensioni
Nella piccola soffitta del Barkery's c'era un tanfo nauseante.
Lì, ci andava la gente della città per dimenticare.
Ma nessuno ci riusciva davvero.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Proud To Be Gay ♥'
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DANGERoUS

 

Nella piccola soffitta del Barkery's c'era un tanfo nauseante. Un misto di sporco, alcol e vomito da dare alla testa, ma nessuno sembrava mai farci caso. Forse per via delle circostanze per cui le persone si ritrovavano lì, che non erano osservare dalla piccola finestra – tra l'altro rotta – le botti sul retro del locale, ma qualcosa di più sostanzioso, pericoloso ed illegale.
Damian abbassò lo sguardo sull'ago, e quando vide la luce del neon riflessa su di esso si accorse di non essere già più lucido. Aveva il cuore così colmo di dolore da risultargli ingombrante nel petto. Batteva veloce contro la cassa toracica rallentandogli e rendendogli più difficoltosa la respirazione. Chiuse gli occhi e in un lampo il dolce sorriso di Mark gli comparve nella mente. I suoi occhi chiari, la sua pelle pallida, le sue labbra color pesca e i suoi capelli così morbidi e profumati da lasciargli il suo odore addosso per ore... gli mancava tutto di lui. Troppo.
Abbassò la siringa e avvertì un pizzicore. Le dita scorsero lungo di essa e premette piano la sua estremità, iniettandosi il liquido.
Mi manchi da morire, Mark.

 

«Guarda» aveva detto il suo piccolo tesoro con un sorriso dolce, soffiando piano nell'aria «fa così freddo che esce il fumo!»
«Oh, sei davvero carino. Ti emozioni anche per le piccole cose~» Damian era così. Dolce, ironico, possessivo. Da quando aveva visto per la prima volta Mark, al campo da tennis della scuola, aveva capito che sarebbe stato suo. Una specie di sesto senso, diceva lui, ma probabilmente era solo presunzione e gran fortuna.
«Non prendermi in giro-» Mark ridacchiò, tirando piano la manica del suo ragazzo e appoggiandosi contro la sua spalla. «Andiamo a casa?»
«Andiamo a casa.»

«Amo i fiori di ciliegio. Sono belli.» Damian camminava lentamente sotto gli alberi in fiore, fissando i petali che, sollecitati dalla brezza primaverile. cadevano lentamente a terra come in una danza. Mark gli stava affianco, ma non fissava i ciliegi. Guardava Damian. «Non pensavo ti piacessero tanto.» Sorrise dolcemente, prima di prendergli la mano e stringerla.
«Mi piacciono un sacco. Sono romantici, non trovi?»
«Sì. Immagino di sì.»

 

Le mani di Mark erano incredibilmente calde. Damian le aveva sempre amate, adorava stringerle o sentirle libere sulla sua pelle, amava la loro morbidezza e il loro sapore. A dire il vero, non amava solo le mani di Mark, amava tutto di lui. Non si era mai sentito così dipendente da una persona, non si era mai sentito tanto completo stando semplicemente assieme a qualcuno. Così, anche un bacio era un piccolo dono per lui, qualcosa di semplice e al contempo importantissimo.
Bastava Mark a farlo sentire vivo.

 

La notte era calata da un po', era estate e il cielo era incredibilmente stellato. Damian, nel suo letto, fissava il soffitto nella speranza che il messaggio da parte di Mark arrivasse velocemente. Avevano smesso di parlare al telefono da una ventina di minuti perché quella sera non si erano potuti vedere.
«Sono al compleanno di mia zia, sai che palle!» aveva detto con una dolce risata Mark «tra poco torniamo a casa. Appena arrivo di mando un sms.»
Forse si è dimenticato. Pensò Damian fissando l'orologio. Forse c'è traffico. Sospirò. Forse si è addormentato.
Morfeo ghermì il suo corpo in un caldo abbraccio e non ebbe più modo di pensarci.

Tu... tu... tu... tu...

«Cazzo, rispondi!» Urlò Damian con la voce rotta dal pianto. «Rispondi, ti prego, rispondi.»
«Un incidente drammatico quello avvenuto ieri notte sulla tangenziale nord, un incidente che ha portato via la vita ad un'intera famiglia. Erano le ventitré e trenta quando l'auto blu in cui viaggiavano una coppia e i loro due figli si è scontrata frontalmente con un tir. La donna, l'uomo e il bambino sono morti sul colpo, mentre l'adolescente è morto dopo una lunga agonia. Inutile la corsa in ospedale. Mercoledì il piccolo paese in cui vivevano ricorderà Mamma Rose, Papà Jhon, il piccolo Erick e Mark. Ed ora passiamo alla politica...»
«Ti prego...» un singhiozzio violento lo interruppe «ti prego, ti prego, ti prego, rispondi...»

 

Nella piccola soffitta del Barkery's c'era un tanfo nauseante.

Lì, ci andava la gente della città per dimenticare.

 

La droga e l'alcol tutta via, possono solo creare un piccolo mondo, un'illusione.

Non si dimentica mai davvero.

Si sogna la gioia.

Poi ci si risveglia e la realtà è ancora lì ad aspettarti, ad accoglierti, ad accoltellarti e lasciarti stremato a terra, piegato dal dolore.

Più di prima.

Peggio di prima.

 

Nella piccola soffitta del Barkery's c'era un tanfo nauseante.

Lì, ci andava la gente della città per dimenticare.

Ma nessuno ci riusciva davvero.

 

   
 
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