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Autore: Celine_Falilith    20/07/2010    14 recensioni
Postato il Settimo Capitolo.
[Dal IV Capitolo ] Perché sapeva che Harry non era lei.
Harry era il maledettissimo figlio di James Potter, con tutti i suoi infiniti difetti.
Era inutile cercare Lily in Harry.
Inutile e dannoso.
Ed era meglio così: meglio convincersi che di Lily non era rimasto niente,
piuttosto che illudersi di rivederla negli occhi di suo figlio.
[Dal V Capitolo ] Piton deglutì, cercando di riacquistare un po’ di controllo.
Strinse le labbra con violenza, fremendo, e così anche i pugni, conficcandosi le unghie nella pelle, cercando in tutti i modi di nascondere
quella tempesta di emozioni che si stava agitando nel suo povero e arido cuore.
Sopprimere i sentimenti, sempre.
Prima regola del buon Occlumante.
Ora, come doveva comportarsi col piccolo Potter?
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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VII Cap

Ok, non vi nascondo che provo una certa ansia nel tornare dopo così tanto tempo xD
Ma come ho già detto, non potevo lasciare questa fiction incompiuta. Non potevo assolutamente…
Vi chiedo immensamente scusa per il ritardo, e per lo ‘sfogo’ che ora ho rimosso… davvero poco professionale °__°’’ (anche se quelle cose le penso e continuerò a pensarle…).
Vi ringrazio di cuore per avermi letta anche durante la mia assenza, e per avermi incoraggiata nonostante la mia sparizione. Sappiate che ogni tanto tornavo a leggere le vostre parole… e… beh, GRAZIE. Solo questo.
In particolare a Purepura (tranquilla, come io ho espresso la mia opinione figurati se non lo puoi fare anche tu! :D Per ‘passatempo’ [in effetti non è il termine giusto per quello che intendevo dire, pardon] non intendo persone che scrivono per diletto o con poco talento, bensì chi scrive senza anima. Le ficcyne. Durante questi mesi di tanto in tanto tornavo nel fandom di HP e… boh, sarò stata sfortunata ma finivo sempre per cliccare in quel tipo di storie. C’è inoltre un uso sbagliato dell’OOC e del ‘nuovo personaggio’ [per intenderci, troppe Mary Sue], e di fiction appassionanti ne sono rimaste ben poche. Forse in futuro cambierò idea ma lo trovo difficile…), a DiraReal (cercherò di non farlo (=), a LilyDeepBlue (mi spiace per avervi fatto aspettare così tanto… prometto che questa fiction verrà conclusa al più presto (=), ZetaSev (grazie =) Mescolare presente e passato è un mio grande cruccio, ho sempre paura di non rendere bene i salti temporali…) e PiccolaVero (eccoti accontentata (=).
Bene, vi lascio al chap! Ditemi che ne pensate, come al solito non mi convince molto… *insicurezza mode on*  

~ YOUR GUARDIAN ANGEL ~

 

*

 

Londra – Luglio 1985

 

Capitolo Settimo

*

I will never let you fall
I'll sta
nd up with you forever
I'll be there for you through it all
Even if saving you sends me to heaven

*

“Hei, moccioso” ringhiò Piton minaccioso: “Chi ti ha dato il permesso di toccarmi?”

Harry non si mosse, rimanendo impassibilmente avvinghiato al ginocchio di Severus.
“Non se ne vada, signore. Non può restare un altro po’?” cinguettò implorante il bambino.

Piton alzò un sopracciglio, incredulo.

Dove voleva arrivare quel Potter?
Cosa lo spingeva a un gesto tanto estremo?

Era meglio non chiederselo, per il momento.

Piuttosto, meglio pensare a un modo non troppo violento per liberarsi dalla sua stretta.
Dopotutto era solo un bambino, e i bambini piangono con una facilità impressionante.
Anzi, ripensandoci, piangono quasi sempre.
E Severus odiava gli strepitii dei bambini viziati e capricciosi, come viziato e capriccioso doveva essere Potter.

Per cui afferrò piano uno di quei piccoli polsi e se lo scollò di dosso con una certa delicatezza, come se stesse maneggiando un ingrediente pericoloso.

Ma quel piccolo tentacolo, una volta libero dalla presa di Severus, tornava immediatamente ad avvinghiarsi al ginocchio tanto amato, vanificando tutta la penosa operazione.

 

La collera di Piton verso l’intera dinastia dei Potter cominciò a fermentare più furiosa di prima.

 

Basta, ci voleva una soluzione drastica: sollevò senza tanti complimenti il piccolo Harry prendendolo da sotto le ascelle e lo depose il più lontano possibile dalla sua persona, promettendosi di stare più attento ad altre eventuali molestie.
Si scostò da quella paffuta e minuscola minaccia di almeno un metro, cominciando a studiare le drammatiche conseguenze di quell’allontanamento.

Perché le conseguenze sarebbero arrivate, eccome.

I bambini sono patetici capricciosi sempre insoddisfatti, perché Potter avrebbe dovuto essere diverso?

‘Forse perché gli sono stati portati via i genitori, che non conoscerà mai?’ Gli disse una parte recondita della sua anima, l’unica rimasta pura. Continuò: ‘Forse perché vive nell’inferno di una famiglia che non lo ama e non l’amerà mai?’

Eppure, tu dovresti sapere cosa si prova…

 

 

 

~

“Severus, non sei ancora pronto?” si lamentò Lily scocciata
fuori dallo spogliatoio dell’amico.
Severus sobbalzò: era stata velocissima…
“Lily, un secondo…” disse lui, asciugandosi l’ultima lacrima.
Il pensiero di sua madre che gli singhiozzava sulla spalla
non si era ancora spento…
[*]
“Sev… ti chiedo scusa per prima”.
Lui sgranò gli occhi, perplesso.
“Mm?! Per cosa?”
“…per Petunia. Tu sei sempre disposto ad ascoltarmi quando
in realtà sei tu a soffrire di più, fra noi due”.
Severus soffocò un singhiozzo e una nuova ondata di lacrime.
Poi fu invaso dal desiderio.
Voleva Lily  fra le sue braccia.
Voleva stringerla.
Voleva SOLO stringerla ed essere stretto a sua volta.
Non pretendeva che quell’angelo incantevole l’amasse
(come avrebbe potuto, Lei, così luminosa?),
voleva solo bearsi del suo abbraccio,  
delle sue dita aggraziate che gli accarezzavano la schiena…
“Lily… 

 
La porta è aperta”.

~

 

 

 

Oh, l’Uomo Nero si era incantato un’altra volta…
Harry cominciò a pensare che quel signore era veramente buffo, e trattenne a stento una risatina.

Cercò di mascherare la sua espressione divertita.

“…non può restare un altro po’?” ripetè il bambino, audace.

 

Piton riprese il contatto col presente, abbandonando quell’ultimo ricordo.

 

 

Se c’era una cosa che odiava più dei bambini piagnucoloni erano i bambini testardi.
Il piccolo Potter a quanto pareva non era tipo dalla lacrima facile, ma Piton era certo che avrebbe continuato ad insistere fino al raggiungimento del suo scopo.

Meglio chiarire da subito le cose.

“No, nanerottolo. Non posso trattenermi, purtroppo. Sono stato catapultato in questo squallido quartiere per pura casualità, e non vedo perché la tua compagnia dovrebbe farmici restare più del dovuto” sentenziò con fermezza, riuscendo a divincolarsi da quella dolce trappola che rappresentavano quei grandi occhi smeraldo.

 
Harry non si scompose: era certo che l’Uomo Nero non l’avrebbe lasciato solo e che in fondo era gentile, altrimenti non gli avrebbe offerto quel gelato meraviglioso (che miracolosamente, nonostante il sole, non accennava a disfarsi).

 
Solo, doveva trovare un modo per farlo rimanere con sè… tuttavia zia Petunia e zio Vernon non facevano altro che ripetere ad Harry quanto fosse un bambino noioso e fastidioso, quindi non poteva biasimarlo se voleva andare via…

Perché Harry era davvero noioso e fastidioso.

E inoltre non aveva nulla da offrire al signor Uomo Nero, né qualcosa che potesse suscitare il suo interesse… era solo un bambino anonimo per quel signore. Un bambino che non sarebbe mai stato speciale per nessuno.


Per cui scelse di offrirgli l’unica cosa che possedeva e che avrebbe sempre posseduto: la verità.

 

 

 

“…la prego, signore. Dudley non gioca mai con me e tutti gli altri bambini non mi vogliono visto che io non piaccio a lui… Gli zii non mi vogliono bene e a Natale mentre a Dudley hanno regalato la bicicletta e tante altre cose a me hanno regalato dei calzini grigi come tutti gli anni… e domani a pranzo andremo da zia Marge e lei mi metterà a giocare con i suoi cani che però mi fanno tanta paura, sono grandi così e non fanno altro che abbaiare e ora che ci penso mi fa paura anche zia Marge, soprattutto quando mi viene vicino e mi dice tutte quelle cose brutte sulla mia mamma e il mio papà… che non mi volevano bene e che è meglio che al mondo loro non ci siano più, perché loro bevevano tanto e non facevano niente tutto il giorno. E poi ieri sera mi ero messo ad ascoltare la zia che leggeva una favola a Dudley prima di dormire, fuori dalla sua camera, e Dudley diceva che quella favola gli faceva schifo e invece a me piaceva tanto, ma mi piaceva anche la zia quando gliela raccontava perché anche se con me è cattiva in realtà è una persona buona perché leggere una favola a un bambino è una cosa bella, vero? E se a me non la legge nessuno vuol dire che sono veramente un bambino cattivo… quindi pensavo di leggermela da solo come mi ha insegnato la signora Figg, per questo sono entrato in camera di Dudley per cercare il libro ma poi lui mi ha visto e ha cominciato a rincorrermi ovunque quindi è tutto il giorno che scappo… però lei ha mandato via Dudley quindi… quindi almeno lei starà un po’ con me, vero signore?”

 

 

 

 

 

 

Severus non disse più nulla.

 

 

Sentì un pezzo d’anima creparsi (poteva forse sentirne persino il rumore) e sbriciolarsi in miasmatica cenere.

 

 

 

L’odio per James Potter non era mai parso così insignificante.

 

 

 

 

“…per favore, signore… mi porti via da qui”.

 

*

 

 

[*] Se non capite/ricordate di cosa si stia parlando rileggete il flashback del terzo capitolo =)

 

 

  
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