Note
dell’autrice: vorrei solo ringraziare Lellas92 e malandrina4ever per il
bellissimo concorso che hanno indetto e la mia migliore amica/sorella, Lady
Morgan, che me lo ha indicato. Ovviamente, la fiction è dedicata a lei.
JAMES
POV
E’
notte ed il campanile della Torre di Astronomia ha appena battuto le due.
Nonostante la giornata sia stata tremendamente stancante, non riesco ad
addormentarmi. Guardo il letto alla mia sinistra, dove Remus ronfa beatamente:
Come
ci riesce? Come può anche solo vivere con il peso di una simile ingiustizia
addosso?
Eh già, solo oggi pomeriggio io, Sirius e Peter abbiamo avuto la conferma di ciò che sospettavamo da un po’ di tempo: Remus è un lupo mannaro.
I dubbi ci sono sorti all’inizio dell’anno: Sirius era stato portato in Infermeria dopo che quella serpe idiota di McGinty l’aveva buttato giù dalla scopa e, mentre attraversava la corsia in barella, ha intravisto il nostro secchione in uno dei letti. Si è incuriosito, perché noi tutti sapevamo che doveva essere andato a trovare sua madre ammalata.
Merlino solo sa quale sforzo debba aver fatto il nostro impulsivo Black per non sommergerlo immediatamente con una valanga di domande. Lui, sempre insensibile e diretto, ha preferito aspettare e parlarne prima con me e con Peter perché ha capito (se la Evans sapesse di questa sua uscita di sensibilità gli farebbe un monumento in cima alla Torre di Grifondoro) che quella volta la situazione era più grave del solito.
Ci abbiamo ragionato per mesi, confrontando i giorni in cui era assente, facendo ricerche in biblioteca, e nel contempo stando attenti a non farci scoprire dal diretto interessato.
Ricordo ancora il pomeriggio in cui siamo stati certi di aver capito il problema. Ci siamo guardati negli occhi ed abbiamo visto tristezza, rabbia, paura e.. determinazione.
Oggi infine l’abbiamo preso in disparte e Sirius, Godric benedica la sua mancanza di tatto, gli ha chiesto, senza troppi giri di parole, se fosse un lupo mannaro. Lui è impallidito, ci ha chiesto come avessimo fatto a capirlo, poi ci ha voltato le spalle per andarsene con lo sguardo basso.
Se c’è mai stato un momento in tutta la mia breve vita in cui mi sono sentito impotente (ed anche un po’ più bastardo del normale, diciamocelo), è stato quello: come poteva pensare che noi, i suoi migliori amici, gli avremmo voltato le spalle per un.. un.. come diamine l’avevo chiamato oggi? Ah sì, “piccolo problema peloso”? Ma per chi ci ha preso? Ci ritiene così superficiali? L’abbiamo immediatamente rassicurato: noi siamo amici fin dal nostro primo giorno, fratelli separati alla nascita, eterni compagni di mille scorribande. In una parola, siamo Malandrini e ci aiutiamo sempre, in ogni circostanza, dalle più normali, come questo problema di Remus, alle più terribili, come i compiti di Minnie (ecco la bastardaggine che riemerge).
Gli abbiamo detto che non l’avremmo abbandonato e che avremmo trovato una soluzione, perché questo fanno gli amici. Benché lui scuotesse la testa di fronte alla nostra quasi puerile determinazione, un sorriso lo illuminava: gli bastava che non lo lasciassimo da solo.
Anche ora, mentre lo guardo riposare tra le
coltri del letto, vedo che il suo volto è disteso e felice. Perché allora io mi
sento disperato? Perché non riesco a dormire sereno come lui? Domanda idiota:
lui ha già imparato a convivere con la sua situazione ed oggi, probabilmente, ha
ricevuto il regalo più bello della sua vita. Io invece mi trovo ad aver fatto
una promessa che non sono sicuro di riuscire a mantenere.
“Jamie?”
ah, vedo che anche Sirius non riesce a far avvicinare Morfeo (bello smacco per
un Don Giovanni come lui).
“Sì,
sono sveglio.” Rispondo.
“Tu
hai qualche idea? Insomma, come lo aiutiamo? E’ da quando abbiamo spento le luci
che mi scervello” dice sussurrando, con un tono che sfiora
l’esasperazione.
“Anche
io, ma non mi è venuto in mente nulla. Magari troveremo qualcosa in biblioteca
domani” la mia voce sembra nutrire una falsa speranza.
Rimaniamo
per qualche istante in silenzio, poi lui dice:
“Mi
sento tanto impotente. Santa Morgana James, abbiamo solo dodici anni e, per una
volta, ci troviamo di fronte ad un problema più grande di noi... è.. sembra
incredibile.”
“Cosa
ti sento dire Messer Black?” lo interrompo “Per i Malandrini non ci sono
problemi più o meno grandi, te lo sei scordato? Noi superiamo tutto se rimaniamo
insieme. E comunque abbiamo poco da lamentarci, pensa a Remus
invece.”
“E’
quello che sto facendo, testaccia dura. Mi chiedo come abbia fatto a sopportare
in silenzio per tutto questo tempo.”
“Ce
l’ho fatta perché, almeno durante le notti senza luna piena, riuscivo a dormire
tranquillo” stavolta è Remus ad interromperlo “State zitti o vi faccio un
incantesimo Silenziatore che durerà fino al mese prossimo. Per favore,
ovviamente.”
Vorrei
replicare che stiamo chiacchierando nel suo interesse, ma il timore
dell’incantesimo che ci potrebbe zittire per la bellezza di trenta giorni mi
trattiene (trenta giorni senza parlare con la Evans, e chi ce la
fa?).
Chiudo
gli occhi e stavolta sento che il sonno comincia a calare su di
me.
Il
mio ultimo pensiero è una speranza, un desiderio che quel detto Babbano, “la
notte porta consiglio”, sia vero.
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“Perché
Minnie deve essere sempre così permalosa? Cosa ho fatto in
fondo?”
Tipica
mattina ad Hogwarts, tipico post-lezione di Trasfigurazione in cui uno di noi ha
dato sfoggio alla sua scorta di buffonate, con conseguente tipica punizione
crudele da parte della professoressa.
“Ma
nulla, caro Black, nulla, hai solo fatto esplodere il corvo con cui la McGrannit
ci stava dando la dimostrazione dell’incantesimo.”
Ah,
il solito Remus, sempre a difendere la causa dei professori. Di questo passo
diventerà Prefetto. Oh per la miseriaccia, speriamo di no, sarebbe triste
doverlo mettere in imbarazzo di fronte a Silente.
“Non
è propriamente esploso” controbatte l’avvocato delle cause perse, anche detto
Sirius Black “ho solo fatto sembrare che fosse successo
questo..”
“..
per poi farlo riapparire nel cappello della professoressa, un tiro da maestro
Sirius.”
Ecco
Peter che si intromette con quella sua aria ammirata.
“Già”
risponde l’eroe del giorno con un breve sorriso “Ma ora devo andare a ripulire
tutte le statue del quinto, sesto e settimo piano. Chissà cosa ci troverò,
chissà cosa ci avrà combinato Pix.” Conclude con il morale sotto le
scarpe
“Dai,
non te la prendere “ gli dice Peter “ E’ stato uno spettacolo veramente unico e
poi poteva andarti peggio.”
“Eh
sì, potevi finire a concimare le serre per due mesi: pensa, due mesi in cui il
tuo faccino non sarebbe riuscito a superare l’odore di letame e le ragazze ti
sarebbero state alla larga.”
Adoro
la sua espressione di terrore a questa mia ultima
osservazione.
“Ti
prego James, parla piano. Se quella megera ti sente è capacissima di cambiare la
mia punizione.” Mi intima implorante.
“Cerchiamo
di accelerare, per favore? Tra due minuti abbiamo la lezione di Rüf”
“Suvvia
Remus, spiegami ora cosa ti cambia se arriviamo in ritardo da quel resto umano
del professore?” Se quel grande genio di Sirius non la pianta di gridare, ci
finisce davvero in punizione.
“A
me nulla, perché posso sempre recuperare ma voi, senza i miei appunti, potete
sognarvi di superare l’esame a fine anno.”
Non
servono altre parole: in due secondi siamo scattati verso l’aula ed abbiamo
preso posto al suo interno proprio mentre il professore sta attraversando la
lavagna.
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Frustrato,
chiudo l’ennesimo volume sulle Creature magiche e guardo Peter fare la stessa
identica cosa. Da ormai un mese siamo venuti a conoscenza della situazione di
Remus e ancora non siamo riusciti a trovare nulla. Il nostro amico continua a
dirci di rassegnarci, che non gli importa perché sa che, al momento, non ci sono
soluzioni, che gli basta sapere che non lo abbandoneremo, ma l’impotenza è
comunque frustrante. So benissimo, tutti sappiamo che non c’è un rimedio
effettivo al morso del Lupo Mannaro, ma ci dev’essere almeno un modo per
impedire a Remus di ridursi in quello stato pietoso ad ogni luna piena.
Sospirando
affranto, afferro il libro di Incantesimi, la piuma ed un foglio di pergamena,
per cominciare a fare seriamente i compiti.
Chissà
se Remus me li correggerà dopo.
“Allora,
come va James?” Ecco, parli del diavolo….
“Ehm…
discretamente, grazie. Credo di essere ad un buon punto.”
Rispondo.
“Ah,
non sapevo che un foglio ancora bianco si definisse ‘buon punto
’”
Sarcastico
come sempre, per fortuna. Come premio, merita una risposta coi
fiocchi.
“Visto?
C’è ancora qualcosa che non sai.”
Alza
gli occhi al cielo nel suo modo usuale.
“Bene,
allora io posso anche andarmene in Sala Comune. Devo esercitarmi con
l’incantesimo Calma animi che ci ha assegnato Vitious. Ci vediamo
dopo.”
Senza
nemmeno darmi il tempo di ribattere, se ne va. Accidenti, ora sì che mi ci vorrà
un sacco per finire i compiti. Dopo aver intinto la punta della piuma nel
calamaio, scrivo sul mio ancora per poco immacolato foglio di pergamena:
“Vantaggi e svantaggi degli incantesimi camuffanti.”
Ecco,
il grosso è fatto, ora mi restano solo altri 89 centimetri da riempire: un gioco
da bambini, se si calcola che non ho la più pallida idea di quale fonte
utilizzare per trovare le informazioni. Remus se n’è andato, Peter è meglio
lasciarlo perdere, dato che sembra versare in condizioni peggiori delle mie e
Sirius…..
“JAMES!!!!”
…
è appena arrivato con una delle sue classiche entrate ad
effetto.
“NON
CREDERAI MAI A QUELLO CHE HO TROVATO!!! OH MERLINO, E’ INCREDIBILE! PETER! CI
SEI ANCHE TU, ORA SENTIRETE COSA…..”
“SIGNOR
BLACK! SIAMO IN UNA BIBLIOTECA, SE L’E’ FORSE
DIMENTICATO!?!?!?”
Ecco,
ora sono sicuro che entrambe le mie trombe di Eustachio siano andate a farsi
benedire. Ma quel cretino deve venire a gridare proprio qui, nel sancta
sanctorum di quella cornacchia della Pince?
“No
Pincy, non me lo sono scordato, ma era una notizia troppo importante.”
“Allora
può andare a gridarla alla Gazzetta del Profeta, ma qui deve stare in
silenzio!!”
“Va
bene, va bene, mi scusi.”
La
camminata della Pince, che se ne va indispettita, è uno spettacolo che
meriterebbe di essere inscenato in un teatro.
Sirius
nel frattempo, ha ripreso a parlare ad una velocità tale che mi viene il dubbio
che il mondo si sia fermato.
“Ero..
settimo piano.. stanza magica…”
“Ti
decidi a calmarti? Non sto capendo una parola di quello che dici. Prendi un bel
respiro e raccontami tutto daccapo, ti spiace?”
Finalmente
si ferma, respira a fondo per un paio di volte (sufficienti a ripulire dai fogli
il tavolo a cui sto lavorando) e poi, con un sorriso che potrebbe spaccargli la
mandibola, dice:
“Ho
trovato la soluzione al problema di Remus.”
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Ancora
non sono sicuro di aver capito bene dove mi trovo, nemmeno adesso che ho
oltrepassato questa soglia apparsa dal nulla sul muro del corridoio del settimo
piano.
A
quanto pare, Sirius stava ripulendo la statua di fronte a questa stanza (Remus
saprà sicuramente chi è il brutto tizio di cui l’artista, sicuramente in un
momento di ebbrezza, ha fatto la riproduzione in pietra) ed ha sentito un
improvviso bisogno di qualcosa di fresco con cui dissetarsi. Ad un certo punto,
ha sollevato lo sguardo ed ha visto questa porta che prima non c’era. Da buon
Malandrino, è entrato ed ha trovato un vasto assortimento di bevande fresche.
Dopo essersi rinfrescato la gola, è uscito ed ha provato a pensare ad uno
smodato bisogno di qualcosa da mangiare. Quando ha riaperto la porta, si è
trovato davanti una tavola piena di mille leccornie. E’ dunque corso ad
informarmi della sua scoperta (dopo aver mangiato, ovviamente) ed ora eccoci
qui, in una stanza piena di libri sugli animali magici.
“Capite?”
dice rivolto a me e a Peter “E’ una stanza che ci può fornire ciò di cui abbiamo
bisogno, basta pensare intensamente alle nostre
necessità.”
“Bel
colpo Sirius, ci hai fatto fare un bel passo avanti.” Riuscirà Peter a smettere
di sembrare sempre un’ammiratrice sull’orlo di una crisi isterica? E comunque,
io non vedo tutto questo grande procedere.
“Hai
trovato un altro mucchio di libri, e allora? Abbiamo già la biblioteca.” Odio
fare lo sciupa feste, ma qui ci vuole razionalità.
“Verissimo,
messer Potter, ma, se dai un’occhiata un po’ più da vicino, ti accorgerai che
sono testi che non trovi qui a Hogwarts.”
Effettivamente,
ora che guardo meglio, ha ragione: ci sono titoli come “Ultimi sviluppi nelle
terapie contro i morsi di creature magiche”, o “Come convivere con un Lupo
Mannaro” o ancora “Psicologia di un Lupo Mannaro.”
“Va
bene, lo ammetto, hai trovato un tesoro.”
“E
allora cosa aspettiamo ragazzi? Esploriamolo.” Ecco, quando Peter ha questi
scatti di entusiasmo potrei quasi commuovermi.
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Sono
passate quasi due settimane da quando Sirius ha trovato la stanza magica e siamo
tutti giunti ad un’unica conclusione: non c’è ancora un rimedio effettivo per il
morso di un Lupo Mannaro, ma esiste comunque un modo per lenire la sofferenza di
Remus.
L’idea
ci è venuta quando abbiamo letto una frase in uno dei tomi che diceva più o meno
così:
“Stare
a contatto con un Lupo Mannaro, nel pieno della sua attività, può rivelarsi
fatale, a meno che non siate un lupo voi stessi.”
Ora,
saremo anche scemi, ma non siamo così masochisti da farci mordere da un Lupo
Mannaro (Remus ci ammazzerebbe con le sue stesse mani). Peter, però, si è
ricordato che la McGrannit, in una delle sue lezioni, ha parlato di un potente
incantesimo di trasfigurazione che può dare una forma animale ad un uomo. E’ una
magia molto complessa e molto pericolosa, ma ehi, siamo Malandrini o no? E poi,
è bastato pensarlo ed un libro perfettamente costruito sul metodo da utilizzare
per diventare animali. Ci basta solo scegliere cosa
diventare.
“Dunque,
penso che dovremmo essere animali grossi per tenergli testa.” Peter comincia la
discussione: in fondo, qualche parte di rilievo gli va
concessa.
“Perché
non un orso?”
“Come
dimensioni ci siamo Sirius, ma non sarà un po’… come dire… goffo?”
“Giusta
osservazione James, penso infatti che potresti farlo tu.”
“Ah
ah ah, spiritoso.”
“Ragazzi,
cerchiamo di essere seri, dobbiamo riuscirci il prima possibile e non vorrei
doverci impiegare un anno solo per scegliere cosa saremo.”
“…..”
“Peter,
alle volte sai davvero stupirmi.”
“Sì
Peter, vale anche per me. Sentiamo, hai già in mente un animale per te?” Sempre
diretto al punto il nostro Sirius.
“Beh,
ragazzi.. sapete che non sono mai stato un tipo coraggioso e non so se potrei..
ecco.. accapigliarmi con un Lupo Mannaro. Pensavo che potrei trasformarmi in un
topo così da.. diciamo.. coprirvi le spalle nel caso qualcosa dovesse andare
storto.”
“….”
“Peter,
ma quest’anno ti sei seriamente messo in testa di farci sentire
inutili?”
“Già,
devo ammettere che, benché tu abbia appena ammesso di essere un vigliacco, la
tua idea di qualcuno a coprirci le spalle non è per nulla malvagia. E poi,
chissà che non ci serva l’aiuto di una bestiolina di piccola taglia per
raggiungere il luogo dove portano Remus.”
“A
questo proposito, James, qualche idea su dove dovremo
andare?”
“Mettiamo
un freno agli Ippogrifi, Sirius, prima dobbiamo imparare a
trasformarci.”
“Giusto,
allora, cosa sarai Teddy Bear?”
“Piantala,
non sarò un orso. Pensavo a qualcosa di più nobile, di più veloce, qualcosa che
rifletta la mia stupenda personalità. Magari un cervo.”
“Ecco,
questa è anche meglio dell’orso. Le corna ti staranno proprio bene quando la
Evans troverà un vero uomo.”
“E’
bello sapere di avere il tuo appoggio sempre e comunque, sai? E comunque un
giorno la Evans uscirà con me..”
“..e
allora vedrai che bei ceffoni che ti rifilerà.”
“Ragazzi,
possiamo fare in fretta? Tra poco sarà l’ora di cena.”
“Sì
Peter, hai ragione. Allora, io, checché ne dicano lor signori, sarò un cervo.
Sirius, manchi tu.”
“Io
pensavo che potrei trasformarmi in un cane, uno piuttosto grosso
intendo.”
“Bravo,
ma ricordami di starti lontano dopo la luna piena. Non vorrei che mi attaccassi
le pulci.”
“Da
buon signore mi astengo dal rispondere, messer Cornuto.”
“Andiamo
a cena?”
E’
bello avere uno come Peter che ti riporta sempre con i piedi per
terra.
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Sono
passati tre anni e, finalmente, si cominciano a vedere i primi risultati.
Bisogna ammettere che siamo stati bravi ed anche abbastanza veloci, per essere
“ragazzini della nostra età” (come molti ci definirebbero), con i loro mille
impegni e con i loro problemi (che, tutto sommato, si possono rimandare ad un
unico nome: Walburga Black, la madre di Sirius, che, durante le vacanze, tiene
il figlioletto segregato in casa per impedirgli di contaminarsi con noi).
Nel
periodo scolastico, comunque, ci siamo impegnati al massimo e, finalmente,
cominciamo a vedere il traguardo.
A
parte qualche incidente di percorso, questo è chiaro.
Ricordo
ancora quella mattina in cui io, Sirius e Peter….
Flashback
“Oddio
James, non ce la faccio più, mi prude dappertutto, e questi maledetti canini…
sembra che mi sia scordato di togliermi il costume per
Halloween.”
“Hai
ben poco da lamentarti tu. Io devo andare a giro con questo cappello assurdo.
Meno male che le corna che mi sono rimaste sono poco più grandi di quelle di un
cerbiatto. Ehi Evans, hai visto il mio nuovo look?”
“Certo
Potter, se tu riuscissi a calare il cappellino su quegli occhi da idiota sarebbe
davvero perfetto.”
“Ah
ah, è chiaro che mi adora Sirius.”
“Sì,
sì, continua a sognare James. Peter, mi faresti il favore di smettere di ballare
la salsa?”
“Non
è la salsa cretino, è la coda.”
Fine
Flashback
Per
Merlino, quante ce ne sono successe fino ad ora. Ed è già abbastanza che Minnie
o Silente, o anche Remus non ci abbiano chiesto nulla. Per fortuna che gli
effetti dell’incantesimo non sono permanenti, solo di lunga durata.
Mentre
fisso il baldacchino, sento che ci manca veramente poco, sento che siamo
veramente vicini a…
Il
letto sobbalza quando Peter e Sirius ci saltano sopra.
“Cosa
diavolo..?” cerco di gridare, ma Peter mi tappa la bocca.
“Muffliato” mormora Sirius, puntando la
bacchetta contro le tende del baldacchino.
“Ma
vi rendete conto di che ore sono?”
“Certo”
mi risponde messer Black “sono esattamente..” mi afferra il braccio sinistro e
guarda il mio orologio “Le 2 e 30 antimeridiane.”
“Appunto,
cosa avete di così importante da dirmi da non poter aspettare con calma un’ora
più decente?”
Guardo
Peter, che però scuote la testa, confuso quanto me. Mi volto verso Sirius e
ricevo una leccata in piena faccia.
“Dah,
Sirius, ma che…?”
Non
riesco nemmeno a finire la frase. Proprio non trovo le parole e, a quanto pare,
Peter è ancora una volta nella mia stessa condizione.
Davanti
a noi si è materializzato un enorme cane nero.
“Sirius?”
il cane abbaia “Ci.. sei riuscito. Sei incredibile.”
“Come
hai fatto?” rincara Peter.
“E’
stato facile.” Ci risponde, dopo essere rapidamente tornato alla sua forma
umana, ad una velocità impressionante. “Ero a letto, solo soletto, e per una
volta nella vita, non sapevo cosa fare.”
“Dormire
forse?”
“Un
beneamato spreco di tempo. Comunque, ad un certo punto mi sono messo a pensare
come doveva essere la vita di un cane.”
“Tu
guarda su cosa va a riflettere questa mente bacata.”
“Vabbè,
insomma, mi sono ritrovato cane.”
Cade
il silenzio, rotto dopo qualche istante da Peter.
“Fammi
capire, ti è bastato pensare da cane per ritrovarti cane?”
“Più
o meno.”
E,
tutto d’un colpo, Peter chiude gli occhi, fa una faccia concentrata (che, per un
momento, mi fa venire l’istinto di tapparmi il naso prima che accada
l’irreparabile) e si trasforma in un bel sorcio.
“Grande
Peter” Sirius lo prende tra le mani e lo fa saltare per aria “Ce l’hai
fatta!!!”
Peter
ritorna umano e ci abbraccia.
“E’
la prima volta che riesco a fare qualcosa al primo colpo.”
“Aspettate,
aspettate, ci provo anch’io.” Non sia mai detto che James Potter debba restare
indietro ai suoi amici.
“Ehm,
James, non credo che sia una buona idea.”
“Sciocchezze,
cosa potrebbe accadere di brutto Peter?”
“Vuoi
che ti faccia un elenco?”
Non
lo ascolto più e comincio a pensare a boschi, praterie, buona erba da
mangiare…
Improvvisamente
avverto un cambiamento, le urla di Sirius e Peter, e qualcosa che si
rompe…
Per
Godric, il letto!!!!
Quando
riapro gli occhi, mi accorgo di essere diventato uno splendido cervo, ma che
sono anche riuscito a sfondare il letto e a strappare le tende con il mio
bellissimo palco di corna.
Peter
e Sirius stanno ridendo a crepapelle, mentre io ritorno umano ma, ad un certo
punto..
“E’
MAI POSSIBILE CHE NON VI PLACHIATE NEMMENO DI NOTTE? E’ TROPPO CHIEDERVI DI
LASCIARMI RIPOSARE E DI FARMI DIMENTICARE DI ESSERE STATO NOMINATO PREFETTO PER
TENERVI SOTTO CONTROLLO PER 8 ORE AL GIORNO?”
Remus
è stato svegliato dal frastuono. Evidentemente il Muffliato si è dissolto, quando il letto
è andato in pezzi. Non pensavo però che l’avessimo frustrato fino a questo
punto.
“Remus,
hai mangiato pesante stasera?” Un giorno di questi devo ricordarmi di chiudere
la boccaccia di Sirius. Magari, basterebbe che Peter si sedesse sul suo torace.
No, ripensandoci lo ucciderebbe.
“VOI
SFONDATE UN LETTO E MI CHIEDETE PURE SE HO MANGIATO PESANTE? NON SO COME AVETE
FATTO, MA VI CONSIGLIO DI RIVEDERE LA VOSTRA DIETA. E ORA, VEDETE DI RIMETTERE A
POSTO QUESTO CASINO E TORNATEVENE A LETTO!!”
Il
colpo secco delle tende che si chiudono intorno a lui, ci fanno capire che
l’amabile conversazione è terminata. Ci affrettiamo a riparare tutto e poi,
invece di tornarcene nei nostri letti, riprendiamo le postazioni di
prima.
Dopo
che Peter ha lanciato il Muffliato,
Sirius dice:
“Uff,
spero tanto che questa sorpresa sia un compenso sufficiente per quello che gli
facciamo passare.”
“Deve
esserlo” ribatto “non ho passato tre anni a leggere dei libri che a cose normali
avrei bruciato senza troppi rimorsi. Deve esserlo.”
“Lo
scopriremo presto. La luna piena è la settimana prossima.” Dice
Peter.
“Bene,
allora abbiamo tutto il tempo per perfezionarci.”
“Sì.
Bene, allora buonanotte.”
“Buonanotte.”
In
un baleno Sirius e Peter sono spariti. Mi rimetto giù, sprofondando con la nuca
nel cuscino. Finalmente ce l’abbiamo fatta. Finalmente riusciremo ad aiutare
Remus. Se fossi stato una ragazza, probabilmente sarei scoppiato in lacrime ma,
per fortuna, ora ho solo una gran voglia di ridere.
“Muffliato” mormoro, puntando la
bacchetta contro la tenda del baldacchino (che starà seriamente implorando pietà
dopo quello che le è successo nell’ultimo quarto d’ora), e lascio che la mia
voce esprima la sua gioia.
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“Dai
Peter, muoviti che sennò li perdiamo.”
“Non
è colpa mia, è questo stupido mantello che continua ad aggrovigliarsi intorno ai
miei piedi.”
“Ehi,
non dare dello stupido al mio mantello preferito,
sorcetto.”
“A
chi hai detto sorcetto, razza di cornuto?”
“Ragazzi,
volete abbassare la voce? Altrimenti ci sentirà tutta la
scuola.”
“Hai
ragione pulcioso, rimandiamo le nostre discussioni ai
giardini.”
Certo
che siamo proprio incredibili, neanche in una situazione ad alta tensione come
questa riusciamo a darci un contegno. La cosa buffa poi è che, una volta nei
giardini, dove siamo trovati pedinando Remus e madama Chips, nessuno di noi apre
bocca per riprendere il battibecco.
Abbiamo
seguito il nostro caro Lupin per tutto il giorno ed alla fine lo abbiamo visto
allontanarsi con la nostra infermiera preferita. Siamo corsi a prendere il
mantello dell’invisibilità nel dormitorio e poi via, veloci come fulmini, dietro
a quei due che ora si stanno allontanando sempre di più dalla
scuola.
“James,
ho un brutto presentimento.” Ecco Sirius, sempre pronto a farci venire i brividi
sulla schiena.
“Siamo
in due Sirius” gli rispondo, mentre imbocchiamo un sentiero dall’aria vagamente
familiare.
“Facciamo
pure tre” dice Peter “se non sbaglio, questo è il sentiero che porta al Platano
Picchiatore.”
Comincio
ad avere il sospetto che il nostro Minus abbia dei poteri premonitori: ecco
infatti Remus e la Chips che si dirigono verso l’albero, rimanendo comunque
fuori dalla portata dei suoi rami assassini. Vediamo l’infermiera prendere un
ramo e toccare una radice nodosa della pianta che, immediatamente, smette di
agitarsi. Allora vediamo Remus scendere in una cavità che si è aperta
nell’albero e sparire alla visuale. Subito dopo, madama Chips gira i tacchi e
comincia a ritornare verso il castello.
“Perfetto”
mormoro “e adesso?”
“E
adesso tocca a Peter” risponde prontamente Sirius.
Devo
ammettere che non ci avevo pensato. Peter, da topo, è abbastanza piccolo da
svicolare tra i rami inferociti e premere quella radice senza farsi nemmeno un
graffio.
Peccato
che lui non appaia per nulla contento dell’idea.
“Ma
ne siete sicuri? Non c’è un altro modo?” ci chiede
speranzoso.
“Evidentemente
no, zuccone. Dai, trasformati e fai il tuo dovere.” Lo
incito.
Un
po’ sbuffando, un po’ singhiozzando per la paura, Peter assume la sua forma da
topo e si comincia a muovere cautamente verso l’albero. Io e Sirius non
schiodiamo gli occhi dal suo corpicino. All’improvviso lo vediamo fare uno
scatto fulmineo e premere la radice.
Il
gioco è fatto.
Ci
affrettiamo ad entrare nella cavità, seguiti a ruota da Peter che, una volta
riassunta la sua forma umana, riceve un più che meritato
applauso.
“Complimenti
Peter, sei stato eccezionale.” dico
“Una
grande prova di coraggio” aggiunge Sirius.
Il
nostro amico arrossisce di piacere.
Dopo
quel breve momento, ci avviamo lungo il passaggio che la cavità ci ha aperto.
Camminiamo per quasi una ventina di minuti e, all’improvviso, ci ritroviamo in
quella che ha tutta l’aria di essere una vecchia casa abbandonata. Al piano di
sopra, vediamo che, in una stanza, c’è una lanterna accesa. Saliamo le scale ed
entriamo nella stanza in questione. Al suo interno vediamo Remus, seduto in un
angolo, in attesa della trasformazione. Quando ci vede, sbianca
completamente.
“Voi?
Che.. che ci fate qui? Siete pazzi? Andatevene immediatamente per l’amor del
cielo.”
“Sai
Remus, non abbiamo studiato tanto in questi anni per sentirci dire di
andarcene.” Gli dico, con un ghigno a dir poco malandrino.
Lo
sguardo che assume la sua faccia a queste mie parole è senza prezzo: ‘quando mai
avete studiato?’ sembra voler chiedere.
Per
tutta risposta, chiudo gli occhi, e mi trasformo in un cervo. Seguendo il mio
esempio, Sirius diventa un grosso cane pulcioso e Peter un sorcetto da quattro
soldi. Ora sì che l’abbiamo stupito.
“Voi..
siete Animagi?” ci chiede incredulo. Per rispondergli a dovere, torno nella mia
forma umana.
“Sappiamo
benissimo che non esistono antidoti alla tua malattia, ma ci siamo resi conto
che un modo per aiutarti c’era. Darti qualcosa da attaccare al posto della tua
stessa carne.”
“Geniale
eh?” dice Peter tornato anche lui umano.
Il
nostro caro Remus ha le lacrime agli occhi
“Ragazzi..
siete matti.. io.. non so cosa dire..”
“Che
ne dici di ‘prendete pure i miei compiti fino alla fine della scuola?’ Sono
sicuro che basterebbe.” Ecco un tipico intervento da Sirius. Scoppiamo tutti a
ridere e ci abbracciamo felici, mentre qualche lacrima malandrina esce dagli
occhi. Ora siamo di nuovo veramente uniti.
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Sono
passati due mesi dal nostro debutto come animagi. Ora siamo tutti e quattro
nella sala comune di Grifondoro, pronti per un ultimo, piccolo esperimento.
"A
te l'onore Remus"
Remus"
“Giuro
solennemente di non avere buone intenzioni.”
Dice il caro Lupin, puntando la bacchetta su un innocente foglio di pergamena.
Immediatamente, delle linee cominciano a correre sul bianco, disegnando stanze,
bastioni, giardini: in una parola, Hogwarts. Subito dopo, una miriade di puntini
decora il foglio, ciascuno con il nome di una persona all’interno del castello
scritto sotto. Ne scegliamo uno, che guarda caso, appartiene ad una ragazza che
se ne sta seduta vicino alla finestra e subito, Sirius le fa apparire una rana
tra i capelli. La poveretta comincia a strepitare come la McGrannit nei giorni
più caldi della menopausa e corre fuori dalla stanza. Tutti scoppiano a ridere,
ma non noi, troppo concentrati a seguire il movimento del pallino della ragazza
sulla nostra mappa, che si è mosso esattamente come lei: esperimento riuscito.
Ci diamo il cinque e rimiriamo la nostra ultima creazione, frutto delle nostre
menti diaboliche, ed anche in parte di quella meravigliosa stanza che Sirius ha
scoperto durante la sua punizione. Quante ne abbiamo passate al suo interno
(credo che Sirius ci sia stato anche un po’ da solo con le sue conquiste, ma
preferisco non sapere cosa ha desiderato trovare lì dentro).
“James?
Forza, la dobbiamo chiudere.”
Sorrido
e, mentre la mia bacchetta si incrocia con quelle di Remus, Sirius e Peter e
mentre la mia voce mormora insieme alla loro ‘Fatto il misfatto’, osservo
un’ultima volta quell’emblema, quel blasone, che è simbolo della nostra – mi
auguro – eterna ed indissolubile amicizia.
“Monsieur
Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso, sono lieti di presentare la Mappa del
Malandrino”.
Un
altro piccolo agio che ci siamo concessi per dare onore alla Stanza delle
Necessità (così l’abbiamo ribattezzata) che ci ha resi, se possibile, più uniti
che mai.
FINE
Spero
che vi sia piaciuta.
Bebbe5