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Autore: Lady Furianera    20/07/2010    4 recensioni
Alfons sapeva che quel ragazzo con la faccia da vecchio bisbetico e il tono da zitella frustrata gli avrebbe detto di sì. “Vieni al punto.” Forse ci sarebbe voluto un po' per convincerlo. HeiEd dedicata a nacchan. Perchè non voleva l'angst tra questi due.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alphons Heiderich, Edward Elric
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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No Title - this is what we call Love

 

Confess to me
Every secret moment
Every stolen promise you've believed

Confess to me
All that lies between us
All that lies between you and me

The Last Goodnight - Pictures of You

 

Sei sicuro di non avere caldo, Edward?”

Edward lo guardò scettico, uno sguardo che parlava da solo, ma che per lui non bastava. “Alfons, non sarà qualche ciocca di capelli a farmi morire collassato. Piuttosto... come puoi non vomitare dopo aver bevuto tutto quel latte?” Il suo sorriso saccente – quello che Alfons definiva da grande uomo – sfumò in un'espressione tutt'altro che convinta. “Mia madre mi costringeva a berlo, quand'ero piccolo... e mi è rimasta l'abitudine. E, comunque, credo che tu debba tagliarli quei capelli.” Lo diceva prendendogli una ciocca di capelli per arricciarla lentamente. Così Edward osservava le sue dita pallide e rispondeva con un sorriso leggero e forse anche un po' malinconico: “Avevo più o meno undici anni quando ho deciso di lasciarli crescere... pensavo che quando avrei rivisto mio padre avrei potuto rinfacciargli quanto fossero più belli i miei capelli. Non ridere, ero solo un marmocchio!” Lanciò qualche imprecazione sottovoce, fintamente offeso. Alfons aveva girato la testa, rivolgendo lo sguardo all'immagine di una Monaco ancora bagnata di pioggia notturna. Non voleva ridere, davvero. Ma Edward era rimasto bambino – in tutti i sensi – e non poteva non pensare che sarebbe mai cresciuto. “Quando si è ancora bambini ci si convince di ogni sciocchezza. Anche io ero certo che il latte mi avrebbe guarito, che non mi sarei ammalato più... scemenze, insomma. Ma credo che, alla fine, ti aiutino a crescere.” Il problema era che Edward non era tipo da scemenze; lui era un alchimista. “Forse più che scemenze sono illusioni, Alfons.” Sempre a cercare la perfezione. “Possiamo tornare all'argomento principale?” Sviava sempre quando sentiva il discorso troppo pesante. “Che stai per ricordarmi.” Normale routine, per il povero Alfons. “Il caldo, Edward.” Non chiedetemi come faccia: non ne ho la minima idea. “Giusto, giusto... continua, ti ascolto!” E rideva, cercando di leccare la marmellata sulle dita. “Dicevo che, nonostante piova da due giorni e si sia degnato di smettere solo questa notte, fa troppo caldo per rimanere qui in città.” Alfons sapeva che quel ragazzo con la faccia da vecchio bisbetico e il tono da zitella frustrata gli avrebbe detto di sì. “Vieni al punto.” Forse ci sarebbe voluto un po' per convincerlo. “Che ne dici di una giornata solo per noi? Non un posto eccessivamente lontano, ma... “ Un vecchio molto bisbetico. Una zitella molto frustrata. “E perchè non al mare? Certe volte dubito che tu sia un genio scientifico.”

Il mare! Non l'ho mai visto... un'idea straordinaria Edward! Devo... “ S'interruppe quando sentì la mano del compagno stringersi attorno al suo braccio. “Alfons... lo sai anche tu che non è possibile. E poi se tua madre scoprisse che ti ho rapito per un'intera giornata mi farebbe arrestare.” Ma dispiaceva anche a lui. Non amava particolarmente deludere il suo piccolo Alfons, ma quell'espressione infelice confermava il sospetto che aveva di esserci riuscito. “Mi sarebbe piaciuto passare del tempo con te... ma non fa nulla.” Faceva tanto, invece. Il primo istinto di Edward fu di rispondere con qualcosa come “ma se siamo sempre insieme?” Ci ripensò – grazie al cielo – dopo aver interpretato correttamente la frase. “ Non ho detto che non avremo del tempo per noi. Troverò un posto adatto e... ci divertiremo. Promesso.” Alfons non amava essere trattato come un bambino anche da Edward, ci pensava già sua madre. Ma quando usava quel tono di voce – quel tono rassicurante che si usa per scacciare la paura del buio – non riusciva a non arrendersi. Quando fece un cenno affermativo con il capo, l'altro continuò: “E poi non dobbiamo per forza allontanarci da casa... “ E lo baciò delicatamente, solo le sue labbra con quelle di lui. Era un dolce bacio d'arrivederci e qualsiasi parola avrebbe rovinato il loro ricordo. Così il silenzio si riepiva di sguardi e si spezzava con il fruscio della mano di Edward, che s'alzava per accennare un saluto e poi spariva in quella monaco ancora bagnata di pioggia notturna.

 

"Buona giornata, Edo-san"

 

NdA: buonsalve a tutti! Questa shot è per nacchan e vorrei aggiungere che ho sputato sangue per renderli così felici. Abbiate pazienza, io scrivo quando sono triste... è logico che vengano solo cose angst. Spero ti e vi piaccia. Ah, prendetela come un bonus relativo a Let it Be.

Ora posso andarmene in vacanza! Mi prendo una pausa dallo scrivere, perchè il caldo mi prosciuga e mi sento inutile. Se sentite la mia mancanza ho cominciato una long-fic nel fandom di Naruto e - se volete - potete aggiungermi su Twitter e Facebook e quant'altro. D'accordo, vi lascio liberi. Adieu!

Twitter: http://twitter.com/_Debicchan

   
 
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